Processo Gea, Blasi attacca "Senza di loro, niente soldi"
ROMA, 28 aprile - È ripreso stamani, davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma, il processo Gea, che vede imputati Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi, Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza. I due Moggi, Zavaglia e anche Davide Lippi erano presenti in aula. E hanno ascoltato tra le prime cose le parole di Giorgio Chiellini. Ma anche quattro telefonate intercorse tra Stefano Antonelli, ex procuratore di Manuele Blasi, lo stesso Blasi e suo padre.
DIFESA CHIELLINI - Chiellini ha fatto segnare un punto a favore della difesa visto che ha dichiarato di non avere mai ricevuto pressioni per passare alla Gea e di non avere mai parlato con Davide Lippi di eventuali vantaggi per la Nazionale. La Procura ha incassato e chiesto un confronto tra il calciatore e Franco Baldini, che invece aveva detto nelle scorse udienze cose diverse in merito al passaggio alla Juve di Chiellini, allora in comproprietà tra Livorno e Roma.
ATTACO BLASI - Un punto certamente a favore dell'accusa sono state invece le telefonate fatte tra Antonelli, Blasi e il papà del calciatore. In una, quest'ultimo dice ad Antonelli a proposito della Gea: "Noi siamo ricattati, la posta in palio è alta e quindi dobbiamo fare un passo indietro. Ogni tanto bisogna abbassare la testa". In un'altra, invece, è lo stesso Blasi a spiegare così ad Antonelli la necessità di lasciarlo come agente per passare alla Gea: "Se sto con te non mi fanno firmare il contratto, con te si sono impuntati. Non mi fanno prendere i soldi. Io lo so che sono uomini di merda, ma ho degli interessi...".
gasport