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INTER

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 22:37
09/12/2009 09:30
 
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Che Mazzola e Mourinho non si fossero mai amati, lo dimostrano alcuni battibecchi televisivi avvenuti in passato. Ma ora la tensione tra il tecnico e la bandiera della grande Inter degli anni Sessanta è al calor bianco. Dopo la sconfitta in campionato con la Juve, Sandro aveva detto che «se l'Inter fosse eliminata in Champions dal Rubin Kazan, José Mourinho andrebbe via a fine anno». Anzi, aveva aggiunto l'ex attaccante di Herrera e Moratti padre, «se Mourinho non vince la Champions, uscendo in questo modo lui stesso andrebbe a una risoluzione consensuale, sarebbe diverso però non vincere la Champions perdendo una finale con il Manchester United o il Barcellona».

«È LUI A FIRMARE IL MIO ASSEGNO?» - Mourinho martedì ha replicato a Mazzola durante la conferenza stampa alla vigilia del deciso incontro di San Siro contro i campioni russi. «Mazzola è stato un grande campione dell'Inter, ma oggi che ruolo ha? Firma il mio assegno?», ha detto il portoghese. «Non abbiamo paura, siamo meglio del Rubin e mercoledì vinciamo». Schivando ogni domanda sulla partita con la Juventus, a chi gli chiedeva se il suo futuro dipende dal risultato della gara di Champions, lo Special One ha detto di «non capire la domanda». Nell'Inter non ci sarà lo squalificato Chivu, ma torna Sneijder. Mou fa pretattica: «Questa volta nemmeno i miei assistenti sanno la squadra, la so solo io».

LA REPLICA - Mazzola, però, non sta zitto e replica: «Mourinho non deve rispondere a me, ma sul campo con i risultati in Champions. A partire da mercoledì sera contro il Rubin»
09/02/2010 13:52
 
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Sulla scrivania del manager del Chelsea - nello spazioso ufficio sopra la piscina e la palestra del modernissimo centro tecnico di Cobham con terrazza sui campi d'allenamento e vista sulla campagna del Surrey - occhieggiano i giornali col nome di Terry in prima pagina: il traditore-fedifrago è ancora sotto processo quotidiano. Ma il 2-0 di domenica all'Arsenal a Stamford Bridge, con tanto di giro d'onore per il capitano, ha cominciato a spostare l'attenzione verso il duello di Champions con l'Inter, il 24 febbraio a San Siro. Le due primattrici di Premier League e Serie A si sfidano negli ottavi di finale: troppo presto, perché solo una potrà andare avanti.

Ancelotti, Inter-Chelsea sarà "Special One" contro "Normal One"?
"La definizione non mi piace, io la metto su un altro piano. Mourinho qui ha lasciato un segno, soprattutto nell'organizzazione della società. Non sarà Mourinho-Ancelotti, ma una sfida durissima. A noi non poteva capitare di peggio, a loro nemmeno".

Mourinho è un provocatore che sguazza nelle polemiche o un manipolatore dei media?
"Il suo è un modo per distogliere l'attenzione dalla squadra e finora ha funzionato. L'Inter ha ribaltato partite completamente perse, nessun'altra squadra c'è riuscita".

Come pensa di batterla?
"Giocando al 100%. Loro alla grande solidità hanno aggiunto qualità, con Milito e Sneijder. Però noi abbiamo tutto, fisico e qualità: possiamo vincere in tanti modi diversi. La Premier è un campionato difficile. Rispetto all'Italia, qui le piccole sono meno tattiche ma più fisiche. In casa dell'Hull City, 1-1, non c'era un avversario sotto l'1,85".


Rimpiange i processi italiani a base di moviole?
"No, questo mai. Qui il calcio si vive meglio, l'atmosfera non è avvelenata come in Italia".

Sarà, ma a nessuno del Milan i giornali hanno mai controllato il conto in banca, né ha mai avuto i paparazzi in bivacco sotto casa.
"Se è per questo, per Terry l'altro giorno hanno scomodato pure un elicottero. E' un limite il volere cercare lo scoop ad ogni costo".

Scoop premiato dal successo: Capello gli ha tolto la fascia di capitano dell'Inghilterra.
"Al Chelsea l'ha mantenuta, perché non mi occupo della vita privata dei giocatori, a meno che non incida sul loro rendimento. Per me e per il club lui è un grande capitano, un serio professionista, un leader e un calciatore con grande senso di appartenenza, visto che è cresciuto nella Chelsea Academy".

Però per lui e per i suoi compagni questa storia è il peggiore approccio possibile al duello con l'Inter.
"Garantisco che non ha toccato minimamente la squadra, prepareremo bene la Champions".


E lei, che tre anni fa col Milan vinse la Coppa Campioni contro tre inglesi in semifinale, stavolta potrebbe contribuire a fare perdere un posto in Champions al calcio italiano.
"Non ci avevo pensato. Fa parte del lavoro. Dai il massimo per il club che ti ha assunto".

"Magari fossi venuto prima in Inghilterra": è vero che è una sua frase?
"E' vero, per l'esperienza di vita. Ma io stavo al Milan, mica alla Pinzillachese. Ed è vero nel senso che ero arrivato con qualche preoccupazione: il Paese nuovo, le difficoltà della lingua. Invece ho trovato un club organizzatissimo: basti pensare ai 32 campi, sempre perfetti. E un paese unico per la civiltà della gente, dove puoi vivere davvero tranquillo. Io ho scelto la campagna di Oxshott, a due passi da Cobham. Ma vado a Londra spesso, la trovo magnifica".

