Stampa | Notifica email    
Autore

JUVENTUS

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2011 15:35
11/01/2008 13:08
 
Quota
La vita può anche ricominciare a 37 anni. Lo sa bene Gianluca Pessotto che domani a Catania ritroverà l’emozione del debutto. Fare il team manager è più facile che trasformare un rigore nella finale di Champions League, ma le insidie e i problemi non mancheranno. Pessottino ha tutto chiaro in mente nel momento in cui sta per riprendere il ruolo che gli venne assegnato quasi due anni fa: «L’emozione è la stessa di quando andavo in campo».

Sulla panchina avrebbe dovuto esserci già con Deschamps. Ma il 27 giugno del 2006 successe qualcosa di cui oggi riesce a parlare perfino con distacco: «Un episodio che mi seguirà sempre, insieme alla curiosità di chi vuole ancora sapere. Ma per fortuna se ne parla sempre di meno, per me era un capitolo concluso nel momento in cui mi sono svegliato dal coma». Gli azzurri gli dedicarono il titolo mondiale vinto mentre lui era ancora in un letto delle Molinette in bilico fra la vita e la morte. La Juve cancellò dall’organigramma la carica di team manager: quel posto era del Pesso. C’è arrivato con fatica e sofferenza, con tanti interventi chirurgici che ancora oggi lo obbligano a zoppicare.

Ma cosa fa un team manager? «Devo organizzare il lavoro della prima squadra e, parte più ingrata e oscura, fare da tramite fra la società e lo spogliatoio. Un filtro per i momenti belli e quelli meno piacevoli. Mi facevo carico dei problemi anche quando giocavo. Solo che adesso dovrò stare attento anche ai capricci». Ma non era meglio fare l’allenatore? «Ho capito che è sempre più difficile trovare progetti seri, è diventato un mestiere troppo ballerino. Da dirigente posso mettere in pratica ancor meglio quello in cui credo». Ovvero provare a cambiare questo calcio che per lui e tanti compagni vuol dire scudetti e coppe, ma anche Calciopoli e serie B. «Vorrei essere un punto di riferimento dal punto di vista morale e dell’immagine».

Pessotto, da sempre con quegli occhialini da intellettuale, da sempre con un libro come inseparabile compagno dei momenti di relax, era uno dei più ascoltati nello spogliatoio. Era leader anche se la domenica restava in panchina ed entrava quando la partita non aveva più storia. Toccava anche a lui mantenere la rotta nei momenti di difficoltà. L’avrebbe fatto anche durante l’estate della vergogna se non fosse stato impegnato in altre battaglie. Di Calciopoli porta i segni dentro: «Un marchio difficile da cancellare. Mi dà molto fastidio essere abbinato a quella Juve, è un’eredita pesante, anche perché non in linea con quello che abbiamo fatto sul campo. Mi piacerebbe battermi per togliere la definizione "revocati" sui due ultimi scudetti».

Romantico e sognatore? È in realtà un pragmatico che non vuole fare a cazzotti con la vita, ma che ha radicati dentro di sé dei valori importanti. Per esempio quello per un calcio con più sorrisi. E si impegnerà affinché questo sia il credo della Juve che verrà. Sapendo di non essere da solo: «È indispensabile avere il sostegno del gruppo. Il mio punto di riferimento sarà Del Piero che è quello più ascoltato dai compagni. Poi Buffon. Il leader del futuro? Chiellini». Aspetta nuove vittorie con una Juve dalla faccia pulita. Sogna il primo scudetto delle normalità: «Non so se siamo più simpatici. Ma la gente ci apprezza e i tifosi dopo la B gusteranno di più ogni conquista». Intanto alleva il nuovo Pessotto: «Salihamidzic. E poi è stato grande perché ha scelto il mio numero di maglia».

Cerca nel forum
Tag cloud   [vedi tutti]

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:07. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com