La casa della Flaca non mi va per niente, e alla figlia non ci penso neanche di striscio (anzi, sì, lo confesso: di striscio ci ho pensato, eccome, ma, come si dice a Napoli, proprio non è cosa).
Per fortuna scopro che la locale stazione meteorologica affitta quattro stanzette ai viaggiatori. Lo stile è militare, le pareti sono verniciate in verde caserma e l'arredamento è spartano: due brandine, due sedie e un comodino. Ma c'è la doccia, c'è il condizionatore e le lenzuola sono immacolate. Andrà benissimo.
Al mare, al mare! La natura è un sogno, qui, chilometri e chilometri di spiagge deserte orlate di palme e mangrovie. Migliaia di granchi rossi attraversano la strada. E' la stagione degli amori, scendono dalla montagna per deporre le uova in mare. La striscia d'asfalto è un tappeto brulicante di granchi in movimento. Impossibile non schiacciarne qualcuno. I gusci fanno crick crash sotto le ruote della macchina. Avvoltoi grossi come tacchini si posano a becchettare i cadaveri, e si spostano pigramente quando arrivi.
Ma il mare: Dio, il mare è una meraviglia, caldo, trasparente come ai tempi in cui fu creato il mondo. Le spiagge bianchissime, di corallo. Trovo un posto carino, c'è un gruppo di simpatici cubani chiassosi, non mi dispiace un po' di calore locale. Li saluto e mi metto un po' in disparte. Ma non esiste restare in disparte, a Cuba: entro dieci minuti mi hanno già chiesto in prestito la maschera, offerto un bicchierino di ron e coinvolto in una chiacchierata sull'Italia, su Cuba e, naturalmente, sulle chicas.
Uno di loro, Juan Carlos, sui quaranta, mascella grossa e naso rincagnato da pugile, il torace come una botte, mi indica una ragazzina dai capelli lunghi che si tuffa. Una silfide, magra, acerba, le tettine appena accennate, il sedere ancora da ragazzino: "E che ne dici, questa non ti piacerebbe? Tredici anni! La vuoi?"
"Mah, sarà meglio di no, Juan Carlos, grazie! Sono un po' troppo vecchio, non trovi?" rido.
"Ma tu sei quello che ha portato qui Ramona?" interloquisce una specie di strega.
"Sì".
Ovvio, quindici case, si sa tutto di tutti.
"Io sono la sorella di Ramona! Mi chiamo Jessica, mucho gusto!"
"Mucho gusto!" sorrido. Ma questa Ramona è sempre in mezzo?
"E quante sorelle ha Ramona?" chiedo.
"Siamo in dieci tra fratelli e sorelle! Mezzo paese!"
"Ah, però" faccio. Tutto si spiega.
" E allora, italiano!" urla Juan Carlos "Che chica ti scegli per stasera?"
Ha gli occhi rossi, biascica. Cazzo, è ubriaco, mi alita addosso col fiato carico di ron. La situazione sta diventando pesante. Mi scuso:
"Mah, vedremo. Scusa, sono un po' stanco. Mi sdraio un po', bueno?"
"Bueno!" ride fragorosamente, scuotendo il suo torace a botte.
Mi sdraio sul mio asciugamano, mi appisolo per qualche secondo. Ma piano piano, con la coda dell'occhio, vedo che mi si sta avvicinando Raúl, magro, sdentato, occhio famelico.
"Italiano..." mi sussurra.
"Che c'è, Raúl?"
"Stai attento, Juan Carlos è ubriaco, ti vuole fare qualche scherzo... "
"Che scherzo?"
" Non lo so, ma sono tutti d'accordo, ti vogliono mettere in mezzo..."
"Ah, sì?" Che meraviglia, il colore locale.
"Senti, italiano..."
"Dimmi."
"Proprio non ti va una chica?"
Che due coglioni.
"No, Raúl, no... grazie, comunque."
"Senti ... allora ...più tardi ..." strizza l'occhio " perché non prendiamo una bottiglia di ron e non ce ne andiamo io, te e il marito di Ramona in una caletta tranquilla? Facciamo due chiacchiere... ci divertiamo un po' ..."
Mi sorride ammiccante con la bocca sdentata.
Oh cazzo, ma dove sono capitato? Qui tutti trombano con tutti? Ramona ha un marito maricon? Mi metto a sedere. Cerco di essere fermo e calmo:
"Grazie, Raúl, ma non mi interessa. Sono un uomo sposato, non mi interessano le chicas &endash; e los hombres mi interessano ancora meno. Claro?"
"Oy, amigo, bueno, bueno, non ti arrabbiare! Tranquílo!"
Tranquílo un cazzo. Sembra che qui non pensino ad altro che a farmi scopare. E poi cos'è questa storia che sono tutti d'accordo? In che senso, vogliono mettermi in mezzo? Cosa vuole da me torace-a-botte? E questa Ramona che salta sempre fuori? Sono un po' incazzato e anche un po' preoccupato. La macchina l'avevo chiusa a chiave, controllo che non manchi niente. Saluto, mi metto al volante e me ne vado alla Stazione Meteorologica.
Gli uomini buoni vanno in Paradiso, quelli cattivi a Patong