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INTER

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 22:37
02/04/2008 19:54
 
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"La situazione per conto mio non è da toccare, perché ci consente di andare avanti con normalità senza vivere degli choc che non si sa mai quanto possano essere positivi". A oltre venti giorni dal terremoto scatenato da Roberto Mancini e nel mezzo di quella che considera "la settimana della verità", il presidente dell'Inter Massimo Moratti torna ad assicurare che, quantomeno per necessità, la situazione nello spogliatoio nerazzurro si è normalizzata. E adesso "bisogna reagire". Moratti parla meno con i giornalisti ultimamente e, quando gli capita, deve ancora smentire le voci che vogliono José Mourinho prossimo alla panchina della sua squadra. "E' un'idea di altri, ma non è la verità, però risulta affascinante perché tutti si aspettano qualche novità. Da troppi anni, arrivati a due mesi dalla fine del campionato, se ne riparla. Io non ci faccio più caso e spero nemmeno Mancini". Questa volta però il numero uno di Palazzo Durini non può prendersela con giornali e trasmissioni tv, visto che la notizia di un suo incontro con Mourinho è arrivata proprio dal portavoce del portoghese. "Leggo sui giornali molte cose che mi possono dare fastidio, per cui mi sono abituato e cerco di superarlo".

Dal canto loro, Mancini e i giocatori devono andare oltre un periodo di appannamento. "Speriamo di essere in forma - si augura Moratti prima di partire per Appiano Gentile per seguire da vicino la seduta pomeridiana -. E' necessario essere in gran forma, perché questo finale di campionato ci presenta impegni non facili. La stagione è stata lunga, ma ora dobbiamo stringere i denti e tenere duro fino alla fine". Anche perché nella corsa allo scudetto Moratti dubita che la Roma possa subire un contraccolpo dalla sconfitta di Champions League contro il Manchester: "Ha perso contro un avversario fortissimo pur giocando bene, quindi non credo che possa subire alcun calo e resta una squadra da temere. Ma non è scontato che sia eliminata, ha già dimostrato con il Real che può fare un colpo di reni". Inoltre, disputare due competizioni non è un problema, anzi: "Aiuta molto psicologicamente, soprattutto giocatori di un certo livello che sentono il bisogno di una vetrina e obiettivi prestigiosi. Non è un caso - è convinto Moratti - che l'Inter dopo l'eliminazione dalla Champions abbia subito un calo psicologico. Ma ora spero che la squadra sappia reagire con calma e tranquillità". Intanto il presidente nerazzurro può tirare un sospiro di sollievo per il recupero di Cambiasso ("l'orologio necessario del nostro centrocampo"), ma avverte che le assenze "non possono essere un alibi, ma una realtà di fronte a cui, se non si può fare finta di niente, bisogna ugualmente caricarsi e fare bene". A partire da domenica con l'Atalanta, "che è una squadra da temere e lo ha dimostrato con il Milan", perché "questa è la settimana della verità", è convinto Moratti. E a chi gli chiede se, come Mancini, preferisce uno scudetto più sofferto, risponde con il sorriso: "L'importante è vincere e mi fido di Mancini, ma da quando lo ha detto...".
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