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INTER

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 22:37
24/07/2009 18:26
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Re: Re: Re:
Ducaconte Barambani, 24/07/2009 18.13:







Giampiero, te lo dico con calma: restituisci subito la password del forum al mio amico El Tren.






[SM=x1543720]



No, lui è troppo fazioso, non può essere lui.

In compenso ho l' impressione di parlare con Rossi. [SM=x1543498]

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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
"Mi amor, cobra mas caro!"
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24/07/2009 18:31
 
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Senti El Tr3n,
nel post delle 10,16
hai ricominciato con la solita solfa

“te lo dico senza polemica…..”
e poi via con “emerite merde” e quant’altro

Io, come dici anche tu, so parlare solo di Inter,
e dato che questa è la stanza dedicata all’Inter
per cortesia torniamo a parlare solo di Inter (se possibile)
dai, se nò non la finiamo più

[SM=x1449914]


[Modificato da Luminare del tessuto 24/07/2009 18:34]
24/07/2009 18:34
 
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Re:
Luminare del tessuto, 24/07/2009 18.31:

Nel post delle 10,16
hai ricominciato con la solita solfa

“te lo dico senza polemica…..”
e poi via con “emerite merde” e quant’altro

Io, come dici anche tu, so parlare solo di Inter,
e dato che questa è la stanza dedicata all’Inter
per cortesia torniamo a parlare solo di Inter (se possibile)
dai, se nò non la finiamo più

[SM=x1449914]






Giusto.

Colpa mia che ho tirato fuori la Juve, sorry... [SM=x1572478]


P.s. adesso vado a finire di insultarlo nella stanza giusta [SM=x1543377]


24/07/2009 18:39
 
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Re: Re:
Ducaconte Barambani, 24/07/2009 18.34:




Giusto.

Colpa mia che ho tirato fuori la Juve, sorry... [SM=x1572478]


P.s. adesso vado a finire di insultarlo nella stanza giusta [SM=x1543377]






Buon divertimento [SM=x1594412]

P.S.
non era colpa tua,
è che al ns. El Tr3n se gli gratti la gobba .... [SM=x1451858]


24/07/2009 18:50
 
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Non farmi della morale da bassa lega se do della merda a un dirigente dell' Inter se tu hai come cavallo di battaglia quella della dirigenza ladra. Lascia perdere.

La gobba non ce l' ho. Di solito la prima gallina che canta... [SM=x1272128]

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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
"Mi amor, cobra mas caro!"
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27/07/2009 11:05
 
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Ieri notte a Boston:

Inter - Milan: 2-0

Doppietta di Milito.


27/07/2009 11:10
 
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Re:
Ducaconte Barambani, 27/07/2009 11.05:



Ieri notte a Boston:

Inter - Milan: 2-0

Doppietta di Milito.






Chi ben inizia........ [SM=x1272128]

speriamo sia di buon auspicio per i prossimi derby (quelli veri)[SM=x1571578]



27/07/2009 11:55
 
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O' rapace
Re: Re:
Luminare del tessuto, 27/07/2009 11.10:




Chi ben inizia........ [SM=x1272128]

speriamo sia di buon auspicio per i prossimi derby (quelli veri)[SM=x1571578]





mah, 'sto milan lo vedo messo parecchio male


27/07/2009 12:07
 
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Re: Re: Re:
trophies, 27/07/2009 11.55:



mah, 'sto milan lo vedo messo parecchio male





E non seil'unico a vederlo male:


"27.07 09:56 - Nel post derby, il tecnico del Milan è stato categorico ai microfoni dei cronisti. Leonardo ha infatti ammesso: "Ci serve una rosa più ampia, basta vedere i cambi effettuati dall'Inter nel corso della partita e quelli fatti da noi". L'allenatore brasiliano è così uscito allo scoperto lanciando l'allarme alla dirigenza rossonera."


27/07/2009 13:24
 
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Re: Re: Re: Re:
Ducaconte Barambani, 27/07/2009 12.07:



E non seil'unico a vederlo male:


"27.07 09:56 - Nel post derby, il tecnico del Milan è stato categorico ai microfoni dei cronisti. Leonardo ha infatti ammesso: "Ci serve una rosa più ampia, basta vedere i cambi effettuati dall'Inter nel corso della partita e quelli fatti da noi". L'allenatore brasiliano è così uscito allo scoperto lanciando l'allarme alla dirigenza rossonera."






