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TORO!

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2010 22:16
15/02/2009 12:59
 
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Altro pareggio...altri punti buttati....

Comunque ci siamo....ora fra Udinese ,Cagliari e Derby servono almeno 4 punti... [SM=x1543062]
15/02/2009 20:46
 
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Apprendo ora che la faccia da idiota che rappresenta il sig Ciuccariello, quello con la cravatta comprata ai magazzini Standa e la giacca da immigrato è presidente dell'associazione Italia Bianconera.

[SM=x1451872]
15/02/2009 22:54
 
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Ho letto un po' di cose...c'e' gente che lo cerca per 5000 euro...viveva in via Moncrivello...lo hanno sfrattato perche' non pagava l'affitto....lasciamo perdere.... [SM=x1449910]
16/02/2009 14:14
 
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Presidente Cairo, che aggettivo dare alle sue prime 100 partite in serie A?
«Intense. Sono sempre state sfide palpitanti e mai banali».

La più bella?
«Direi quella del Centenario, ma l'inserirei in quel filotto di tre vittorie consecutive del 2006. E c'è anche il periodo delle otto partite utili consecutive dell'anno scorso con Novellino».

La più brutta?
«Per par condicio, indico un periodo: le sei sconfitte di fila di inizio 2007».

Lei è soddisfatto delle sue prime cento?
«Sì e penso di avere imparato tante cose importanti: errori e cose buone si uniscono e tutto fa esperienza. Ho apportato miglioramenti strutturali e societari, l'organico l'ho completato con Foschi ed ora possiamo sfruttare al meglio i valori tecnici che abbiamo».

Il bilancio parla di 22 vittorie, 34 pareggi e 44 sconfitte: il totale fa 100 punti esatti. E' solo una coincidenza?
«Un punto a partita, è vero. E adesso noi siamo al quinto pareggio consecutivo. Ciò significa che la politica dei piccoli passi non è poi così malvagia se siamo riusciti a salvarci per due anni consecutivi in serie A».

Ora che il Toro è a meno due dal Lecce e dalla zona salvezza, rivaluta ancor di più l'1-1 con la Lazio?
«In un campionato con i tre punti a vittoria, il pareggio sicuramente vale poco. Poi, però, ti accorgi quanto vale quando non lo fai. Ed allora un punto va sempre tenuto in considerazione».

Questo Toro lumaca, però, fa fatica a riemergere dalla zona B…
«Non perdere è comunque un fatto importante. Vincere vuol dire prevalere, pareggiare vuol dire equivalere. Psicologicamente un punto fa bene e muovi la classifica».

Ma allora il vero Mister X ora è lei? «
Non vorrei più parlare di questa vicenda. E' un argomento chiuso e se i suoi avvocati mi dovessero chiedere un altro appuntamento, direi di no».

Qualcuno già pensava che la sua centesima partita in A potesse essere anche l'ultima.
«Ovviamente tocco ferro. All'inizio avevo detto che mi sarebbe piaciuto essere presidente del Toro per almeno dieci anni. Lo ribadisco e voglio farne tante altre di partite dopo queste 100: non mi voglio dare limiti».

La settimana granata più movimentata di sempre si è conclusa col pareggio dell'Olimpico. Domenica, nel suo Olimpico, cosa si aspetta dal Toro?
«Intanto spero di trovare uno stadio pieno e con tanti giovani tifosi. Abbiamo varato la politica dei 5 euro per tutti gli Under 18: non solo in curva, ma anche nei distinti».

Quella con l'Udinese può essere la partita della svolta?
«No, perché tutte queste restanti 14 gare devono essere quella della svolta. Sarà impegnativa perché l'Udinese è forte, con attaccanti importanti e ben strutturati. Noi, però, avremo un Gasbarroni in più e tornerà anche Bianchi».

Da dove si riparte?
«Dalla continuità di risultati, intanto, e dalle ottime sensazioni che mi ha dato questa squadra sabato. Contro la Lazio non era facile uscirne indenni contro il loro tridente».

Novellino ha varato il rombo a centrocampo e rispolverato Corini. Scelta obbligata o varietà tattica?
«Il rombo è stato promosso sul campo e Corini è la dimostrazione che questa è una rosa con ottime risorse al suo interno».

Il Genio, però, va verso i 39 anni ed era stato accantonato all'inizio da Novellino.
«Corini ha esperienza e sicurezza, in certe partite e in certi momenti è il punto di riferimento per tutti. Deve essere coperto ed aiutato, ma in quel ruolo e se ben supportato dalle mezzale può darci il suo contributo».

