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INTER

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 22:37
23/11/2008 11:07
 
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E’ stata un po’ meglio l’Inter e l’1-0 con cui ha chiuso la serata descrive la differenza senza avvilire la Juve: si raddoppia il distacco in classifica, non si dimezzano le ambizioni dei bianconeri che avranno ancora molto da dire in campionato anche se dopo le 7 vittorie consecutive era scattata l’illusione di una diversa grandeur. L’Inter è un po’ meglio. Lo è stata anche in un match curioso, senza troppi episodi da rete eppure intenso. Raramente abbiamo visto confezionare così poche cose a un ritmo tanto alto e la fotografia del gol strambo di Muntari, in fondo a uno sbaglio di Ibra (atteso quanto Del Piero e più decisivo di Alex anche negli errori), si inserisce bene nel contesto.

L’avvio portava subito un cambiamento. Ci eravamo appena ripresi dallo shock di vedere Adriano in campo con tutto quello che di lui aveva detto anche di recente Mourinho e già si modificavano gli assetti. L’equilibrio della Juve, faticosamente riacquistato grazie agli infortuni che avevano costretto Ranieri a estrarre Tiago dai cassetti della memoria, ha rischiato di frantumarsi proprio per l’incidente subìto dal portoghese dopo neppure 2’. Tiago appoggiava male il piede sinistro, tentando di levare palla a Stankovic, e il ginocchio aveva un movimento innaturale. Doveva uscire subito dal match e lo sostituiva Marchisio, non Camoranesi come avremmo immaginato per la delicatezza del match. L’italoargentino restava in panchina e ne immaginiamo il cupo borbottio. Quella di Ranieri si sarebbe rivelata comunque una discreta mossa. Marchisio entrava immediatamente in partita, confermando che è il giovane su cui la Juve può puntare con più serenità: sosteneva l’azione di Sissoko (il miliziano d’assalto che di rado fa prigionieri), diventava l’appoggio utile al gioco e al 44’ tirava con la scioltezza di un Del Piero nell’angolo alto: mancava un po’ la potenza e Julio Cesar deviava in angolo senza incertezza. Un paio di mesi fa la Juve avrebbe patito lo stravolgimento dei programmi, anche perché ne aveva pochissimi e faticosamente elaborati. I successi hanno però costruito più sicurezza. La chiavi per limitare l’Inter erano due: il raddoppio sistematico della marcatura su Ibrahimovic, braccato con ferocia ovunque, e il fuorigioco praticato pochi metri oltre la linea di centrocampo in modo da non concedere praterie per le fughe mai imbrigliabili dello svedese. Era una scelta assai rischiosa però efficace soprattutto con quel tontolone di Adriano. Gli attacchi dell’Inter si spezzettavano. Stankovic arrivava bene in area al 12’ ma pativa il disturbo di Molinaro e il recupero di Chiellini e poco dopo Ibrahimovic era fermato per un offside molto incerto, una sbavatura della terna arbitrale di cui abbiamo apprezzato la tendenza a far scorrere il gioco. C’erano però due episodi dubbi al 24’. Rizzoli non puniva il contatto in area di Muntari su Marchionni, ritenendo che lo juventino era già in caduta, e pochi secondi dopo bloccava un attacco interista ben avviato per ammonire le proteste di Amauri.

A conti fatti la Juve un po’ allungata non arrivava al tiro e l’effervescenza di Del Piero produceva soltanto qualche assist mentre l’unico smalto di Amauri era posato sulle scarpe di un improponibile colore rosa, uguali a quelle di Materazzi forse per evidenziarne i piedi buoni. Quanto a Nedved traccheggiava senza anima. Il pressing bianconero, con Sissoko strepitoso, non lasciava però respiro all’Inter che costruiva la palla gol al 33’ soltanto per un erroraccio di Legrottaglie che non controllava il passaggio di Marchisio e lasciava 40 metri di contropiede a Ibra: lo svedese metteva fuori di un niente il diagonale. Più grave sarebbe stato l’errore al 20’ della ripresa quando un traversone di Cambiasso tagliava la difesa, Ibra poteva presentarsi al tiro, liberissimo, e lo sbagliava di una cifra. Il tempo giocava comunque contro la Juve. La pressione si attenuava, il fiato si smorzava, spariva anche Del Piero. Saliva l’Inter con più autorevolezza, comunque ci voleva uno sbaglio di autore per mandare i nerazzurri in rete: Ibrahimovic approfittava di una respinta corta di Legrottaglie, sballava il tiro ma dall’altra parte arrivava Muntari ad appoggiare in porta, con la difesa ferma e Grygera ancora di più. Dalla Juve, già in coma vigile, arrivava un solo segnale di reazione, il colpo di testa di Del Piero in anticipo su Zanetti. Julio Cesar, come un gatto, smanacciava fuori.
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