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JUVENTUS

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2011 15:35
28/02/2008 11:07
 
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Un conto è prendersi un cartellino rosso perché, da ultimo ostacolo, hai abbattuto il nemico che fuggiva verso la porta, o perché ti sei beccato due gialli in un paio di scontri di gioco; un altro se ti fai cacciare dalla partita per aver insultato l’arbitro, aggredito un avversario, o per esserti appeso ai riccioli di Comotto. Peggio ancora se, per un attimo di rabbia, lasci in dieci la compagnia per la serata, e con una scelta in meno per la partita che verrà l’allenatore. Fa la sua notevole differenza: per questo la Juve è piuttosto incavolata con Pavel Nedved, per l’espulsione arrivata in coda a un derby già finito.

Arrabbiatura mica tanto di facciata, se l’argomento è stato inserito all’ordine del giorno del Comitato sportivo della società che si riunisce oggi pomeriggio: il presidente Giovanni Cobolli Gigli, l’ad Jean-Claude Blanc, e i consiglieri Gian Paolo Montali e Riccardo Montanaro ne discuteranno, con potere di sanzione. Non tanto questione di pecunia (anche se la multa può impennarsi a migliaia di euro), piuttosto di coerenza: passata calciopoli, la società s’è data un codice etico, vigente dall'impiegato al campione. Soprattutto, il club vorrebbe dare un segnale: basta.

Non è in discussione, ovviamente, il valore tecnico e il furore agonistico con il quale Nedved assalta le partite, ma i suoi eccessi, sì: anche perché, nel ramo, il ceco è recidivo. A ottobre, al quarto minuto di recupero della sfida con il Genoa, fu cacciato per una gomitata a un avversario; mentre l’anno passato, stesso avversario, si beccò cinque giornate di squalifica per un pestone a Farina. Raccontano che, già nello spogliatoio di martedì sera, Nedved si fosse pentito, ben conscio della stupidaggine appena fatta, ma lamentandosi della poca tutela a lui concessa dai direttori di gara. Sarà, ma mai un buon motivo per farsi cacciare fuori dalla partita.

Il guaio è che la leggerezza di Pavel, quest’anno, è in allegra compagnia: i bianconeri, fra campionato e Coppa Italia, hanno rimediato otto espulsioni (Ranieri compreso, anche lui contro il Genoa). La Juve, vorrebbe dare una sterzata: anche perché, proprio per i cartellini rossi, domenica si presenterà con il centrocampo affossato contro la Fiorentina nella sfida che vale un pezzetto di Champions League. Oltre a Nedved, mancherà infatti Cristiano Zanetti, buttato fuori nel finale di Reggio Calabria per un calcione ad Amoruso. Altra reazione che alla società non è andata giù.

Così, è il pensiero in corso Galileo Ferraris, non si può andare avanti. Per questo il club ha apprezzato la presa di posizione del tecnico davanti alle tv, appena finita la partita contro il Toro: «Non doveva farlo - aveva detto Ranieri - non doveva reagire così davanti all’arbitro». Pure Camoranesi l’aveva fatto notare: «Non se ne può più di questi episodi stupidi che ci penalizzano». Giusto, anche se nella red list compare anche il nome dell’italo-argentino: espulso a cinque minuti dalla fine del ritorno di Coppa Italia con l’Inter. L’assortimento è comunque notevole: Zebina nella trasferta di Cagliari, Chiellini a Parma (in una zuffa con Morfeo), Almiron a Empoli (per complimenti all’arbitro), fino agli ultimi due cartellini, di Reggio Calabria e del derby. Tutta roba che, alla fine, potrebbe anche pesare.
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