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Estinguiamoci....forse e' meglio...

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2010 18:38
22/09/2008 15:58
 
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La lite è scoppiata davanti alla tv, per una battuta fatta durante C'è posta per te, il programma condotto da Maria De Filippi. Urla, spintoni, poi il coltello da cucina. Questa volta la vittima del delitto in famiglia è un uomo, Salvatore Casisi, 33 anni, piccoli precedenti per rapina. L'ha ucciso la sua ex convivente, Lucia Cavalli, 35 anni, operaia attualmente disoccupata. E' successo in un un'elegante palazzina di via Manzoni, a Torre de Busi, piccolo centro tra le province di Lecco e Bergamo.

La donna, che ora si trova nel carcere di Monza accusata di omicidio volontario, ha inizialmente tentato di simulare il suicidio dell'uomo. Solo nella notte ha confessato tutto ai carabinieri della compagnia di Lecco, ha ammesso i rancori che covava da tempo e che non era mai riuscita a cancellare: "Continuava a maltrattarmi e a picchiarmi. Ho perso la testa".

Anche la messinscena del suicidio che ha inventato per nascondere la rabbia con cui aveva spinto il coltello da cucina nello stomaco dell'uomo. Perché quando ha suonato ai vicini per chiedere aiuto, ha detto che Salvatore si era suicidato, ma era tutto inventato. I militari se ne sono subito accorti: l'arma del delitto non era sul pavimento vicino al cadavere come avrebbe dovuto essere se si fosse trattato di suicidio, ma era nel cassetto della cucina, già pulita e in ordine.

"Erano le dieci e mezza di sera", racconta una vicina. "Ho aperto la porta e Lucia aveva il volto livido, pieno di graffi. Neppure riusciva a parlare. Ho guardato in casa: c'era la porta aperta. Ho visto il corpo del suo uomo sul pavimento sporco di sangue e ho capito".

Anche Lucia, come Salvatore, aveva avuto problemi con la giustizia. Da un paio di anni avevano una travagliata relazione sentimentale. Per un certo periodo avevano anche vissuto insieme ma proprio il carattere violento di lui aveva indotto la donna a denunciarlo più volte per le percosse subite. Nonostante avessero poi rotto i rapporti sentimentali continuavano a frequentarsi. Pare che fosse stata lei, dopo averlo lasciato, a volere che fosse mantenuto almeno un rapporto amichevole. E per un certo periodo le cose sembravano andare bene. "Spesso li sentivamo litigare", dicono i vicini. "Prima o poi doveva succedere".

Gli stessi vicini di casa confermano che quasi sempre, quando Salvatore arrivava, si sentivano urla e insulti. Anche ieri sera. Lui è arrivato per cena e verso le 21 si sono seduti sul divano del salotto per guardare la 'prima' di C'è posta per te, su Canale 5. Tra gli ospiti del programma Francesco Totti e la moglie Ilary per parlare di tematiche legate alla famiglia e ai figli. Lucia avrebbe fatto una battuta non gradita a Salvatore che l'avrebbe insultata accusandola di essere insensibile, di non avere una 'vocazione' alla famiglia. Poi le botte.

La donna ha intimato più volte all'ex compagno di andarsene, ma la lite è continuata anche davanti alla porta di casa. Ed è proprio lì che la storia si è conclusa. Lucia è corsa in cucina, ha afferrato un coltello con una lama seghettata da 14 centimetri e l'ha conficcato nello stomaco di Salvatore. Poi, dopo aver lavato e riposto il coltello insieme alle altre stoviglie usate per la cena, avrebbe anche tentato di rianimare Salvatore prima di correre dai vicini per chiedere aiuto.
23/09/2008 18:50
 
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Il 13 settembre scorso è stata denunciata e indagata con l'accusa di istigazione all'omicidio per aver programmato, assieme al proprio amante, il delitto del marito. Ora è tornata a vivere col coniuge che, malgrado tutto, l'ha di nuovo accolta in casa. Protagonista è una casalinga di 40 anni, G.B., di Taggia (Imperia), accusata assieme al suo amante, un giardiniere di 45 anni, P.M., di aver pianificato l'omicidio del marito della donna, un idraulico di 46 anni, e di aver cercato una persona, disposta ad ucciderlo, in cambio di 20 mila euro.

I FATTI - La vicenda ha avuto inizio nella prima metà del mese, quando i carabinieri della compagnia di Sanremo (Imperia) hanno raccolto la segnalazione di un agente della polizia penitenziaria, che era stato avvicinato dall'amante della casalinga, il quale ignaro di trovarsi di fronte ad un pubblico ufficiale, conversando con lui nei pressi della stazione ferroviaria di Taggia, gli aveva proposto di partecipare al piano. In pratica, gli aveva fatto capire che gli avrebbe offerto 20 mila euro se avesse accettato di uccidere il marito dell'amante. L'agente della polizia penitenziaria si presentò ad un successivo appuntamento con il mandante, durante il quale intervennero i carabinieri. Ricostruita la vicenda, e subito divenuta di dominio pubblico, la donna decise di andar via da casa, ma in questi giorni è tornata, riaccolta, nonostante tutto, dal marito.