Lei è un'ottimista ad oltranza, ora lo è ancora di più per la salvezza?
«L'ottimismo è la base per me, però è giusto essere concentrati perché siamo sempre terz'ultimi. Guardiamo gli altri, ma l'importante è quello che facciamo noi. Ed ora siamo concentrati nel modo giusto».
16/02/2009 14:15
 
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A qualcuno l’improbabile storia della famiglia Ciuccariello è suonata in tutti i modi, tranne che nuova. In particolare a dieci guardie giurate ancora in servizio a Torino. Nell’autunno 2006 avevano denunciato Norbert Ciuccariello, figlio prediletto del capostipite Raffaele, per truffa: «Diceva di essere figlio dei Savoia - racconta adesso un agente che chiede l’anonimato - aveva carte bollate, timbri, stemmi. Già allora parlava di un’eredita da 600 milioni di euro. Ma la cosa particolare è che sosteneva di aver ricevuto l’incarico di formare una polizia parallela. Una squadra speciale: si doveva occupare della sicurezza della famiglia reale pronta al ritorno in Italia. Prometteva onori, auto di lusso, soldi. Raccontava di avere conoscenze molto altolocate».

Non è una barzelletta. Ci sono centinaia di pagine con il timbro della Squadra Mobile, verbali su verbali: un fascicolo aperto in Procura. Perché tre guardie giurate avevano creduto alle promesse di Norbert Ciuccariello. Si erano addirittura licenziate, per seguirlo nell’avventura. Gli agenti avevano partecipato a diverse riunioni in un locale nella zona di piazza Respighi, progettavano strani campi di addestramento. Agli atti ci sono anche documenti falsi, certificati farlocchi, persino fogli intestati alla Procura di Milano. Un grande bluff. Ora la famiglia Ciuccariello vuole comprare il Torino. Proprio Norbert, 32 anni, ricoprirebbe il ruolo di comando. Almeno nei sogni di papà Raffaele, 68 anni, da Lucera in provincia di Foggia: «Abbiamo fatto vedere le fideiussioni ai nostri avvocati. Spiegherò a tempo debito l’origine dell’eredità». Sottigliezze, in fondo, per chi giura di aver svoltato. «Siamo ricchi, comunque vada a finire la trattativa per comprare il Toro».

Ricchi e increduli. «La sera dell’annuncio abbiamo mangiato l’arrosto freddo del giorno prima - spiega il genero Pasquale De Sanni - ancora non abbiamo brindato. Siamo felici, frastornati, stravolti dalle telefonate. A Lucera stanno tappezzando i muri con le foto di Raffaele: vogliono candidarlo sindaco». Giornata storica, alla ricevitoria “Non solo 13” di piazza Villari. I parenti ridono, si abbracciano. I clienti fanno facce strane. Aneddoti su Ciuccariello senior: «Uomo di grande volontà. Quando di mestiere scaricava bibite sembrava un orco, imbracciava due fusti da 25 litri alla volta».

La figlia Grazia: «Mio padre è un uomo riservato. Nella vita ci ha sempre detto che un giorno saremmo diventati ricchi. Guardava certe auto bellissime e giurava: “Ce la compreremo”. Ma non ha mai voluto spiegarci come. Ora, mi ha assicurato, faremo una riunione. Tutti i figli saranno convocati. Finalmente sapremo tutto». Già, i figli. Dieci, dice il signor Raffaele Ciuccariello. Uno è morto neonato. Ecco gli altri: Giuseppe ha un bar, Marcello si occupa di ponteggi, Massimo gestisce un altro locale, Grazia è alla cassa della ricevitoria, Antonietta lavora all’Amiat, Fabrizio “nel ramo scaffalature”, Pasquale “nell’edilizia”. Poi c’è Norbert, il monarchico. All’appello ne manca uno. «È un amico di Norbert - spiegano - si chiama Carlo Saccomando, non è proprio un figlio, ma è considerato uno di famiglia». Di più, Raffaele e Norbert Ciuccariello l’hanno nominato amministratore unico della Royal Srl, la società che dovrebbe gestire l’eredità. Motivo? Lui non ha fallimenti alle spalle. [SM=x1495893]
17/02/2009 14:34
 
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Ignazio Abate, ha già offerto da bere per il suo primo gol granata?
«Ma scherzate? Va bene che segno poco, ma devono essere gli altri a offrire. E poi quella rete non è servita per vincere».

