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NOTIZIE SUI NOSTRI AMICI ANIMALI

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2009 07:17
20/11/2008 23:50
 
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Si chiamano Gino, Nanà e Heidi e sono tre cagnolini fortunati. Perchè? Semplicemente perché sono vivi. E da qualche tempo sono affidati alle cure dei volontari della Lega anti-vivisezione (Lav) che presto troveranno loro anche delle famiglie che li possano accogliere in casa. La stessa fortuna non tocca però a decine di migliaia di cani e gatti nati in «cucciolifici» più o meno legali collocati da qualche parte in Paesi dell'Est europeo, strappati alla madre in tenerissima età e costretti a 30/40 giorni di vita a subire lo stress di un lungo viaggio attraverso varie nazioni, rinchiusi in scatole di cartone e gabbiette stipate nei bagagliai delle auto o nel cassone di un furgone, per essere poi messi in vendita in negozi o sulle bancarelle di fiere e mercati in Italia, Francia, Spagna e Belgio. Una sorte già di per sè triste che però non riguarda tutti: si calcola infatti che circa il 50 per cento dei piccoli clandestini muoia durante il tragitto o subito dopo l'arrivo a destinazione.


Heidi, l'esemplare di Westy salvato dalla Forestale e ora accudito dalla Lav (Ap)
BUSINESS MILIONARIO - La denuncia di questa vera e propria «tratta» arriva dalla stessa Lav, che alla vigilia di una grande mobilitazione a sostegno di nuovi interventi legislativi contro questi viaggi della vergogna, ha deciso di utilizzare Gino, Nanà e Heidi - rispettivamente un Carlino, un Jack Russel e un West Highland, tre bellissimi quattrozampe provenienti dall'Ungheria e recuperati dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato - come testimonial di questa nuova battaglia contro lo sfruttamento degli animali. Uno sfruttamento alquanto redditizio stando alle stime sul business delle importazioni che parlano di un giro d'affari di circa 300 milioni di euro. Come si arriva a queste cifre è presto detto: un cucciolo straniero sui mercati occidentali varrebbe assai poco, non essendoci molte garanzie sulla qualità dei processi di allevamento, sulla purezza della razza, sul rispetto delle procedure igieniche e sanitarie. E' tuttavia sufficiente qualche piccola contraffazione ai documenti per dare immediatamente al cane o al gatto una «cittadinanza» italiana, moltiplicandone così il valore anche di venti volte.

CONTROLLI INSUFFICIENTI - L'importazione dei cuccioli, secondo quanto accertato in diverse occasioni dalle forze dell'ordine (significativa l'operazione «Black dog» condotta dal Nucleo di Polizia tributaria di Bologna, che ha portato alla luce il coinvolgimento di circa 70 mila animali introdotti illegalmente in Italia in un arco di cinque anni) avviene sostanzialmente sfruttando alcune falle nei sistemi di controllo e contando su un'organizzazione capillare dei trafficanti che coinvolge allevatori, trasportatori, veterinari e negozianti. Proprio tra i commercianti regolari è stato infatti accertato esservi molti dei committenti di questi traffici.

I «CUCCIOLIFICI» - La filiera ha inizio solitamente in qualche abitazione di campagna, dove alcuni esemplari di cane o di gatto vengono costretti a riprodursi a ciclo praticamente continuo in allevamenti cosiddetti amatoriali o a conduzione famigliare. Le madri di queste cucciolate sono custodite generalmente in spazi angusti, impossibilitate a muoversi, alimentate a sufficienza giusto per consentire loro di portare avanti le gravidanze. Tutti i cuccioli vengono poi trasferiti a centri di raccolta dove veterinari locali li visitano, applicano loro il microchip e li dotano dei documenti per il trasporto. Poi inizia il viaggio vero e proprio, spesso a bordo di veicoli non autorizzati, come appunto le auto o i piccoli furgoni non attrezzati per gli spostamenti di animali. E una volta in Italia sono pronti per essere commercializzati.

DA «CLANDESTINO» A «ITALIANO» - Qualcuno viene venduto come cane o gatto «straniero», a prezzi molto concorrenziali rispetto agli animali provenienti dagli allevamenti italiani che rispettano i protocolli dell'Enci e che sono soggetti a maggiori controlli; altri vengono invece «naturalizzati» mediante la contraffazione dei documenti e trasformati come d'incanto in cuccioli di provenienza nostrana. Un passaggio in più che comporta maggiori rischi dal punto di vista penale, in virtù dei certificati taroccati, ma anche maggiori possibilità di guadagno. Basti pensare che, come riporta un dossier della Lav, «un cane di razza di origine ungherese può essere venduto a 200 euro; un cane della stessa razza di origine italiana ha un valore sul mercato compreso tra i 500 e i 1.500 euro». I negozianti, invece, li acquistano ad un prezzo medio di circa 60 euro: tutto il resto è dunque guadagno.