Che cosa le piace di più?
"Perdermi nei suoi tanti quartieri, è una grande città a misura d'uomo. E poi il fatto che tutti rispettino le regole. Adesso che ho imparato le strade e la guida a destra, mi muovo in auto. Beh, se sbagli, qui ti bastonano sul serio. L'ultimo è stato Ashley Cole, gli hanno tolto la patente per 4 mesi per eccesso di velocità".


L'emilian humour funziona sempre?
"Non mi lamento. Siccome piove ogni giorno, quando mi dicono che è una bella giornata io racconto di Giulio Cesare, che è stato tanto tempo qui, ma alla fine ha preferito la costiera amalfitana. E con i giornalisti scettici ho scommesso che, se al mercato di gennaio avessimo acquistato qualcuno, mi sarei spogliato nudo. Per loro fortuna ho vinto la scommessa, tanto non mi serviva nessuno, la squadra andava bene così".

L'età media è alta: Abramovich l'ha chiamata perché lei al Milan era abituato ai vecchioni?
"La carriera si è allungata, oggi a 30 anni uno è all'apice. Conta la qualità. E al Chelsea ce n'è tanta".

Con i giocatori si arrabbia sempre in italiano?
"No, ora in inglese: dico fuck off. E alcuni tra loro hanno imparato a dire vaffa".

Fa ancora il tifo per il Milan?
"Certo. Inizio stentato e ottima ripresa, fino alla sconfitta nel derby, che ha tolto un po' di entusiasmo".

Dica la verità: lei il 4-2-1-3 di Leonardo non l'avrebbe mai varato.
"Leo ha cercato di mettere più qualità, facendo convivere Pato, Seedorf, Borriello e Ronaldinho. Se ci fosse stato ancora Kakà, sarebbe stato un po' complicato".

Su Ronaldinho aveva sbagliato lei oppure no, sentite le voci sulla sua allegra vita privata?
"La sua vita privata riguarda solo lui: non mi sono piaciute le insinuazioni che ho letto in questi giorni. Tecnicamente, finché sul campo mi dava certe garanzie, Ronaldinho ha giocato. Quando non me le ha più date, sono stato costretto a dargli meno possibilità e lui di sicuro ne ha sofferto".

Sente Leonardo?
"Spesso. Ci confidiamo. Il ruolo di allenatore gli piace, ci ha preso gusto. Sicuramente può aprire un ciclo al Milan".

Se è così, dovrà imparare da lei ad abituarsi alle invasioni di campo di Berlusconi, come l'ultima censura a Galliani per l'acquisto di Amantino Mancini.
"Ma Leonardo già è molto diplomatico di suo, è una qualità naturale. La vicenda di Mancini non l'ho seguita, mi spiace".

In compenso si sarà immedesimato in Ferrara, rimosso dalla panchina della Juve.
"La mia era una situazione diversa, io ero alla fine di un ciclo di due anni in cui non avevo vinto. Stavolta la Juve arrivava da un'ottima stagione, secondo me ha fatto bene a puntare sull'entusiasmo e sul coraggio di Ferrara e sul mercato: Diego per me è un campione. Poi si è guastato qualcosa, da lontano è difficile dire che cosa. Sono esperienze che formano, ma Ciro è stato sfortunato. All'inizio, a Reggio Emilia e a Parma, capitò anche a me di passare momenti difficili, solo che ebbi la fortuna di essere aspettato e la squadra si riprese".

Ha ragione Capello a dire che i club italiani sono ostaggio degli ultrà?
"Non so se sia questione di ultrà, ma di sicuro Capello ha sottolineato una differenza che è sotto gli occhi di tutti. Gli stadi italiani sono mezzi vuoti, quelli inglesi sempre pieni. C'è un malessere e ha fatto bene a segnalarlo".

Che rapporto ha col ct dell'Inghilterra?
"Ci siamo sentiti e visti, qualche volta".

Lo sa che non c'è tabella sul ct del dopo Lippi in cui manchi il nome di Ancelotti?
"Sì, ma nel dopo Lippi io non ci sarò, ho un contratto col Chelsea. Mi candido per il 2030, quando l'Italia rivincerà il Mondiale. Ho studiato le statistiche, nel dopoguerra vinciamo ogni 24 anni e andiamo in finale ogni 12. Quindi, nel 2018, la finale persa la lascio a un altro".

A Prandelli?
"La rosa dei pretendenti mi sembra ristretta, lui è uno tra i migliori tecnici italiani".

A proposito di Giulio Cesare, le è mai venuto in mente il "veni, vidi, vici" adattato alla sua Britannia?
"Ovvio. Sono venuto, sto vedendo e prima di andarmene vorrei vincere la Coppa d'Inghilterra, la Premier e ovviamente la Champions. Ma non ho fretta, la concorrenza qui è forte. Se vogliamo giocare ai paragoni, il Manchester United è l'Inter, il Liverpool la Juve, l'Arsenal la Roma, il Manchester City la Fiorentina. Ma io mi prendo l'accoppiata Chelsea-Milan: se ripetessi certi risultati, non sarebbe male, no?".
20/02/2010 10:58
 
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È vigilia di campionato in casa Inter ma, come sempre accade quando José Mourinho si presenta in conferenza stampa, il tecnico lusitano fatica a parlare dell'impegno di domani contro la Samp, incalzato dalle domande dei cronisti. L'argomento del giorno è lo scoop di 'Marca', che in prima pagina ha diffuso la notizia di presunti contatti tra lo 'Special Onè e il Real Madrid, che lo starebbe corteggiando per la prossima stagione: "Ci sono giornali poco onesti - dichiara Mourinho - che inventano le notizie: questo non è il mio gioco e non voglio entrarci".