E' ancora rammaricato per il pareggio con la Lazio?
«Sì, però brucia di più quello col Chievo, anche perché il gol di Italiano era in fuorigioco e quel pallone l'ho pure sfiorato. A Roma, invece, abbiamo giocato bene, ci è girata male solo su un episodio».

Allude al gol di Siviglia?
«Sì, ma non dobbiamo attaccarci agli alibi. Prendiamo questo punto, pensiamo a dare tutto nelle 14 partite che restano e presto faremo qualche colpo. Magari al derby».

Perché il Toro non sa mantenere i gol di vantaggio?
«Non saprei, andiamo in difficoltà quando dobbiamo fare gioco. Ci stiamo lavorando. Vale l'esempio del Bologna: all'inizio pareggiava sempre, non perdeva mai e si è ripreso. Noi ora siamo così e ci mancano sei punti dall'andata per pareggi mancati».

Novellino ha varato il rombo, le piace questo modulo?
«Sì, è un'arma in più a nostro favore. Possiamo giocare col 4-4-2 puro, col rombo, col 4-4-1-1 e il 4-3-2-1. L'importante è saper essere cattivi».

Lei è il jolly del Toro e con Novellino ha giocato tutte le partite. Buon segno, no?
«Ottimo. Io sono sempre a disposizione e credo di essere maturato a livello tattico, in più gioco con continuità».

E Novellino la sta aiutando.
«Mi dà fiducia. A livello tattico è uno degli allenatori più bravi che abbia mai avuto: mi sta insegnando tantissimo in difesa. Prima correvo tanto ma male: ora difendo palloni e ho i movimenti giusti».

Vi eravate già incontrati alla Samp nel 2005. Che cosa non funzionò all'epoca col tecnico?
«Venivo dalla delusione di Napoli per la mancata promozione in B. Avevo 18 anni e non potevo giocare in A perché chiuso da grandi campioni: così decisi di andare a Piacenza per avere più spazio. Però c'era Novellino nel mio destino».

Il Toro può essere il trampolino per la sua carriera e poi c'è la comproprietà col Milan. Novità?
«No, nessuna. E per ora preferisco non esprimermi». Si sbilanci: esprima tre desideri. «La salvezza, l'Europeo con l'Under 21 e 3 gol importanti».

Lei arrivò al Toro promettendo assist ma non reti. Conferma?
«Segnare è bello e il gol alla Lazio lo dedico a nonno Pasquale. Però far segnare dà emozioni simili: l'assist a Bianchi contro l'Inter, per esempio, mi fa ancora godere adesso».

Il Toro ha segnato poco, 24 gol in tutto, ma l'ha fatto con ben 13 giocatori. E' una nuova forma di democrazia del pallone?
«Forse. Ma facciamo fatica a concretizzare e dobbiamo dare tutti di più: in attacco, ma anche in difesa».

Lei non pare mai soddisfatto.
«Mai. Sono sempre molto critico con me stesso, è l’insegnamento ereditato da mio nonno e da mio padre: bisogna lavorare e sacrificarsi perché nessuno ti regala nulla».

Ripensa ancora a quella zolla maledetta dell'Olimpico che l'ha fermata sul più bello?
«No, l'ho dimenticata. Anche se fino a dieci giorni fa la caviglia mi faceva ancora male: dolori al mattino e spesso non mi potevo allenare. Ho stretto i denti e ora sto bene».

Abate, si sente più milanese o napoletano come carattere?
«Sono terrone al cento per cento, io amo da matti il Sud».
18/02/2009 13:18
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Reputo Abate il giocatore più forte che abbia il Toro nonchè uno dei giovani più interessanti di tutto il campionato.

Secondo me lui e Maggio sono tra le più belli ali destre del campionato.

Non mi stupirei se lo chiamasse Lippi. Personalmente lo preferisco di gran lunga a Pepe.

Tra le altre cose, chiamare Pepe e non chiamare Maggio mi lascia abbastanza interdetto.

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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
"Mi amor, cobra mas caro!"
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18/02/2009 18:19
 
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Foschi e' un mito.

Intanto gia' si vedono i frutti del suo lavoro....non leggo piu' dichiarazioni ad minchiam dei giocatori.

La settimana scorsa prima della partita con la Lazio ha portato tutta la a cena,c'era anche il Papa.

