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ROMA

Ultimo Aggiornamento: 05/03/2011 12:12
02/09/2009 14:13
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Re: Re: Re:
beboroma, 02/09/2009 13.44:



chiaro...guai se facessimo i seri con questi supermilionari senza fede....

riguardo allo scambio non lo credo possibile visto quello che accadde con Totti....e il re non dimentica.




Vero. De Rossi non lo venderanno mai.

Al solo pensiero, a Roma scoppierebbe la rivoluzione.



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02/09/2009 14:15
 
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Re: Re: Re:
aston villa, 02/09/2009 13.55:



SU QUESTO E' UN GRANDISSIMO SIGNORE...MA AVRA' QUALCOSA IN MANO...

Ricordo che De Biasi percepisce ancora lo stipendio dal Toro...quello non lo schiodano neanche gli obici... [SM=x1543054]





Può essere. I giornai parlavano delle Zenit.



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02/09/2009 18:07
 
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Re: Re: Re: Re:
El Tr3n, 02/09/2009 14.13:



Vero. De Rossi non lo venderanno mai.

Al solo pensiero, a Roma scoppierebbe la rivoluzione.






Bisorrebbe capire chi è il soggetto in questa frase, dando per scontato che non è Rosella Sensi. Vista da fuori a me sembra che ad oggi sia lei ad essere schiava della Roma e non viceversa... tradotto: oggi al tavolo delle trattative per l'aquisto della società si siede solo gente che conoscendo la situazione cerca di comprare a 3 ciò che vale 10. Finchè non si trova un compratore vero, il mercato della Roma lo fà Unicredit non la Sensi, e Unicredit vuole un bilancio in attivo per rientrare delle passività pregresse, e non credo che a Unicredit gli freghi molto delle proteste dei tifosi romanisti...



02/09/2009 18:21
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!

Diciamo allora che prima di cedere De Rossi ci penseranno molto bene.

Prima di vendere lui, cederanno tutto il cedibile.

E' il simbolo della Roma, alla pari di Totti.

Sanno cosa scoppierebbe se ci provassero.

Devono cercare di entrare in Champions e pescare qualche jolly sul mercato, qualche giovane su cui puntare e su cui avere un minimo di pazienza.

Non avendo l' obbligo di vincere subito a causa delle poche risorse, possono pescare uno Jovetic che possa essere lasciato crescere. Non è solo una cosa fattibile ma una cosa che devono assolutamente fare.



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02/09/2009 22:32
 
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Ducaconte Barambani, 02/09/2009 18.07:



Bisorrebbe capire chi è il soggetto in questa frase, dando per scontato che non è Rosella Sensi. Vista da fuori a me sembra che ad oggi sia lei ad essere schiava della Roma e non viceversa... tradotto: oggi al tavolo delle trattative per l'aquisto della società si siede solo gente che conoscendo la situazione cerca di comprare a 3 ciò che vale 10. Finchè non si trova un compratore vero, il mercato della Roma lo fà Unicredit non la Sensi, e Unicredit vuole un bilancio in attivo per rientrare delle passività pregresse, e non credo che a Unicredit gli freghi molto delle proteste dei tifosi romanisti...







Mi autoquoto perchè a distanza di un paio d'ore escono notizie interessanti in merito alla questione Roma-Unicredit:

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In seguito all'indiscrezione lanciata da Radiocor secondo la quale Unicredit sarebbe in forte pressing su Italpetroli per rientrare del debito di circa 280 milioni, laroma24.it ha contattato la dirigenza dell'area comunicazione della Banca di Piazza Cordusio:

E' vero, come alcune agenzie riportano, che Unicredit sta in un certo senso facendo del pressing sulla dirigenza giallorossa per rientrare del debito?
"Si, Unicredit si è stancata della fase di immobilismo di Italpetroli. Italpetroli non ci sembra abbia fatto granchè per mostrare almeno la buona volontà di rientrare del debito"
Il debito è di 277 milioni?
"Si aggira intorno a quella cifra"
E quale sarà la vostra strategia?
"Ci sono stati accordi disattesi e nessuna operazione, anche solo di buona volontà, per rientrare. Ora pretendiamo di ottenere le cifre dovute e in tempi ragionevoli".
Quindi un’offerta sulla Roma sarebbe gradita?
"E' uno degli asset, quindi si".
E spingereste per farla accettare?
"Se alla luce dei fatti fosse l’unica occasione di rientro, si".
Angelini si è fatto sentire con voi?
"Angelini si è mosso a tutto campo. Sappiamo che oltre a noi, ha contattato anche la famiglia Sensi".
L’offerta è di 130 milioni più 90 per il flottante?
"Non è lontana dalla cifra di cui siamo venuti a conoscenza. Ovviamente non ancora formalizzata".
Cosa è cambiato rispetto a poco più di un anno fa, quando la Roma sembrava vicino a passare di mano?
"La situazione dell’epoca era differente, come pure l’esposizione. Le scadenze erano state rispettate e la famiglia poteva ancora decidere di vendere altri asset e salvaguardare la Roma. Oggi sono cambiate un pò di cose. La famiglia Sensi venda quello che vuole, ma noi non aspettiamo più. Se in breve tempo riescono a vendere altri beni e tenersi la Roma, a noi non interessa. Se, invece, l’unica via d’uscita a breve termine, risulterà essere la cessione della Roma, allora la famiglia Sensi dovrà valutare concretamente questa opzione".
Mediobanca è favorevole all'ipotesi-Angelini?
"Con Mediobanca abbiamo solo rapporti di cordiale professionalità. Ci faranno le loro proposte e noi le vaglieremo. Ma dobbiamo rientrare del debito. Unicredit ha detto basta".
In conclusione: le vostre mosse?
"Quelle che abbiamo già detto: pressing costante e forte su Italpetroli per rientrare del debito in tempi brevi".