RISCHIO MALATTIE - Non è però soltanto una questione di nazionalità. Indipendentemente dalla provenienza e dalla purezza della razza, che a volte viene certificata anche da pedigree che come tutto il resto sono a loro volta contraffattii, lo stress fisico e psicologico a cui sono sottoposti questi animali tolti alle madri prima dell'avvenuto svezzamento, e l'impossibilità di somministrare loro le adeguate vaccinazioni, fa sì che questi acqusiti si rivelino in fin dei conti anche dei pessimi affari: non è raro, infatti, che essendo animali deboli sviluppino malattie quali cimurro, endoparassitosi, micosi, parvovirosi e rogna, come emerge anche dai resoconti della Fnovi, la Federazione nazionale dell'ordine dei medici veterinari italiani. Numerosi veterinari - fanno notare i curatori del dossier - hanno espresso il loro allarme per la ricomparsa di malattie che si pensavano ormai sconfitte nel nostro Paese, come appunto il cimurro o la rabbia, quest'ultima pericolosa anche per l'uomo.

LE RAZZE PIE' GETTONATE - Quanto alle razze, la più soggette all'importazione clandestina sono il Carlino, lo Shi-tsu, il West Higlands Terrier, il Beagle. Ma solo perché sono tra le più richieste: in realtà le cosiddette «Puppy Mills» sono in grado all'occorrenza di sfornare cuccioli di ogni tipo, per assecondare le mode e le richieste del mercato. «Per fermare questo scempio - dice Gianluca Felicetti, presidente della Lav - occorre rafforzare le forze di polizia addette ai controlli e fare in modo che vengano emessi ordinanze e regolamenti comunali contro le mostre di animali e il loro commercio ambulante, dove possono facilmente celarsi i cuccioli importati illegalmente». La petizione della Lav, che sabato 29 e domenica 30 novembre sarà possibile firmare in centinaia di piazze italiane, va proprio in questa direzione. «Coloro che sono disposti a spendere del denaro per acquistare un cane o un gatto - fa notare Ilaria Innocenti, del settore cane e gatti dell'associazione animalista - potrebbero invece riflettere sull'utilità di adottare, peraltro gratuitamente, un animale in un canile».

21/11/2008 00:07
 
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Proseguiamo la nostra piccola battaglia in favore degli animali su questo topic che restera' in evidenza [SM=x1543490] [SM=x1272125] [SM=x1272153]
21/11/2008 00:30
 
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[SM=x1543054]
21/11/2008 08:56
 
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Salsa Picante
«Coloro che sono disposti a spendere del denaro per acquistare un cane o un gatto - fa notare Ilaria Innocenti, del settore cane e gatti dell'associazione animalista - potrebbero invece riflettere sull'utilità di adottare, peraltro gratuitamente, un animale in un canile».


Infatti... e cmq è una vergogna.... anche su internet vendono questi poveri cuccioli.
21/11/2008 12:24
 
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Re:
barbi., 21/11/2008 8.56:

«Coloro che sono disposti a spendere del denaro per acquistare un cane o un gatto - fa notare Ilaria Innocenti, del settore cane e gatti dell'associazione animalista - potrebbero invece riflettere sull'utilità di adottare, peraltro gratuitamente, un animale in un canile».



Infatti... e cmq è una vergogna.... anche su internet vendono questi poveri cuccioli.




VERO e' davvero una porcheria.
[Modificato da aston villa 24/11/2008 14:26]
24/11/2008 11:06
 
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Salsa Picante
Austria, arriva il «cane da ufficio»

Una patente conseguita dall'animale dopo un corso ne certificherà la possibilità di stare al lavoro con il padroneVIENNA