CON LA SAMP NIENTE TURNOVER - Alla partita contro i blucerchiati, che all'andata si imposero per 1-0, Mourinho tiene sul serio, senza lasciarsi condizionare dal match di Champions League contro il Chelsea, in programma mercoledì: "Non farò turnover - spiega l'allenatore - rispetto il campionato e non penso al Chelsea. Nessuno resterà a casa per riposare. Con la Samp schiererò l'undici migliore perché voglio vincere la partita. Giochiamo contro un avversario in salute, che viene da quattro vittorie consecutive, ma se pure affrontassimo una squadra in difficoltà sarebbe lo stesso: a noi servono punti, la partita più importante è sempre la prossima".

PENSARE SOLO A NOI - Massimo rispetto per la Samp, ma l'Inter deve fare la sua partita: è questo il pensiero dello Special One. "Tante squadre, contro di noi, cambiano modulo o atteggiamento - spiega Mourinho - ad esempio la Samp all'andata adottò il rombo, sistema che ha utilizzato solo in quella partita. Altre squadre giocano contro di noi come se stessero giocando la finale del Mondiale, in altre occasioni ancora giocano come se fosse un'amichevole. Noi possiamo solo pensare a ciò che fa l'Inter".

UNA SOLA AREA COSI' GRANDE - Troppo ghiotta l'occasione per Mourinho per non lasciarsi scappare un'altra battuta in risposta a Bettega, sul rigore concesso a Del Piero dopo il Genoa: "C'è solo un'area di 25 metri in Italia - afferma sibillino il tecnico di Setubal - non vedo perché dovremmo fare gli struzzi. Ora si parla tanto di Bayern-Fiorentina, ne discutono tutti, non solo i viola. Penso che ci voglia un po' di coerenza". Mou ne ha anche per Aurelio De Laurentiis, che ha affermato che non lo vorrebbe ad allenare gli azzurri: "De Laurentiis non mi vuole? Non ha soldi per me".

ROMA FURBA, MILAN DA STIMARE - Un pensiero va anche alle inseguitrici nella corsa-scudetto, Roma e Milan: "La Roma è una grande squadra - dice ancora Mourinho - ho sempre detto che ha qualità da scudetto, anzi sono tra i pochi che non ha mai sottovalutato quel gruppo di giocatori. Sul mercato è una società furba: sa piangere quando ha bisogno di un giocatore e non ha soldi, quando però dovrebbe vendere dice di no. Il Milan? In Champions ha perso contro una grande squadra, non contro una squadra di camerieri: mi piacerebbe incontrarla nei quarti di Champions, sarebbe fantastico. Inoltre penso che i rossoneri arriveranno secondi, perché rispetto la Roma, rispetto ancora di più il Milan".


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21/02/2010 16:04
 
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C'è stato un momento, sabato sera a San Siro, che Paolo Tagliavento, barbiere di Terni, arbitro di Inter-Sampdoria, ha temuto addirittura l'invasione di campo. Il clima era infuocato: tre espulsioni (due dell'Inter, una della Samp) tutte sacrosante, l'ammonizione di Eto'o per simulazione, Mourinho che fa il gesto (il gestaccio) delle manette e il pubblico che sventola i fazzoletti bianchi, come capita nella civile Spagna. Un clima da corrida, però a San Siro: e adesso il mondo arbitrale-dopo i complimenti meritati a Tagliavento (arbitro ricostruito con pazienza e coraggio da Pierluigi Collina)- si aspetta davvero che ci sia un intervento duro da parte della giustizia sportiva. "Mourinho sta davvero esagerando", questa la frase che circola, con insistenza, nel mondo arbitrale: le provocazioni del portoghese stanno infiammando, pericolosamente, il campionato.

Il tecnico interista ha già avuto due deferimenti, ma se l'è cavata col patteggiamento, circa 15.000 euro ogni volta (robetta per chi guadagna 11 milioni di euro all'anno). Ma adesso quelle "manette", sventolate dopo il rosso a Samuel, fanno discutere: c'è che ricorda come anni fa Dino Baggio, quando giocava nel Parma, ebbe due turni di squalifica per aver fatto il gesto dei soldi (pollice contro indice) all'arbitro. Cosa voleva dire Mou con quelle manette? Probabile un deferimento: spiegherà quando sarà chiamato alla Disciplinare quali erano le sue intenzioni. Stavolta rischia davvero una squalifica (due turni?). Ogni partita, d'alto livello, viene seguita da tre "007" della Procura federale, gente di fiducia di Stefano Palazzi, il superprocuratore che negli ultimi tempi pare si sia svegliato. Così è successo anche a San Siro e gli "007" venuti da Roma erano presenti nel tunnel che porta agli spogliatoi durante l'intervallo: hanno visto, e sentito. Pare che molti interisti se la siano presa con Pozzi della Sampdoria e anche con l'arbitro. Parole forti. Fortissime. Una vicenda che ha ancora i contorni del giallo, e che dovrà essere ricostruita nei dettagli ad uso e consumo del giudice sportivo (che decide domani cosa fare). Di sicuro, da parte degli arbitri, e di chi li dirige, c'è tantissimo malumore nei confronti di Mourinho: il suo comportamento viene giudicato non più accettabile, ed estremamente pericoloso. Monta la rivolta, e la stagione è ancora lunga. Chi metterà un freno al dilagante Mou?
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L'arbitro ha arbitrato bene,a forza di caricare l'ambiente succedono queste cose....
22/02/2010 20:51
 
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Il dato più preoccupante lo offre forse il calendario. Perché se l’aria si fa irrespirabile a tredici giornate dalla fine vuol dire che la Serie A è già pericolosamente vicina ad andare in tilt. E, soprattutto, a trasformare l’ultimo terzo di stagione in una Via Crucis già vista. Sul solito versante, quello arbitrale.

