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N A P O L I

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2010 10:05
11/03/2009 09:15
 
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CLAMOROSO: DONADONI E' ILNUOVO ALLENATORE DEL NAPOLI
Roberto Donadoni è il nuovo allenatore del Napoli. Quando sembrava ormai certa la conferma di Reja (che nel pomeriggio ha diretto anche la seduta d'allenamento a Castelvolturno) è arrivata l'ufficialità dell'arrivo di Donadoni (come anticipato da tuttonapoli.net già nella giornata di ieri).

Donadoni ha firmato un contratto di due stagioni oltre al finale di questo campionato. Domani la presentazione alle ore 12 a Castelvolturno. Con questo colpo di scena si chiude una giornata a dir poco convulsa. Nel primo pomeriggio erano tante le voci che volevano il tecnico già in città mentre il vertice con Marino e De Laurentiis si è svolto a Roma. Indiscrezioni davano l'ex commissario tecnico della nazionale (già bloccato per il prossimo anno) scettico nel subentrare a stagione in corso e quindi sembrava certa la riconferma di Reja almeno fino alla gara di Reggio Calabria.

11/03/2009 09:16
 
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Il ringraziamento del Napoli a Reja, ecco il comunicato ufficiale
"La SSC Napoli Spa comunica di aver sollevato dall'incarico di allenatore della prima squadra il signor Edoardo Reja e di aver affidato la guida tecnica a Roberto Donadoni.

La Società ha preso tale decisione con grande sofferenza, in considerazione del fondamentale ruolo svolto da Reja durante gli ultimi 5 campionati che hanno proiettato il Napoli dalla serie C alla Serie A e quindi alla Coppa Uefa.

Naturalmente la Società ringrazia con profonda gratitudine Edoardo Reja per la grandissima opera professionale profusa in tutte queste stagioni vincenti"

11/03/2009 09:23
 
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REJA: "CINQUE ANNI BELLISSIMI. AUGURO AL NAPOLI TUTTO IL BENE POSSIBILE"
Edy Reja è stato esonerato. l'ex tecnico azzurro intorno alle 23:30 di martedi 10 marzo, ha rilasciato in maniera colloquiale alcune dichiarazioni che di seguito riportiamo: "Sono stati cinque anni bellissimi, mi dispiace sia andata a finire così. Il calcio ci ha dato tanto qui a Napoli in questi cinque anni, ora io auguro alla squadra e alla società tutto il bene possibile, e che finisca soprattutto questo periodo in cui tutto gira storto".

11/03/2009 09:26
 
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Napoli, ecco la concezione tattica di Donadoni
Pedina fondamentale del Milan vincente di Sacchi, Roberto Donadoni, centrocampista destro dalle spiccate doti tecniche, ex allenatore di Livorno e della nazionale italiana, è il nuovo allenatore del Napoli.
Dal mitico tecnico di Fusignano, Donadoni, ha cercato di apprendere tutti i segreti del mestiere e il modo di concepire il calcio fatto di pressing asfissiante e di ripartenze fulminanti con una particolare dedizione alla fase difensiva. Dopo fortune alterne sulle panchine di Lecco, Genoa e Livorno, Roberto Donadoni, coglie l'occasione della vita in pieno scandalo calciopoli, accettando l'offerta della federazione italiana, per poter guidare la nazionale agli europei Austro-elvetici del 2008. Il cammino tricolore di Donadoni si rivela subito pieno di insidie e soltanto dopo una serie di esperimenti tattici, la sua nazionale trova una propria identità schierdandosi in campo con il classico 4-3-3 o con 4-3-2-1 adattato a seconda degli avversari con un centrocampo di rottura e un attacco a trazione offensiva con una punta centrale accompagnata da due ali veloci e tecnicamente valide. La nuova variante tattica si rivela quella giusta. Questo modulo consente alla squadra di sviluppare adeguatamente la fase offensiva, anche se in alcune circostanze fa fatica a difendere. Questo sarà probabilmente anche il modulo di base che adotterà il Napoli durante in questa stagione, cercando di essere duttili e capaci di affrontare ogni situazione. Nei momenti di difficoltà il credo tattico di Donadoni potrebbe subire prevedere anche alcuni accorgimenti, variando quindi nella predisposizione del tridente avanzato con un trequartista a supporto di due attaccanti. La domanda in questo momento è d'obbligo...Come si schiererà il Napoli di Donadoni? La formazione del Napoli potrebbe essere questa: Iezzo, Santacroce, Cannavaro, Contini, Aronica, Blasi, Pazienza, Hamsik, Lavezzi, Denis, Datolo. Con un Napoli in piena crisi e con un'infermeria piena in ogni reparto, Donadoni probabilmente schiererà un Napoli più accorto nella trasferta di Reggio Calabria con un 4-4-2 per poi passare probabilmente ad un 4-3-3 già dalla sfida interna contro la sua ex squadra, il Milan. In un clima cosi' teso a Donadoni spetterà l'arduo compito di recuperare questi giocatori sotto il profilo mentale cercando allo stesso tempo di gettare le basi del suo progetto tattico in poche settimane e con sole 11 gare a disposizione. Ecco alcune dichiarazioni del tecnico bergamasco rilasciate ai tempi del corso di Coverciano che si sintetizzano perfettamente il suo modo di intendere il calcio: "Sul campo chiedo ai giocatori di essere propositivi. In fase difensiva il centravanti ha il compito di orientare la manovra avversaria verso la zona prestabilita ed eventualmente di andare a schermare il metodista avversario in certe situazioni tattiche, ma non voglio snaturarne le caratteristiche e costringerlo ad un lavoro impegnativo. Anche le ali vanno a disturbo dei terzini quando questi sono bassi e non chiedo loro di rincorrere l’avversario o di proteggere il lato debole facendo il quinto uomo. Il mediano deve evitare di schiacciarsi a ridosso del reperto arretrato per evitare di perdere un uomo fondamentale in caso di recupero di palla ed innesco della ripartenza. Grande dinamismo debbono avere invece gli interni che debbono essere in grado di sia di aprire che di stringere a seconda del contesto. Sotto la linea della palla è indispensabile non farsi trovare mai in meno di cinque giocatori, sei è l’ideale. Il reparto arretrato difende sostanzialmente su due linee di copertura con palla centrale e su una linea con palla laterale. Contro due punte centrali voglio che il difensore sul lato debole stringa la diagonale, lasciando eventualmente libero il lato cieco, per evitare il 2:2. Se il terzino sul lato debole, per varie ragioni, non è in grado di stringere centralmente, è il mediano che in via eccezionale può entrare in copertura. In fase offensiva l’obiettivo è quello di sfruttare le qualità individuali, pur fornendo ai giocatori una serie di flussi di gioco alternativi che consentano loro d’identificare l’uscita più opportuna e sviluppare la manovra in un contesto situazionale a seconda del tipo di pressing applicato e delle problematiche create dallo schieramento avversario. Non mi dispiace avere il controllo della gara attraverso un buon possesso di palla, ma l’idea principale è quella di andare ad aggredire gli spazi e velocizzare l’azione, anziché ricorrere a lunghe trame di gioco che favoriscono il piazzamento avversario. Sul campo lavoreremo spesso utilizzando esercitazioni di perfezionamento tipo 6 contro 0 e 11 contro 0. Come anticipato, lavoreremo sia sul 4-3-3 che sul 4-3-1-2".