(AUSTRIA) - I padroni di cani si trovano spesso davanti a un problema - dove lasciare l'amico a quattro zampe mentre si è al lavoro?
STUDI - Ci segue ovunque ed è il miglior amico dell'uomo. In Austria ben presto potrà persino condividere le ore di lavoro col suo padrone: corsi speciali insegnano a cane e padrone il "giusto comportamento da ufficio". Ma quanto è saggia la scelta di portare il nostro amico sul posto di lavoro? Studi internazionali dimostrano già che i cani, se ci accompagnano in ufficio, rendono più armoniche le relazioni di lavoro incentivando la produttività e la serenità generale dell'ufficio. «All'interno delle aziende più grandi, dove sono ammessi i cani, è stato riscontrato un minore tasso di ammalati tra i dipendenti, e c'è molto meno mobbing», ha spiegato all'emittente ORF Wien l'ideatrice dell'iniziativa Gabi Glaser dell'associazione «Special Animals». La sola presenza degli animali nei luoghi di lavoro riduce lo stress, le situazioni di conflitto tra le persone ed aumenta di conseguenza la soddisfazione ed il dialogo. «In una scuola, per esempio, il cane è in grado di tranquilizzare il bambino arrabbiato o agitato, semplicemente mettendosi davanti a lui e facendosi accarezzare», spiega Glaser. Non a caso si impiega l'animale come co-terapeuta anche in alcuni ospedali e nei centri per anziani. Da qui l'idea di preparalo anche per l'ufficio.

TEST AL CANE - Il cane (a partire dal sesto mese di età) viene quindi messo di fronte a diverse situazioni. In fin dei conti, pure il Fido deve poter sentirsi bene in un ufficio. Il quadrupede impara così a controllare le sue fobie davanti a determinati stimoli, quali per esempio forti rumori o impulsi ottici. Un test comportamentale certifica poi se il quattrozampe è pronto per stare sul luogo di lavoro; se rimane tranquillo e mansueto, magari accucciato sotto la scrivania, anche in situazioni di stress e senza dare problemi.

TEST AL PADRONE - Durante il corso, che si compone di una prova scritta e di prove pratiche, il proprietario dovrà dimostrare di conoscere le principali esigenze del cane, il suo comportamento e le leggi in vigore sulla condotta. La prova pratica serve a dimostrare non solo il feeling proprietario/cane ma anche a capire i segnali che il cane lancia al padrone in determinate situazioni. Uno speciale certificato garantisce infine l'idoneità del cane a frequentare l'ufficio col suo padrone. Ultimo ostacolo a questo punto: convincere il capoufficio o il datore di lavoro.

PATENTE - Vienna è sempre più una città a misura di cane: due anni fa è stato introdotto il "Wiener Hundeführschein", ovvero "una "patente" per condurre i cani. L'esame, facoltativo, per i padroni e i loro amici a quattro zampe prevede prove scritte e pratiche. Tra l'altro viene testato anche il buonsenso del padrone in specifiche situazioni, come per esempio evitare di prendere un tram troppo affollato con il quadrupede e aspettare il successivo. «Rendere meno conflittuale la convivenza tra uomo e cane in città», è il leitmotiv che accompagna l'iniziativa.


[Modificato da barbi. 24/11/2008 11:06]
29/11/2008 19:24
 
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Allucinante

Lo studio veterinario del dottor G., specialista, è in una traversa di un grande corso, Barriera Milano. Due vetrine a livello marciapiede. Una linda sala d'attesa, con i poster, le sedie di plastica e, a fianco, la porta di vetro opaco blu che dà allo studio. L'atmosfera è accogliente, orario dalle 8 alle 20.30. Negli ultimi mesi il dottore è diventato triste. Preoccupato.
La crisi si fa sentire anche in questi studi dove, una volta, c'era la coda per la tosse del gatto, troppo insistente, o per le ipocondrie del cagnolino di casa, pronto per essere dirottato a esperti del comportamento. Costosi quanto uno psichiatra.

I medici hanno regole precise. Sono vincolati dal segreto. «Da qualche tempo vengono qui tante persone. Portano i loro animali, non sempre vecchi, non sempre malati. E mi dicono: “Dottore, ci pensi lei... lo sopprima... Noi non possiamo più mantenerlo. Il cibo costa, le sue visite, che sono necessarie, per carità, 35 euro ogni volta, le medicine hanno prezzi altissimi”». Soggetti che non dovrebbero essere affatto abbattuti: «Mi guardano con i loro occhi innocenti, lo so, sono un medico, sembra che sia diventato matto come il dottor Dolittle, sembra capiscano che è stata la loro ultima passeggiata». Il costo di due iniezioni, più il piccolo extra dello «smaltimento», nelle discariche autorizzate. «Io cerco di convincerli a cambiare idea. Qualcuno fa il buonista: «“Io non lo posso tenere. Gli voglio bene ed è per questo che lei lo deve uccidere. Non posso immaginarlo in un canile. Soffrirei troppo, lo avevamo pagato anche caro e poi il cibo. Quello di qualità costa anche 10 euro al giorno, 300 euro al mese. Non ce la facciamo più, è delicato, non tollera altro che il meglio!, mi spiegano. Non sentono ragioni. Vogliono andarsene al più presto, sbrigata l'incombenza, spremuta qualche lacrima ipocrita, con guinzagli e collare da gettare subito. I cani sono lì, al loro fianco. Mi domando cosa possono capire».