A quasi quattro anni dall’inizio dello scandalo Calciopoli il clima è quello del tutti contro tutti sullo sfondo di una corsa scudetto riaperta nel giro di 48 ore, dal pareggio avvelenato di Inter-Sampdoria alle vittorie con cui Roma e Milan si sono portate a cinque e sette punti dalla capolista. Con una capolista decimata in panchina e nella rosa da una stangata epocale: tre turni al tecnico Josè Mourinho per le manette mimate ed insulti agli arbitri, stop a sorpresa per Esteban Cambiasso e Sulley Muntari ed inibizione al dirigente Gabriele Oriali.

Al weekend della rottura totale, del silenzio stampa dell’Inter e della telefonata del presidente interista Massimo Moratti al numero uno della Figc, Giancarlo Abete, si è arrivati sulla scia di settimane di polemiche propedeutiche: i sospetti di complotto sollevati dall’Inter per l’arbitraggio nel derby vinto con il Milan, i contrasti sul calendario per la disposizione dei recuperi e la vittoria della Juventus sul Genoa con le conseguenti accuse del tecnico nerazzurro Josè Mourinho sull’«unica squadra che gioca con aree di 25 metri». Poi il finimondo. Sabato a Milano l’antipasto: Mourinho mima le manette nel primo tempo del match con la Samp, chiuso in 9 uomini dai nerazzurri per le espulsioni di Walter Samuel e Ivan Cordoba, con uno stadio compatto nella contestazione verso l’arbitro Paolo Tagliavento.

Ieri l’abbuffata domenicale di polemiche: il capo degli arbitri, Marcello Nicchi, parla di «delirio evidente» commentando l’anticipo del Meazza, mentre Livorno e Lazio accusano i fischietti dopo le sconfitte rimediate contro Fiorentina e Palermo. In serata il dessert: il Milan vince 2-0 a Bari al termine di un match che ha visto i pugliesi recriminare per un rigore non concesso e per diversi episodi di gioco contestati. Nel day-after della 25.ma giornata Juventus e Milan si schierano in difesa degli arbitri. Alberto Zaccheroni esprime solidarietà al «poveretto Tagliavento»: «Inter-Samp non è stata una partita, è stata un’altra cosa», dice il tecnico della Juve, «la moviola ha dato ragione all’arbitro su tutti gli episodi. Gli allenatori di buonsenso ora non vanno di moda». Bacchettata a Mourinho, che complice il silenzio stampa ordinato da Moratti resterà in silenzio quantomeno fino alla conferenza stampa ufficiale in programma domani per la vigilia del match di Champions con il Chelsea (il portiere Julio Cesar sarebbe in dubbio dopo un incidente stradale dai contorni ancora poco chiari).

Il presidente della Figc si accoda e, pur senza nominare l’allenatore portoghese, chiede «rispetto» evidenziando «la fase delicata» che attraversa il calcio italiano. «Se si va oltre nei gesti e nei toni», ha detto Abete, «si crea esasperazione». Abete ha definito cordiale e normalissima la conversazione telefonica con Moratti, il quale oggi ha aggiunto un pizzico di pepe all’immagine del Mourinho ammanettato: «Lo ha fatto lui, lui lo sa e lui lo deve spiegare. Forse intendeva che vogliono fermarci». A fermarsi, intanto, è Mourinho: il giudice sportivo lo stanga per il gesto delle manette ed insulti agli arbitri con tre giornate di squalifica e maxi-multa di 40mila euro. Il giudice ferma come previsto per un turno i due espulsi, Samuel e Cordoba, mentre Esteban Cambiasso e Sulley Muntari rimediano due giornate a testa per un pugno andato a vuoto contro un calciatore della Samp e insulti agli arbitri. A completare l’elenco delle sanzioni ai nerazzurri l’inibizione con multa al dirigente Gabriele Oriali ed i 25mila euro di ammenda alla società per intemperanze ed insulti dei tifosi. Di tenore pressoché identico alle affermazioni di Abete la presa di posizione di Galliani, che in mattinata, chiarendo più volte di non cercare in alcun modo polemiche con l’Inter, veste i panni del «presidente della Serie A» e domanda uno stop «ai gesti che eccitano gli animi». Parola d’ordine «abbassare i toni», insomma, ma la diga ormai sembra essere saltata. Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, lamenta torti nel derby perso a Firenze, chiede le dimissioni del designatore arbitrale Pierluigi Collina e minaccia di ritirare la squadra dal campionato. Quello della Lazio, Lotito, chiede l’introduzione di tecnologie a sostegno degli arbitri per «restituire credibilità alle valutazioni» dei fischietti.
23/02/2010 01:00
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Avevo molti dubbi sull'interpretazione data da tanti sul gesto di Mourinho. Proprio per questo, sentendo oggi la spiegazione del portoghese, sono dell'idea che volesse proprio significare "mi/ci volete legare le mani".

Il problema è che la gente può dare una interpretazione diversa e possono venire fuori dei casini.

Sia chiaro. Questo vale per Mourinho come per tutti gli altri (infatti dicevo che ero concorde nella squalifica della Juve per i cori contro Balotelli). Però mi sembra che ultimamente lui stia andando fin troppo fuori dallo spartito. A quei livelli lì sopportano pressioni incredbili però prendono anche soldi a palate, primo tra tutti Mourinho.