Donadoni probabilmente schiererà un Napoli più accorto nella trasferta di Reggio Calabria con un 4-4-2 per poi passare probabilmente ad un 4-3-3 già dalla sfida interna contro la sua ex squadra, il Milan


13/03/2009 17:51
 
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Reja commovente: "Aiutiamo Donadoni: Napoli più importante di qualunque personaggio"
La passione da queste parti ha un colore, ma per una volta non è per la maglia azzurra del Napoli che i brividi corrono dietro la schiena di chi ascolta, bensì per un uomo d’altri tempi che difficilmente sarà dimenticato da chi ama vivere i valori dello sport. Edoardo Reja, un gentiluomo ammirato anche dalle più giovani tifose, come Domenica, che gli chiede quale giocatore gli mancherà di più: “Non faccio un discorso di affetto o simpatia, ma mi mancherà Blasi, perché ha un carattere simile al mio, nel campo e fuori. Corre, lotta, ha grinta, non molla mai”. Questa volta però il tecnico Reja ha dovuto mollare; è la dura legge del calcio, per la quale se le cose non vanno il primo a pagare è proprio il mister: “Mi spiace non aver accontentato quelli che hanno sempre creduto in me, avrei voluto terminare la stagione per togliere tante altre soddisfazioni a questa meravigliosa gente. Purtroppo non mi aspettavo di finire così questa stupenda esperienza, ma forse è proprio così che doveva andare”. Il ciclo sarebbe finito comunque quest’anno per l’uomo venuto dal “profondo nord”, che ha accettato di ripartire dalla Serie C pur di vedere il suo nome accostato al Nuovo Napoli. Chissà se al momento di quella decisione, alla soglia dei sessant’anni d’età, nutrisse in sé l’intima convinzione che questa città avrebbe arricchito la sua persona: “Di Napoli mi mancherà tutto! L’entusiasmo della gente, le vittorie contro le grandi dell’anno scorso, la promozione in Serie A a Genova. Le critiche è giusto che ci siano nel calcio, perché il calcio è confronto, ma gli attestati di stima che ho ricevuto vanno al di là di qualunque critica ricevuta”. Non è un freddo goriziano l’uomo che parla oggi ai tifosi, ma un friulano-napoletano che continua e continuerà a sostenere la causa che ha sposato quattro anni orsono: “Bisogna stare vicino a Donadoni, dimostrargli affetto ed aiutarlo a far crescere il Napoli, perché i colori biancazzurri sono più importanti di qualunque personaggio”. Non ha le fattezze di un divorzio questo, né lo strazio di un addio se è vero come è vero che "questa è anche casa sua” (De Laurentiis dixit).