E i padroni? «Alcuni fanno la sceneggiata sino in fondo. Specie le donne. Vogliono tenere una zampa fra le mani sino all’ultimo, inviano Sms a raffica per comunicare a terzi, amanti compresi, la triste notizia. Sono quelle che mi fanno più schifo. Gli uomini no. Mi passano il guinzaglio, bruschi, pagano e se ne vanno, senza voltarsi mai». Il segreto del dottor G.: «Il mio studio non sarà mai il braccio della morte. I cani e i gatti che non rientrano nei protocolli dell'eutanasia, li salvo. Li affido ai canili o a persone di cuore, vincolandoli al segreto, che abitano lontano da Torino. E' una scena penosa, al limite dell’illegalità. Dico ai proprietari che ucciderò il loro animale. Che non prenderò alcuna somma di denaro. Se non lo faccio, altri, fuori lo faranno». I «salvati» seguono curiosi la giornata di lavoro di questo Schindler degli animali domestici, prima di partire per un canile o la casa di persone di cuore.

Piermario Piga, presidente Anmvi del Piemonte, è solidale con il collega: «Purtroppo, posso confermare che il numero di visite specialistiche per gli animali domestici è in calo. E abbiamo constatato che, mentre il fenomeno dell’abbandono era soprattutto legato alle vacanze, adesso molti cercano di liberarsi dei propri animali perchè non riescono più a mantenerli. E l’aumento di richieste per l’eutanasia, anche in casi dove non va praticata, può essere letto in questa chiave. Ovviamente, i medici procedono solo nel rispetto delle norme deontologiche. Ma è una triste tendenza, da qualche tempo in crescita».

30/11/2008 14:34
 
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Re: Allucinante
aston villa, 29/11/2008 19.24:


Lo studio veterinario del dottor G., specialista, è in una traversa di un grande corso, Barriera Milano. Due vetrine a livello marciapiede. Una linda sala d'attesa, con i poster, le sedie di plastica e, a fianco, la porta di vetro opaco blu che dà allo studio. L'atmosfera è accogliente, orario dalle 8 alle 20.30. Negli ultimi mesi il dottore è diventato triste. Preoccupato.
La crisi si fa sentire anche in questi studi dove, una volta, c'era la coda per la tosse del gatto, troppo insistente, o per le ipocondrie del cagnolino di casa, pronto per essere dirottato a esperti del comportamento. Costosi quanto uno psichiatra.

I medici hanno regole precise. Sono vincolati dal segreto. «Da qualche tempo vengono qui tante persone. Portano i loro animali, non sempre vecchi, non sempre malati. E mi dicono: “Dottore, ci pensi lei... lo sopprima... Noi non possiamo più mantenerlo. Il cibo costa, le sue visite, che sono necessarie, per carità, 35 euro ogni volta, le medicine hanno prezzi altissimi”». Soggetti che non dovrebbero essere affatto abbattuti: «Mi guardano con i loro occhi innocenti, lo so, sono un medico, sembra che sia diventato matto come il dottor Dolittle, sembra capiscano che è stata la loro ultima passeggiata». Il costo di due iniezioni, più il piccolo extra dello «smaltimento», nelle discariche autorizzate. «Io cerco di convincerli a cambiare idea. Qualcuno fa il buonista: «“Io non lo posso tenere. Gli voglio bene ed è per questo che lei lo deve uccidere. Non posso immaginarlo in un canile. Soffrirei troppo, lo avevamo pagato anche caro e poi il cibo. Quello di qualità costa anche 10 euro al giorno, 300 euro al mese. Non ce la facciamo più, è delicato, non tollera altro che il meglio!, mi spiegano. Non sentono ragioni. Vogliono andarsene al più presto, sbrigata l'incombenza, spremuta qualche lacrima ipocrita, con guinzagli e collare da gettare subito. I cani sono lì, al loro fianco. Mi domando cosa possono capire».

E i padroni? «Alcuni fanno la sceneggiata sino in fondo. Specie le donne. Vogliono tenere una zampa fra le mani sino all’ultimo, inviano Sms a raffica per comunicare a terzi, amanti compresi, la triste notizia. Sono quelle che mi fanno più schifo. Gli uomini no. Mi passano il guinzaglio, bruschi, pagano e se ne vanno, senza voltarsi mai». Il segreto del dottor G.: «Il mio studio non sarà mai il braccio della morte. I cani e i gatti che non rientrano nei protocolli dell'eutanasia, li salvo. Li affido ai canili o a persone di cuore, vincolandoli al segreto, che abitano lontano da Torino. E' una scena penosa, al limite dell’illegalità. Dico ai proprietari che ucciderò il loro animale. Che non prenderò alcuna somma di denaro. Se non lo faccio, altri, fuori lo faranno». I «salvati» seguono curiosi la giornata di lavoro di questo Schindler degli animali domestici, prima di partire per un canile o la casa di persone di cuore.