Questi hanno tolto il pannolino già da un bel pò [SM=x1451869]
(cioè hanno finito il ciclo)
solo che non se ne sono ancora accorti [SM=x1543497]



04/08/2009 15:19
 
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Casillas e quel sollievo a tinte nerazzurre... "Che felicità la partenza di Eto'o

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Casillas e quel sollievo a tinte nerazzurre... "Che felicità la partenza di Eto'o, era un INCUBO!"

"Anche Ibrahimovic è un grande, ma sono giocatori completamente diversi...".
04/ago/2009 14.46.09

L'operazione condotta dall'Inter con lo scambio tra Eto'o e Ibrahimovic ha trovato uno sponsor in più. Uno sponsor molto speciale. Iker Casillas, nell'odierna conferenza stampa organizzata dal Real Madrid, ha implicitamente etichettato come 'Affarone' la trattativa che ha portato il camerunense in nerazzurro e Ibra al Barcellona.

Sono dichiarazioni importanti, quelle rilasciate dal portiere delle Merengues. Perchè arrivano da uno dei principali avversari di Eto'o nella sua avventura in terra iberica, spesso punito senza pietà dall'ex bomber del Barça. Casillas, dopo anni di sfide tra il Bernabeu e il Camp Nou, gli rende omaggio così: "Sono felice del passaggio di Eto'o all'Inter, perchè per me ultimamente era diventato un incubo. Gli auguro il meglio in Italia. Anche Ibrahimovic è un grande, uno che può creare in qualsiasi momento situazioni di pericolo, ma è un tipo di giocatore diverso e non ha nulla a che fare con Samuel".

Il numero uno del Real non parla di un Barcellona indebolito, ma dichiara apertamente di voler vincere tutto il prossimo anno: "Abbiamo preso giocatori importanti a livello mondiale oltre a quelli che già avevamo in squadra. La società ha fatto un grande lavoro per consentirci di ambire alla vittoria in tutte le tre competizioni in cui ci cimenteremo, anche se non sarà facile". Soprattutto se in Champions le strade di Casillas e il suo Incubo dovessero incrociarsi di nuovo.

08/08/2009 17:18
 
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Supercoppa, Lazio a sorpresa
L'Inter cede 2-1 a Pechino


Cazzarola, è andata male [SM=x1272149]

Mi consolo un pò col gioco,
non mi è sembrato malaccio

certo che regalare una coppa a quei mezzi cadaveri della Lazio [SM=x1543067]




08/08/2009 19:02
 
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L'Argonauta
Re:
Luminare del tessuto, 08/08/2009 17.18:

Supercoppa, Lazio a sorpresa
L'Inter cede 2-1 a Pechino


Cazzarola, è andata male [SM=x1272149]

Mi consolo un pò col gioco,
non mi è sembrato malaccio

certo che regalare una coppa a quei mezzi cadaveri della Lazio [SM=x1543067]






e mo sti burini chi li sente....comunque hanno fatto una bella rapina visto il gioco espresso in campo

08/08/2009 20:50
 
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Finalmete si vede il gioco.....prima erano lanci lunghi e stop ora si vede la palla che gira.

le acquile hanno avuto un culo dell'ostia...
11/08/2009 08:25
 
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L’esternazioni contro l’acquisto di Rosina e il fatto di aver sottoscritto un impegno a tempo gli sono stati fatali. Dick Advocaat ha scelto di allenare il Belgio a novembre e questa decisione ha avuto l’effetto d’incrinare i rapporti con la dirigenza dello Zenit San Pietroburgo. Potevano esserci i presupposti per una convivenza pacifica per altri tre mesi, invece, con il passare del tempo si è scatenata una vera e propria guerra. Advocaat ha iniziato a dare segnali d’insofferenza e a criticare l’operato del nuovo direttore sportivo Igor Korneev e così alla fine la società l’ha cacciato senza ricorrere a spiegazioni diplomatiche: «Da quando ha deciso di allenare il Belgio - si legge sul sito ufficiale - i risultati della squadra sono sensibilmente peggiorati».