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Non basta dire pressing. Servira' fare di piu'. Unicredit non intende ancora restare con le mani in mano e nel tentativo di recuperare almeno una parte dell'ingente credito che ha nei confronti di Italpetroli, la holding della famiglia Sensi che controlla la As Roma, e' pronta a rivolgersi al Tribunale. Secondo quanto apprende MF-Dow Jones da fonti accreditate sarebbero pronti i documenti da presentare al giudice per il pignoramento di tutti gli asset della holding di casa Sensi, eccetto la As Roma.

Questa mossa servirebbe da un lato a tutelare gli interessi della banca dopo la ripetuta inottemperanza della famiglia Sensi nel pagamento del debito che ammonta a quasi 300 mln di euro. Dall'altro, spiegano le fonti, sarebbe un importante passo avanti per mettere pressione nei confronti dei Sensi anche per quel che riguarda il club. Sia i depositi di Civitavecchia che i terreni di Torrevecchia non potrebbero infatti insieme, qualora venissero ceduti, coprire l'intero ammontare del debito. Inoltre al momento, nonostante alcuni sondaggi fatti, non ci sarebbero acquirenti pronti a mettere sul tavolo i capitali
richiesti. La As Roma resta dunque l'asset principale di Italpetroli, quello piu' appetibile anche per eventuali acquirenti.

Per questo nelle passate settimane Unicredit aveva chiesto la nomina di un supermanager esterno in grado di valutarne la cessione. Richiesta rispedita al mittente da Mediobanca, advisor della famiglia Sensi. Ora pero', dopo il mese d'agosto il tempo e' scaduto. Nessun compromesso e' stato raggiunto. Per questo Unicredit passera' alle vie di fatto nelle prossime ore. Prima pignorando gli altri altri asset, poi procedendo alla ricerca di un possibile acquirente per la Roma.


[SM=x1496801]


04/09/2009 12:34
 
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Francesco Angelini vuole vederci chiaro. Il capo del colosso farmaceutico che produce la Tachipirina vorrebbe capire quali sono le "presunte" difficoltà che sarebbero affiorate nella trattativa per l’acquisizione della As Roma. Secondo alcune indiscrezioni, domani potrebbe essere il giorno giusto per l’incontro tra Angelini e Unicredit. L’imprenditore romano potrebbe incontrare i vertici dell’istituto bancario per pianificare i contenuti economici della proposta da formulare per l’acquisizione del club di Trigoria. Le cifre riferite lunedì da Romanews.eu (un totale di 240 milioni di euro Opa inclusa), potrebbero, però, subire delle variazioni. La settimana scorsa, infatti, Unicredit avrebbe chiesto ad Angelini di formulare un’offerta al rialzo. Un sacrificio, pare, da 30 milioni di euro, per un’offerta totale che arriverebbe a 270. Far lievitare l'offerta, in realtà, non rappresenterebbe un problema, ma Angelini in questo momento vorrebbe capire se esiste la reale volontà di cedere la Roma e di poter chiudere la trattativa in tempi normali. Una cifra, quella sopra citata, che sarebbe comunque ripartita tra le figure interessate all’operazione: Angelini (che si esporrebbe per 170 milioni) e Caltagirone per 100 milioni. Quest’ultimo, leader nell’edilizia ed editore dei quotidiani Il Messaggero e Il Mattino, a quanto sembra non nutrirebbe interessi verso il pacchetto di maggioranza della Roma. Potrebbe essere però interessato ad avere un ruolo di primissimo piano nella costruzione dello stadio di proprietà del club. Entro il mese di settembre, infatti, Caltagirone dovrebbe ricevere risposte dalla giunta del comune di Roma per quanto riguarda la concessione di alcuni terreni edificabili che ospiterebbe la realizzazione dell’impianto. Nel quadro che si sta delineando in queste ultime ore, con il pressing di Unicredit sulla famiglia Sensi (per rientrare del debito di 270 milioni) che sembra farsi sempre più serrato, l’iniziativa di Angelini cerca di trovare conferme tra le pieghe di una vicenda che ha donato non pochi colpi di scena.