Piermario Piga, presidente Anmvi del Piemonte, è solidale con il collega: «Purtroppo, posso confermare che il numero di visite specialistiche per gli animali domestici è in calo. E abbiamo constatato che, mentre il fenomeno dell’abbandono era soprattutto legato alle vacanze, adesso molti cercano di liberarsi dei propri animali perchè non riescono più a mantenerli. E l’aumento di richieste per l’eutanasia, anche in casi dove non va praticata, può essere letto in questa chiave. Ovviamente, i medici procedono solo nel rispetto delle norme deontologiche. Ma è una triste tendenza, da qualche tempo in crescita».




Dio mio, non l'avevo neanche visto. Ma si può? nessuno credo, ha diritto, di togliere la vita ad una creatura, l'animale non è NOSTRO, ce ne prendiamo cura, ma non abbiamo diritto di decidere sulla sua vita e la sua morte. Certa gente così non ama gli animali, se ne vuole solamente liberare. Credo che un veterinario coscienzioso non possa assolutamente praticare l'eutanasia ad animali sani o cmq animali che possono guarire, Aston. E' un crimine
Io ho già detto che questo mondo fa sempre più schifo, ogni giorno la cattiveria di certi miei simili mi soprende.


30/11/2008 16:00
 
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Fra l'altro sono cifre che non esistono....

10 euro di cibo al giorno...che hai in casa un Ghepardo?
30/11/2008 16:08
 
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Re:
aston villa, 30/11/2008 16.00:

Fra l'altro sono cifre che non esistono....

10 euro di cibo al giorno...che hai in casa un Ghepardo?




Infatti... io li spendo sì, ma ne ho 10 e ne nutro altri 10. Ci sono marche con un buon rapporto qualità-prezzo, basta documentarsi su internet.
Certamente quando si ammalano i soldi ci vogliono e tanti ma chi prende un animale deve essere pronto a questo, troppo comodo volergli bene solo finché è giocherellone e sano. Ho letto cmq da qualche parte che per gli anziani possessori di animali domestici, vogliono mettere una specie di mutua per gli animali d'affezione... in modo che anche chi ha una pensione risicata possa permettersi di mantenere e curare il proprio amico a 4 zampe. Non so se è ancora nel mondo delle buone intenzioni, mi sa di sì.

02/12/2008 23:06
 
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KNUT POTREBBE LASCIARE ZOO DI BERLINO

BERLINO- L'orso Knut, già star dello zoo di Berlino, si prepara a dire addio alla capitale: l'ex orsetto coccolato e riverito dai media di tutto il mondo, che venerdì prossimo compirà due anni, potrebbe essere costretto a traslocare per una questione legale. Secondo quanto scrive oggi la stampa tedesca, Knut dovrebbe lasciare lo zoo già l'anno prossimo o, al più tardi nel 2010. I suoi ammiratori hanno già chiesto allo zoo di non lasciarlo andare, ma il direttore Bernhard Blaszkiewitz ha le mani legate. "Avevamo preso in prestito un orso polare maschio dallo zoo di Neumuenster perché volevamo dei cuccioli", ha spiegato Blaszkiewitz alla stampa. Secondo il contratto, ha proseguito, lo zoo di Neumuenster ha il diritto - dopo un certo periodo - al primo orso ancora in vita di quella cucciolata. "E questo è Knut", ha precisato. Allo stesso tempo, il direttore dello zoo di Neumuenster, Peter Druewa, ha detto all'agenzia stampa Dpa di non sapere né quale sarà la prossima casa di Knut, né quando l'orso lascerà Berlino. "Per le feste natalizie sarà ancora nello zoo di Berlino - ha commentato -, ma non sono sicuro se rimarrà fino a Pasqua".
03/12/2008 14:14
 
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Curiosità sui mici.

Domanda:

ANCHE I GATTI SONO DOTATI DI FACOLTA' SENSORIALI. TRA I CINQUE SENSI: VISTA, OLFATTO, UDITO, TATTO E GUSTO, QUALE E' QUELLO CHE USANO MAGGIORMENTE PER DISTINGUERE E QUINDI RICONOSCERE I LORO UMANI DA TUTTE LE ALTRE PERSONE?