L’annuncio è di ieri. Risale a un mese fa, invece, l’interessamento dello Zenit per Roberto Mancini, candidato principale alla successione, non l’unico, visto che una telefonata eplorativa ha raggiunto anche Antonio Conte. L’ex tecnico nerazzurro, in vacanza alle Maldive, ha bisogno di un po’ tempo perché deve trovare un accordo con l’Inter per la buonuscita, lo Zenit dal canto suo ha subito ripiegato su Anatoli Davydov, tecnico del settore giovanile, che intende confermare fino alla fine del campionato che terminerà a novembre. Sia l’allenatore di Jesi che i russi, dunque, al contrario del presidente dell’Inter non hanno nessuna fretta di chiudere. Moratti, all’opposto, spera che arrivi questa benedetta firma perché così si libererebbe di un ingaggio oneroso: sei milioni di euro per altri tre anni, visto che con la vittoria dell’ultimo scudetto il Mancio si è aggiudicato altre dodici mensilità.

Con i soldi che l’Inter risparmierebbe da quest’operazione, tenendo conto che il tecnico ambirebbe ad una buonuscita di circa 9 milioni (trattabili), Mourinho potrebbe avere il trequartista che desidera. L’Inter ha in cassa 4 milioni di euro (lo stipendio che doveva percepire Hleb), l’approdo di Mancini in Russia farebbe risparmiare a Moratti nella peggiore delle ipotesi più del doppio. Mourinho dopo aver abbandonato l’idea di prendere Deco adesso punta su Sneijder del Real Madrid mentre Van der Vaart sarebbe la seconda scelta. Il portoghese sta facendo pressioni sulla proprietà perché venga colmata presto questa lacuna, il presidente nerazzurro però non ha nessuna intenzione di spendere 25 milioni di euro per Snejider. E nelle ultime ore ai papabili si è aggiunto il nome di Yoann Gourcuff, che di recente il Bordeaux ha riscattato dal Milan.
24/08/2009 09:28
 
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Il rumore dei nemici che piace tanto a Josè Mourinho da oggi si trasformerà in un boato. Chi si era pronunciato a favore dell’Inter nella sfida contro la neopromossa Bari, ha dovuto prendere atto che non sempre chi spende vince. E non è stata neppure dimostrata la teoria che lo scambio Ibrahimovic-Eto’o, con l’aggiunta di Milito, possa produrre gol a grappoli, perché ieri i nerazzurri hanno creato almeno sette palle gol, ma ne hanno realizzato soltanto uno, per giunta su rigore. Mourinho, quindi, è apparso subito preoccupato: «Eto’o e Milito hanno una storia da goleador alle spalle, adesso devono trovare fiducia, condizione fisica e intesa. Se mettiamo insieme le dieci occasioni create contro la Lazio e le sei o sette col Bari, arriviamo a 17 con soli due gol realizzati. Sono troppo pochi, ma arriveranno».

L’esordio con pareggio (1-1) ha guastato la festa degli oltre cinquantamila tifosi nerazzurri accorsi a San Siro per applaudire i campioni d’Italia. Se si guarda al passato però il risultato potrebbe essere beneaugurante, perché negli ultimi due anni l’Inter ha centrato lo stesso risultato (contro Udinese e Sampdoria) vincendo poi lo scudetto. Ma a Mourinho il passato non può interessare e neppure a Moratti, che ieri dalla tribuna ha visto una squadra zeppa di campioni ma incapace di esprimere un bel gioco. Il peccato originale dell’Inter «mourinhiana» è sempre lì, ben visibile a tutti, soprattutto se rapportato a quanto fatto dalla banda di Ventura che annovera undici giocatori che per arrivare allo stipendio di Eto’o devono sommare tutti i loro guadagni. Chissà se il presidente nerazzurro ha fatto caso a questo particolare quando ha ascoltato di nuovo Mourinho parlare del famoso trequartista che manca all’Inter. A proposito, pare che il Real Madrid stia dando una grossa mano al portoghese per assecondare il suo desiderio di avere Sneijder: la società delle merengues sta pensando di togliergli pure la maglia numero 10 oltre che il posto in squadra. Oggi, si saprà qualcosa di più.