23/09/2008 19:15
 
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Bemba colora
[SM=x1543715] [SM=x1543715] [SM=x1543715]


" La rumba esta comenzando y tiene mucho sabor, que vengan muchos salseros, de Panama y Ecuador. Que vengan de Puerto Rico, de Venezuela y New York, y que vengan los cubanos, pa' que se forme el rumbon."
24/09/2008 09:27
 
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«Questo è solo l’inizio», firmato «666». E' l’eloquente messaggio, in triplice copia, ritrovato in tasca a Marco Luzi, 25 anni, arrestato dalla polizia dopo aver accoltellato il parroco della chiesa Santa Marcella di Roma, nel quartiere San Saba, don Canio Canistri, 68enne ed altre tre persone, tra cui un agente. Luzi probabilmente si era convinto di essere l’Anticristo. Come riferito in conferenza dai dirigenti della Squadra Mobile Vittorio Rizzi del commissariato Celio, Tiziana Lorenzo e dei Falchi della Squadra Mobile Andrea Di Giannantonio, il giovane, con evidenti disturbi mentali, ha agito così «perchè glielo avrebbero ordinato le voci», forse suggestionato anche dalla visione del film Il Codice da Vinci, in onda in tv, cui l’arrestato ha ammesso confusamente di avere assistito.

Dopo l’arresto gli agenti si recano in casa di Luzi per la perquisizione di rito e trovano sulla scrivania, in perfetto ordine, una serie di oggetti a sfondo mistico-religioso, con allegate alcune didascalie informative preparate durante la notte dal giovane «perchè fossero ritrovate con ogni probabilità -come sostenuto dal dirigente della Squadra mobile Vittorio Rizzi in conferenza stampa- dagli inquirenti, dalla madre o con l’intenzione di lasciarle a futura memoria». Due riproduzioni cartacee dell’affresco L’ultima cena di Leonardo Da Vinci, con un commento sulla presunta falsa identità dell’apostolo Giovanni ispirata al discusso libro Il Codice da Vinci di Dan Brown; chiavi e lucchetti dall’ambiguo significato religioso; quattro pesi «rubati -come leggibile nella didascalia preparata da Luzi- presso la palestre ’Fitness Center’ di via Girolamo Benzoni 49»; infine quattro documenti, non ancora ispezionati dagli inquirenti, recanti i titoli Verità nascoste, Io Anticristo - Breve autobiografia, Predizioni e L’apocalisse: questo quanto sequestrato dalla polizia.

Dovrà rispondere delle accuse di duplice tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni gravi e porto abusivo d’armi.
29/10/2008 17:48
 
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E' morto ad un anno mangiando la droga dei genitori. Nel Viterbese i carabinieri hanno arrestato una giovane coppia di tossicodipendenti che in casa custodivano dosi di hashish e diversi flaconi di metadone, oltre ad una piccola serra per la coltivazione di canapa indiana.

Stavano dormendo i genitori quando il piccolo si è sentito male. Forse ha bevuto del metadone. "Più tardi ci siamo svegliati", ha detto la mamma in lacrime. "Aveva le manine e i piedini freddissimi. Lo abbiamo avvolto in un accappatoio e l'abbiamo subito portato in ospedale", ma al punto di primo soccorso di Ronciglione il bambino è arrivato morto.

Secondo i medici il decesso è avvenuto a causa di "ingestione di sostanze stupefacenti" ma, in attesa dell'autopsia, il procuratore si è limitato ad imputare alla coppia di genitori solo detenzione di sostanze stupefacenti e coltivazione illegale di canapa indiana.

L'uomo ha 35 anni, è in cura al Sert di Ronciglione e ha precedenti specifici legati allo spaccio. La sua compagna dieci anni di meno, anche lei è nota alla forze dell'ordine. Dividevano un monolocale, "uno stanzone dove regnava una grande confusione", ha detto il capitano dei carabinieri che ha arrestato i genitori del bambino. Nell'appartamento c'erano diversi flaconi di metadone, alcuni pieni altri vuoti, undici piantine di marijuana, semi di cannabis ed una vera e propria serra artigianale destinata alla coltivazione di canapa indiana.
29/10/2008 17:50
 
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La massiccia diffusione dei cellulari tra i bambini delle elementari (più di uno su sei tra quelli di quinta elementare) risponde più a un bisogno di controllo dei genitori che a una reale necessità dei più piccoli. A rivelarlo sono due studi collegati condotti dalle università La Sapienza di Roma e La Cattolica di Milano, che dimostrano quanto il telefonino rappresenti, in una fase preadolescenziale, una sorta di cordone ombelicale che bilancia le prime concessioni di autonomia con le apprensioni di mamma e papà. Se infatti solo il 20% degli alunni di seconda elementare possiede un cellulare, la percentuale cresce esponenzialmente con il passare degli anni fino ad arrivare al 90% tra i ragazzini di terza media. Eppure i più piccoli in genere riconoscono che il telefonino sarebbe più utile in un'età avanzata. "Questo dimostra - ha spiegato Anna Maria Ajello, ordinario di Psicologia dell'Ecudazione alla Sapienza - quanto l'uso del cellulare nei più piccoli sia in prevalenza indotto dai genitori. Mamma e papà tendono così a considerarsi i referenti assoluti dell'educazione dei propri figli anche se, come in gita scolastica, sono accompagnati da altri adulti". [SM=x1543067]
29/10/2008 17:55
 
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O' rapace
Re:
aston villa, 22/09/2008 15.58:

La lite è scoppiata davanti alla tv, per una battuta fatta durante C'è posta per te, il programma condotto da Maria De Filippi. Urla, spintoni, poi il coltello da cucina. Questa volta la vittima del delitto in famiglia è un uomo, Salvatore Casisi, 33 anni, piccoli precedenti per rapina. L'ha ucciso la sua ex convivente, Lucia Cavalli, 35 anni, operaia attualmente disoccupata. E' successo in un un'elegante palazzina di via Manzoni, a Torre de Busi, piccolo centro tra le province di Lecco e Bergamo.




ma non era meglio accoltellare la defilippi ? sarebbe stato di grande utilità sociale [SM=x1594404]
02/11/2008 14:35
 
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Un’azione dimostrativa, un avvertimento: è questa la pista più probabile dell’agguato di ieri notte nel quartiere di Secondigliano, a Napoli, nel quale cinque minori, di età compresa tra i 12 ed i 16 anni sono rimasti feriti, in modo lieve.

A sparare davanti al circolo ricreativo Zanzi, in via Abate Desiderio, un commando formato da quattro persone giunte a bordo di moto di grossa cilindrata. Una trentina i colpi sparati contro il gruppetto di ragazzini che hanno riportato ferite giudicate guaribili tra i dieci giorni ed il mese. Due di loro, un dodicenne ed un tredicenne sono ricoverati nell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

L’agguato si è verificato poco prima della mezzanotte. Ad allertare la polizia una segnalazione giunta al 113. Al loro arrivo gli agenti hanno notato la saracinesca del circolo abbassata ma sulla quale erano evidenti i segni dei colpi di arma da fuoco. Nel frattempo era giunta un’ambulanza per soccorrere due giovani feriti. Poco prima altri tre ragazzi erano stati trasportati con analoghe ferite all’ospedale San Giovanni Bosco.

Al vaglio degli investigatori la vita dei cinque ragazzini coinvolti, tutti incensurati ma provenienti da famiglie già note alle forze dell’ordine. Tre di loro, tra l’altro, sono i nipoti del gestore del circolo Zanzi, pregiudicato che potrebbe essere il destinatario dell’ «avvertimento». Il locale è stato sottoposto a sequestro ed è stata elevata una sanzione amministrativa.

04/11/2008 08:43
 
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Dopo la tragica uccisione a calci la settimana scorsa ad Alessandria d’Egitto da parte di un insegnante di matematica di un alunno delle elementari che non aveva fatto i compiti a casa, oggi un’altra bambina, Khadiga Alaa el Din, di 10 anni, è morta per lo spavento in classe in una scuola del Cairo, quando il suo insegnante di matematica ha chiesto di alzarsi in piedi a chi non aveva studiato. Ne dà notizia l’agenzia Mena, precisando che la bambina è stata accompagnata in ospedale, dove però è arrivata già morta. L’insegnante di matematica è stato sospeso dal servizio per decisione del governatore del Cairo, Abdel Azim Wazir, che ha disposto il pagamento di 5.000 lire egiziane (circa 700 euro) alla famiglia della bambina. Secondo i primi accertamenti, nessuna traccia di violenza è stata rilevata sul corpo di Khadiga che, secondo la madre, sveniva ogni volta che era presa dal panico o si sentiva minacciata.

Altri alunni avrebbero detto che il maestro non ha avuto alcun atteggiamento aggressivo nei suoi confronti. L’anno scorso il governatore Wazir aveva dato ordini tassativi a tutti gli insegnanti di evitare violenze contro gli scolari sia sotto forma di minacce sia di punizioni corporali. Il 27 ottobre in una scuola elementare di Alessandria l’insegnante di matematica Haitham Nabil Abdel Hamid, di 23 anni, ha preso a calci violentemente Islam Amr Badr, di 11, perchè non aveva fatto i compiti, causandone la morte. Abdel Hamid è stato arrestato e sarà processato il 16 novembre. L’episodio ha suscitato grande scalpore.

Il fenomeno delle punizioni corporali degli alunni nelle scuole egiziane è stato sempre oggetto di proteste e segnalazioni risentite da parte di genitori, ma per la prima volta l’informazione egiziana ne sta dando notizia tempestivamente e in dettaglio.
06/11/2008 16:03
 
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L’hanno sorpresa tra gli scaffali della Standa, in zona Barona. In maniera goffa, da un giubbotto sgualcito, spuntavano tre confezioni di carne e alcune di affettati. Gli addetti alla sicurezza del grande magazzino, com’è prassi, quando si sono resi conto che avevano a che fare con una ladra, l’hanno accompagnata in direzione e chiamato i carabinieri. E hanno atteso. Non è la cronaca dell’ennesimo fallito furto per mano di un balordo qualunque. L’autrice di quel colpo mancato è una ragazza di 23 anni incinta di cinque mesi, italiana, incensurata, con un lavoro part time.