La risposta corretta e':

I gatti usano soprattutto l'UDITO per riconoscere e distinguere i "loro" umani da tutti gli altri. A guardarci in volto hanno infatti dei problemi perche' ai loro occhi sembriamo tutti simili se non uguali. E' come quando noi europei vediamo due orientali: se non siamo allenati (perche' le differenze ci sono, eccome!) ci sembrano tutti uguali. Il timbro della nostra voce e il rumore dei nostri passi sono invece proprio quei segnali identificativi che il gatto usa per riconoscere in modo univoco chi si avvicina, anche quando la porta e' ancora chiusa! E' solo a distanza ravvicinata che subentrano poi vista e olfatto ma innanzitutto: VAI DI ORECCHIE!

03/12/2008 15:15
 
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Re: Re:
barbi., 30/11/2008 16.08:




Infatti... io li spendo sì, ma ne ho 10 e ne nutro altri 10. Ci sono marche con un buon rapporto qualità-prezzo, basta documentarsi su internet.
Certamente quando si ammalano i soldi ci vogliono e tanti ma chi prende un animale deve essere pronto a questo, troppo comodo volergli bene solo finché è giocherellone e sano. Ho letto cmq da qualche parte che per gli anziani possessori di animali domestici, vogliono mettere una specie di mutua per gli animali d'affezione... in modo che anche chi ha una pensione risicata possa permettersi di mantenere e curare il proprio amico a 4 zampe. Non so se è ancora nel mondo delle buone intenzioni, mi sa di sì.




Purtroppo io non ho tempo di cucinare per lei e quindi le do' la carne nelle confezioni e le crocchette.

Sono sotto i 50 euro al mese,credo perche' non faccio calcoli...altro che cazzate,il cane sta' benissimo nonostante abbia 13 anni.

Il fatto e' che e' un impegno,e fino aquando e' un cucciolo e' un giochino poi crescendo diventa una cosa seria e impegnativa e tanti se ne sbarazzano come si fa con un calzino sporco...


03/12/2008 17:28
 
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03/12/2008 19:01
 
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Re:
aston villa, 03/12/2008 17.28:





Sto appunto dandomi da fare per il cenone di Capodanno.


Gatto in umido alla vicentina

· Kg 1,200 di gatto nostrano
· 2 carote
· 1 gambo di sedano
· 2 pomodori maturi
· 1 ciuffo di prezzemolo
· farina bianca
· 1 bicchierino di grappa
· 1/2 dado per il brodo
· della cannella in polvere
· olio
· 1 foglia di alloro
· 1 rametto di rosmarino
· sale e pepe

Inizia:
riducendo il gatto a pezzetti, poi lavalo per bene e asciugalo.
Un suggerimento:
prima di cucinare il gatto è consigliabile marinarlo, in un misto di acqua, erbe aromatiche e ... importante: aceto, vino o limone, che serviranno a togliere al gatto quel gusto leggermente selvatico che ha e soprattutto ad ammorbidirne le fibre e le sue parti più stoppacciose.

Poi passalo nella farina e fallo dorare in una casseruola con qualche cucchiaio di olio.

Nel frattempo:
prepara un trito grossolano degli aromi
- le carote, il sedano, i pomodori, il prezzemolo
- aggiungi una piccola presa di cannella, l'alloro e il rosmarino tutto.

Aggiungere il tutto, coprire e far "pippare" a fuoco lento per almeno un paio d'ore.

Servire con polenta bianca sia cucinata morbida sia abbrustolita.

Vino consigliato : Un buon Cabernet il quale si abbina con le grandi carni, con la cacciagione e si adatta anche alle carni fredde.

E'inoltre obbligo, alla fine del pranzo e per i commensali i quali sono ancora convinti di aver mangiato coniglio, intonare in coro un "MIAOOOO MIAOOOO" esplicativo, cercando di evitare per reazione, il fitto lancio di piatti e stoviglie.




[Modificato da Gigi.. 03/12/2008 19:01]
03/12/2008 19:30
 
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Re: Re: Re:
aston villa, 03/12/2008 15.15:



Purtroppo io non ho tempo di cucinare per lei e quindi le do' la carne nelle confezioni e le crocchette.

Sono sotto i 50 euro al mese,credo perche' non faccio calcoli...altro che cazzate,il cane sta' benissimo nonostante abbia 13 anni.

Il fatto e' che e' un impegno,e fino aquando e' un cucciolo e' un giochino poi crescendo diventa una cosa seria e impegnativa e tanti se ne sbarazzano come si fa con un calzino sporco...