Il suo atteggiamento è anche controproducente per l'Inter stessa. Ogni squadra è figlia della personalità e del temperamento del suo allenatore, nel bene come nel male.

Probabilmente Cordoba non si sarebbe fatto cacciare fuori se non avesse come gli altri subito l'atteggiamento di Mourinho. Che siano stati squalificati anche Muntari e Cambiasso (che è un pacifico di natura) può esserne una conseguenza.

Ricordo un Capello alla Roma, una o due stagioni dopo la vittoria dello scudetto. Si lamentava sempre e andava sempre peggio. Pochi mesi dopo lo stesso Capello disse che fu un errore enfatizzare e rimarcare tutti gli errori a sfavore della Roma, anche se a detta dei più erano ben motivati.

Primo perchè c'è modo e modo, secondo perchè un arbitro, anche quando non è una puttana, come ogni cristiano del mondo è poco benevolo nei confronti di chi gli dà sempre addosso.

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"Mi amor, cobra mas caro!"
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23/02/2010 10:18
 
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3 turni per quel gesto sono una esagerazione.

Sicuramente hanno fatto conto unico con altri casini che lui ha creato.

Si dia una calmata,ha la squadra piu' forte,non la rovini.
23/02/2010 12:52
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Re:
aston villa, 23/02/2010 10.18:

3 turni per quel gesto sono una esagerazione.

Sicuramente hanno fatto conto unico con altri casini che lui ha creato.

Si dia una calmata,ha la squadra piu' forte,non la rovini.



E' stata fatta sicuramente una somma di tanti uscite.






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25/02/2010 17:51
 
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Ieri sera bella vittoria dell'Inter anche se c'era un rigorino per il Chelsea.

Comunque la vedo male in Champions,d'altronde tutte le grandi squadre europee sono indebitate fino ai capelli e le nostre sono le uniche che hanno chiuso il mercato scorso con un forte attivo.

L'Inter con Ibra il Milan con Kaka' e la Viola con Pazzini e Melo.

Se vuoi vincere tocca spendere e non guadagnare....
08/03/2010 14:22
 
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All’improvviso compare in campionato un’Inter dalle ruote sgonfie, non stanca di gambe perché altrimenti non avrebbe le energie da spendere nel finale, ma tarata nell’"animus": in poche parole una squadra convinta che le basti produrre il poco per raccogliere il molto. Le cose non sempre stanno così. Abbiamo assistito ad altri match in cui i nerazzurri hanno ribaltato le situazioni e raccolto la vittoria quando ormai parevano persi, però non è una regola. Può succedere che, se si spinge sull’acceleratore soltanto nell’ultimo quarto d’ora, ciò non basti a fare risultato soprattutto quando davanti c’è il Genoa meno sfavillante di quanto non sia il suo carattere eppure assai più determinato e attento nel difendere e controllare la partita. Se Roma e Milan le avevano servito l’assist per riprendere la fuga, l’analogo 0-0 di San Siro mantiene i distacchi inalterati e insinua nell’Inter il timore di un aggancio nel periodo della stagione più contorto, con la Champions League cui pensare. Aldilà dei meriti di Gasperini (che tatticamente è meglio di Mourinho) e di una pattuglia capace di lottare fino in fondo, i nerazzurri hanno tutto da rimproverarsi. Non ci si può accendere a un quarto d’ora dalla fine e perdipiù confusamente, vivendo sui funambolismi di Eto’o, l’insospettabile verve di Quaresma riesumato dal sepolcro e la solita incapacità di mollare che ha fatto di Zanetti l’emblema di un’epoca. Sneijder ha cercato finalmente il tiro da lontano: troppo poco e troppo tardi.

Quando l’Inter non ha voglia di giocare può avere in campo 10 attaccanti che in porta non arriva mai. Ieri sera, nel 1º tempo, non aveva questa voglia e Amelia, come un usciere al ministero, ha dovuto sbrigare un tranquillo lavoro al centralino ricevendo il tiro telefonato di Stankovic al 40’. Mai un’azione profonda, mai un mischione da arrembaggio piratesco. Alla velocità moviolesca con cui si muovevano e dialogavano gli interisti sarebbe stato difficile sorprendere il Genoa a meno di non ammazzarlo dalla noia: eppure lo squalificato Mourinho (nervoso dalla tribuna, poi addirittura furibondo dopo essere sceso quasi a bordo campo) aveva disposto il meglio delle batterie con 3 punte vere: tenuto fuori Eto’o per dare spazio a Balotelli (pur febbricitante) e Pandev, teoricamente più bravi di lui sulle fasce, la manovra avrebbe dovuto svilupparsi grazie alle incursioni laterali di quei due e allo sfarfallio di Sneijder. Non succedeva niente. L’olandese si perdeva nel vuoto del centrocampo, Balotelli camminava da indisponente, Pandev non trovava le incursioni, Milito stringeva mani a ogni contrasto con difensori per lui ancora troppo compagni e gli mancava lo spunto rabbioso: ne trovava uno appena decente al 5’ della ripresa con tiro fuori porta. Il problema di quando si offre una squadra così sbilanciata è che deve controllare la palla il più possibile e mordere. Altrimenti il vantaggio passa agli altri e il Genoa in effetti ha giocato i primi 45 minuti con misurata attenzione ma anche l’intelligenza di sfruttare la superiorità a centrocampo dove il povero Muntari doveva lavorare per tre a tappare i buchi.