Intanto però l’Inter dovrà interrogarsi sul perché ha steccato clamorosamente la prima uscita in campionato. Mourinho ha modificato per tre volte il modulo, senza riuscire a cambiare il volto della partita. È partito con il classico 4-3-1-2 con Stankovic alle spalle di Milito ed Eto’o, poi è passato al 4-3-3 inserendo Balotelli al posto di Muntari ed ha concluso con un arrembante 4-2-4.

Un mischione pazzesco composto da Quaresma a sinistra (fischiatissimo e nervoso al punto di fare un gestaccio al pubblico), Balotelli a destra e nel mezzo più appiccicati Eto’o e Milito. Mentre Ventura cercava l’organizzazione, il portoghese farciva l’Inter di giocatori dalle doti offensive, costruendo palle gol che venivano clamorosamente sprecate dai suoi interpreti. Eto’o ha sulla coscienza la rete che poteva chiudere la partita. L’Inter, infatti, dopo aver beneficiato di un calcio di rigore per atterramento di Milito da parte di Bonucci, al 22’ del secondo tempo ha sprecato il match ball con un’imprecisa conclusione nell’area piccola. Il Bari a quel punto ne ha approfittato ed ha realizzato la rete del pareggio grazie all’ex milanista Kutuzov che ha raccolto un assist di Langella e nei minuti di recupero ha rischiato anche di fare il colpaccio, portandosi a casa i tre punti. Mourinho stavolta non ha trovato scuse ed ha fatto un’analisi lucida: «Non abbiamo giocato bene, i ritmi erano lenti e quindi sono deluso».

Poi prima di andare a casa e spegnere il televisore («la mia giornata calcistica è finita, non guarderò nessuna partita») ha voluto sottolineare quanto segue: «Fortunatamente in settimana ho parlato bene del Milan quando la critica definiva piccola la squadra di Leonardo, la Juve una squadra che arrivava dalla luna e noi fortissimi. Alla luce di ciò che è successo in questa prima giornata, il Milan diventerà favorito nel derby e l’Inter verrà descritta come una squadra in difficoltà. Ma chissà, magari sabato vinciamo noi».
30/08/2009 08:06
 
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Ma che gran bella seratina [SM=x1543720]

Questo bel risultato ci voleva proprio,
almeno si smorzano un pò di polemiche iniziali,
mi è piaciuto un sacco Milito,
uomo sempre presente al posto giusto

Non mi illudo troppo però,
l'inter non ha fatto niente di travolgente,
era il milan di ieri sera che era veramente poca cosa



30/08/2009 08:56
 
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Bella Inter...ma gli altri... [SM=x1449910]

Buon esordio dell'olandese.
31/08/2009 17:58
 
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Re:
Luminare del tessuto, 30/08/2009 8.06:



Ma che gran bella seratina [SM=x1543720]









[SM=x1543720]



18/11/2009 16:09
 
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Pare che Balotelli abbia dichiarato di tifare Milan.... [SM=x1539163]
22/11/2009 11:08
 
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Josè Mourinho si è alzato dalla panchina ed è uscito dal campo quando la partita con il Bologna non era ancora terminata: non voleva rischiare che mancasse l’occasione per ricordarsi di lui dopo una vittoria per 3-1 piatta e indiscutibile, una delle meno contrastate tra le dieci che l’Inter ha ottenuto in campionato. Mou ci ha messo ancora un po’ del suo per salire alla ribalta, quando ha provato inutilmente a stimolare la discussione e il sospetto sul cartellino rosso a Maicon, che aveva mandato per due volte a quel paese il guardalinee Ayroldi: «Mi viene il dubbio quando vedo che comportamenti identici non producono decisioni identiche: ci sono giocatori che per la stessa cosa non vengono neppure ammoniti».

Il portoghese ha perfettamente ragione: infatti Balotelli nel primo tempo ha tirato un “vaffa” in favore di telecamere all’arbitro Rosetti che non se ne è accorto. A usare un certo metro andava espulso pure lui e chissà cosa avrebbe detto Mourinho, invece di bollare il gesto per quello che è: una idiozia, soprattutto quando la si commette agli sgoccioli di una partita vinta e mai tesa, come ha fatto Maicon.

