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MILAN

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2011 13:16
14/05/2009 11:49
 
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Imbarazzi, silenzi, fughe da porte secondarie. Ora che le dichiarazioni d'Egitto di Silvio Berlusconi hanno irreversibilmente messo in discussione il futuro di Carlo Ancelotti, il gravoso compito di Adriano Galliani è quello di traghettare il Milan all'aritmetica qualificazione alla Champions League, preservando lo spogliatoio dagli spifferi del mercato. Ecco perché ieri a Milano il vicepresidente rossonero non si è sottratto alla curiosità dei cronisti ma ha ribadito quanto aveva già dichiarato nel caotico post-partita albanese: «Ho parlato con il presidente: Berlusconi cade dalle nuvole. Le frasi riportate da la Repubblica non corrispondono al suo pensiero. Punto, il problema è finito».

Ma il primo a non crederci è proprio il tecnico, che ha preferito imboccare un'uscita secondaria di Malpensa piuttosto che raccontare un mare di diplomatiche bugie. Ancelotti sa che almeno una parte delle accuse mossegli dal premier corrispondono alla verità. Già domenica sera negli spogliatoi durante l'intervallo a uno dei presenti è suonato il cellulare. A chiamare era Silvio Berlusconi furente per l'atteggiamento prudente tenuto dal Milan con la Juve. «Troppo difensivismo in campo» avrebbe tuonato il Cavaliere, voglioso di vedere all'opera Pato ma soprattutto Ronaldinho. Quest'ultimo ha smarrito da un pezzo le speranze di diventare protagonista con il Milan. «Non vi è alcuna possibilità che mio fratello torni in Brasile, come hanno fatto Ronaldo e Adriano. Ma se mi chiedete se può cambiare squadra in Europa, allora dico sì» ha detto ieri Roberto de Assis.

Il punto è che il tecnico milanista è convinto che il brasiliano offra il meglio di sé solo se accompagnato dalla consapevolezza di essere titolare. «Ma questa assicurazione come posso darla?» si chiede l'allenatore a cui spesso viene rimproverato di schierare sempre e comunque il fischiatissimo Seedorf. Che però, per lo staff tecnico, «dei trequartisti è l'unico che torna a coprire il centrocampo». Qualcosa insomma si è rotto nel lungo e affettuoso rapporto d'amicizia e collaborazione fra Berlusconi e Ancelotti. A Galliani ancora una volta toccherà il delicatissimo compito di ricomporre i cocci ma, se fino a pochi giorni fa la permanenza di Carletto a Milanello sembrava scontata, ora il futuro è tutto da decifrare. I tabloid danno per certo l'arrivo di Ancelotti sulla panchina del Chelsea (addirittura con Kaká e Pirlo, secondo il Daily Telegraph), dopo che si era già promesso loro con un precontratto. «Il 90% dei dipendenti del Milan vuole che Ancelotti resti, ma quel che dice Berlusconi è legge» ha commentato ieri Gattuso. Appunto.

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