13/09/2009 11:19
 
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L'Argonauta
Siena-Roma

Terminata l'era Spalletti da oggi inizia quella di Claudio Ranieri un romano de Roma.

Esperienza da allenatore direi molta avendo allenato anche squadre di spessore, ora si trovera' ad allenare in una piazza difficile soprattutto per i suoi tifosi calorosi, appassionati, che ogni domenica gremiscono l'Olimpico pronti a sostenere la loro squadra del cuore.

Cambiera' modulo quindi sono curioso di vedere come andra' gia' da oggi su un campo, quello del Siena, per niente facile.

Certo che dopo due giornate vedere 0 punti in classifica e' abbastanza demolarizzante per noi tifosi ma anche per i gicatori almeno quelli particolarmente legati ai colori giallorossi.

quindi speriamo di smuoverla.....di quanto... beh lo vedremo oggi pomeriggio [SM=x1272128]
13/09/2009 17:23
 
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L'Argonauta
fortuna che la classifica si e' mossa, e si fortuna perche' guardando il gioco espresso in campo direi che non c'e' da stare allegri, un primo tempo abbastanza osceno, squadra contratta che non riusciva a creare il minimo pericolo alla porta di Curci.
Il secondo iniziato piu' o meno sulla stessa falsa riga del primo ma con qualche avvisaglia di reazione che si e' finalizzata prima col gol di Mexes (ciullato da Maccarone al primo tempo che ha portato in vantaggio il Siena) poi con una fucilata su punizione di Riise.

C'e' ancora da lavorare molto, speriamo che questa boccata di ossigeno porti una carica di fiducia necessaria per migliorare le prestazioni in campo
07/12/2009 12:37
 
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Petardi, bombe carta, il rumore sordo dei lacrimogeni. E, poi, gesti, sfottò, esultanze forse fin troppo eccessive o stonate perché capaci di innescare risse da saloon quando sul derby sta per calare il sipario e Totti decide di sbeffeggiare i cugini con il pollice verso il basso della B. Roma e Lazio si sono fermate dopo i primi, confusi, assalti non appena onde di ultrà hanno cominciato a sfidarsi. Un black-out deciso dal rappresentante dell’ordine pubblico. Un messaggio fatto arrivare sull’auricolare del signor Rizzoli che ha fatto calare il sipario sulla sfida della tensione per otto minuti. «Ma perché non riprendiamo a giocare?», chiede Totti. «Ma quanto dobbiamo rimanere fermi», così Baronio. Niente da fare perché l’altoparlante dell’Olimpico resta in silenzio così come il gioco. Poi, il segnale: una voce dall’alto invita gli ultrà a smettere con il lancio dei petardi «altrimenti la partita verrà sospesa definitivamente».

A braccia alzate, alla fine, si ritroverà una Roma, ora, a un solo passo dal quarto posto. Una vittoria che arriva grazie al colpo magico del giocatore fra i più discussi perché Cassetti, per il popolo giallorosso, è quello che aprì la strada verso la rete a Diego quando il campionato era alla seconda tappa. «Ti amo...», adesso può urlare il difensore giallorosso alla moglie mentre Totti sbeffeggia i laziali indicando la strada della B e innescando il nuovo corto circuito finale.

Il derby era deragliato dopo appena 13’. Se il prologo alla sfida era vissuto sul rumore sordo dei lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine a due passi dal Tevere (incidenti continuati anche a notte fonda), è sui gradoni blu della tribuna a un niente dalla curva laziale che va in scena uno spettacolo che sembra riportare indietro l’orologio alle notti dove gli scontri avevano il sopravvento.

Uno, due, tre petardi: al diciottesimo botto (si sente anche il frastuono di qualche bomba carta) assordante l’Olimpico si ferma. Totti e Baronio, fascia di capitano al braccio, si stringono attorno al signor Rizzoli. Verdetto? L’arbitro viene invitato a fermare il gioco fino a quando i botti non cesseranno. Otto interminabili minuti. Otto minuti durante i quali sulla Capitale ricompare il fantasma del 21 marzo 2004, la notte della follia ultrà, la sera che mise in evidenza con tutta la forza mai mostrata il potere delle curve: in campo scesero tre ultrà giallorossi, un breve colloquio con Totti e il derby fu sospeso. Motivo? La falsa notizia di un bambino rimasto sotto le ruote di una macchina della polizia. La zona «calda», adesso, è occupata dai reparti antisommossa: sono loro il bersaglio del lancio di oggetti degli ultrà delle due squadre che cercano il contatto fra di loro. La dinamica degli incidenti è, stranamente, diversa da quella che infiammava i derby di Roma: stavolta l’alleanza fra le due tifoserie unite contro le forze dell’ordine regge, ma lascia spazio anche alla voglia di scontrarsi fra i più violenti delle opposte fazioni.