15/03/2009 11:46
 
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Riva: "Donadoni è una garanzia"
Gigi Riva, team manager della Nazionale, ha parlato di Roberto Donadoni in un'intervista rilasciata al Roma. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Ho sentito Roberto l’altra sera, poche parole, sa come siamo fatti noi due, non siamo chiacchieroni. ”In bocca al lupo Roberto”, ”Grazie, Gigi, qui va tutto bene”. Poche parole ma ci siam capiti, noi ci intendiamo al volo. Lui la gioia non la manifesta espressamente ma si vedeva che era felice per questa avventura. Io tifo per Roberto. In cinquant’anni di calcio e quarant’anni di Nazionale ho conosciuto tantissimi calciatori e allenatori, beh Donadoni è nel libro di quelli cui resterò sempre legato. È raro trovare un uomo vero come lui, uno che ha una parola sola, che non accetta compromessi. Lo ammiravo già da giocatore, poi da tecnico l’ho apprezzato ancora di più. C’è tanta gente in giro che chiacchiera, che fa proclami. Lui non si perde in frottole, non fa o dice nulla per reclamizzare se stesso e il suo lavoro ma bada al sodo. Il presidente De Laurentiis immagino abbia avuto modo di conoscere Donadoni e saprà che ha a che fare con una persona per bene. Di pari passo penso che possano costruire un Napoli che torni ad essere vincente, Roberto è la persona giusta. Se l’esperienza in Nazionale l’ha arricchito? Sicuramente. E l’ha anche fortificato. Ha dovuto superare tanti momenti duri, ha dovuto convivere con tante pressioni ed ha saputo reagire alle polemiche nel modo Migliore. È sempre rimasto impermeabile alle critiche, gliene hanno dette di tutti i colori ma non sono mai riusciti a cambiarlo. Roberto è sempre rimasto calmo, pacato, uguale a se stesso. Ed ha portato risultati concreti, in Nazionale era riuscito a creare un gruppo solidissimo. Il suo staff? Una garanzia per gli azzurri, uno staff preparatissimo e serissimo. Buso è davvero la Treccani del calcio, come lo chiamano, ed anche Andreini e Bortolazzi sono professionisti esemplari".

15/03/2009 17:30
 
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NAPOLI - REGGINA X
NAPOLI REGGINA 1-1 PA-REGGINO......
15/03/2009 17:40
 
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Donadoni: "All'inizio troppa paura, bene nella ripresa. Adesso dobbiamo dare continuità"
Il tecnico del Napoli, Roberto Donadoni, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Il primo tempo è stato di paura eccessiva. Eravamo timorosi. Il momento negativo è lungo, è ovvio che la squadra possa risentirne. La squadra doveva avere una reazione. Bisogna riconoscere il lavoro che ha fatto Reja. Non sono frasi di circostanza, ha fatto grandi cose che sono sotto gli occhi di tutto. Adesso dobbiamo dare continuità, con quella positività che abbiamo visto nel secondo tempo e non nel primo anche se alla fine la Reggina non ha creato molti pericoli. Modulo? Andiamo avanti così, c'era poco tempo per cambiare chissà cosa. De Laurentiis? E' molto importante per me e per la squadra la sua presenza e le sue parole prima della gara di quest'oggi".
15/03/2009 18:24
 
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De Laurentiis: "Buon pari, ora potremo preparare la sfida col Milan con serenità. Con Donadoni parte nuovo progetto. Ora sarò più presente. Rigore? In
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Uscire oggi con una sconfitta ci avrebbe impedito di preparare nel migliore dei modi la partita con il Milan che è in un ottimo momento di forma. Questo pareggio è come una vittoria, e da qui dobbiamo ripartire. Il primo tempo la Reggina ha pressato molto , nella ripresa invece è calato come ovvio che era e noi siamo usciti fuori. Anche perchè fisicamente ci siamo sempre, non è vero che l'Intertoto ha condizionato la preparazione. Con l'addio di Reja si chiude il primo progetto di cinque anni, ora in quest'altra fase voglio seguire in prima persona le vicende per poterci migliorare valutando con obiettività quello che succede. Sono soddisfatto di oggi. Ho visto un grande spirito di sacrificio, senso di responsabilità e anche gli elementi della panchina hann sostenuto i compagni. Donadoni? In questa prima fase deve ambientarsi, conoscere la rosa e capire la mentalità di questa città. Non dobbiamo dimenticare che siamo una squadra giovane. Io dal tribunale ho trovato solo un titolo, abbiamo comprato le magliette per far allenare i primi calciatori. Obiettivi? A me piace operare a fari spenti. Quando faccio una cosa non mi interessa che lo sappiano gli altri, e anche nel calcio è così. Bisogna solo lavorare, parlare non serve a molto. Rigore Trefoloni? Anche sugli arbitri parlare è inutile. E' un problema che va risolto a livello internazionale. Una cosa che farei è togliere la moviola nel post-partita usata per fare spettacolo. Perchè in caso di errore si creano polemiche, pressioni da parte delle tifoserie e gli arbitri sono poco tranquilli quando scendono in campo".
15/03/2009 20:33
 
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siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii donadoniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii [SM=x1272128]
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18/03/2009 22:06
 
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IL TAS SOSPENDE SQUALIFICA A MANNINI
Mannini e Possanzini possono tornare in campo già dal prossimo turno di campionato. Il Tas si è infatti espresso favorevolmente in merito alla richiesta di sospensiva riguardo le lunghe squalifiche comminate ai due giocatori per il caso del ritardo ai controlli antidoping. Il 3 aprile è previsto il processo, probabile la revoca definitiva della squalifica per entrambi.

Lo scorso 29 gennaio il Tas aveva annunciato la decisione di squalificare i due giocatori per 1 anno. Allo stop andavano sottratti i 15 giorni di sospensione già scontati. Al Tas, rende noto il tribunale, sono state sottoposte prove aggiuntive che dovranno essere esaminate dal collegio giudicante. Bisognerà decidere se gli elementi siano ammissibili e, in tal caso, quale peso abbiano sulla decisione adottata lo scorso 29 gennaio.
19/03/2009 16:43
 
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Napoli, uomo ruba una figurina di Hamsik, denunciato
Denunciato per il furto di una figurina di Hamsik. È quanto accaduto a un ladro e al suo complice, fermati dagli agenti del commissariato di Sorrento diretti dal vice questore Antonio Galante e denunciati per truffa e furto in abitazione . Il fatto è avvenuto a Meta, comune vicino a Sorrento.