A Bologna i nerazzurri dovevano riprendere la corsa verso lo scudetto dopo il pari con la Roma e la sosta per le Nazionali. Missione compiuta con grande semplicità: hanno dominato nel gioco il primo tempo, perchè i rossoblù non provavano a controllare la partita ma cercavano il colpo a caso che è riuscito loro soltanto nell’azione del gol di Zalayeta. Secondo tempo senza eccessi, neppure un rischio corso dall’Inter in difesa e con la rete di Cambiasso a rafforzare il vantaggio, caso mai nel finale ci fosse stata la pressione disperata del Bologna a complicare le cose. C’era troppa differenza, innanzitutto nel fisico.

Ogni calcio d’angolo era un pericolo per Viviano. I primi due gol venivano proprio dal corner perché la massa degli interisti in area era doppia di quella degli emiliani, più bassotti e leggeri di fronte ad atleti come Thiago Motta, Lucio, Milito, Stankovic. Milito sbatteva in porta un assist di testa di Motta per l’1-0, Balotelli andava direttamente a colpire di testa per il raddoppio al 41’ e zittiva il pubblico che pure qui lo ha beccato a ogni ruzzolone: ormai è diventata una moda, come fischiare Lippi nelle partite della Nazionale. Il ragazzo un po’ se le cerca. È un indisponente naturale, nel senso che non ci mette malizia nel compiere esattamente quel gesto che fa indispettire il pubblico: gli viene per natura.

Persino la rete che ha sbagliato su assist di Motta al 29’, cercando la conclusione a effetto, aveva tutto per stimolare la suburra: quando Milito nella ripresa ha fallito il gol da pochi passi, sparando un tiro fortissimo contro la traversa invece di appoggiare in porta, è risuonato nello stadio un urlo di rispetto, quando Balotelli non segna piovono i fischi di scherno. Ci sarà una ragione ma sarebbe bello che si smettesse, anche perchè Balotelli è uno dei rari capitali che il calcio italiano deve amministrare.

Il Bologna, con Adailton rifinitore, il più intraprendente dei suoi, ha scalfito l’Inter in una sola occasione. Non era passato un minuto dalla rete di Milito: Adailton lanciava in verticale Zalayeta, il cross superava Samuel, il Panterone mandava a vuoto Lucio e beffava l’uscita di Julio Cesar. Sarebbe rimasta l’unica grande giocata dell’ex juventino e il solo fremito dei bolognesi timidi e sovrastati a centrocampo anche se il loro pubblico alla fine sembrava rinfrancato dall’aver perso quasi di misura: evidentemente non si è capito che è stata l’Inter a non insistere, più che il Bologna a reggere il confronto. Stankovic colpiva due pali con un solo tiro, nella ripresa la bravura di Eto’o negli spazi stretti si misurava con l’eccellenza di Milito, prova generale di quanto l’attacco dell’Inter dovrà esporre martedì a Barcellona.

Mourinho l’ha definito quello al Camp Nou «il vero test sulla maturità di questa squadra» ed è un giudizio sorprendente per chi è sulla strada verso il quarto scudetto consecutivo oltre a quello di carta. Mourinho però è anche intelligente, oltre che narciso. Cerca la maturità internazionale che ha avvicinato forse soltanto nella ripresa di Kiev contro la Dinamo. Per battere il Bologna e la maggioranza delle rivali in campionato basta molto meno.
24/11/2009 10:07
 
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Tagliare la testa al Barcellona e le gambe alla Juve. Stasera Mourinho è atteso da 100mila persone discretamente assatanate, ma l’uomo chiamato da Moratti per vincere questa benedetta Champions League, dimostra chiaramente di essere a proprio agio qui, nel ventre del Camp Nou. Anzi, nel safari della vigilia impallina il nemico con una fucilata ben assestata proprio al tramonto della caccia grossa. Gli chiedono di Balotelli. Meglio, dei cori che hanno squassato la notte dell’Olimpico torinese durante Juve-Udinese. Una condanna in contumacia per il giocatore dell’Inter, che almeno questa volta, non potrà essere accusato di provocare le becere reazioni del pubblico.