La notte alla rovescia dell’Olimpico finisce con un bollettino fatto di dieci fermati, ma, soprattutto, di un piccolo arsenale scoperto prima della gara: bulloni dentro ai bauli dei motorini e una bomba carta trovata sopra a un passo da una pompa di benzina. Poi, il rumore dei botti e il pallone che si ferma. Per otto minuti il derby fra i più deludenti degli ultimi anni è rimasto ostaggio degli ultrà. La partita? Il nulla per un’ora fino al palo di Zarate (Julio Sergio è miracoloso sull’assalto di Mauri) e all’acuto vincente del giocatore che non ti aspetti. E il gesto di Totti? «Ci vuole rispetto per gli avversari. Bisogna saper vincere, è quello che gli ho detto. La sua reazione? Totti ha capito di aver esagerato e ci ha chiesto scusa», così il capitano della Lazio, Baronio. La truppa di Lotito esce a testa alta, Ballardini resta a rischio.
07/12/2009 18:23
 
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L'Argonauta
della parita c'e' poco da dire di uno squallore unico, uno dei peggiori derby giocati a mia memoria.
rimane solo la soddisfazione, come simpatizzante, di averlo vinto con un colpo di fortuna grazie a quella sega di Cassetti perche' a prescindere rimane sempre una emerita sega.
La nota positiva...quella di aver trovato un portiere che, non solo in questa partita, ha dimostrato di essere veramente bravo. [SM=x1539166] speriamo di non essere smentito domenica prossima a Genova contro la Samp partita importante ai fini della qualificazione champion che rimane l'obiettivo della Societa'.....

riguardo alle intemperanze dei soliti idioti, che dire, spero che qualcuno venga preso e bastonato come si deve tanto per dare un esempio....imbecilli
21/12/2009 14:11
 
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L'Argonauta
mah che dire....sono contento di essermi sbagliato, almeno per ora, del fatto che la Magica e' riuscita ad arrivare ad occupare la quarta posizione insieme al Parma batturo 2-0 proprio nella sfida di domenica, mi sembra un sogno....ora con le feste di mezzo mi auguro che questo sogno, alla ripresa del campionato, non si trasformi in un incubo [SM=x1272147] ...
12/02/2010 17:57
 
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Claudio Ranieri, complimenti per la Roma, ma come la mette con l'Inter a +9?
"Non mi faccio coinvolgere nell'emotività. L'Inter ha un altro passo: ha investito negli anni, ora investe e raccoglie bene, e ripetersi non è facile. La Roma fa contenta la gente, in mezzora finiscono i biglietti per Firenze, si sogna: ma non abbiamo fatto nulla. Se saremo tra le prime 3 festeggerò, prima no. Penso a Palermo, Coppa Italia ed Europa League: lavorare e mantenere l'equilibrio dunque. Spesso chiedo ai ragazzi: ricordate le bombe carta dentro Trigoria alle due di notte?"
Una vita lontano da Roma.
"Partii 35 anni fa. Non mi pare vero lavorare dove vivo, anche se al mattino esco e ci metto un'ora a venire a Trigoria".
All'estero era "romano all'estero"?
"No di volta in volta spagnolo o inglese. A Londra ho casa. Fuori diventi anche un po' più italiano, però sono diventato pure un tecnico internazionale".
Eppure dicono: Ranieri "romano e romanista".
"Vero, ma anche un po' riduttivo".
Totti? Ranieri non guarda in faccia nessuno?
"Il rapporto va oltre allenatore-giocatore. C'è feeling, basta un'occhiata. E' un giocatore eccezionale, sa che quando non sta bene non può fare il vero Totti, dopo tanti infortuni va gestito. Sa che scelgo per il suo bene".
Bella rivincita la sua dopo l'esonero alla Juve.
"A me le cose non andarono male. Due stagioni magnifiche, ero amareggiato perché qualcuno non ha saputo riconoscere il mio lavoro. Ma forse ora l'avrà riconosciuto..."
Tornerebbe all'estero?
"Voglio rimanere a Roma a lungo, pianificare, vedi Okaka al Fulham per crescere. Sono sensibile: quando capirò che è arrivata l'ora toglierò il disturbo. L'estero mi affascina sempre".

Si è parlato anche di nazionale italiana.
"Prima di chiudere vorrei allenare una nazionale. Ma ora c'è la Roma, non è il momento".
Una fortuna l'esonero della Juve...
"Quando si chiude una porta magari si apre un portone, non pensavo fosse quello di San Pietro".
Alla Juve volevano vincere subito, impossibile?
"A me parlarono di 5 anni, il primo forse illuse tutti".
A Roma dicono scudetto in 2-3 anni.
"Sarebbe un guaio non sognare. Poi c'è la realtà. La forza dei soldi è importante. Vincere è questione di forza economica e dettagli: essere furbi, estrarre il 100% da tutto. Se approvassero la norma Platini e cioè non spendere più di quanto si incassa, la Roma sarebbe già attrezzata".
L'allenatore è spesso un santone, il suo amico Mourinho è molto diverso da lei.
"Mah, io credo che devi curare tutto e avere feeling con lo spogliatoio: se ce l'hai guadagni il 10-20%. Non esistono i calciatori che ti giocano contro, il guaio è la mancanza di feeling. Mai trovato un giocatore che parli male di Mourinho, anzi. Significa che c'è un Mourinho nello spogliatoio e un altro mediatico. E' stato chiamato per vincere la Champions ma anche rivincere lo scudetto non è facile. Mancini è stato bravo a dare all'Inter l'organizzazione vincente, Mou bravo a continuare".