A un certo punto ha preso la parola iniziando una tiritera sui coglioni da tirare fuori e sbadaban....primo papagno tirato al tavolo,ha continuato il discorso tirando giu' tutte le Madonne che giravano nel cielo e tirando pure altri 3 cazzottoni al tavolo per dare maggiore enfasi.

A fine discorso standing ovation da parte della squadra...

Lui si siede e si gira verso il Pontefice dicendogli "ho paura di essermi rotto una mano"

Corsa in ospedale e operazione a un dito per ridurre la frattura.... [SM=x1496801]

Foschi...che spettacolo di uomo. [SM=x1539166]
18/02/2009 18:30
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Perchè una società vada bene come prima cosa chi sta al vertice deve sapere fare il suo mestiere. Il resto è una conseguenza.

Due domande: "Ma Cairo cosa fa nella vita e quanti soldi ha?"


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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
"Mi amor, cobra mas caro!"
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18/02/2009 18:38
 
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Re:
El Tr3n, 18/02/2009 18.30:

Perchè una società vada bene come prima cosa chi sta al vertice deve sapere fare il suo mestiere. Il resto è una conseguenza.

Due domande: "Ma Cairo cosa fa nella vita e quanti soldi ha?"





Il Pontefice e' un editore di successo.

www.cairoeditore.it/

Ha soldi ma non da esagerare.


22/02/2009 17:12
 
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ANDIAMO! [SM=x1272127] [SM=x1272143]

ORA NON SI DEVE MOLLARE.......A CAGLIARI PER NON TORNARE A CASA A MANI VUOTE.

SPETTACOLARI GLI ALTRI RISULTATI. [SM=x1272156]
23/02/2009 09:13
 
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Fra Lazio a Roma,Udinese in casa poi a Cagliari e infine la seconda squadra della citta' avevo previsto 5 punti.
A meta' strada siamo a 4....a Cagliari un pareggio potrebbe andare bene pure a loro che prima si salvano prima Cellino si arricchisce vendendosi un po' di partite.... [SM=x1495892]

Poi la domenica dopo con i rigatini ce la giochiamo. [SM=x1449910]
23/02/2009 13:59
 
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Probabilmente siamo la squadra che esprime il peggior calcio della serie A.

Abbiamo pero' qualche giocatore che ci puo' risolvere le partite e il mister ha perfettamente capito che gli tocca fare banchetto con le patatine Pai e quindi si copre.

Mancano 13 partite con 11 pareggi e 2 vittorie siamo salvi.
24/02/2009 13:22
 
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Qui c’erano soltanto macerie. Poi è arrivato Novellino. Bastavano un altro paio di partite e la crisi sarebbe stata irreversibile». L’anonimo che cerca di spiegare il momento del Torino è certamente uno dei leader dello spogliatoio. Uno di quelli che più di altri ha patito i primi mesi sotto Gdb. Che può anche avere delle colpe, ma non va crocifisso come il responsabile massimo di tutte le sciagure capitate da settembre in poi alla squadra di Cairo. Oggi il peggio sembra passato, anche se con il Toro non c’è mai nulla di definitivo. Tuttavia, sei risultati utili consecutivi dimostrano una svolta importante, un freno alla caduta rovinosa verso la serie B.

Novellino e Foschi. Ecco gli uomini che hanno bloccato la valanga che si stava abbattendo sul Toro. Lavorano in campi diversi, ma in realtà sono vicinissimi e sinergici. Monzon cura la tattica e il fisico, Rinone da Cesena allena i cervelli. Che se non funzionano, mettono a dura prova tutto il gran faticare dell’allenatore in carica dal 9 dicembre. L’inizio è stato da incubo, anche Foschi ammette: «Dopo il 5-2 di Bologna sono rimasto sbigottito, tanto da chiedermi: adesso come ne veniamo fuori?». Poi il ds che conosce il calcio come il salotto di casa sua ha preso possesso del nuovo regno. Parole mirate e dette al momento giusto: «Dopo il 3-3 di Lecce mi hanno sentito». Un’ottima spalla per Novellino che, senza delegare tutta la parte del lavoro psicologico a Foschi, grazie all’aiuto del nuovo dirigente arrivato circa un mese dopo di lui, si è potuto concentrare sulla riorganizzazione del gioco.