Mourinho arma la carabina, prende la mira e preme il grilletto: «Io il 5 dicembre - giorno di Juve -Inter -, voglio giocare a Torino. Lo voglio fortissimamente. Ma ci sono della regole, e se queste regole vengono rispettate può essere che non si giochi a Torino». Bum. Il nemico è stecchito. Ora ci si può rintanare. Mourinho sa di aver appicciato un fuoco le cui conseguenze faranno rumore, l’ha fatto quando allo scontro finale mancano poco meno di due settimane. E oggi si dovrà decidere sulla squalifica di Maicon e su quella eventuale dell’Olimpico, due casi lontani anni luce ma che inevitabilmente finiscono sulla stessa bilancia.

Non nomina nemmeno la Juve, non gli interessa in questo contesto. L'avvertimento è alla magistratura del calcio e per questa vigilia di coppa può bastare. Perché, invocata come prova della maturità, la partita contro il Barcellona può davvero dare all’Inter una dimensione fin qui solo sfiorata. Con Mancini prima e con Mourinho ora. Violare il Camp Nou questa sera (mai il Barça ha perso due volte consecutive in casa,) potrebbe trasformarsi nel delitto perfetto: soprattutto se da Kazan, dove si gioca alle 18,30, arrivasse la vittoria dei campioni di Russia sulla Dynamo. In quel caso, una sconfitta condannerebbe i catalani al patibolo: fuori dalla Coppa. Loro, i campioni in carica.

Così il portoghese, che qui ha lavorato 4 anni come secondo, che ci è tornato 3 volte con il Chelsea facendo a cazzotti verbali in ogni occasione, sa di avere finalmente il coltello dalla parte del manico. Incartato all’andata da uno sfinente quanto solo estetico possesso palla blaugrana (65%), ha in tre mesi capovolto il mondo. Arriva qui con un dubbio, quello di Snejider, il Merlino che a Kiev schiodò partita e stagione, e con un paracadute niente male: l’ultima partita con il Rubin a San Siro. Guardiola si barcamena tra dubbi di altissimo profilo, il guaio al polpaccio di Messi rende ancora più piccola la Pulce e più pensieroso l’architetto catalano («Come se ai Bulls fosse mancato Michael Jordan o i Lakers dovessero fare a meno di Kobe Bryant»), ma le angustie del collega non germogliano nei discorsi del portoghese. «Per me non cambia nulla. Lì giocherà Chivu. Che ci sia Messi, Iniesta o Pedrito». Vezzeggiativo di Pedro, che ai tempi del Mourinho catalano stava nella Cantera.

Insomma, gioca a fare il duro. Mai come questa volta se lo può permettere: «Il bello del calcio sono le partite difficili, non quelle che posso vincere 5-0». Gli resta un esorcismo per questa vigilia, se lo gioca per il Camp Nou, quattro piani di stadio che possono trasformarsi in un abisso. «Ci saranno centomila persone che giocano per la squadra. Per tutta la partita. Non come a San Siro dove dopo dieci minuti stanno tutti in silenzio e dopo venti, se le cose non vanno bene, fischiano. L’arbitro dovrà essere bravo a sopportare e a gestire questa pressione». Busacca è avvertito. Se è per questo anche San Siro.
25/11/2009 16:27
 
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Oltre al risultato - abbastanza choccante anche se non del tutto compromettente - c'è molto di simbolico nel 2-0 del Barcellona all'Inter. E' il trionfo, da una parte, di un modello vincente e che certo non aveva bisogna di questa partita per ribadirlo - basta una Champions League vinta contro il Manchester United no? - e dall'altro la conferma che una squadra il carisma internazionale non se lo può dare solo a colpi di milioni.

Il Barcellona è il trionfo della "cantera", il vivaio azulgrana che coltiva i suoi piccoli grandi campioni che un giorno diventeranno Messi e Iniesta. L'Inter non è sostanzialmente un modello, perché tale non possiamo considerare l'insieme di giocatori che poco condividono l'uno con l'altro se non il ricchissimo ingaggio fornito da Massimo Moratti. A Barcellona, come infinite altre volte, l'Inter si è presentata con una squadra interamente "straniera", non che questo debba scatenare assurdi impeti nazionalistici - e del resto è ormai una connotazione antica rivendicata anche un certo orgoglio da Moratti - ma è chiaro che "far gruppo" all'Inter è decisamente più difficile. Ognuno ha una storia diversa, quasi nessuno è cresciuto insieme a un altro, ci si ritrova insieme per puro spirito professionale. L'unico italiano entrato Mario Balotelli, giovane giocatore tra l'altro con troppe attenzioni addosso. Di Santon altro bel giocatore del vivaio dell'Inter si sono perse le tracce. Mourinho un po' benedice i due giovanotti e un po' li divora.

