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INTER

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 22:37
19/09/2008 08:36
 
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Toh chi si rivede, Massimo Moratti. Era dai tempi dello scudetto che ci eravamo persi di vista. Tutti i brividi in quell’ultima giornata. Parma, la pioggia, la Roma che fa il sorpasso, poi da una nuvola scura sbuca Ibrahimovic. Due gol antologici. L’indomani la Gazzetta esce con questo titolo: "L’uomo dei sogni".
Moratti ricorda come, travolto dall’euforia, incorse in qualche gesto scostumato, poi racconta che fu costretto a comprare in una bancarella un paio di bandiere nerazzurre da piazzare nell’auto: "Sarebbe stata una vergogna esserne privi". Del suo essere tifoso uno pensa di saper tutto, ma nuove frontiere si profilano. L’Inter è una fede e una condanna. "Una sola cosa è certa: costa cara". E io obietto che se uno vuol comprare tutti i giocatori del mondo, certo che si svena: leggo che puntate anche su Thiago Silva... Fa un gesto di diniego imbarazzante, che somiglia alle parole che escludevano l’ingaggio di Quaresma, poi regolarmente concluso: "Confesso di aver preso il portoghese di cattiva voglia, proprio per non lasciare buchi nel progetto di Mourinho. Ora bisogna vendere qualcuno, ma non è facile con gli stipendi che prendono all’Inter. Be’, inutile che mi lamenti: sono io a darglieli".
Caro Massimo, quando vincerai la Champions a oltre quarant’anni di distanza dall’Inter di tuo padre, potrai dire: operazione compiuta, adesso me ne vado. E qui risuona come replica la più grossa bugia del mese: "Se è per questo, avrei voglia di andarmene anche subito: ma come si fa?". Moratti s’illumina descrivendo la forza della squadra, il grado di maturità cui è pervenuta, la genialità di Ibrahimovic e il modo intelligente in cui il suo Mou lo impiega. Altro che andarsene, è una goduria. Che cosa ha — chiedo — questo Mourinho in più di Mancini, stipendio a parte? "Mi sembra che sappia trasmettere il proprio carisma alla squadra. L’Inter deve ancora migliorare nel gioco, ma la sua personalità si è vista ad Atene". Ogni accenno a Roberto Mancini risulta sgradevole: "Mi dispiace, lui aveva rotto con la squadra. Tenerlo sarebbe stato metterlo in balìa dei giocatori".
Tra una chiacchiera e l’altra, salta fuori anche il nome di Maradona. Diego è stato in Italia, ha pranzato in casa Moratti con tutta la famiglia, era in una di quelle serate speciali che lo rendono delizioso. E ha detto chiaro che lavorerebbe volentieri per l’Inter in Sudamerica e anche altrove. Vuoi dire no a Maradona? Non è da Moratti: "Penso che lo legheremo a noi, lui rappresenta un richiamo ancora grandissimo. E mi pare che adesso sia fuori dal tunnel".
Pensierino finale. Massimo, ricordi i lunghi anni in cui l’Inter non vinceva nulla e Juve e Milan collezionavano trofei? La vita adesso ti ripaga. "Pur ammettendo molti nostri errori, io la penso diversamente: ora non ci sono più imbrogli". Così parlò Moratti.
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