Se Gasperini racconta di aver mantenuto la difesa a 3 merita la squalifica: con Marco Rossi e Milito molto arretrati a coprire, i rossoblù hanno tenuto una linea a 5 (Bocchetti ne emergeva per andare su Sneijder), 4 centrocampisti e una punta, sebbene surreale, perché non ci siamo accorti del ritorno di Suazo da ex. Non è mai questione di numeri e moduli, con uno schieramento più difensivo dell’Inter il Genoa attaccava meglio, soprattutto quando ai propri giocatori non veniva la frenesia del lancio lungo e inutile e privilegiavano il fraseggio basso che l’Inter alla camomilla non sapeva aggredire. Il tiro di Mesto al 14’ era la soluzione più forte e più vera, sebbene troppo centrale per ingannare Julio Cesar. Il resto era uno stormire di fronde leggero leggero che non diventava un vento impetuoso neppure nel finale nonostante i cambi interisti portassero altra legna in attacco.

Con Mourinho silenziato dalla squalifica, ma solo nel dopopartita non durante, la voce dell’Inter è di Marco Branca, direttore tecnico nerazzurro: «Per noi è penalizzante non avere Mourinho in panchina, ci toglie anche un po’ di carica». Ieri, la carica non l’avevano in molti: «Da uomini di calcio sappiamo che partite poco brillanti possono capitare. Ma la classifica che conta è quella finale». Gasperini è invece sorridente: «Abbiamo fatto una buona gara - dice l’allenatore del Genoa - siamo in un buon periodo. Fossimo stati un po’ più lucidi davanti, potevamo fare di più». La sua non è sembrata la secondo peggior difesa del campionato: «O non prendiamo gol, o ne prendiamo quattro. La classifica è buona e possiamo rilanciarci: se non ci suicidiamo come contro il Bologna». Soddisfatto anche Milanetto: «Avevamo di fronte una squadra forte, siamo soddisfatti». Intanto ieri il Chelsea è andato in semifinale di Fa Cup, battendo 2-0 lo Stoke City, con gol di Lampard e Terry.
11/03/2010 08:10
 
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C'è aria di guerra fredda tra Josè Mourinho e l'Inter. Alla base di tutto c'è la febbre, vera o presunta, di Mario Balotelli nella gara contro il Genoa, ma le condizioni dell'attaccante potrebbero essere solo la punta di un iceberg che nasconde altre problematiche. Riavvolgendo il nastro, partiamo dal post partita contro il Genoa. Con Mou squalificato, la voce dell'Inter è il direttore tecnico Marco Branca. A chi gli fa notare di una prestazione non brillantissima di Balotelli, Branca la giustifica: "Ha giocato con la febbre". Affermazione che non deve essere andata giù al tecnico portoghese, che rompe il silenzio senza autorizzazione della società rilasciando una intervista alla "La Gazzetta dello Sport": "Balotelli non era al massimo per colpa della febbre? Quale febbre? La febbre l'avevo io, non lui. Io e il dottor Combi sappiamo che Mario non aveva la febbre, farlo giocare in quelle condizioni non sarebbe stato etico. La febbre di Mario è una bugia".

BALLOTTAGGIO BALOTELLI-ETO'O - Più chiaro di così. Parole che sanno di sfida e testimoniano una certa frizione tra Mourinho e il club nerazzurro, a due giorni dalla delicata trasferta di Catania e soprattutto a meno di una settimana dalla decisiva trasferta londinese contro il Chelsea. Intanto la squadra prosegue la preparazione in vista della gara del Massimino: allenamento con possesso palla e partitelle finali. Il tutto disturbato dalla neve che sta cadendo sulla Lombardia. Scontata la squalifica da Cambiasso al rientro dopo due giornate di squalifica, il centrocampo dovrebbe quindi essere composto dall'argentino con capitan Zanetti e Stankovic al suo fianco. In difesa mancherà lo squalificato Samuel: al suo posto, accanto a Lucio, è pronto Cordoba. Recuperato anche Santon che dovrebbe scendere in campo dall'inizio sulla fascia sinistra di difesa. In attacco ballottaggio tra Eto'o e Balotelli per il posto accanto a Milito.

Probabile formazione (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Cordoba, Santon; Zanetti, Cambiasso, Stankovic; Sneijder; Milito, Eto'o

13/03/2010 11:29
 
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Sono tifoso dell'Inter,ieri sera ho visto una squadra stanca e nervosa.
Speriamo per la coppa,in campionato bisogna assolutamente ripartire Mou deve trovare il modo di ricaricare la squadra che ora e' spenta. [SM=x1543384]
13/03/2010 12:21
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Vedendo come aveva iniziato il secondo tempo l'Inter, pensavo che asfaltasse il Catania. I primi minuti della ripresa, fino al gol di Milito, a me avevano impressionato molto. Grandissima manifestazione di forza. Fatto il gol hanno tirato a controllare la gara come era giusto che fosse dato che martedì hanno una partita delicatissima che vale una stagione. Il resto l'ha fatto Muntari. Poi secondo me l'Inter sta pagando un brutto clima di cui ha molte colpe Mourinho. Si è anche visto cosa voglia dire giocare una volta la settimana. Quelli del Catania andavano a manetta, tipo Martinez che è in forma smagliante.

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13/03/2010 15:02
 
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L'inter e' una squadra assolutamente muscolare e come tutte le squadre che se la giocano sul fisico arriva un punto della stagione dove c'e' il calo,e' matematico non puoi stare in tiro per 10 mesi.

La rosa ha solo 2 giocatori veri di talento,Eto'o e Balotelli che sono gli unici che possono sbloccare una partita con un invenzione mentre tutti gli altri devono essere messi in condizione da tutta la squadra.