Dopo Bologna Monzon ha fatto pelo e contropelo alla difesa. Ha chiesto e ottenuto due marcatori come Dellafiore e Rivalta, ha dato compattezza e concretezza al reparto. E la vecchia scuola del Trap e di Capello: cominciamo a non prendere gol che è già un buon inizio. E oggi i quattro davanti a Sereni, anche lui ricostruito nel fisico e nel morale dal preparatore Gandini, non sembrano più friabili come in precedenza. Il secondo step è stato dedicarsi al centrocampo, settore chiave nella doppia fase difesa-attacco. Novellino ha derogato perfino dal suo consolidato 4-4-2 per passare al rombo, in cui ha inserito l’alfa e l’omega del Toro: il baby Dzemaili e il maturo Corini.

La nuova soluzione tattica è recente (due partite) e quindi va ancora metabolizzata. Tuttavia non è intenzione di Monzon avere un Toro monocorde. Cambierà modulo spesso, cercando volta per volta le soluzioni più giuste con Rosina o Gasbarroni in appoggio a Bianchi o Ventola. In attesa del ritorno di Abbruscato. Foschi racconta come ha collaborato mettendo ordine in un ambiente in cui mancava una guida sicura che aiutasse Cairo: «Non ho avuto paura a mettere la faccia e sono stato anche fortunato. Prima sul mercato, poi con la squadra e i tifosi. Perché anche la gente, soprattutto quella che ama il Toro, è importante. Avete visto che non ci fischiano più al primo errore, ma ci sono soltanto cori di incitamento? Ho parlato con quelli della curva, chiedendo di aiutarci fino a maggio. Se andrà male ci contesteranno allora. Il Toro non può rinunciare all’aiuto di nessuno. Stampa inclusa. Così ho messo fine al black out con l’informazione e agli allenamenti oscurati».

Ovviamente è la squadra che ci ha messo molto di suo, è Novellino che ha rimesso insieme i cocci di un gruppo che si frantumava al primo ostacolo. Però da solo il tecnico non avrebbe potuto fare molto. Cairo ha capito l’importanza di un ds-team manager, e non l’ha fatto troppo tardi. Ancora Foschi, che trascorre tutta la settimana accanto alla squadra: «Se perdiamo a Cagliari non dovremo abbatterci, ma restare tutti compatti. Ci vuole equilibrio, basta ai picchi di entusiasmo e delusione». Intanto lavora già per il Toro del futuro: «Nel breve ho cercato di suturare le ferite più importanti. Ma il mio operato andrà giudicato nell’arco di almeno due anni. Ovvero in un progetto che sia consono alle possibilità del Toro».
02/03/2009 09:46
 
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Un altro passettino verso la salvezza.

Settimo risultato utile consecutivo di cui 6 pareggi e con L'Inter unica squadra a non aver ancora perso nel girone di ritorno.

Ma anche unica squadra che non ha mai vinto in trasferta....

Ora siamo abbastanza solidi ma costruiamo poco e finalizziamo meno continuando sempre a fare qualche cazzata dietro ogni partita,e' successo pure ieri e ci ha salvato,ancora una volta, un grande Sereni.

Peccato per la vittoria del Chievo ma comunque resta ancora il punticino di margine su di loro e sul Bologna.

Il calendario non e' male,se Cataniae Samb si salvano in fretta meglio cosi' .... quando verranno a Torino saranno piu' tranquille e fra l'altro affrontriamo in casa pure Siena e Bologna.

Ora c'e' il derby,loro sono presi dalla Champions e noi non possiamo rischiare...prevedo un altro pareggio....

Comunque almeno ora siamo una squadra,col lavoro di Novellino e di Foschi piano piano ne stiamo venendo fuori.

02/03/2009 16:39
 
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Quello di sabato prossimo sara' un derby particolare.

Particolare perche' in ballo c'e' molto piu' di un risultato,per noi e' una fetta di salvezza mentre per loro e' un incomodo sulla strada del Chelsea.

Logica direbbe pari e patta,un risultato che va bene a noi ma anche a loro,per il secondo posto, in quanto alla rimonta sull' Inter non ci crede nessuno.

Ma il derby e' il derby e,finalmente, ce lo giochiamo con una squadra che piano piano,grazie a Novellino e Foschi,sta' ritrovando un identita' ben precisa.

Un derby e' sempre un derby dIcevo e ce lo giocheremo in uno stadio granata in una citta' granata.

Perche' anche se arranchiamo il cuore di Torino e' granata da sempre e sarebbe ora di vincerlo questo benedetto derby.

Loro saranno,come sempre,inglesi in terra di Scozia.

