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MILAN

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2011 13:16
08/05/2009 09:03
 
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David Beckham, quante case ha visto Victoria, da quando è arrivata a Milano?
«Nessuna».

Neanche il Castello Sforzesco?
«Ma scherza? Il novanta per cento delle notizie che escono sulla mia famiglia sono delle invenzioni. L’ultima balla riguarda la mia presunta storia con una modella ungherese (Mariann Fogarasy, ndr). Non sono mai stato al ristorante con quella signorina e mia moglie Victoria, giusto per fare chiarezza, domenica sarà in tribuna a vedermi giocare contro la Juventus».

Per la disperazione delle sue fans…. A proposito qual è la proposta più imbarazzante che ha ricevuto?
«Mi hanno chiesto in regalo un paio di mutande, ma forse perché erano di Armani... In Nuova Zelanda invece mi hanno rubato una pannocchia di mais dal piatto per metterla all’asta su internet».

Come riesce a gestire l’assalto del gossip?
«Se mi mettessi a smentire tutto ciò che esce sui tabloid inglesi, non avrei il tempo per fare il calciatore».

L’ultima riguarda il suo rapporto con Ferguson. E’ vero che l’ha salutata molto freddamente martedì sera all’Emirates Stadium?
«È un’altra falsità. Ferguson era sconvolto perché i suoi nipotini hanno avuto un incidente. Quando ci siamo incontrati negli spogliatoi ci siamo abbracciati».

Andrà a Roma a vedere la finale Manchester-Barcellona?
«Penso di sì e naturalmente farò il tifo per i Red Devils».

Come procedono le lezioni d’italiano?
«Insomma...».

Meglio lei con la nostra lingua o Ancelotti con l’inglese?
«Siamo sullo stesso livello. Anzi no. Se è possibile, vorrei rendere noto il mio nuovo giudizio: il mister parla inglese benissimo! La scorsa settimana se l’è presa con me perché ho affermato il contrario e quindi devo rimediare».

Il rapporto con Ancelotti?
«Meraviglioso. Lui, Ferguson e Capello sono tecnici straordinari. Carlo a livello umano è stato una grandissima sorpresa».

E’ vero che l’ha portata a mangiare in un ristorante parmigiano?
«Sì ed è uno dei posti dove ho mangiato meglio, anche se è difficile trovare una cattiva cucina nel vostro paese».

Cosa l’ha colpita degli italiani?
«Siete passionali ed avete una notevole energia. Ho scoperto uno stile di vita che mi piace molto, non c’è la stessa pressione mediatica che ho vissuto in Inghilterra. Il Milan poi è il luogo ideale per fare il calciatore. È come stare in paradiso».

Tra un mese dovrà tornare in America. Rinuncia al paradiso?
«È difficile, ma io ho rispetto per i Los Angeles Galaxy ed ho una missione da compiere. Voglio promuovere il calcio negli Stati Uniti».

Però nel suo contratto c’è una clausola che le permette di liberarsi al termine del prossimo campionato, che finirà a novembre.
«È possibile che io torni a gennaio a giocare con il Milan, ma ci sono ancora tanti aspetti da definire. Prima di arrivare qua mi hanno avvertito che sarei rimasto affascinato dal Milan e in effetti avevano ragione».

È ipotizzabile che possa anticipare il suo addio, iniziando il prossimo campionato con il Milan?
«Nella vita non c’è niente di scontato, ma credo che sia un percorso complicato. Per restare altri tre mesi, ho fatto molti sacrifici economici. Non è una decisione che si può prendere dall’oggi al domani in un salotto. L’unica cosa certa al momento è che a luglio riprenderò a giocare con i Los Angeles e ritroverò i miei attuali compagni in un’amichevole».

Da che parte starà?
«Un po’ in una un po’ nell’altra».

Quanto la intriga l’idea di ritrovare la Champions League col Milan?
«Sarebbe fantastico. E’ un trofeo molto affascinante e difficile da conquistare. Il mio sogno però resta quello di vincere qualcosa con la mia Nazionale, visto che non ci sono mai riuscito».

Il Milan intanto deve arrivare almeno terzo. Temete la reazione della Juventus, che vuole uscire dalla crisi?
«Se il Milan gioca come in queste ultime due settimane, possiamo batterli. Ma la Juve è una grande squadra, con una grande storia alle spalle. E in campo ci si dimentica dei problemi».

Ha mai rischiato di vestire la maglia bianconera?
«Quando giocavo nel Manchester per un periodo se n’è parlato. Incontravo il mio amico Del Piero sul set degli spot Adidas e mi diceva: “Dai, vieni a Torino”. E io: “No, vieni tu a Manchester”».

Buffon è sempre il portiere numero uno al mondo?
«Penso di sì e mi perdoneranno i miei amici Abbiati, Dida e Kalac. Il mio mito però è sempre stato Schmeichel».

Beckham, cosa le sta regalando il Milan?
«Tantissimo, è un ambiente eccezionale. La scorsa settimana i miei compagni mi hanno addirittura organizzato una festa di compleanno a sorpresa. Flamini ha fatto da esca, l’ho seguito pensando che fossimo in tre e invece, oltre a lui e a Favalli, ho trovato anche gli altri. Ho chiamato Victoria più di una volta per raccontarle che cosa stava succedendo».

Il giocatore più forte con cui ha giocato?
«Senza dubbio Paolo Maldini. Se penso al massimo che poteva capitarmi a livello professionale, mi viene in mente la sua partita d’addio. E’ un onore pensare di parteciparvi e di essere arrivato proprio in questo momento della sua carriera».

È vero che ha legato subito con Gattuso?
«Sì, Rino è unico. Peccato che io non parli calabrese».

Beckham, è più fastidioso stare due ore su un set fotografico o sacrificarsi in difesa?
«Guardi, preferisco passare una settimana a fare su e giù in campo a Milanello, piuttosto che stare sotto i flash. Ma, per favore, non ditelo ad Ancelotti, altrimenti sono rovinato».
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