Nell’attesa che la gazzella dei carabinieri arrivasse alla Standa, la sicurezza del grande magazzino ha fatto i conti: il bottino ammontava a 67 euro. Tre pacchetti di carne per lo spezzatino, alcune confezioni di affettati misti. Dopo essere stata prelevata dai carabinieri e portata in caserma per l’identificazione, davanti al maresciallo che le chiedeva le generalità e una spiegazione, la ragazza l’ha fornita con semplicità: «Era un mese che non mangiavo carne. Ne avevo davvero bisogno e non ho resistito alla tentazione». La paga part time, ha fatto capire, non le basta per tirare la fine del mese. Poi è scoppiata in un pianto a dirotto

Ora la ventitreenne è sotto inchiesta per furto e il fascicolo è finito sulla scrivania del pm Tiziana Siciliano. Per il furto scoperto in flagranza il codice prevede anche l’arresto, ma nel suo caso, sia per l’avanzato stato della gravidanza sia per il fatto di essere incensurata, il magistrato ha deciso di non adottare misure restrittive in attesa del processo.
08/11/2008 16:55
 
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TORINO
Costretti a vivere in due con 700 euro al mese. Con affitto e bollette da pagare. Con una bambina di 8 anni a casa dei nonni pensionati. Si traduce anche così la crisi che ha colpito tante piccole e medie industrie torinesi. Giovanni Pugliesi ha compiuto ieri 46 anni. Li ha festeggiati sotto la pioggia, con un cappuccio a coprire la testa. Anche lui in mezzo alla strada a protestare, a bloccare Tir e auto sulla circonvallazione tra Santena e Villastellone. E' questa la condizione dei dipendenti della Ages, ditta di stampaggio di gomma e metallo con sedi nel Torinese ed a Asti. Da una settimana i lavoratori vivono davanti all'azienda di via Trinità. Aspettano ancora di ricevere parte dello stipendio di ottobre: ormai ci contano poco. «Come credono che si possa andare avanti in queste condizioni? Ho 46 anni e lavoro per questa società da sempre. Non hanno nemmeno il coraggio di dirci la verità sul nostro futuro». Accanto la moglie, Anna Sellitro. Anche lei, da 14 anni, dipendente Ages. «Da tre anni a questa parte le cose sono andate sempre peggio. Prima lo stipendio era accettabile, adesso non si riesce nemmeno a sopravvivere». Insieme nella vita e sul posto di lavoro. Entrambi all'inizio degli Anni 90 sono entrati nello stabilimento Contitech di Ciriè. Si sono sposati nel 1996. Poi la prima crisi e l'arrivo a Santena. Nuovi sogni: una casa a Torino, la nascita di Alessia. Lui lavora per la rifinitura delle tubazioni, lei nel reparto di stampaggio. Nel 2006 il passaggio di proprietà da Continental ad Ages Spa. Oggi la loro condizione economica è precipitata. «A gennaio riuscivamo ancora ad arrivare a 1300, 1200 euro al mese. In due sia chiaro. Adesso ci dobbiamo accontentare di 700 euro» racconta Anna. «Adesso viviamo come persone umiliate. Ridotte a dover regalare una figlia di appena otto anni ai nonni che abitano a Collegno.

A dover chiedere aiuto per tutto: cibo, bollette, vestiti. Non è possibile che una coppia che si sta avvicinando ai 50 debba ancora dipendere dai genitori. Anche loro poverini sono dei semplici pensionati, non possono fare l'impossibile». Anna e Giovanni abitano in un appartamento di proprietà della cooperativa Di Vittorio. «Dovremmo incontrare un loro rappresentante proprio nei prossimi giorni. La realtà è che adesso non riusciamo più a pagare le rate di questi ultimi mesi. Speriamo che comprendano la situazione e ci vengano incontro, altrimenti non sappiamo davvero dove andare a sbattere la testa». Giovanni e Anna tornano a protestare: in serata tornano a bloccare le strade. La nottata trascorrerà come le altre. Dentro ai gazebo, davanti ai cancelli di una fabbrica che in qualche modo sentono ancora loro.
15/11/2008 09:26
 
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Amy Pollard, britannica di 28 anni, avrà il divorzio dal marito David, 40, dopo aver scoperto che questi aveva un'amante nel mondo virtuale su internet di Second Life. L'avatar (personaggio virtuale della 'seconda vita') di David è stato 'beccato' due volte mentre faceva sesso online con l'avatar dell'amante. Nel febbraio scorso Amy scoprì la relazione adulterina (ancorché virtuale), assoldò un detective online per spiare le mosse del marito. In aprile aveva quindi scoperto il marito virtuale in atteggiamento compromettente con una signorina virtuale: la donna ha dunque chiesto il divorzio, che verrà finalizzato la prossima settimana.

"L'avvocato non era affatto sorpreso - ha detto Amy - Ha detto che era il secondo caso di divorzio collegato a Second Life che le capitava in una settimana". Oltre 10 milioni di persone hanno creato una loro seconda vita sul sito internet. Aziende di fama mondiale hanno aperto loro negozi nel mondo virtuale, dove ci sono alberghi, banche e persino concerti rock.

La coppia si era conosciuta quattro anni fa proprio su Second Life; avevano poi deciso di incontrarsi in carne ed ossa, e presto avevano iniziato a convivere, prima di sposarsi in Cornovaglia nel 2005.

In onore alla loro storia nata online, avevano fatto anche un matrimonio su Second Life, modellato su quello tra David e Victoria Beckham.