Già il nome stesso - la cantera - ha un significato estremamente profondo: la cava. Dà un'idea di stabilità, di profondità, di un qualcosa fortemente calato nella tradizione e nel sentimento di un grande club (spagnolo). Non si vince semplicemente perché si appartiene alla cantera, ma questo fornisce certamente uno scopo comune a tutti, è una vita vissuta insieme. Fin da ragazzini. La cantera è una caratteristica comune a molti club spagnoli, ma nel Barcellona assume significati particolari: se la quasi totalità dei giocatori che si schierano in Champions League provengono dal vivaio, vuol dire che c'è del coraggio e soprattutto del metodo.

Victor Valdes, Piqué, Puyol, Xavi, Busquets, Iniesta, Pedro:7 titolari su 11 del match contro l'Inter venivano appunto dalla cantera. Viene dalla cantera anche Bojan Krkic, serbo, e lo stesso Messi, fenomeno argentino e pallone d'oro, è cresciuto nel vivaio del Barcellona prima di diventare star della prima squadra e del mondo. Lo stesso Josep Guardiola, il giovane allenatore 38enne che al suo primo anno come allenatore della prima squadra ha vinto la famosa triplete (Liga, Coppa del Re e Champions League), viene dal vivaio. Parlano tutti la stessa lingua, in senso molto lato, sono azulgrana nel profondo. Ibrahimovic ovviamente è l'eccezione a tutto questo. E infatti come operazione di mercato da parte del Barcellona, non è stata del tutto spiegabile...

L'Inter si è presentata a Barcellona col suo solito puzzle di brasiliani e argentini, una squadra che sulla carta non è poi così inferiore al Barcellona (consideriamo che ieri infatti sia Ibra che Messi non erano in campo). Nel primo tempo non c'è stata quasi partita, e non è accaduto soltanto a Barcellona, anzi è una costante. Mourinho si è presentato con due punte, e non se l'è giocata col cuore e con l'istinto come invece - preso dalla disperazione - aveva fatto a Kiev quando nel secondo tempo schierò tutti gli attaccanti a disposizione. Allora avevamo pensato a un'Inter coraggiosa che forse sarebbe andata a Barcellona con tre punte, come del resto aveva fatto Leonardo col Milan a Madrid. Anche Mou ha giocato prudente e al ribasso.

L'Inter in campo internazionale non ha ancora una coscienza di se stessa, un fuoco interiore che le dia coraggio. Anzi è una squadra che ha paura e che non riesce soprattutto a superarla. Forse è colpa di Mourinho che non è riuscito a dare all'Inter un timbro internazionale - e ce lo aspettavamo tutti - ma il difetto è molto molto più antico. Addirittura precedente alla stagione di Mancini. In Italia le partite vengono vinte di forza, con una superiorità schiacciante. In Europa non basta, un insieme di campioni non è necessariamente una squadra perfetta.
25/11/2009 17:05
 
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Dal di fuori siamo tutti bravi.

Resto comunque dell' idea che il Barca vada aggredito e non subito così passivamente.

Quelli dell' Inter avrebbero dovuto giocare col sangue agli occhi. Potevano perdere anche 4 a 0 ma almeno aggredendo come leoni quelli del Barca.

Il problema è che l' Inter non ha cambi di marcia. E' molto forte ma non ha cambi di ritmo.

Se guardo il parco giocatori dell' Inter e quello del Barca non esiste quella differenza lì.

Comunque anche ieri si è visto quanto siano importanti Xavi e Iniesta.