Lui uno show in panchina, lei tranquillo e sempre in piedi.
"Questione di carattere. Mai seduto in panchina io, sto lì davanti perché così partecipo al gioco. Per me la panchina non scotta mai..."
Vigor Lametia, Campania, Cagliari: rivendica la gavetta.
"I big in C non andavano, portai il Cagliari fino alla A. Come ex buon giocatore di A ma non un campione, la gavetta ho dovuto farla per forza. Ma non ho invidia per chi la gavetta, come Mancini, Guardiola, Ferrara, Leonardo non l'ha fatta: erano campioni, giusto avessero la possibilità".
Il simbolo della nuova Roma è Julio Sergio il terzo portiere che diventa protagonista. Perrotta, Taddei & C sono rinati.
"Julio Sergio aveva già esordito con Spalletti, io vidi solo che i gol presi non erano colpa sua. Il rilancio non è merito mio, ma dei giocatori che non hanno mollato. Sanno che mi accorgo se uno merita il posto".
Si diceva: Ranieri fa il 4-4-2, ma non si è visto.
"Al Cagliari, 20 anni fa, passavo da zona a uomo nella stessa gara. Il modulo vincente non esiste. Al Napoli non stravolsi certo il modulo previsto per Maradona. Zola dietro le punte e via".

Si dice: la Roma ha vinto tanto, prima o poi...
"Non me ne frega niente. I risultati vanno messi da parte: l'importante è fare tutto il possibile per prepararti e per vincere la partita. Se hai questa mentalità la sconfitta non ti sconvolge".
Si dice: Roma fortunata.
"Ben venga. Barzelletta? Un disgraziato va sempre in chiesa a pregare per vincere alla lotteria. Alla decima volta sente: io ti farei vincere pure, ma almeno compra il biglietto!"
Stress?
"Sono equilibrato, ne soffro poco. Vengo qui al mattino, lavoro, allenamento, riunioni, se ho partite in dvd le vedo qui per stare concentrato, ma niente lavoro e stress a casa".
Italia, Spagna, Inghilterra: il posto migliore per allenare?
"Per me l'Inghilterra. Abramovich non l'ho quasi mai visto, avevo 3 anni di contratto e dopo 15 mesi me ne fece uno da 5 anni".
Negli anni '90 il Valencia le cambiò la vita.
"Ero un allenatore all'italiana, non pensavo di diventare uno zingaro del calcio internazionale. Per la mia famiglia fu dura, mia moglie faceva avanti e indietro dall'Italia".
Fino a che età continuerà?
"Fino a quando mi divertirò e conserverò un buon rapporto con i giocatori. Ammiro la vitalità del Trap. Mou ha detto che ho 70 anni, per cui mi tocca arrivarci no?"
Degli allenatori che ha avuto a quale somiglia?
"A nessuno e a tutti. Ho avuto Herrera, Scopigno, Liedholm e altri. Il più grande il Mago: avanti anni luce, voleva una velocità pazzesca, ti fulminava se solo correvi male. Darebbe filo da torcere pure oggi".
Allenatore padre-padrone.
"Allenatori diversi da oggi. Ma in Inghilterra il coach è padre-padrone: decide su tutto, stabilisce il futuro, segna le carriere. Ferguson ha messo anni a diventare un grande. Ora capita che vada al campo e nemmeno alleni perché ha altro da fare: però controlla tutto dall'ufficio con i finestroni sui campi".
Anche Ranieri era così in Inghilterra?
"No. Mai voluto maneggiare soldi".
Ora ce ne sono tanti di tecnici italiani in Inghilterra.
"E' la scuola migliore, gli italiani hanno una cultura "giapponese" del lavoro. Però prima eravamo tutti mammoni..." (12 febbraio 2010)
17/02/2010 16:33
 
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Da ripudiato, quando mancavano due giri dalla fine, Claudio Ranieri s’è trasformato in un rimpianto, o comunque in un tecnico da ammirare, almeno per una fetta di gente bianconera: «Mi arrivano molte lettere e messaggi di tifosi juventini, altri mi fermano per ringraziarmi, e non può che farmi piacere». Prodigio per aver portato la Roma lassù, subito dietro l’Inter («di un altro pianeta»), con la Juve laggiù. Sei mesi pazzeschi, passando dai petardi dentro Trigoria a venti partite senza sconfitte, come Fabio Capello. Del record, dice che non gli importa, piuttosto vuol camminare in Europa League, domani sera, ad Atene.

Claudio Ranieri, più bravo lei o i giocatori?
«I giocatori, senza dubbio, sono loro il pezzo importante».