IL FURTO - I due malviventi avevano raggirato un anziano signore con un finto contratto di telefonia fissa. Il più giovane, però, si è fatto tradire dalla sua passione sportiva sottraendo dall'abitazione dell'uomo la figurina del giocatore del Napoli appartenente al nipotino. Mentre il nonno sporgeva denuncia per la truffa, il nipote lamentava il furto della sua figurina. Una sparizione di poco conto, apparentemente. Ma quando, nelle indagini successive, sono stati fermati due uomini e nelle tasche di uno di loro è stata trovata la figurina di Hamsik, è scattata la denuncia a piede libero.
24/03/2009 22:37
 
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Donadoni: "Napoli, continua la marcia. La squadra non può dipendere solo da Hamsik e Lavezzi"
L’allenatore del Napoli Roberto Donadoni fa il punto sui primi giorni in azzurro. In un'intervista esclusiva a Sky, per la rubrica Spaccanapoli, il nuovo allenatore parla del passato, del presente e del futuro. Ecco l'intervista integrale.

Come sono stati i primi dieci giorni a Napoli?
«Di intenso lavoro, com’era logico e normale che fosse. C’è da conoscere, c’è da capire, è una fase di studio per me e anche per i giocatori. Si va avanti su questo tipo di discorso e poi la conoscenza darà indubbiamente qualche strumento in più per il futuro».

Da qui alla fine del campionato, le nove partite saranno fondamentali per completare questa conoscenza, per valutare e poi avere le idee più chiare con la società, con il direttore Pierpaolo Marino e con il Presidente, per mettere le basi per la prossima stagione.
«L’aspetto più impellente e che va curato di più in questa fase è quello psicologico, perché quando la squadra viene da una serie di risultati non positivi, in cui fa fatica, subentrano paure e tensioni eccessive. È chiaro che questo aspetto va subito rivisto e migliorato. Sono ragazzi giovani, la gran parte di loro non ha molta esperienza e questo ha influito in maniera negativa. Adesso devono convincersi che si devono mettere tutto alle spalle e riprendere la marcia».

Su Reja.
«Quando un allenatore rimane cinque anni e passa dalla Serie C alla Serie A, è indubbio che ci sia affetto, che ci sia un legame, che ci sia un rapporto che comunque rimarrà nel tempo: indipendentemente dal fatto che adesso non sia più l’allenatore del Napoli, queste sono cose che vanno riconosciute. Però, bisogna guardare avanti perché il Napoli ha necessità di voltare pagina, di riprendere un cammino che dia continuità a un progetto».

Napoli-Milan.
«È bello vedere lo stadio pieno, vedere tanta gente che viene a tifare, la coreografia era stupenda, in più è coinciso con il fatto di giocare contro la mia ex squadra; ritrovare anche tanti ragazzi che fanno parte dalla Nazionale, salutarli, è stato bello ed emozionante. Poi, le cose sono andate nel modo migliore».

Questo Napoli dipende da Hamsik e Lavezzi?
«Questa è una squadra che non può dipendere solo da Hamsik e Lavezzi, che sono sicuramente due giocatori di qualità, di talento e di prospettiva, ma ha necessità dell’apporto di tutti. È una squadra che deve fare affidamento su tutto l’organico e, in questo organico, far emergere le qualità di questi giocatori più qualitativi. È una crescita che si deve fare insieme».

Da qui alla fine, che cosa ti aspetti da questo Napoli?
«Non lo so, vedremo, non sono in grado di poterlo dire in questo momento. Posso solo dire che lavoreremo e che, sulle basi che stiamo cercando di mettere, dobbiamo crescere».

07/04/2009 22:19
 
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Donadoni: "Il mio Napoli formato Europa"
L'ex ct della nazionale ed attuale allenatore del Napoli, Roberto Donadoni, intervistato dal Corriere dello Sport, racconta il suo passaggio in azzurro e svela il suo rapporto caloroso con la città partenopea.



Donadoni, cosa chiedere a questa sua terza vita?
«Ho avuto tanto da calciatore e mi è stata offerta la possibilità di essere il Ct della Nazionale italiana. Ma le am­bizioni restano e il desiderio di vince­re non si placa mai, mai per nessuno. Anche chi insegue una salvezza pensa spesso a quello che potrà realizzare in futuro. Io, per ora, studio questo Napo­li, ma è chiaro che guardo oltre. Voglio vincere e non restare uno qualunque».

Per un bergamasco- milanese cosa rappresenta Napoli?

«Non mi poteva capitare una piazza più calda e più passionale, uno dei club più stimolanti. Sono orgoglioso di esse­re qui. L’impatto è stato favorevolissi­mo e il rapporto con De Laurentiis è andato immediatamente ben al di là dell’aspetto professionale. Ho trovato una società che funziona e una squa­dra che Marino ha attrezzato con com­petenza, con giovani di qualità e di si­curo spessore, tanto per confermare che è possibile essere lungimiranti ovunque».

Lavezzi ed Hamsik sono degli intoc­cabili?

«Giocatori di assoluta importanza, pezzi che il Napoli si è assicurato gio­cando d’anticipo sui concorrenti. Uo­mini che tracciano una scia sulla qua­le continuare: sarà quello il livello di calciatori da inseguire, senza però di­menticare che l’intero organico abbon­da di talenti e di gente affidabile».