23/11/2008 11:05
 
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Nonostante il freddo, la pioggia battente e il vento, si sono presentate migliaia di persone, ieri mattina, all’ingresso del Grand Hotel Tiziano, a Lecce, per sostenere il provino per la nona edizione di Grande Fratello. La folla numerosa ha creato non pochi disordini: nel corso delle prime ore della mattinata, infatti, si è formata una ressa di persone, che spingendosi l’un l’altro nel tentativo di prendere il numero per accedere alle selezioni, ha anche abbattuto un muro di cinta e un cancello dell’albergo, rischiando di ferire il personale di produzione. Fortunatamente nessuno si è fatto male, ma è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine e la sospensione momentanea del casting. I provini sono ripresi poco dopo, non appena la Polizia e i Carabinieri sono riusciti a ristabilire l’ordine, transennando la zona.

L’età media di chi ha partecipato va dai 25 ai 35 anni, anche se non sono mancati 18enni, che hanno aspettato proprio il compimento della maggiore età per presentarsi alle selezioni, e persone over 40 e 50 anni. A sostenere il provino anche diverse coppie di marito e moglie e qualche gruppo famigliare, composto da madre o padre con i rispettivi figli o da coppie di fratelli e sorelle. Addirittura una coppia di amanti, desiderosa di entrare nella Casa proprio per far scoprire la loro relazione. Studenti, camerieri, dj, baristi e fornai sono state le professioni più rappresentate. Tra le passioni più comuni, invece, quella per i balli latino-americani, i viaggi e per le immersioni e la pesca subacquea.

02/12/2008 09:33
 
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Non ha saputo dare una spiegazione a quanto commesso, l’uomo di 30 anni che ieri sera ha ucciso a colpi di machete i propri genitori nella loro abitazione, una villetta su due piani a Mentana, in provincia di Roma.

Il presunto responsabile di questa che gli inquirenti hanno definito “una vera mattanza” è stato trasferito, in nottata, alla Questura di Roma per essere interrogato, ma non è stato in grado di spiegare cosa lo ha portato ad accanirsi sui corpi dei propri genitori. L’allarme in via delle Molette era scattato nella tarda serata di ieri quando i vicini di casa avevano sentito delle urla provenire dalla villetta abitata dal giovane e dai due coniugi. Gli uomini della squadra mobile hanno trovato il ragazzo accanto ai corpi, con ancora in mano il machete utilizzato per ucciderli. Il 30enne si sarebbe accanito sui due coniugi colpendoli con numerosi colpi. Sono ancora da chiarire i motivi del massacro così come resta da stabilire se l’uomo soffra di disturbi mentali.
04/12/2008 14:01
 
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Sarà denunciata per procurato allarme la diciannovenne che ieri sera è stata soccorsa dal 118 e dalla polizia dopo un tentativo di suicidio. A scoprire la verità sono stati i medici durante gli accertamenti a cui la giovane donna è stata sottoposta in ospedale. La giovane era stata vista a terra da una vicina nel cortile interno dell'edificio nel quale abita in pieno centro, a Bari: la vicina aveva quindi lanciato l'allarme a polizia e '118'.

Secondo una ricostruzione poi fatta da soccorritori e investigatori, la diciannovenne si era lanciata dal balcone di casa, all'ottavo piano, ricostruzione avvalorata da lei stessa. Portata nel Policlinico, era stata ricoverata con riserva la prognosi.

I medici si sono insospettiti per l'aspetto esteriore del corpo della giovane, apparentemente privo di lesioni. Gli accertamenti successivi hanno stabilito che la giovane non si era lanciata giù ma aveva solo cercato di attirare attenzione su di sé. Sulle cause del presunto tentativo suicidio, si era tra l'altro parlato di depressione dovuto ad una disfunzione della tiroide che fa ingrassare.

08/12/2008 11:30
 
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Heavy metal significa "metallo pesante", come quello della lama che ha penetrato il torace di A.D., 16 anni, tastierista di una rock band di Sampierdarena (Genova), ferito dalla giovane cantante del gruppo, chiamata Cry Soul, dopo un litigio per motivi davvero banali: un brano musicale.

Succede tutto in pochi secondi, anche se il rancore di questa ragazza che ha poco più di 19 anni probabilmente monta da tempo. Sarà la polizia a cercare di ricostruire quanto è accaduto: prima la questura e poi la squadra mobile, coordinati dal pm Francesco Cardona Albini, che ha secretato tutti gli atti.
A partire dal nome della ragazza, che adesso è in carcere per tentato omicidio.

I due, vocalist e tastierista, litigano nel pomeriggio, probabilmente per una canzone. Poi si incontrano di nuovo, in un vicolo di Sampierdarena. Ma questa volta lei ha un coltello da cucina portato da casa. La ragazza ha accanto a sé il fratello di 17 anni. Sono le 21.30: vede il 16enne, gli si scaglia addosso e lo colpisce una ventina di volte. Raggiunto dai fendenti al torace, il giovane si accascia al suolo ma la ragazza lo colpisce ancora alla schiena. Il fratello cerca di fermarla, ma viene ferito alle mani.

Intanto c'è chi assiste alla scena e chiama la polizia e le ambulanze: arrivano le volanti, trovano la ragazza in piedi, il ragazzino a terra, il fratello della vocalist con le mani piene di sangue. Il coltello è sparito: lo ritroveranno gli agenti poco lontano mentre la ragazza, in stato di shock, dice che il tastierista si è ferito da solo. La bugia è presto scoperta: mentre A.D. viene trasferito d'urgenza all'ospedale di Villa Scassi, dove sarà operato nella notte, la ragazza viene portata in questura.