Non esageriamo: qualcosina conterà pure il tecnico.
«Conta il feeling che hai con la squadra, e la fiducia che ottieni. E poi, come sempre, un pizzico di fortuna».

Striscia da imbattuto come Capello: ci pensa al record?
«Mai, davvero. Penso a domani sera, ad Atene. Per andare avanti in Europa League».

Non era una coppetta?
«Chiamarla così sarebbe un errore. E gli italiani dovrebbero imparare ad essere un po’ meno snob. Basta dare un’occhiata alla lista delle squadre: è una Coppa Uefa? E poi dobbiamo andare avanti, noi italiane, per il bene del nostro calcio».

Se la giocherà senza Totti.
«Ha un virus che sta girando: stavolta è toccato a Francesco».

A Firenze il virus fu lei, e a volte lo fu per Del Piero: come si fa a tenere fuori il capitano?
«Prima di tutto viene la squadra, e lo dico sempre nello spogliatoio. So che i giocatori non si leverebbero mai, ma per questo esiste l’allenatore».

Domenica sera è andato a cena fuori come aveva promesso?
(sorride) «Sì. Avevo già preso un impegno».

Mourinho se l’è presa con la Juve.
«C’è un Mourinho mediatico e uno da spogliatoio: e dev’essere bravo, perché non ho mai sentito un giocatore parlar male di lui».

Mourinho o Bettega?
«Per carità, non ci entro».

A lei Mou diede del settantenne.
(sorriso). «Deve stare attento, perché stanno venendo i capelli bianchi anche a lui».

Quanti favori arbitrali arrivano stando sulla panchina della Juve?
«Non cambia nulla. Gli arbitri fanno errori, come tutti gli uomini, in un senso o nell’altro».

Del Piero sleale, dice Preziosi.
«E sbaglia: lo conosco e l’ho allenato. Forse, però, quella caduta l’ha un po’ accentuata».

La Juve è ancora un’avversaria per la Champions?
«Certo. Si riprenderà».

Tocca a Zaccheroni.
«Ha fatto la gavetta, come me. Non capisco perché uno così bravo fosse fuori da tanto».

Juve più forte delle sue?
«Decide il feeling che si crea: e forse quest’anno non s’era formato. Ma non vorrei parlare di cose che non conosco».

Juve-Roma 1-2: ha dimostrato il suo valore?
«Mi arrivano lettere e messaggi di tifosi juventini, c’è chi mi ferma per la strada: magari si sono ricreduti anche altri».

Ribery, Diego, Xabi Alonso, Poulsen: dove iniziò il divorzio?
«Non voglio fare polemiche, davvero. E vorrei fosse scritto chiaro. Tutti i giocatori che sono arrivati o che andarono via dalla Juve lo fecero con l’unanimità di consensi. Se poi alcuni giornali se la presero con me perché ero l’unico uomo di calcio, va benissimo».

Una foto che s’è tenuto di quei due anni?
«Tante. La prima stagione, sorprendente, e la seconda, quando trovammo la compattezza in mezzo alla tempesta. E le vittorie contro il Real Madrid, a Torino e al Bernabeu».

Un giocatore da portarsi ovunque?
«Lasciando stare Gigi (Buffon, ndr), che è un fenomeno, dico Chiellini: anche per il carattere».

Una delusione?
«Da Chiellini. Pensavo mi telefonasse, dopo l’esonero: lo fecero tanti suoi compagni, non lui. Forse era troppo deluso, lui è uno che ci tiene».

Scudetto è una parola messa al bando?
«Sì, non ne parliamo mai, neppure nello spogliatoio».

Disse che per vincere alla lotteria bisogna comunque comprare il biglietto.
«Vero. Però l’Inter è di un altro pianeta. Noi non dobbiamo sbagliare nulla, loro quasi tutto».

Inter prima, Roma seconda: dica le altre due.
«Mi basta così».
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09/03/2010 20:03
 
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"C'è stata un'occasione importante in cui potevo arrivare al Real Madrid. Non ho detto no, anzi all'inizio ho detto si". Confessione di un capitano. C'è sempre una tentazione nella vita di un calciatore, anche per quelli come Francesco Totti che giurano amore eterno alla propria squadra. Il capitano giallorosso, infatti, era a un passo dal vestire la maglia delle Merengue. Lo ha confessato lo stesso giocatore capitolino in un'intervista all'emittente francese 'Canal+'. "In quel momento avevo dei problemi con il club, però poi si sono risolti e le cose sono cambiate". Della trattativa era a conoscenza anche la bandiera del Real, Raul. "Sembrava potesse arrivare", conferma la bandiera del Real Madrid, "poi però le cose non sono andate così. Sarei stato onorato di giocare con lui, perché è stato uno dei migliori giocatori della storia. A qualsiasi squadra sarebbe piaciuto averlo nelle sue fila".