Una vittoria se la merita Cairo per quello che ha fatto in questi anni,se la merita la squadra per essersi ricompattata,se la merita Monzon perche' ci mette l'anima,se la merita Foschi per la grinta e la serenita' che ha portato e sopratutto se la merita la Gente del Toro per tutti gli anni di pane duro non ancora finiti ma nei quali nessuno ha mollato,anche quando tutti avevano calato le braghe la Maratona e il tifo tutto hanno continuato a tenere alto il vessillo e la bandiera per non farlo cadere nel guano dove annaspava tutto il resto.

Ci vuole l'impresa eroica e per poterla fare occorre anche l'aiuto degli eroi.

Quindi che Valentino e gli altri Angeli insieme alla Farfalla Gigi buttino giu' uno sguardo e ci diano una mano per portare a casa il risultato e con lui la sospirata salvezza.

FORZA TORO.
06/03/2009 12:52
 
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Alessandro Rosina, il derby arriva al momento giusto?
«Sì, nel momento migliore del Toro. Sette risultati utili consecutivi, una ritrovata consistenza difensiva. Proviamo a vincere, perché negli ultimi anni non ne abbiamo avuto la possibilità come questa volta».

Anche con un attacco che nelle ultime sei partite ha segnato soltanto quattro gol?
«La fase offensiva è quella su cui Novellino sta lavorando da tempo con maggior attenzione, cercando le situazioni tattiche migliori per aiutare le punte».

Rosina domani sarà seconda punta, centrocampista esterno, trequartista o panchinaro?
«Da qualche settimana Novellino non dà più indicazioni neppure a noi. Sappiamo chi gioca soltanto poche ore prima di scendere in campo. Quindi non ho alcuna percezione di ciò che farò. Sono soltanto convinto dei miei mezzi e se andrò in panchina di sicuro non sarò contento, così come mi spiace uscire a partita in corso. Il derby è un avvenimento che sento in modo particolare».

Dal ritorno del Toro in A ne ha giocati due e uno l’ha saltato. Voglia di rivincita?
«Penso ancora alla traversa che ho colpito entrando nel secondo tempo, quando è finita 0-0 nello scorso campionato. Io a uno come Rosina non rinuncerei mai, ma non sono Novellino e mi accontento di essere titolare fisso quando gioco alla playstation».

Ha la sensazione che la Juve abbia delle difficoltà?
«Forse sì, ma nel derby si livella tutto. Loro hanno valori tecnici superiori, però in queste partite contano anche altre componenti. In realtà quando ho giocato non ho mai incontrato una Juve nettamente superiore. Se è arrabbiata, sappia che noi lo saremo più di loro. Finora siamo stati bravi noi ad accorciare le distanze».

Mourinho ha suggerito polemicamente a Novellino di mandare in campo la Primavera. Siete offesi?
«Lo stimo, ma questa volta ha caricato troppo i toni. Penso anche all’arbitro che verrà scelto, non lo invidio».

Si sente uomo-derby?
«Prima di tutto dovrei sapere se gioco. Per me sarebbe una partita importante, l’occasione per dare un segnale forte e per segnare. Poi, come sempre, non tutti saranno d’accordo sulla mia prestazione. Ma è meglio essere criticati che ignorati».

Il Toro non vince il derby dal 1995. Cosa potrebbe succedere in caso di ritorno al successo?
«È da luglio che la gente mi chiede di battere la Juve. All’andata non ci siamo riusciti, ora siamo pronti per l’impresa. Di sicuro loro ci temono. Anche i tifosi bianconeri che incontro mi chiedono di stare tranquillo. Se questo lo perdono mi sa che rosicano parecchio».

Quando giocherà la sua partita perfetta?
«Credo di aver fatto buone cose in più occasioni. Ma la gente dimentica, nel calcio non c’è né memoria né riconoscenza».

Perché a Rosina non perdonano mai nulla?
«Se do tutto faccio il mio dovere. Se sbaglio qualcosa è sempre colpa mia. Non cambia mai. Anche gli attacchi rivolti al mio sito Internet sono stati cattivi. Sono usciti 2300 articoli in tre anni: avete fatto casino per due di questi un po’ fuori dalle righe».

Forse è stato un po’ ingenuo?
Non sono mica cretino: non esonero l’allenatore, non critico il presidente per via telematica. Tuttavia ho deciso che fino al termine del campionato terrò un profilo basso dal punto di vista del web. Mi sento un bravo ragazzo che si espone in prima persona. E vorrei uscirne con la faccia pulita pensando soltanto alla salvezza».