Facciamo i nomi, allora.
«Posso cominciare con il dire che perdere Maggio e Gargano ha rappre­sentato un pregiudizio rilevante. Ma in questo mese di lavoro sono stato sor­preso da uomini che conoscevo di me­no e che invece si sono rappresentati in maniera differente da quella che avevo immaginato. Cannavaro, ad esempio, mi ha indotto a darne una va­lutazione assai più ampia, perché vi­sto da vicino non è per niente macchi­noso, ma uno splendido atleta. E Con­tini sta dimostrando affidabilità. Men­tre Santacroce deve semplicemente crescere. Ma a Genova, tanto per cita­re l’ultima gara, Pazienza ha stupito e Zalayeta e Denis, gol a parte, si sono presentati con lo spirito giusto».

Genova, Sampdoria, dunque Cassa­no...

«Antonio l’ho trovato persino eufori­co e la sua accoglienza è stata caloro­sa, una manifestazione d’affetto che mi ha gratificato. Io con lui ho avuto un ottimo rapporto e nessun tipo atteggia­mento diverso, rispetto a quello riser­vato agli altri calciatori. Ci siamo capi­ti d’istinto, ci siamo presi in maniera diretta. Cassano è il calciatore ideale per qualsiasi allenatore, che in blucer­chiato ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi. E’ un calciatore di gran­dissimo livello».

Tre partite, tre pareggi, tre giorna­te diverse.
«L’emozione più forte è stata quella nell’entrare al San Paolo, una catte­drale, uno degli stadi più importanti, spesso crocevia della mia carriera. Ma i brividi me li ha provocati Pirlo, pri­ma di cominciare la sfida con il Milan, venendomi incontro ed abbracciando­mi in maniera trascinante. La confer­ma di aver costruito qualcosa soprat­tutto sotto il profilo umano».

Allarghiamo i confini: un anno fa era ancora sulla panchina della Naziona­le. «E’ acqua passata. Io non sono solito voltarmi. Esperienza intensa, che mi ha arricchito moltissimo, che ha accre­sciuto il mio bagaglio personale. Ho conosciuto calciatori nuovi, i migliori in circolazione, e sono migliorato, riu­scendo a smussare alcuni aspetti ca­ratteriali».

Pensa mai ai rigori con la Spagna?
«Mai. Solo quando mi vengono ricor­dati».

E alla vicenda-contratto?
«Nella maniera più assoluta, mai. Fi­nita in archivio»

Guardare le partite degli azzurri in tv fa pensare che ci sia ancora qualco­sa di Donadoni? «Credo che qualcosa resista, sicura­mente molti di quei calciatori che era­no con me. Poi poter avere le prime scelte dell’intero panorama, mette chiunque in condizione di decidere se­condo parametri personali».

La Federcalcio s’è fatta viva, dopo l’ingaggio del Napoli? «Ho ricevuto i complimenti dal pre­sidente Abete».

Dopo quel divorzio, c’erano state al­tre offerte?
«Ne ho lette tante, ma in verità ho ri­cevuto molto meno proposte di quelle che ho ritrovato citato. Quando è arri­vato De Laurentiis, è stato come un ri­chiamo: avevamo avuto contatti perso­nali qualche anno fa, ora invece sono entrati in ballo gli aspetti calcistici ed ho intuito che le valutazioni, da en­trambe le parti, erano fondate su stima reciproca».

La stagione sta finendo: è già scu­detto all’Inter?
«Lo possono perdere solo loro, come ha onestamente ammesso anche Ra­nieri. E’ vero che restano ventiquattro punti a disposizione, ma bisognerebbe veramente farsi del male».

Ma questo Mourinho le piace?
«La premessa è: leggo poco e quindi qualcosa mi sfugge. Lui mi è simpati­co, anche se certe uscite mi hanno la­sciato perplesso e a volte ha dato l’im­pressione di essere poco carino ed educato nei confronti dei colleghi».

Intanto, lei ha un contratto più lun­go dello “Special One”... «Però per mettere assieme i suoi guadagni me ne serviranno venti­due....» .

Lei è stato il primo grande acquisto dell’era Berlusconi ed è stato definito da De Laurentiis l’allenatore del pros­simo quinquennio del Napoli: diffe­renze tra i due presidenti? «Ho conosciuto Berlusconi per un periodo lunghissimo, mentre ho avuto appena modo di far conoscenza con De Laurentiis. Direi che entrambi hanno una spiccata personalità, uomini di ca­rattere. E, d’altro canto, chi decide di acquistare il Napoli e guidarlo, insie­me a Marino, a certi livelli di manage­rialità, deve avere per forza una spic­cata mentalità imprenditoriale».

Ha mai avvertito la possibilità di av­vicinarsi alla panchina del Milan? «Solo sui giornali c’era questa per­cezione. Ma sino a quando non succe­de, inutile star lì a vagheggiare idee. Il mio sogno, da ragazzo, era giocare con la maglia rossonera. Ora, molto più praticamente, costruire un ciclo lungo qua».

Ancelotti resterà dov’è?
«Dalle frasi di Carlo, che ascolto in tv, direi di sì. E anche il dottor Gallia­ni ha chiarito la vicenda-Leonardo».

La sua prossima impresa: restituire il Napoli agli antichi splendori... «La storia del club parla chiaro, ma anche in senso negativo. Questa socie­tà è stata rifondata in maniera imme­diata dopo la retrocessione, che è vec­chia appena di cinque anni. Non facile ritrovarsi in A. Ma è chiaro che le tra­dizioni hanno un peso. La prospettiva­Europa è quella a cui ci rifacciamo. Il Napoli di inizio stagione era stato ca­pace di stupire, magari spingendosi ol­tre le proprie possibilità: ma c’è una struttura su cui lavorare».