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05/12/2009 09:09
 
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Ha raccontato di aver accolto l’appello a collaborare rivolto, nei giorni caldi dell’inchiesta di calciopoli, al mondo del calcio dall’allora capo dell’ufficio inchieste Francesco Saverio Borrelli e di aver quindi deciso di presentarsi spontaneamente ai carabinieri. E ciò allo scopo di illustrare agli investigatori il sistema di raccomandazioni e segnalazioni che avrebbe visto protagoniste, a suo dire, tutte le società di calcio a cominciare dalle più blasonate. Ma a tale proposito ha citato un solo episodio specifico, ovvero una presunta segnalazione, da parte di Gennaro Mazzei (collaboratore dei designatori Bergamo e Pairetto) ad ammorbidire il referto per evitare la squalifica di due giornate inflitta, dopo un Inter-Venezia, al difensore neroazzurro Cordoba.

Questo, in sintesi, il contenuto della deposizione, resa oggi in qualità di testimone al processo di calciopoli dall’ex guardalinee Rosario Coppola, bancario salernitano che ha svolto il ruolo di assistente fino al 2002. Tuttavia la vicenda della squalifica di Cordoba non l’aveva riferita ai carabinieri dai quali si era recato, come hanno sottolineato alcuni legali di parte civile. Quella circostanza - ha replicato il testimone - egli l’aveva invece riferita ma gli investigatori non l’avrebbero verbalizzata perchè «l’argomento non era interessante», gli avrebbero spiegato, in quanto non era una vicenda che risultava dalle indagini svolte e dalle intercettazioni telefoniche. «Ricorda i nomi dei carabinieri che la interrogarono?», ha domandato un legale. E Coppola: «No, avevano nomi di copertura...». Una vicenda che potrebbe essere chiarita nelle prossime udienze quando saranno chiamati a testimoniare i carabinieri che svolsero le indagini.

Coppola, rispondendo alle domande del pm Stefano Capuano, ha cominciato affermando che Mazzei (imputato in questo processo) era solo un «prestanome» e che di fatto anche le designazioni dei guardalinee «le facevano Bergamo e Pairetto». Poi ha parlato di «raccomandazioni e segnalazioni che provenivano dall’esterno, come questori e preti, e da parte delle società». Dal canto loro i guardalinee facevano di tutto «per farsi raccomandare da dirigenti» e ciò «per avere visibilità e entrare in un certo giro». Per il testimone «tutte le società chiedevano piaceri, soprattutto certe società che avevano un peso maggiore». Quando è stato invitato a riferire qualche episodio specifico, Coppola ha citato un unico caso, la squalifica inflitta a Cordoba per una gomitata al calciatore del Venezia Bettarini. Mazzei lo avrebbe sollecitato ad ammorbidire il referto facendo riferimento a sollecitazioni a sua volta ricevute («chiamavano da Milano»): egli tuttavia non modificò il referto e - ha affermato - da allora non partecipò più alle partite di serie A.

L’ex assistente si è poi soffermato sulla posizione dell’ex dirigente del Milan per il settore arbitri Leonardo Meani. Ha ricordato che questi era molto conosciuto nel loro ambiente: «Un pò tutti gli assistenti si rivolgevano a Meani», ha detto. In apertura di udienza ha testimoniato l’ex dirigente del Parma Luca Baraldi (attualmente dirigente del Bologna), la cui deposizione si è incentrata sulla famosa Lecce-Parma 3-3 (partita definita, in seguito a una intercettazione, come «il delitto perfetto»). Baraldi ha ricordato che sei giocatori della squadra emiliana furono ammoniti, di cui tre nel giro di un quarto d’ora. Ed ha confermato la circostanza secondo cui il parmense Vignaroli, protestando per l’espulsione di un compagno di squadra, si sentì dire dall’arbitro De Santis: «Stai zitto, la partita non ve la farò mai vincere». Avendo appreso tale episodio, chiese al segretario della Figc Francesco Ghirelli di essere ascoltato da inquirenti federali. Ghirelli gli avrebbe risposto «guarda, aspettiamo...» e solo quando Baraldi annunciò di voler convocare una conferenza stampa «l’indomani arrivarono i magistrati che mi interrogarono», ha ricordato. Il processo riprenderà il 15 dicembre prossimo: in aula dovrebbe testimoniare l’ex presidente della Federazione Franco Carraro.
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