Già... un cucciolo non è un peluche. Cmq quelli da fucilare sarebbero i genitori... c'è gente che non capisce un cavolo. [SM=x1495893]

03/12/2008 19:32
 
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Re:
aston villa, 03/12/2008 17.28:






Beh... il mio Albino è come quello siamese... un gatto spettacolare nonostante sia figlio di una gatta nera. Domani recupero la foto e ve la posto (ce l'ho sull'altro pc)... scusate, ma tanto avrete capito che sono fissata [SM=x1571567] [SM=x1498251]
03/12/2008 19:34
 
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Re: Re:
Gigi.., 03/12/2008 19.01:



Sto appunto dandomi da fare per il cenone di Capodanno.


Gatto in umido alla vicentina

· Kg 1,200 di gatto nostrano
· 2 carote
· 1 gambo di sedano
· 2 pomodori maturi
· 1 ciuffo di prezzemolo
· farina bianca
· 1 bicchierino di grappa
· 1/2 dado per il brodo
· della cannella in polvere
· olio
· 1 foglia di alloro
· 1 rametto di rosmarino
· sale e pepe

Inizia:
riducendo il gatto a pezzetti, poi lavalo per bene e asciugalo.
Un suggerimento:
prima di cucinare il gatto è consigliabile marinarlo, in un misto di acqua, erbe aromatiche e ... importante: aceto, vino o limone, che serviranno a togliere al gatto quel gusto leggermente selvatico che ha e soprattutto ad ammorbidirne le fibre e le sue parti più stoppacciose.

Poi passalo nella farina e fallo dorare in una casseruola con qualche cucchiaio di olio.

Nel frattempo:
prepara un trito grossolano degli aromi
- le carote, il sedano, i pomodori, il prezzemolo
- aggiungi una piccola presa di cannella, l'alloro e il rosmarino tutto.

Aggiungere il tutto, coprire e far "pippare" a fuoco lento per almeno un paio d'ore.

Servire con polenta bianca sia cucinata morbida sia abbrustolita.

Vino consigliato : Un buon Cabernet il quale si abbina con le grandi carni, con la cacciagione e si adatta anche alle carni fredde.

E'inoltre obbligo, alla fine del pranzo e per i commensali i quali sono ancora convinti di aver mangiato coniglio, intonare in coro un "MIAOOOO MIAOOOO" esplicativo, cercando di evitare per reazione, il fitto lancio di piatti e stoviglie.







Gigiiiiii [SM=x1496801] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893] [SM=x1495893]

03/12/2008 21:58
 
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Re: Re:
Gigi.., 03/12/2008 19.01:



Sto appunto dandomi da fare per il cenone di Capodanno.


Gatto in umido alla vicentina

· Kg 1,200 di gatto nostrano
· 2 carote
· 1 gambo di sedano
· 2 pomodori maturi
· 1 ciuffo di prezzemolo
· farina bianca
· 1 bicchierino di grappa
· 1/2 dado per il brodo
· della cannella in polvere
· olio
· 1 foglia di alloro
· 1 rametto di rosmarino
· sale e pepe

Inizia:
riducendo il gatto a pezzetti, poi lavalo per bene e asciugalo.
Un suggerimento:
prima di cucinare il gatto è consigliabile marinarlo, in un misto di acqua, erbe aromatiche e ... importante: aceto, vino o limone, che serviranno a togliere al gatto quel gusto leggermente selvatico che ha e soprattutto ad ammorbidirne le fibre e le sue parti più stoppacciose.

Poi passalo nella farina e fallo dorare in una casseruola con qualche cucchiaio di olio.

Nel frattempo:
prepara un trito grossolano degli aromi
- le carote, il sedano, i pomodori, il prezzemolo
- aggiungi una piccola presa di cannella, l'alloro e il rosmarino tutto.

Aggiungere il tutto, coprire e far "pippare" a fuoco lento per almeno un paio d'ore.

Servire con polenta bianca sia cucinata morbida sia abbrustolita.

Vino consigliato : Un buon Cabernet il quale si abbina con le grandi carni, con la cacciagione e si adatta anche alle carni fredde.

E'inoltre obbligo, alla fine del pranzo e per i commensali i quali sono ancora convinti di aver mangiato coniglio, intonare in coro un "MIAOOOO MIAOOOO" esplicativo, cercando di evitare per reazione, il fitto lancio di piatti e stoviglie.