Di quanti uomini avete bisogno?
«Sarei presuntuoso se dopo un me­setto mi permettessi di dire dove e co­me intervenire. E poi, come sottolinea­to, ho già avuto modo di ricredermi su alcuni calciatori. Con De Laurentiis e con Marino parleremo a tempo debito, confesso che nelle ore in macchina tra­scorse con il dg per venire qua al Cor­riere abbiamo già parlato di mercato, ma di quello della frutta....».

Per ora, dove colloca il suo Napoli?
«E’ in condizione di inserirsi in quel­la cosiddetta seconda fascia. Ma que­st’anno ne sono capitate tante, infortu­ni seri, la squalifica di Mannini, un pe­riodo- no che ha inciso psicologicamen­te. Però al completo questo gruppo può essere - e a ragione - ambizioso assai».

Cercherete una doppia punta da doppia cifra? «I bomber da doppia cifra sono sem­pre quelli dell’anno prima, poi magari li prendi e vanno male per varie cau­se. Ma Zalayeta e Denis sono buoni giocatori che sto osservando. A Maras­si hanno segnato e trovato la determi­nazione giusta».

Il Napoli di Donadoni come sarà?
«Avrà un’anima, sarà un gruppo, perché io da calciatore ho sempre pe­nato che si debba ragionare inseguen­do la coesione ed ora che sono allena­tore ho altri mille buoni motivi per continuare a credere in questa teoria. Il sistema poi lo deciderà l’organico: quando ho cominciato mi piaceva il rombo, poi ho utilizzato il tridente ed il 3-5-2».

Di chi è figlio Donadoni?
«Un po’ di Bianchi, un po’ di Sacchi, un po’ di Capello, di Sonetti, di Zacche­roni: è chiaro che c’è in me una misce­la delle esperienze precedenti. Alle quali ho aggiunto le idee del sottoscrit­to" .

Ma da quando si potrà dire che in questa squadra si vede la sua mano?
« Penso che qualcosa abbia intrufo­lato di mio sin dall’avvento, almeno i sistemi di lavoro. Poi è chiaro che non potevo arrivare e stravolgere. Ho cal­ciatori che però mi seguono, che sto analizzando e dai quali, ovviamente, vengo studiato. In questi mesi che van­no sino alla fine del campionato stu­dieremo, però cercando risultati».

Tra quelli sotto la lente d’ingrandi­mento c’è Russotto?
« Ha tanto lavorare ma deve tirarlo fuori. Può giocare da seconda punta, da attaccante esterno del 3-4-3 o del 4-­3- 3, deve migliorare il sinistro e, so­prattutto, è ancora tanto ragazzo. Ma ha numeri a sua disposizione».

Marino ha costruito una squadra proiettata nel futuro, ma i vostri pros­simi acquisti saranno ancora giovani o dovranno essere già pronti?

« Abbiamo ragazzi potenzialmente forti, alcuni, come Lavezzi ed Hamsik, di elevatissima qualità. Intanto, gli al­tri non devono aspettare sempre che tutto dipenda dalle invenzioni del Po­cho e di Marek, ma sfruttarne le capa­cità e sostenerle. Però bisogna ammet­tere che entrambi hanno margini di miglioramento notevolissimi, perché dalla loro hanno l’età. Mi hanno lascia­to ottime sensazioni, per il modo in cui si sono calati nella parte, ma a volte la gioventù non basta...».

Chi vince la Champions?
« Il Barcellona non mi sembra una squadretta e dà soddisfazione vederlo giocare. Ma anche il Manchester non scherza, anzi m’entusiasma».

Può esserci ancora un Cagliari, un Verona, un Napoli campione d’Italia?
« Sarà difficile interrompere questa egemonia. Io spero di essere smentito, perché questo vorrebbe dire che an­che il Napoli ha le sue chanche di scu­detto ».

Vive ancora in albergo?
«E’ mia moglie che cerca casa, io per ora guardo il green di Castelvolturno dall’alto della mia stanza. La città non ho fatto in tempo ancora a visitarla. Ma scegliamo tra Pozzuoli, il Vomero e Posillipo: è li che ci hanno indirizza­to e speriamo di trovare».

Ha ridato fiducia a uomini che vive­vano nella penombra?

«Però sono sotto contratto con il Na­poli, che quindi li ritiene meritevoli di attenzione. Amodio, Pià, Grava sono utili, lo hanno dimostrato. Io penso che sia importante lo spirito con cui ci si mette in competizione e loro hanno mostrato di avere quello giusto».

Cannavaro, ma Fabio, è stato un punto fermo della sua Nazionale...

«Senza scendere nel dettaglio, posso solo dire che talvolta si vengono a creare situazioni equivoche soprattut­to a livello mediatico, ma da quando sono qua a Napoli non ho mai affronta­to il tema. E poi lui è al Real, con un contratto che pesa. Vabbè che si libe­ra a parametro zero...».

C’è anche Panucci libero, a giu­gno... E lei lo volle in azzurro...

«In quel momento stava facendo be­ne ed io lo ritenevo il migliore in circo­lazione nel suo ruolo. Se poi vogliamo scherzare, e con Fabio e Christian pos­so permettermelo, prenderli assieme vorrebbe dire spingere Donadoni a mettersi le scarpette e giocare con lo­ro » .

Il calcio inglese è così avanti rispet­to a quello italiano?