Non dirà una parola di più. Pochi momenti, poi per lei si aprono le porte del carcere con l'accusa di tentato omicidio. A.D. viene operato durante la notte poi, d'urgenza, ancora poco prima delle 13: si rompe un vaso principale. Le sue condizioni sono critiche, è in prognosi riservata.

Il movente di tanta rabbia è ancora sconosciuto. Secondo le prime indiscrezioni, il dissapore tra i due è maturato un po' di tempo fa e si è acuito negli ultimi tempi. Si dice, ma è solo un'ipotesi, che i due abbiano litigato per un brano. Il magistrato ha bloccato ogni fuga di notizia. Sentirà la ragazza nei prossimi giorni.

02/01/2009 10:30
 
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È stato ucciso la notte di Capodanno nel suo bar, quello che aveva gestito per una vita e che da tempo aveva passato alla figlia. Dei rapinatori lo hanno picchiato selvaggiamente e poi accoltellato otto volte, prima di fuggire con poche centinaia di euro in monetine e in biglietti da 5 euro. I valori, infatti, erano stati ritirati alla chiusura.

È accaduto la scorsa notte a Sant’Angelo Lodigiano, in piazza Vittorio Emanuele, una delle due più grandi della cittadina. Mario Girati, 75 anni, la vittima, era in pensione da anni ma in realtà la sua vita continuava a ruotare intorno al bar-tabacchi, il più grande di Sant’Angelo. L’anziano, dopo la chiusura, si fermava spesso nel locale, con la serranda alzata per metà e la porta chiusa a chiave, per rilassarsi un pò guardando la televisione e sfumacchiando qualche sigaretta, dato che in casa non gli era permesso.

Ieri sera, ancora una volta, l’uomo si è messo a guardare la tv, seduto a uno dei tavoli del locale. E proprio lì, intorno alle 4 di notte, lo hanno trovato la figlia e il genero, scesi nel bar dall’abitazione, che si trova nello stesso stabile, dopo che la moglie della vittima aveva chiamato la figlia, allarmata. Si era svegliata, infatti, ma nel letto il marito non c’era come le altre volte, quando silenziosamente tornava a casa dopocena e si metteva a dormire.

Girati era a terra, tra i tavolini, con i segni di un pesante pestaggio sul volto e otto ferite da coltello al torace. Chi lo ha colpito lo ha fatto senza timore di uccidere. Forse lo ha picchiato per farsi dire dove fosse il grosso dei valori, forse perchè ha reagito. Tutte le ipotesi, al momento, sono aperte perchè il delitto non ha avuto testimoni. Nemmeno la figlia e il marito si sono accorti di quello che stava accadendo di sotto dato che la morte, secondo il medico legale, risalirebbe a mezzanotte, quando i botti e le grida dei festeggiamenti per il Capodanno potrebbero aver coperto le sue invocazioni d’aiuto.

Le indagini, condotte dai carabinieri di Lodi, partono quindi dalle evidenze trovate sul luogo dell’assassinio e dai risultati scientifici, che saranno pronti a breve.

La vittima era incensurata e la situazione finanziaria dell’ attività apparentemente non risente di problemi. L’ipotesi più accreditata, quindi, è che qualcuno, magari con la scusa di un pacchetto di sigarette incastrato nel distributore automatico fuori dal bar-tabaccheria, si sia fatto aprire e poi lo abbia selvaggiamente aggredito.

03/01/2009 14:45
 
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Indigente e malata di cancro. Per questo Angela S., 58 anni, pensionata, vuole morire e chiede l'eutanasia. "Non auguro a nessuno di vivere in queste condizioni", ripete dal giorno di Natale, quando per mettere assieme il pasto ha dovuto chiedere aiuto ai vicini. Ora il disperato appello è diventato un caso. La sua vita, già piena di difficoltà, da quando ha scoperto di essere gravemente malata è scivolata in un baratro. Ma il tumore ai polmoni e l'indigenza non sono i suoi unici nemici: c'è anche la burocrazia che acuisce il dolore.

Già, perché Angela vive con 250 euro al mese di pensione (ottenute per una invalidità) in un paese arroccato sulle montagne abruzzesi. Appena scoperta la malattia, ha chiesto alla Asl una semplice indennità di accompagnamento. Un modo per ottenere un aiuto nei lunghi viaggi (250 chilometri circa tra andata e ritorno) per sottoporsi alla chemioterapia che deve necessariamente svolgere a Pescara. Ma la sanità abruzzese - già sconquassata e priva di fondi, anche a causa degli scandali legati alle tangenti nella pubblica amministrazione - è stata irremovibile. La donna non può avere l'indennità. Al massimo può percepire un rimborso spese per i viaggi dovuti alle cure.

La commissione di medicina legale - assicurano dalla direzione della Asl - l'ha più volte visitata ed ha constatato la "mancanza dei requisiti di legge". Il "no" da parte dell'ente ha spinto la donna a chiedere pubblicamente una "morte dignitosa piuttosto che una vita di stenti, dolore e umiliazione". Non sa come mantenersi, figurarsi come potersi curare. Angela non può nemmeno sostenere le spese per presentare ricorso contro la decisione della Asl. Ma almeno per questo aspetto è intervenuto il Comune di Castel di Sangro, che ha annunciato la copertura delle spese legali.