Anche Del Piero ha un sito, ma non lo usa mai per fare polemiche.
«Si vede che è più bravo di me anche in questo. Io mi gestisco a modo mio, però Alex resta un esempio in campo e fuori».
23/03/2009 22:54
 
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«Siamo tutti con Novellino». Questo il ritornello in uno spogliatoio che a fine gara riconosce le proprie colpe e per una volta non si nasconde dietro il silenzio. «Lui è una bravissima persona e un bravo allenatore - lo difende Rolando Bianchi - e non sempre la colpa è del mister: in questo caso è nostra e poi la girandola degli allenatori non serve».

Eugenio Corini rinnova la sua personale fiducia: «Siamo vivi e la classifica dice che ci possiamo salvare - ragiona il Genio, che di sua spontanea volontà si è presentato in zona mista -. Sull'allenatore sapete come la penso e le responsabilità della sconfitta sono solo nostre». Il coro pro-Novellino è unanime, al punto che Dzemaili si fa portavoce di un pensiero puro. «Non è colpa dell'allenatore - commenta lo svizzero - soprattutto quando in settimana lui ci ripete per 100 volte di stare attenti a Cassano e poi noi non lo marchiamo. In più non andiamo in porta e non siamo pericolosi: ognuno ha le proprie responsabilità, ma in campo ci vanno i giocatori». Nel Toro il rammarico è forte, ma in Gasbarroni ancora di più. Ci teneva a fare bene nella partita che l'ha rilanciato: «Pensavo che si sarebbe pareggiato - spiega il fantasista torinese - poi, il terzo gol ci ha tagliato le gambe. Peccato, ma neanche l'arbitro ci ha aiutato, anche se non abbiamo perso per colpa sua».
24/03/2009 22:27
 
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BENTORNATO FRATELLO GRANATA...PENSACI TU!

[Modificato da aston villa 24/03/2009 22:28]
25/03/2009 18:58
 
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«Il Toro ha la possibilità di salvarsi: non c’è molto tempo, serve disponibilità da parte di tutti».

Giancarlo Camolese torna sulla panchina del Torino con l’obiettivo di portare i granata alla salvezza. A 9 giornate dalla fine del campionato, il Toro è penultimo con 24 punti. «Ho bisogno di tutti, con l’intero gruppo voglio arrivare alla salvezza. So che ci sono giocatori che hanno qualche problema, io voglio ricompattare la squadra e avere tutti a disposizione», dice il tecnico, che sostituisce l’esonerato Walter Novellino. «Ognuno di noi dà sempre il massimo, poi tante circostanze influiscono sui risultati. Tutti hanno contribuito alla volontà di arrivare alla salvezza», aggiunge dedicando, durante la conferenza di presentazione, un pensiero al collega che è stato silurato dal club.

Camolese, che torna a guidare la formazione piemontese dopo 7 anni, è il terzo allenatore della convulsa stagione granata, cominciata con Gianni De Biasi in panchina. «Pensavo che questa squadra potesse fare un campionato tranquillo. Solo chi è all’interno sa cos’è successo -dice Camolese- Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per centrare l’obiettivo. I tifosi ci sono vicini, i giocatori sanno che non sono soli».
26/03/2009 16:08
 
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Urbano Cairo, perché non ha preso Camolese a dicembre dopo l'esonero di De Biasi?
«Era opportuno dare una chance a Novellino che aveva sempre fatto bene e sbagliato solo l'anno prima, ma non c'era un problema economico. Lo ringrazio per questi mesi: ha fatto il possibile, ma è andata meno bene di quanto sperassimo. Ora c'è Camolese, scelta fatta con ragione e cuore».

La contestazione della Maratona nei suoi confronti ha accelerato la scelta di affidarsi ad un pezzo del vecchio Toro per ricucire con la tifoseria?
«No. La contestazione mi ha fatto male e mi è dispiaciuta, ma qui a Torino l'hanno avuta tutti i presidenti. Capisco le emozioni dei tifosi e il loro senso di impotenza e frustrazione, però poi ho ricevuto messaggi di gente che si è scusata e dissociata».

Quei «vaffa» hanno minato la sua voglia di Toro?
«Sono una persona caparbia e quei fischi non mi scalfiscono».

I giocatori erano con Novellino, che succede ora?
«I calciatori non vanno ascoltati quando ti chiedono di cambiare o di fare restare un tecnico. Abbiamo tenuto in considerazione tutto, poi abbiamo pensato che Camolese fosse la persona giusta».