Il primo e' fuori forma mentre il secondo nei soliti casini.

Manca chi rubacchia il golletto per poi farlo difendere da tutta la squadra come facevano i gobbi del Trap.

Manca la qualita' e solo con la quantita' prima o poi devi tirare il fiato come sta' succedendo ora.
13/03/2010 15:16
 
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L'Argonauta

ho goduto come un picchio [SM=x1272147] anche perche' se le cose andranno come spero ne vedremo delle belle... [SM=x1272128]
13/03/2010 15:26
 
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Re:
aston villa, 13/03/2010 15.02:

L'inter e' una squadra assolutamente muscolare e come tutte le squadre che se la giocano sul fisico arriva un punto della stagione dove c'e' il calo,e' matematico non puoi stare in tiro per 10 mesi.

La rosa ha solo 2 giocatori veri di talento,Eto'o e Balotelli che sono gli unici che possono sbloccare una partita con un invenzione mentre tutti gli altri devono essere messi in condizione da tutta la squadra.

Il primo e' fuori forma mentre il secondo nei soliti casini.

Manca chi rubacchia il golletto per poi farlo difendere da tutta la squadra come facevano i gobbi del Trap.

Manca la qualita' e solo con la quantita' prima o poi devi tirare il fiato come sta' succedendo ora.



Secondo me il problema maggiore non sono le gambe ma il nervosismo e qui credo che abbia moltissima colpa il portoghese. Stare fuori dalla panchina è un handicap che si è cercato lui e il nervosismo manifestato da gran parte della squadra porta la sua firma. Come detto, una squadra è lo specchio del suo allenatore, nel bene come nel male. Riguardo al talento, direi che ce n'è molto altro nell'Inter e c'era pure ieri sera. Tanto talento in Snejider e tanto in Milito come in Maicon e Cambiasso.

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13/03/2010 15:32
 
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Hai citato buoni giocatori che rendono bene se la squadra li appoggia,io parlavo di solisti che sappiano cantare fuori dal coro.
13/03/2010 15:39
 
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Re:
aston villa, 13/03/2010 15.32:

Hai citato buoni giocatori che rendono bene se la squadra li appoggia,io parlavo di solisti che sappiano cantare fuori dal coro.



Beh, Maicon e Snijder hanno risolto diverse partite da soli.

Milito, ma anche il da te citato Eto'o devono essere innescati.



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14/03/2010 10:33
 
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Onestamente non so come andrà a finire questa stagione .... [SM=x1543715]

certo che se vanno avanti in champion martedi,
il campionato lo mollano di sicuro
e non sarebbe poi una scelta sbagliata,
salvo poi ritrovarsi alla fine senza nulla in mano [SM=x1272149]

si vedrà, si vedrà
come sempre i conti si fanno alla fine

[SM=x1449914]


P.S.
tu caro Bebo hai poco da godere,
tanto lo scudetto resterà a milano

magari lo vincesse la roma,
ma se non lo rivence l'inter se lo beccherà il milan [SM=x1449910]


14/03/2010 11:51
 
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Io sono più dell'idea che se superate il turno avete in mano il campionato.

Uscire dalle coppe affossa il morale e fa piovere critiche tanto dalla stampa quanto dai tifosi allo stadio.

Comunque anche quest'anno si è visto una volta di più che non bisogna mai mollare l'osso. Questo è sempre stato un periodo tremendo per le squadre di alta classifica che giocano pure la Champions.

Quando vedi giocare l'Inter contro il Milan c'è sempre una sola squadra che comanda e asfalta l'avversario e questo sta capitando da diversi derby. E' incredibile vedere una squadra nettamente più debole così vicina all'Inter.

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14/03/2010 14:47
 
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Re:
aston villa, 13/03/2010 15.02:

L'inter e' una squadra assolutamente muscolare e come tutte le squadre che se la giocano sul fisico arriva un punto della stagione dove c'e' il calo,e' matematico non puoi stare in tiro per 10 mesi.

La rosa ha solo 2 giocatori veri di talento,Eto'o e Balotelli che sono gli unici che possono sbloccare una partita con un invenzione mentre tutti gli altri devono essere messi in condizione da tutta la squadra.

Il primo e' fuori forma mentre il secondo nei soliti casini.

Manca chi rubacchia il golletto per poi farlo difendere da tutta la squadra come facevano i gobbi del Trap.

Manca la qualita' e solo con la quantita' prima o poi devi tirare il fiato come sta' succedendo ora.



La squadra ha ottimi giocatori che entrano in campo nervosi ci vorrebbe che Moratti desse una calmata all'allenatore e tutto tornerebbe a posto


15/03/2010 18:54
 
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Mario Balotelli non giocherà contro la partita di Champions League di domani contro il Chelsea. L’ufficialità dovrebbe arrivare solo nel pomeriggio quando Josè Mourinho parlerà in conferenza stampa a Londra, ma a quanto si è appreso il portoghese ha deciso di escludere Balotelli dai convocati. Si tratterebbe, secondo quanto si è appreso, di una scelta tecnica, ovviamente mal digerita dall’attaccante nerazzurro che è stato visto lasciare il ritiro di Appiano Gentile a bordo della sua auto al termine dell’allenamento.