Intanto lei continua a rivendicare i suoi diritti: "Non voglio essere di peso a nessuno, chiedo solo aiuto allo Stato. Me la sono sempre cavata da sola, con poco. Adesso però il male mi ha attaccato i polmoni e non mi consente di procacciarmi il necessario per vivere. Purtroppo non rientro in nessuna forma di ammortizzatore sociale". L'unico apporto concreto lo ha ricevuto da Comune e Comunità Montana che hanno messo a disposizione una vettura per consentirle di recarsi a Pescara e sottoporsi alle cure. Tutto per un importo massimo di 1800 euro frutto di un contratto di solidarietà, ormai esaurito. "Ora non so proprio come farò a continuare con i cicli antitumorali...".

L'assessore comunale Andrea Liberatore, uno dei primi ad occuparsi della vicenda, giudica la decisione della Asl "iniqua verso una persona che non riesce a sopravvivere. È il risultato di una sanità poco accorta. In passato sono stati concessi benefici a tutti, ora invece si negano quelli essenziali a chi ne ha bisogno".

Per il vescovo della diocesi di Sulmona, Angelo Spina, si tratta di "un grido di dolore, un grido di una persona sola che reclama il diritto alla vita e non alla morte". Ma anche la chiesa non è stata d'aiuto. La donna infatti si è rivolta anche al parroco del paese per cercare sostegno, senza ottenere risultati. Intanto in paese è scattata una raccolta fondi.

04/01/2009 13:02
 
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Tragedia familiare a Costa di Mezzate, in provincia di Bergamo. Durante l'ennesima lite un ventenne ha aggredito la madre con un martello. La donna, 54 anni, è stata colpita ripetutamente al capo e agli arti. E' riuscita a trascinarsi fuori dall'abitazione, fino al pianerottolo, attirando l'attenzione dei vicini di casa che hanno chiamato i soccorsi. Medicata dai sanitari del 118, è stata portata in ospedale, dov'è ricoverata in prognosi riservata.

Il giovane è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio. E' stato contattato dai carabinieri che, mentre stavano arrivando sul posto, lo hanno trattenuto al telefono impedendogli così di scappare. E' stato quindi catturato nella sua abitazione e portato in carcere.

10/01/2009 20:35
 
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Umiliare e vessare un disabile per una scommessa da 20 euro: avrebbero scommesso 20 euro gli otto 15enni denunciati dai carabinieri, pochi soldi come premio per la prova di coraggio che li ha portati maltrattare un 46enne disabile di Patti, comune in provincia di Messina, per due volte. Gli studenti, appartenenti famiglie benestanti e molto note in paese, avrebbero messo sul tavolo inizialmente due o tre euro e poi, con un gioco al rilancio, hanno racimolato la somma che sarebbe andata al più audace.

Un gioco finito male, sul quale è calato il silenzio complice di tutti i minorenni, dopo gli episodi del 27 e del 30 dicembre scorso. Il vetro di casa rotto, la schiuma da barba in faccia, gli insulti, poi una bottiglia in pieno volto della vittima che, ferita, è stata medicata al pronto soccorso. Dopo la sua denuncia ai carabinieri le voci sono iniziate a circolare in paese, così come si sono strette le maglie delle indagini dei militari della compagnia locale. Ormai a Patti erano in molti a sapere che cosa era veramente successo e in paese circolavano con sempre maggiore insistenza i nomi del gruppetto di bulli. Sono stati proprio i genitori dei ragazzi a convincerli a confessare il gesto. Alla fine l’ammissione di tutte le colpe e la confessione nella caserma dei carabinieri.


16/01/2009 10:39
 
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Un veneziano di 60 anni da mesi, fingendosi una quindicenne, inviava sms e mms a minori chiedendo loro foto e video amatoriali. L'uomo, che e' stato denunciato, e' accusato anche di aver abusato sessualmente di un minore con cui era entrato in contatto. Il blitz della polizia nella casa dell'uomo ha portato alla scoperta di varie ''apparecchiature radiomobili'' nelle cui memorie sono conservate centinaia di fotografie e video dal contenuto pornografico realizzate con minorenni.
16/01/2009 11:01
 
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Re:
aston villa, 16/01/2009 10.39:

Un veneziano di 60 anni da mesi, fingendosi una quindicenne, inviava sms e mms a minori chiedendo loro foto e video amatoriali. L'uomo, che e' stato denunciato, e' accusato anche di aver abusato sessualmente di un minore con cui era entrato in contatto. Il blitz della polizia nella casa dell'uomo ha portato alla scoperta di varie ''apparecchiature radiomobili'' nelle cui memorie sono conservate centinaia di fotografie e video dal contenuto pornografico realizzate con minorenni.



Grazie a Dio ogni tanto li beccano questi qui. Pensa se al posto di questa notizia avessimo letto: "ritrovato il corpo senza vita di un bambino di 8 anni. Scomparso dalla scuola da tre giorni il minore è stato ritrovato grazie alla segnalazione di un barbone che vive nel parco Pinco Pallino, che lo ha avvistato dietro la siepe dove abitualmente si accampa per passare la notte. La polizia dopo gli accertamenti e l'autopsia ha riscontrato tracce di ripetuta violenza sessuale e di percosse. Ma non è mica fantascienza tutto questo...