Solo tre mesi di contratto.
«Salviamoci e poi ragioniamo sul futuro. Camolese non ha voluto prelazioni, voleva tornare al Toro. Ora ci siamo fidanzati, poi ci sposeremo».

27/03/2009 11:08
 
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E’ Bianchi la prima spina di Camolese. La distrazione al flessore mette in dubbio il centravanti per Palermo. In compenso l’allenatore-tifoso recupera Rosina per la trasferta siciliana. Il capitano (conserverà i gradi anche nel Toro 3) è pronto per la volata-salvezza.

Ce la farete a evitare per la terza volta consecutiva la retrocessione?
«La salvezza ha il sapore dell’impresa. Sono da cinque anni al Toro, non abbiamo mai rischiato come adesso».

Camolese dice che ora bisogna fare un colpo, ovvero centrare una vittoria importante. Possibile?
«Necessario, direi. Ma non sarà facile, il calendario non ci dà una mano e l’ultima sconfitta ha complicato ulteriormente la situazione. Siamo a due punti dalla zona dello scampato pericolo e il Bologna deve venire a Torino. Lottiamo in quattro, però noi abbiamo cinque trasferte da brivido: Palermo, Milan, Fiorentina, Napoli e Roma».

De Biasi, Novellino, Camolese: cosa pensa del via vai in panchina?
«Non fa piacere e il pensiero va a Novellino che ha pagato anche per i nostri errori. In questi momenti un giocatore azzera e riparte cercando gli errori commessi, ma senza disperdere il patrimonio di lavoro precedente».

Il Toro di Camolese sarà diverso. Facile adattarsi a lavori in corso a un nuovo sistema di gioco?
«Il modulo è importante per avere una buona organizzazione. La difesa a tre ci riporta all’epoca Zaccheroni. Io sono abituato a cambiare: penso a tutti i ruoli che ho fatto nel Toro».

Questo è l’anno in cui lei ha segnato di meno in granata: tre reti e tutte su rigore. Come etichetta la sua stagione?
«Posso usare un termine forte: di m... Annata pessima a livello generale, ma anche personale. Ho patito infortuni, ho giocato spesso sotto tono, ho segnato pochissimo. Dopo la sconfitta con la Fiorentina ero molto demoralizzato. Gli unici gol su azione li ho fatti in allenamento. Un disastro. Con il Toro non sono mai andato in doppia cifra. Rimediare da qui a fine maggio? Temo che sia tardi».

Ma può scattare la scintilla per fare i punti salvezza?
«Prendo come esempio il mio amico Motta. A gennaio era fuori squadra a Udine, l’ha comprato la Roma e con cinque buone partite è arrivato in Nazionale. Questo è il calcio. Basta poco per cambiare tutto».

Non viene voglia di andarsene per cercare quelle soddisfazioni che non è ancora riuscito a ottenere?
«Non sono stufo, sono carico. Nel nostro mestiere ci sta di passare anni maledetti. Io voglio riscattarmi qui, le motivazioni non mi mancano. E poi in questo momento non riesco a pensare a cosa succederà fra qualche mese».

Si lavora meglio a porte chiuse?
«Cento, duecento tifosi in tribuna tolgono tranquillità. Questo vale anche quando le cose vanno bene. La gente capirà».

La contestazione a Cairo?
«Non influirà sul suo entusiasmo. Mi pare bello carico e pronto ad andare avanti. Come ha detto Camolese i fischi possono essere il segnale di un legame forte».

27/03/2009 21:42
 
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Rumbero Major
ah.....
Ti sei rimesso a postare sul torello.... [SM=x1465773]
Ricordo ancora quel 'magnifico' gufo che hai postato prima di milan-inter... [SM=x1272146] [SM=x1543715]
Auguri di permanenza nella massima serie.... [SM=x1543497] [SM=x1449909] [SM=x1543062]
La palestina tiene dinero y ya no es cualquiera
La Palestina lucho’ la visa y se va par fuera
Y se lo sabe l’habana entera
Tu tranquilo....que yo controlo....
28/03/2009 14:12
 
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Ce la faremo anche questa volta corvaccio malefico.... [SM=x1495893]
28/03/2009 14:45
 
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Rumbero Major
ah si.... [SM=x1543715]
resterete in serie A.... [SM=x1543497]
I miei migliori auguri.... [SM=x1543490] [SM=x1543062]
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