Senza Mario Balotelli, l’Inter è arrivata poco prima delle 15 al terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa, da dove partirà per Londra con un volo di linea dell’Alitalia. Ancora avvolti nel mistero i motivi che hanno portato all’esclusione dell’attaccante dalla lista dei convocati, visto che sia ieri che oggi si è allenato regolarmente ed era quindi guarito dall’infiammazione al ginocchio che lo aveva costretto a saltare la trasferta di Catania. Di certo, Josè Mourinho ha informato questa mattina la società della sua scelta. «Balotelli non convocato? Non so ancora nulla. Mi stupirebbe». Lo ha detto Massimo Moratti, nei pressi degli uffici della Saras rispondendo alla voce di una non convocazione dell’attaccante per l’attesa sfida al Chelsea in programma domani, con in palio l’accesso ai quarti di finale di Champions League.

In mattinata è intervenuto anche Carlo Ancelotti: «Per Mourinho sarà una notte speciale, ma il Chelsea non sarà distratto dal suo ritorno allo Stamford Bridge». Fiducioso in vista del ritorno contro l’Inter, il tecnico nega la crisi dell’Inter: «Non vogliamo pensare alla flessione dell’Inter. Noi vogliamo concentrarci sulle qualità e la forza che i nerazzurri hanno dimostrato durante tutta la stagione. E la partita contro il Chelsea può anche essere l’occasione per il pronto riscatto». In porta Ancelotti ha confermato Ross Turnbull, lasciando però qualche speranza per il recupero in extremis di Petr Cech. «Arriviamo bene a questa partita, abbiamo giocato molto bene sia la partita di andata contro l’Inter sia sabato contro il West Ham. Fisicamente stiamo molto bene». Il manager del Chelsea non ha voluto baciare lo stemma del Chelsea come aveva fatto Mourinho all’andata («si baciano le belle signore»), ma ha solo parole all’insegna del fair-play per il suo avversario. «Mourinho ha grande esperienza internazionale. I nostri tifosi gli riserveranno un’accoglienza calorosa perchè se lo merita. Sarà una notte speciale per lui», le parole di Ancelotti.


ABBIAMO UN MATTO IN PANCHINA!
16/03/2010 09:19
 
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Lo 'Special One' vede qualcosa di speciale nella sfida di ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Per Josè Mourinho l'importante è passare il turno più che eliminare il Chelsea: "Speciale eliminare il mio ex club? No, per me sarebbe speciale portare l'Inter oltre le barriere dei quarti a cui si è fermata negli ultimi anni con Villareal, Valencia, Liverpool e Manchester United. Non sarà un'impresa facile, ma speciale sarebbe portare il mio team al prossimo turno, non battere il Chelsea".

L'APPROCCIO ALLA GARA - Sull'atteggiamento da seguire nella sfida a Stamford Bridge: ''Siamo davanti, è un po' come arrivare a metà tempo di una partita. Ma, non abbiamo vinto 3-0 o 4-0, abbiamo vinto 2-1, ci sono 90 minuti da giocare. Questo secondo tempo è, scuramente, un secondo tempo molto difficile da giocare, però, preferisco stare sul 2-1, davanti, che avere pareggiato o aver perso la partita. Per questa ragione, siamo matematicamente davanti ed anche psicologicamente, è molto meglio iniziare il ritorno con un vantaggio".

DI BALOTELLI NON PARLO - Inevitabile anche la questione Balotelli, con Mourinho che però si mantiene evasivo: "E' più importante parlare di chi è convocato. Non devo spiegare, non devo commentare le ragioni per cui Balotelli non è convocato. Non devo commentare le ragioni per cui non sono convocati Khrin, Chivu o Arnautovic".

LA BEVUTA CON ANCELOTTI - Ancelotti ha parlato di bevuta dopo la gara, comunque vada a finire. "Ho preso io la bottiglia di vino, ma sarà molto difficile farlo dopo la partita, perché abbiamo tanti impegni tutti e due con la stampa. Però, com'è tradizione qua in Inghilterra, ho portato uno dei migliori vini del mio paese?.


CAPITOLO CAMPIONATO - Mourinho è invece polemico sul momento no in campionato: "Il ko di Catania? Sappiamo quando tutto è iniziato e come tutto ciò è iniziato. Sapoiamo in che modo alcune squadre hanno perso punti e come altre ne hanno guadagnati. Ad ogni modo se parlo del campionato resterò in tribuna per altri tre turni"

CONSIGLI FRATERNI - Tiene banco anche l'assenza tra i convocati di Mario Balotelli. Marco Materazzi ha affrontato la questione: "Innanzitutto Mario non c'era nemmeno a Catania perchè aveva male al ginocchio, stavolta non c'è per scelta tecnica. Se gli do dei consigli? Sì, in faccia, anche a muso duro perchè se li merita. Comunque io ho tre figli e vorrei tenere qualche consiglio anche per loro".
16/03/2010 13:47
 
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Il buon Mou sara' anche quel che sara' ma lo tirano anche sempre in mezzo...

Ho letto di Balotelli che sarebbe entrato nello spogliatoio cantando l'inno del Milan e dicendo ai compagni "vi abbiamo presi".....,

In piu' pare che sia quasi venuto allemani col suo coach durante l'allenamento.

Direi che le indicazioni di Raiola siano chiare,.....rompi i coglioni,fatti vendere che io ti faccio ricco....

Ma poi chi cazzo e' sto' Balotelli?

Un buon giocatore che al momento vale un terzo di Pato e nulla piu'.

La gobba lascia in panchina DelPiero,Iaquinta,Trezeguet,Camoranesi,Grosso....il Milan lo Spice,Gattuso,Zambrotta,Inzaghi,Seedorf,Oddo....Eto'o e' finito persino in tribuna....perche' tutto questo casino se Muo lascia fuori Balotelli?
16/03/2010 14:01
 
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Pero' lasciarlo a casa in una partita simile non e' una grande idea.
Vedremo.
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