Gli uomini buoni vanno in Paradiso, quelli cattivi a Patong
20/01/2009 22:45
 
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- Un bimbo di quattro mesi è stato lasciato chiuso in auto per più di un'ora, al gelo, dai genitori impegnati nello shopping in un centro commerciale. Il bambino è stato salvato mentre i genitori, originari del Kosovo e residenti a Bolzano, sono stati denunciati. Il fatto è avvenuto al Bren Center di Trento.

L'allarme è stato lanciato da una donna che, dopo aver parcheggiato l'auto, si è accorta che dal veicolo vicino un bimbo assicurato al seggiolino stava piangendo disperato. Visto che nel giro di un quarto d'ora i genitori non si erano fatti vivi, la donna ha avvertito il '113'. Con gli altoparlanti del centro commerciale sono stati lanciati numerosi avvisi, senza però risultato.

A questo punto sono intervenuti i vigili del fuoco i quali, in considerazione della temperatura prossima allo zero, hanno infranto il lunotto posteriore dell'auto e hanno tratto in salvo in bimbo rifocillandolo. Poco dopo un'ora dal ritrovamento del bambino, i genitori sono tornati con le spese. L'uomo ha dapprima inveito contro chi aveva infranto il vetro dell'auto ma poi ha dovuto subire, assieme alla moglie, una denuncia per abbandono di minore.
21/01/2009 15:14
 
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Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri di Montebelluna per aver seviziato, torturato e sottoposto alle più brutali violenze sessuali per 15 giorni un uomo con fortissimi disagi psichici. Agghiaccianti e raccapriccianti, secondo quanto si è appreso, i supplizi inferti dai quattro indagati, tutti giostrai, alla vittima, un trentaduenne che vive con il fratello e il padre nel trevigiano, tutti e tre con problemi di alcolismo. Convinto dai quattro aguzzini a dare una mano nella ristrutturazione di una casa, una volta nello stabile l’uomo è stato segregato, subendo le più atroci violenze, costretto anche a cibarsi di escrementi di cane.

È stato il fratello della vittima a confidarsi con un avvocato che si è poi rivolto ai carabinieri anche se il trentaduenne, inizialmente, ha rifiutato di sporgere denuncia per paura di essere ucciso. I militari dell’arma hanno però proceduto d’ufficio dopo aver accertato, tra i reati, la violenza sessuale di gruppo. Alla fine la vittima ha collaborato con il pm trevigiano Valeria Sanzari, raccontando l’inferno subito nelle due settimane. In possesso degli investigatori ci sono 15 filmati delle violenze imposte al trentaduenne. Gli indagati sono accusati a vario titolo, di violenza privata, violenza sessuale individuale, violenza di gruppo, sequestro di persona e lesioni personali gravi. Gli arresti sono stati compiuti uno a Ponzano (Treviso), due a Trevignano (Treviso) e l’ultimo all’aeroporto Canova di Treviso dal quale uno degli indagati stava tentando la fuga.

I fatti risalirebbero ad alcuni mesi fa. La vicenda è coperta dal massimo riserbo da parte degli investigatori, ma, secondo quanto si è appreso, particolare attenzione verrebbe attribuita ai filmati sequestrati che ritrarrebbero le torture e i soprusi, anche di natura sessuale, imposti all’uomo. Sono da stabilire nel dettaglio, infatti, le posizioni dei fermati e il loro specifico ruolo nelle diverse fasi della storia. Le sevizie, infatti, sempre secondo le prime informazioni, potrebbero essere state compiute solo da tre dei giostrai. Nei confronti del quarto l’accusa finora mossa sarebbe solo di lesioni gravi legate ad una azione intimidatoria nei confronti dell’uomo successiva al suo ritorno a casa. Sarà fissata probabilmente nelle prossime ore la data dell’udienza di convalida del fermo dei quattro giostrai. Le indagini sui soprusi durati una quindicina di giorni sono state compiute dai carabinieri di Montebelluna e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Treviso Valeria Sarzari.
17/09/2009 08:13
 
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Un diciassettenne è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una bimba di soli 7 anni. Il giovane, di cittadinanza romena, residente a Merate (Lecco), è stato denunciato dalla mamma della bambina che ha detto di averlo trovato nel lettino della piccola, in atteggiamenti inequivocabili. Proprio grazie all'intervento della donna si è evitato lo stupro vero e proprio. Il minorenne è ora detenuto al Beccaria di Milano.

L'episodio, reso noto oggi, risale a domenica scorsa e si sarebbe verificato in un appartamento di Usmate con Velate, dove un gruppo di romeni si era riunito per una festa. Il 17enne si sarebbe assentato per raggiungere la cameretta da letto dove si trovava la figlia della famiglia ospitante. Si sarebbe poi gettato su di lei tappandole la bocca con una mano per impedirle di gridare, costringendola poi a sottostare ai suoi baci e palpeggiamenti nelle parti intime.

La madre, che si era recata nella stanza per assicurarsi del sonno della piccola, vedendo la scena si sarebbe scagliata sul ragazzo, strappandolo con forza dalla piccola per poi chiamare i carabinieri di Arcore che, giunti sul posto hanno sentito il racconto delle cinque persone presenti, del 17enne che ha negato i fatti e della piccola che, dopo il primo momento di esitazione si è sfogata raccontando nei particolari l'accaduto.
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