LO SCUDETTO DEL 2001 - Nell'intervista, però, Totti parla anche della sua Roma e del momento più bello vissuto nella capitale. "Il momento più bella della mia carriera penso sia stato il 2001, quando abbiamo vinto lo scudetto. Era un sogno che avevo da quando ero bambino e che sono riuscito a realizzare, anche perché come ho sempre detto vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci da un'altra parte in Italia. Quando sei giovane pensi e speri di calpestare il prato dell'Olimpico, però era più un sogno che la realtà - prosegue il numero 10 -. A Roma si amplifica un po' tutto. Erano vent'anni che non si vinceva un titolo e quando l'abbiamo fatto è scoppiato il delirio. La gente diventa pazza, non capisce più niente, farebbe qualsiasi cosa per questi colori".

RITORNO IN AZZURRO - Poi il pensiero corre al Mondiale in Sudafrica e a un suo possibile ritorno in nazionale. "Tornare in azzurro? Non lo so, perché ancora non ne ho parlato con il mister e poi dovrò valutare la mia condizione fisica. E poi bisogna vedere se il gruppo mi vuole - ammette Totti che poi ricorda le emozioni provate a Berlino nella finale vinta con la Francia -. Alzare la Coppa del Mondo è stata una delle sensazioni più belle in assoluto. Anche perché quando alzavo la Coppa del Mondo verso i tifosi dell'Italia lo facevo perché lì c'era mio figlio Christian. Allora aveva sette mesi ed era la prima volta che mi veniva a vedere e perciò ho pensato che era doveroso alzarla verso di lui".
23/03/2010 14:56
 
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«È giusto che i tifosi sognino, ma noi rimaniamo con i piedi per terra. L’Inter è favorita. L’altro contendente è il Milan. Loro due se la giocano». La Roma di Claudio Ranieri è terza in classifica a 4 punti dall’Inter capolista e a 3 dal Milan. Il tecnico giallorosso, nonostante i numeri, non vuole sentir parlare di scudetto. «Io voglio vincere domani, il resto sono chiacchiere», dice alla vigilia della sfida in programma domani sul campo del Bologna. «L’euforia dell’ambiente ci fa piacere, ma noi sappiamo che ogni partita è difficile. In tutto il mondo si fanno le tabelle: non si indicano mai le sconfitte...», aggiunge Ranieri. Il tricolore è tornato ad essere un obiettivo dopo la vittoria per 4-2 ottenuta sabato contro l’Udinese: il successo ha consentito alla Roma di ridurre il gap rispetto alle milanesi.

«Se perdiamo, addio sogni gloria. Se vinciamo, riecco lo scudetto. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro e rimanere concentrati contro il Bologna», ripete Ranieri mantenendo un proflio basso. Al comando del campionato, dice, c’è una squadra in forma che non dà segni di evidente cedimento. «L’Inter sta bene, altrimenti non avrebbe fatto una partita come quella che ha fatto a Londra contro il Chelsea», afferma Ranieri. La prudenza non impedisce al tecnico di evidenziare i progressi compiuti dalla sua Roma rispetto all’inizio della stagione. In campionato, i giallorossi non perdono da 19 partite: un girone intero, iniziato proprio con una vittoria sul Bologna.

Contro l'Inter potrebbe rientrare Totti
«Cos’è cambiato? È cambiata completamente la Roma, non abbiamo più perso. Prima non sfruttavamo le occasioni e venivamo giustiziati ad ogni errore. La squadra ha cominciato ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità ed è cresciuta», dice l’allenatore. «La Roma -aggiunge- non si è mai guardata alle spalle. Quando sono arrivato eravamo a pochi punti dalla zona Champions e alla zona retrocessione».

Sabato, all’Olimpico, è in programma la sfida con l’Inter: tra pochi giorni, la classifica avrà un volto più definito. All’appuntamento fondamentale, la Roma potrebbe presentarsi con Francesco Totti. «Questa settimana ha svolto una parte del lavoro con il gruppo e una parte da solo, secondo un programma specifico. L’importante è che risca a migliorare giorno per giorno», dice Ranieri fotografando la situazione del capitano senza però indicare la data del rientro. «Bisogna che si alleni. Per molti giorni ha svolto solo allenamento differenziato. Adesso la rifinitura è molto blanda e lui può lavorare. Certo, se arrivano anche i pezzi da 90 che ci danno una mano è meglio», aggiunge il tecnico. Si rischia di trascurare l’avversario di turno: «Il Bologna ha cominciato male il campionato, poi si è ripreso alla grande. È un avversario molto pericoloso, può contare su molti giocatori in ottime condizioni di forma. Siamo molto concentrati, dobbiamo interpretare molto bene la partita sapendo che il Bologna proverò ad attirarci per ripartire in contropiede».
24/03/2010 19:40
 
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Davvero un bel campionato la Roma,chissa se qualcuno rimpiange Ranieri?
12/04/2010 20:45
 
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Rumbero Major
Ora e' anche prima in classifica..... [SM=x1539166]
Il vecchio bebone mi ha scritto che per scaramanzia si ferma a cuba sino alla fine del campionato..... [SM=x1543714] [SM=x1543497]

La palestina tiene dinero y ya no es cualquiera
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Tu tranquilo....que yo controlo....
12/04/2010 21:21
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Re:
Buenavista, 24/03/2010 19.40:

Davvero un bel campionato la Roma,chissa se qualcuno rimpiange Ranieri?