Secondo me la cannella rovina il gusto selvatico del gatto.... [SM=x1594404]


04/12/2008 13:26
 
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Salsa Picante
Re: Re: Re:
aston villa, 03/12/2008 21.58:



Secondo me la cannella rovina il gusto selvatico del gatto.... [SM=x1594404]





Non ho parole [SM=x1272126] [SM=x1465783] [SM=x1465783] [SM=x1465783]

04/12/2008 13:53
 
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Roma Nord, casello autostradale di Fiano Romano. Il poliziotto alza la paletta. Il furgoncino accosta. Un controllo di routine della Polstrada. L’autista, un ungherese, è imbarazzato. «Apra dietro...». Scena surreale, accaduta appena qualche giorno fa. Un ruggito. La portiera si spalanca e dentro il furgone si materializzano due leonesse malridotte, rinchiuse in due gabbie dalle quale avrebbero potuto fuggire. Due «clandestini». L’autista abbozza una giustificazione: «Le sto portando a un circo..». Forse è vero. Ma quelle due leonesse africane non sono in regola. Sembra davvero un traffico di «clandestini» stipati su un mezzo senza un finestrino. E come i disperati extracomunitari senza documenti, le due giovani leonesse, sono finite in un Centro d’accoglienza, il «Centro Traffic» del Wwf di Semproniano, Grosseto, affidate in custodia dal personale del Corpo forestale.

All’autista sono stati contestati i reati di maltrattamento e infrazione della normativa Cites (Convenzione di Washington) che regola il commercio di specie animali e vegetali minacciati di estinzione. «Leonesse? Noi dobbiamo vigilare sul commercio regolare di 35.000 specie di animali - spiega Marco Fiori, responsabile del servizio Cites della Forestale - e spesso siamo costretti a sequestrare animali maltrattati e non in regola con le normative». Le statistiche forniscono un quadro sorprendente: dal 2005 sequestrati 6.356 animali e 437 strutture - da canili abusivi a esercizi commerciali -, valore 10,5 milioni di euro. Sequestrati, solo facendo riferimento alla Convenzione di Washington sulle specie in via d’estinzione: 2 leoni, 2 cammelli, 1 dromedario, 4 coccodrilli, 11 tigri, 350 pappagalli, 3 struzzi. E poi, passando alle specie animali non a rischio estinzione, 4.057 cani, 853 gatti, 15 cavalli.

Solo un mese fa, sono stati sequestrati decine di cuccioli di cani di razze pregiate - beagle, husky, west terrier, pastori bernesi - in tre allevamenti, a Brescia e a Padova. I cuccioli erano stati importati dall’Ungheria con passaporti falsificati. Maria Rosaria Esposito è la responsabile del Nirda, il Nucleo investigativo della Forestale che si occupa dei reati contro gli animali: «L’anno scorso siamo andati a Pecs, in Ungheria, uno dei maggiori mercati di cani. Come turisti abbiamo chiesto il prezzo di un cucciolo: variava da 50 a 120 euro. Quei cuccioli in Italia li vendono a 800 in media, ma si arriva anche a 2.500». Avere il quadro reale del commercio di animali dall’Est non è facile. Gli ultimi dati ufficiali, prima che con Schengen chiudessero gli uffici doganali, solo alla frontiera di Gorizia in sei mesi, sono stati censiti 500 mila animali. «Oggi? Milioni - dice Esposito - soprattutto cuccioli di quaranta giorni. Molti muoiono durante il viaggio o all’arrivo, nei negozi dove vengono parcheggiati in attesa di un padrone. La mortalità di questi cuccioli è altissima».

Fosse solo un problema di maltrattamenti e malnutrizione, la questione rimarrebbe confinata nell’ambito di una battaglia puramente «animalista» e del rispetto della legge. Ma non è così, o meglio è anche questo. Il problema è anche quello del giro d’affari. La responsabile del Nirda della Forestale: «Il business è di svariati milioni di euro all’anno. Non è un mercato frammentato. Ci sono quattro, cinque grossi imprenditori monopolisti. Non mi meraviglia se dietro questo commercio operino organizzazioni criminali come la camorra». Chi invece è certo che si tratti di camorra è Marco Fiori, responsabile del Cites, della Forestale: «C’è la camorra dietro ai mercati napoletani dove si vendono tartarughe importate dalla Tunisia e dall’Albania. E’ un giro di milioni di euro. Una tartaruga viene pagata 5 euro e venduta a 300. La dimensione del fenomeno? Spesso facciamo sequestri anche di 2.500 tartarughe a volta».


04/12/2008 13:57
 
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Salsa Picante
Ta ta ta tan... ecco a voi Sua Maestà Albino:

[IMG]http://i35.tinypic.com/vifexc.jpg[/IMG]
04/12/2008 14:04
 
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Re:
barbi., 04/12/2008 13.57:

Ta ta ta tan... ecco a voi Sua Maestà Albino:

[IMG]http://i35.tinypic.com/vifexc.jpg[/IMG]



Che bella! [SM=x1539161]


04/12/2008 14:07
 
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KIRA


04/12/2008 14:09
 
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