Fidel: el santero maximo?
Sul lungo potere di Fidel, sul suo magnetismo che incanta le folle, se ne sono dette molte. Di certo l'uomo è eccezionale: un grande condottiero, un padre della Patria, un personaggio fascinoso e carismatico.
Molti cubani pensano che il potere - umano prima che politico - di Fidel dipenda dal fatto che è, fin da prima della Rivoluzione, un adepto della Santería. Ecco un po' di chiacchiere che ho raccolto in giro per le strade e nelle piazze dell'isola.
Uno dei soprannomi di Fidel - di cui il dittatore scoraggia attivamente l'uso, e che mai viene stampato, ma che il popolo adora - è el caballo: da cosa nasce?
Quando un adepto cade in trance durante una cerimonia, si dice che sia posseduto da un santo (orishá), che lo cavalca. Per questo il posseduto è chiamato caballo. La biografa di Castro, Georgie Anne Geyer, dice che è difficile trovare una descrizione migliore di quello che fa Castro con il popolo cubano.
Di certo la Santería ha giocato un ruolo importante nella storia dell'isola. Verso il 1958 il popolo mostrava crescenti sintomi di insofferenza nei confronti del dittatore Fulgencio Batista. Il dittatore ordinò cerimonie della Santería in proprio favore, ma tutte dettero presagi sfavorevoli. Furono invece tenute cerimonie, in favore di Fidel Castro, da Regla e Guanabacoa (zone della Santería all'Avana) fino a Santiago.
E non dimentichiamo che, se guardiamo oltre l'oleografia ufficiale dell'eroica rivoluzione popolare, l'esercito di Fidel e del Che combatté pochissime battaglie, quasi tutte poco più che scaramucce. Quella della Sierra Maestra, trecento barbudos contro diecimila soldati. Quella di Guisa. Quella di Santa Clara, in cui Castro conquista il treno blindato. E poi? Quasi sempre i soldati di Batista scappano o passano alla guerriglia. Tutto il popolo è schierato con Fidel. La marcia fino all'Avana non incontra resistenza, Castro vince la sua rivoluzione quasi senza colpo ferire. Non a caso la battaglia più celebrata è stata quella di Playa Girón, 1961, due anni dopo la presa del potere dei barbudos (e fu solo dopo Playa Girón che Castro dichiarò che quella cubana era una rivoluzione socialista).
La studiosa della Santería Migene González-Whippler, scrive di un aneddoto raccontatole da una santera che vive a New York. La donna dice che, mentre viveva a Cuba, partecipò a un grande rituale della Santería durante il quale Fidel fu immerso in una vasca da bagno piena di sangue di animali sacrificati. Il rituale lo avrebbe protetto e gli avrebbe dato un completo controllo sul nemico. (Migene González-Whippler, The Santería Experience. St. Paul, Minnesota: Llewellyn, 1992, pag. 183.)
Quando i barbudos entrarono all'Avana con le bandiere rosse e nere del Movimento 26 luglio, molti cubani interpretarono i colori come un segno che Castro era protetto da Elegguá che, nella Santería, è il dio del destino, colui che apre le porte della felicità o della sfortuna.
Poco dopo il suo ingresso all'Avana, Castro cominciò uno dei suoi ipnotici discorsi fiume. Dal nulla, si racconta, spuntarono due colombe bianche che si posarono sulla sua spalla. Una di esse gli restò sulla spalla per ore. Il popolo esplose in ovazioni entusiaste: la colomba è il simbolo di Obatalá, il figlio di Dio, colui che crea l'anima e dà forma al corpo. Per i cubani fu la prova evidente che gli dei della Santería avevano scelto Fidel per guidare e proteggere Cuba.
Il fenomeno della colomba bianca si ripetè ancora negli Stati Uniti davanti al monumento a Lincoln: una colomba si posò sulla mano di Lincoln e poi volò sulla spalla di Castro. (*)
Per anni - fino alla visita del Papa del 1998 - Fidel ha combattuto e scoraggiato il cristianesimo come una superstizione, ma alla Santería ha lasciato piena libertà di culto.
E perfino i tre fucilati del traghetto potrebbero essere letti, secondo l'ottica della Santería, come un sacrificio umano agli Orishá.
La Santería incide attivamente sulla realtà? Certamente sì. Ha accelerato la caduta di Batista ed è valsa a Fidel un larghissimo appoggio popolare (sulla Sierra Maestra la Revolución non era marxista: i barbudos erano appoggiati dagli americani, e il marxismo era di là da venire). Davvero funzionano i riti dei babalaos? E chi lo sa? In ogni caso, la Santería è impiantata profondamente nel modo di pensare e nella vita cubana di ogni giorno: ignorarla o considerarla frutto di una cultura inferiore sarebbe un atto di superficialità e una manifestazione di imperialismo culturale.
(*) Sull'episodio della colomba bianca ho trovato diverse testimonianze scritte ma nemmeno una foto. Non so dire, quindi, se sia una leggenda che si è rafforzata di bocca in bocca o se l'episodio sia accaduto veramente (ovviamente la colomba poteva essere ammaestrata). Se qualcuno ne ha una foto, per favore me la mandi.
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