Io sicuramente no.



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12/04/2010 21:49
 
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Bebone starà bevendo ron a fiumi per festeggiare la sua Maggica.
[SM=x1496805]

Gli uomini buoni vanno in Paradiso, quelli cattivi a Patong
02/05/2010 11:31
 
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L'Argonauta


bene,bene....ieri anche se a fatica la mia Magica e' riuscita a fare il suo dovere [SM=x1272128] riportandosi, momentaneamente, in testa alla classifica.....ora non rimane che aspettare Lazio-Inter di questa sera partita che naturalmente non posso perdermi... [SM=x1272152] .....visto mai che i "cari cuginetti", ma solo per oggi
[SM=x1543380] , non riescono a farci un regalino [SM=x1543368] ..

In attesa mi faccio un giro in web per vedere se trovo un [SM=x1495868] per giugno a prezzi decenti [SM=x1272156]
02/05/2010 23:12
 
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L'Argonauta

capisco che un derby e' una partita a parte e l'agonismo aumenta in maniera espodenziale, ma da qui a fare una partita senza il minimo impegno e' a dir poco antisportivo per non dire altro....riguardo ai tifosi laziali non vale la pena parlarne.

Ho sentito vari commenti e tutti hanno considerato il modo di giocare dei biancoazzurri poco sportivo....anche l'allenatore in seconda intervistato non sapeva cosa rispondere....

Ma cosi' va il calcio.....a questo punto .....non mi rimane che ringraziare comunque la Roma e i suoi giocatori per quanto hanno fatto, se me lo avessero detto a gennaio non avrei scommesso un euro anche per la qualificazone in champion...quindi

Speriamo almeno di poter vincere la Coppa Italia...

GRAZIE MAGICA [SM=x1539166] [SM=x1539166]


03/05/2010 09:44
 
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O' rapace
fino a ieri sera in tutte le partite, ho visto squadre metterci l'impegno anche se demotivate (chievo, parma, cagliari)

la lazio è stata penosa
03/05/2010 09:53
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Re:
trophies, 03/05/2010 9.44:

fino a ieri sera in tutte le partite, ho visto squadre metterci l'impegno anche se demotivate (chievo, parma, cagliari)

la lazio è stata penosa



Ha giocato mezz'ora, poi ha cominciato a far fare tutto quello che voleva all'Inter. Tre o quattro situazioni al limite dell'area laziale sono state piuttosto evidenti a riguardo. Questo nel finale del primo tempo. Il secondo non l'ho quasi visto, non era necessario. Però di questa cosa non ha certo colpa l'Inter che ha fatto la sua partita.

Finchè i tifosi comanderanno le società di calcio sarà sempre così. Forse con Reja in panchina la cosa sarebbe stata un poco differente. Solo un poco. Alla fine credo che i giocatori pensino in primis al loro culo e vogliano dormire in pace la notte.

Forse solo se l'Atalanta avesse sconfitto il Bologna si sarebbe vista una partita normale. Questo solo perchè una parte dei tifosi della Lazio avrebbe preferito non perdere per non rischiare la B.

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03/05/2010 10:44
 
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O' rapace
Clima surreale dopo il gol dell'Inter all'Olimpico contro la Lazio. Dopo la rete dei nerazzurri i tifosi biancocelesti hanno festiggiato. Sulle tribune è spuntato anche uno striscione ironico: "Oh nooooo" nei confronti della Roma. Dalla curva Nord, 'covo' della passione laziale, si è levato un coro "se vincete ve menamo", ripetuto più volte all'indirizzo di Baronio e compagni. 'Scansamose', era un altro striscione apparso alla metà del primo tempo.


I tifosi della Lazio hanno poi esposto uno striscione a favore del tecnico dell'Inter che recitava: "Mourinho uomo vero in un calcio finto". Un gesto apprezzato dal portoghese che ha ringraziato con un cenno i sostenitori biancocelesti. Non sono mancati anche cori di reciproco sostegno da parte delle due curve che stanno confermando il gemellaggio molto stretto degli ultimi anni: se quella laziale ha intonato più volte cori a favore di Mourinho, quella nerazzurra ha ricambiato intonando insulti nei confronti del presidente biancoceleste, Claudio Lotito, e gridando "A Roma c'è solo la Lazio".

03/05/2010 16:30
 
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XXX Files Investigator
Re:
beboroma, 02/05/2010 11.31:



bene,bene....ieri anche se a fatica la mia Magica e' riuscita a fare il suo dovere [[SM=x1272156]



A dire il vero il suo dovere lo ha fatto ampiamente Rocchi, che è riuscito a falsare una partita che avreste faticato a pareggiare.....
ma tant'è......avevato pianto tutta la settimana....

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