« Per niente. I risultati questo dico­no, ma lo sviluppo delle gare non ha fatto notare differenze tanto evidenti».

Le due squadre-sorprese dell’anno?
«Il Genoa e il Cagliari. Stanno espri­mendo buon calcio e stanno meritan­do. Allegri ha avuto qualche difficoltà in più di Gasperini, soprattutto all’ini­zio, ma ne è uscito in maniera splendi­da ».

L’anno prossimo ritrova il Livorno in A?

« Me lo auguro. Perché ho ricevuto tanto e sono legato alla città».

Sabato prossimo ritrova la sua Ata­lanta.

«Gara nostalgica, anche se ormai ho smesso da un bel po’ di essere un ra­gazzino ed ho attraversato varie fasi dell’esistenza. Però il giorno del de­butto mi sembra ieri: mi mandò in campo Ottavio Bianchi, che poi sareb­be divenuto l’allenatore del primo scu­detto del Napoli».

Cosa le ha detto, per aiutarla a cono­scere questa città?
«L’ultima volta che ci siamo incon­trati, l’ingaggio di De Laurentiis era ancora di là da venire. Da quando so­no arrivato in azzurro, non abbiamo avuto modo di vederci o di sentirci. E poi io sto sempre a Castelvolturno».

Saranno due mesi con gli occhi sbar­rati...

«Siamo qui per capire come interve­nire in futuro, ma non vogliamo tra­scorre queste otto giornate soltanto ad osservare. Vogliamo fare risultati. I tre pareggi sono stati utilissimi, per­ché sono serviti per riacquistare un po’ di autostima che era andata perduta in precedenza. E poi a Genova abbiamo dimostrato anche di avere un cuore. Due volte sotto, due volte capaci di riagguantarli. Siamo sulla strada giu­sta ».



11/04/2009 23:44
 
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De Laurentiis: "Stagione negativa, ma non per colpa mia. Prenderemo un regista, una punta e un difensore"
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Non mi è piaciuto il Napoli, l'Atalanta ha fatto qualcosa in più. Dobbiamo ripartire da un regista, un giocatore che possa impostare il nostro gioco. Ci serve assolutamente, lo dico da tempo. Italia o all'estero? Non ha importanza. Ho visto Lavezzi un pò stanco, dobbiamo capire che gioco fare anche per lui. Stiamo pagando anche dei carichi di lavoro sbagliati. Io lo dicevo già dall'anno scorso che l'Intertoto ci avrebbe fatto male, ma se io dico una cosa e non si fa così... Sono contento per Dàtolo, anche se non è stato preciso. Cambiare? Deve decidere Donadoni, io credo che ci riprenderemo ulteriormente. Questa stagione la giudico negativamente, avremmo dovuto procedere in un altro modo. Avrei risparmiato un anno facendo piazza pulita una volta saliti dalla B, ora invece ci troviamo ancora con questa rosa. Perseverare è diabolico, ora cercheremo di sbagliare il meno possibile. Di errori ne abbiamo fatti tanti, ma non per colpa mia. Prenderemo anche un attaccante dall'alto rendimento e un difensore perchè anche oggi numericamente siamo andati in difficoltà con l'uscita di Rinaudo. Per fortuna dalla prossima recuperiamo Contini. Floccari? Bisogna valutare tante cose. Non è che Floccari abbia fatto questi 20 gol con l'Atalanta, poi bisogna valutare anche altri attaccanti che fanno gol perchè tutta la squadra gioca per loro. Denis e Zalayeta si stanno muovendo bene, ma il pubblico di Napoli chiede almeno la doppia cifra. Giocatori incedibili? Hamsik e Lavezzi. Quagliarella? E' una seconda punta, abbiamo Lavezzi".

11/04/2009 23:46
 
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Donadoni: "Non la migliore partita, ci riprenderemo"
Il tecnico del Napoli, Roberto Donadoni, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato d Tutto Napoli.net: "Rispetto alle altre gare questa è una gara di un livello inferiore. Il caldo ha condizionato la gara, poi l'Atalanta riesce a farti giocare male. Dobbiamo riprendere la nostra crescita, ci riprenderemo. Speriamo di poter recuperare qualche infortunato Mannini sta recuperando, oggi anche Rinaudo è uscito. Sono contento per Grava che sta facendo un grande lavoro. Giudizio? Sulle mie partite, dare un giudizio di un intero campionato sarebbe scorretto. Acquisti? De Laurentiis può parlarne".

20/04/2009 22:52
 
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Cime tempestose sullo scenario partenopeo
A Cagliari, la squadra azzurra ha compiuto un ulteriore passo indietro contro la formazione isolana, largamente rimaneggiata per le assenze di giocatori quali Lopez, Agostini, Canini e Daniele Conti.
La formazione partenopea, dopo un inizio targato “ Siamo sempre noi e non ci smentiamo mai” che ha permesso alla intraprendente squadra sarda di andare subito in vantaggio per un’ennesima disattenzione difensiva, successivamente, non ha prodotto alcuna reazione che potesse, quantomeno, far sperare in un andamento del match diverso da quello a cui si è assistito. Gli azzurri, confusionari, titubanti ed incapaci di impostare una qualsivoglia azione in grado di impensierire la formazione cagliaritana, hanno denotato un pressapochismo preoccupante nel recitare il compito che Donadoni aveva assegnato loro nel pre partita.


