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TORO!

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2010 22:16
27/03/2009 11:08
 
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E’ Bianchi la prima spina di Camolese. La distrazione al flessore mette in dubbio il centravanti per Palermo. In compenso l’allenatore-tifoso recupera Rosina per la trasferta siciliana. Il capitano (conserverà i gradi anche nel Toro 3) è pronto per la volata-salvezza.

Ce la farete a evitare per la terza volta consecutiva la retrocessione?
«La salvezza ha il sapore dell’impresa. Sono da cinque anni al Toro, non abbiamo mai rischiato come adesso».

Camolese dice che ora bisogna fare un colpo, ovvero centrare una vittoria importante. Possibile?
«Necessario, direi. Ma non sarà facile, il calendario non ci dà una mano e l’ultima sconfitta ha complicato ulteriormente la situazione. Siamo a due punti dalla zona dello scampato pericolo e il Bologna deve venire a Torino. Lottiamo in quattro, però noi abbiamo cinque trasferte da brivido: Palermo, Milan, Fiorentina, Napoli e Roma».

De Biasi, Novellino, Camolese: cosa pensa del via vai in panchina?
«Non fa piacere e il pensiero va a Novellino che ha pagato anche per i nostri errori. In questi momenti un giocatore azzera e riparte cercando gli errori commessi, ma senza disperdere il patrimonio di lavoro precedente».

Il Toro di Camolese sarà diverso. Facile adattarsi a lavori in corso a un nuovo sistema di gioco?
«Il modulo è importante per avere una buona organizzazione. La difesa a tre ci riporta all’epoca Zaccheroni. Io sono abituato a cambiare: penso a tutti i ruoli che ho fatto nel Toro».

Questo è l’anno in cui lei ha segnato di meno in granata: tre reti e tutte su rigore. Come etichetta la sua stagione?
«Posso usare un termine forte: di m... Annata pessima a livello generale, ma anche personale. Ho patito infortuni, ho giocato spesso sotto tono, ho segnato pochissimo. Dopo la sconfitta con la Fiorentina ero molto demoralizzato. Gli unici gol su azione li ho fatti in allenamento. Un disastro. Con il Toro non sono mai andato in doppia cifra. Rimediare da qui a fine maggio? Temo che sia tardi».

Ma può scattare la scintilla per fare i punti salvezza?
«Prendo come esempio il mio amico Motta. A gennaio era fuori squadra a Udine, l’ha comprato la Roma e con cinque buone partite è arrivato in Nazionale. Questo è il calcio. Basta poco per cambiare tutto».

Non viene voglia di andarsene per cercare quelle soddisfazioni che non è ancora riuscito a ottenere?
«Non sono stufo, sono carico. Nel nostro mestiere ci sta di passare anni maledetti. Io voglio riscattarmi qui, le motivazioni non mi mancano. E poi in questo momento non riesco a pensare a cosa succederà fra qualche mese».

Si lavora meglio a porte chiuse?
«Cento, duecento tifosi in tribuna tolgono tranquillità. Questo vale anche quando le cose vanno bene. La gente capirà».

La contestazione a Cairo?
«Non influirà sul suo entusiasmo. Mi pare bello carico e pronto ad andare avanti. Come ha detto Camolese i fischi possono essere il segnale di un legame forte».

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