La retroguardia azzurra, non avendo un punto di riferimento, in fase di impostazione della manovra, si è affidata, dopo sterili passaggi, in orizzontale, tra i vari Cannavaro, Contini e Santacroce, ai soliti lanci lunghi con destinazione … sconosciuta! in quanto Zalayeta, lento ed impreciso era intento ad altri compiti ovvero quelli relativi al tentativo di far salire la squadra. Così non è stato e l’effetto di tale posizionamento è risultato essere quello di permettere al Cagliari un atteggiamento più spregiudicato potendo gestire la gara, soprattutto, nella prima frazione di gioco, nella metà campo azzurra con la compartecipazione di centrocampisti e difensori.

Anche Lavezzi, molto spesso, si è disposto largo e distante dall’area avversaria ed alcune sue percussioni sono state, se si eccettua un bel tiro da fuori area di Zalayeta deviato in angolo da Marchetti, le uniche iniziative che hanno messo “sotto pressione” l’attenta difesa cagliaritana.


Tardivo è stato l’ingresso in campo di Datolo al posto di un Pazienza incapace di impostare qualsiasi azione ed irritante nello sbagliare gli appoggi più elementari. Datolo, nei minuti in cui ha giocato, ha dimostrato lucidità, ottimo possesso di palla, capacità di effettuare “l’uno contro uno”, esemplare visione di gioco e un tiro in porta, anche da fermo, di notevole fattura e consistenza: un mix di fondamentali e capacità tecnico tattiche che non spiegano il ricorso all’argentino solo per alcuni minuti di gioco e non per tutta la durata dei match.


Anche l’ingresso di Russotto, avvenuto ad un quarto d’ora dal termine della partita, ha contribuito alla velocizzazione della manovra ed alla tardiva reazione della squadra partenopea, allorquando, quasi al termine della partita, Lavezzi ha avuto l’opportunità di portare il Napoli in parità: Marchetti, nella circostanza, ha compiuto un autentico “miracolo” salvando la sua squadra. Il giovane Russotto potrebbe, non solo assolvere la funzione di regista avanzato, ovvero trequartista, nello scacchiere partenopeo, ma permettere l’inserimento nella formazione titolare di Denis come punta centrale. In ombra anche Mannini ed il rientrante Vitale per cui è venuta meno anche la spinta sulle fasce.

03/05/2009 19:38
 
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Donadoni: "Io il primo colpevole, con le piccole ci vuole la giusta motivazione"
Il tecnico del Napoli, Roberto Donadoni, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "Dobbiamo renderci conto che affrontiamo anche Siena, Lecce, Bologna, che sono dietro di noi. Non solo grandi squadre che ti danno grandi motivazioni. Non riesco a far capire a questi ragazzi che dobbiamo avere la stessa concentrazione sempre. Io sono il primo colpevole. Tatticamente eravamo gli stessi di domenica sera, ma forse non ho saputo dare le giuste motivazioni. Rifondazione? Quello di domenica era perfetto, ora vogliamo rifondare. Ci vuole equilibrio. Non è facile, ma dobbiamo mantenere la calma. Io, con il presidente e il direttore, sappiamo di cosa ha bisogna questa squadra. A Lecce vedremo un Napoli diverso, dobbiamo voltare questa brutta pagina"

03/05/2009 19:40
 
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Marino: "Prova negativa. Valuteremo chi resterà con noi. Mercato? Siamo già attivi, non avendo obiettivi"
Il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della gara. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: "E' stata una prova negativa. Dopo la vittoria con l'Inter ci aspettavamo una risposta diversa. E' un segnale che la squadra non è matura, non sa leggere i momenti della gara e aspetto un segnale prima di iniziare a giocare. Abbiamo giocato giusto 20 minuti alla fine, per 70' non ci siamo stati in campo. Questo non mi è piaciuto, faremo le dovute valutazioni su chi dovrà restare e chi andrà via. Mercato? Non avendo obiettivi immediati siamo già attivi. Vogliamo essere in vantaggio rispetto ad altre squadre che lottano ancora per i traguardi stagionali. Floccari? Ci sono stati solo sondaggi. A fine campionato vedremo".

03/05/2009 22:46
 
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Domenica se non sbaglio siete a Lecce.....mi raccomando...

Poi arriviamo noi a Napoli......parliamone... [SM=x1594406]
06/05/2009 02:16
 
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Re:
aston villa, 03/05/2009 22.46:

Domenica se non sbaglio siete a Lecce.....mi raccomando...

Poi arriviamo noi a Napoli......parliamone... [SM=x1594406]




A lecce la vedo dura [SM=x1594404] ... potessi scegliere,con il TORO non mi
spiacerebbe prenderle... [SM=x1594406]


06/05/2009 08:54
 
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Re: Re:
stuwhima, 06/05/2009 2.16:




A lecce la vedo dura [SM=x1594404] ... potessi scegliere,con il TORO non mi
spiacerebbe prenderle... [SM=x1594406]





Sono d'accordo. [SM=x1539166]


06/05/2009 08:55
 
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Come maiil rapace da quando e' sfuggita,di un soffio....la Champions non scrive piu' in questa cartella? [SM=x1572479]
06/05/2009 11:48
 
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Re: Re: Re:
aston villa, 06/05/2009 8.54:



Sono d'accordo. [SM=x1539166]






MOGGISTI [SM=x1571569]
06/05/2009 13:18
 
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Re: Re: Re: Re:
chiavitos, 06/05/2009 11.48:




MOGGISTI [SM=x1571569]



Con Moggi siamo andati in finale uefa e gli arbitri hanno avuto rolex fiammanti.....ricordo quel periodo con nostalgia...


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