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TORO!

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2010 22:16
30/11/2009 13:49
 
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Benvenuto al buon Beretta,altro non si puo' dire.

Ieri Mura su Repubblica faceva un analisi sul perche' il Toro non riesca a tirasi fuori da queste secche.

Analisi condivisibile,parla delle pressioni di una tifoseria abituata a un passato che piu' glorioso non potrebbe essere che male accetta la realta'attuale e di conseguenza fischia al primo passaggio sbagliato,contesta e in generale non si rende conto che oggi siamo una squadra provinciale e nulla piu'.

I tifosi tirano in ballo Cairo.

Saro' sempre grato al Pontefice per averci salvato,c'ero quell'estate.......ma non e' possibile che in 4 anni non abbia messo su uno straccio di societa'.

Lui vive a Milano,Foschi di mestiere fa il mercante e la squadra e' abbandonata senza controllo all'allenatore.

In una situazione simile quelle merde che sono oggi i giocatori,di qualunque squadra,fanno il cazzo che vogliono.

Nessuno controlla la vita che fanno,nessuno verifica se di notte vanno a dormire all'ora che la professione richiede oppure vanno a mignotte ecc....

La scorsa estate una parte della teppaglia che ha inlordato la Sacra Maglia l'avevamo gia' fatta fuori ma sono rimasti i peggiori,parlo di Sereni,Diana e Di Michele.

Questi fanno il bello e il cattivo tempo,pare che Sereni non sia sceso in campo col Crotone a seguito dell'ennesima lite con Ienca,il segretario,si dice che si siano rimessi le mani addosso un altra volta....

Ma tocca ad uno oscuro segretario questo compito?

Colantuono e' un buon tecnico,forse e' uno di quelli che ha solo uno schema in testa come Novellino e cerca di attuarlo a prescindere dai giocatori.

Dall'inutile trequartista al fatto di avere dei difensori centrali marmorei.....se sai che sei messo cosi' allora dietro giochi a 3 con 2 esterni almeno ti pari il culo...

Il Cola ci ha messo del suo ma avere a che fare con quel nido di vipere non deve essere il massimo.

Secondo me la squadra puo' salire,si parla tanto di Loviso ma visto il pietoso livello di questa B non e' che a distribuire palloni ci voglia Leo Junior......

Beretta viene dalla gavetta piu' dura,sa come muoversi in questi meandri.....speriamo riesca a venirne fuori in qualche modo perche' davvero non se ne puo' piu'....

Che ne pensano i fratelli granata el forum Treno 112,Daiquiri e Toro?

30/11/2009 15:57
 
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Buongiorno Toro...
Mi dispiace, ma non sono d'accordo col cambio di allenatore!
Ci siamo lamentati di Sereni, ha giocato Calderoni (lasciamo perdere i tristi presupposti motivi della sua presenza in campo) e ha fatto ridere. Ci siamo lamentati di Ogbonna, hanno giocato Zoboli e Pratali e hanno fatto ridere. Ci siamo lamentati di Belingheri, ha giocato Zanetti e ha fatto ridere. Ci siamo lamentati di DDM, hanno giocato Vantaggiato e Leon e hanno fatto ridere. Ci siamo lamentati del 4-3-3, Colantuono ha usato il 4-4-2 col Crotone e abbiamo fatto ridere. Ora, abbiamo silurato pure il mister (8° cambio in 4 anni: salute!): auguri a Beretta, perché al Toro ogni rimedio sembra essere peggiore del male...
Qui stiamo pagando un misto di squadra costruita male, con pochi esterni e tutti (a parte Colombo) discretamente impresentabili, un certo numero di infortuni di giocatori-chiave, scarsa forma e svogliatezza di troppi elementi. Abbiamo un portiere indecente fuori dai pali, una difesa che balla in maniera devastante (Loria, dove sei?) per intrinseca pochezza e mancanza di adeguata copertura, un centrocampo (Coppola quando torni?) in cui il regista non ha 2 cursori che si fanno il mazzo e quindi riceve palla e regolarmente non sa a chi darla, anche perché i compagni non fanno movimento, e un attacco che potenzialmente è da serie A, ma che è spesso lezioso e in più non riceve palloni adeguati per i motivi di cui sopra, con Bianchi a fare la "vox clamantis in deserto". Che fare?
1) Terminare la costruzione di una struttura societaria SERIA;
2) inchiodare certe amebe di giocatori alle proprie responsabilità;
3) a gennaio eliminare le ultime mele marce (i nomi si sanno, inutile reiterarli...);
4) intervenire PESANTEMENTE sul mercato in entrata.
Vedremo se dopo questa mossa alla Zamparini lor signori in maglia granata tireranno fuori gli attributi, avendogli fornito l'ennesimo alibi, oppure no. In entrambi i casi, hanno perso il mio rispetto...


01/12/2009 09:49
 
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«Va bene tirare fuori gli attributi, ma se giocassimo anche un po’ a pallone?». Ecco la rivoluzione culturale di Urbano Cairo, l’ennesimo ribaltone in corsa nel momento in cui la squadra non risponde più ai comandi. Rotto il timone, cambia il timoniere. Dopo i Colantuono, i De Biasi e i Novellino, arriva Mario Beretta, 50 anni, milanese e milanista: uno che ai giocatori parla «perché l’urlo non ti rende più carismatico», che vuole dare personalità ai granata «perché se una squadra tecnicamente forte non rende, il problema può essere psicologico o ambientale». Uno che porta avanti una politica dei piccoli passi, che non fa proclami, che di un Di Michele in affanno dice «non si può essere in forma per 365 giorni l’anno, per me resta capitano».

Beretta è un tranquillizzatore, un tecnico che dovrebbe riportare la calma e sciogliere l’ansia di un Torino che nelle ultime 11 partite ha totalizzato 11 punti. Cairo ha già il portafoglio in mano. «Massima disponibilità ad accontentare Beretta se fosse necessario acquistare qualche giocatore in gennaio», ha detto il numero 1 durante la conferenza stampa di presentazione, tenuta come tradizione all’interno di un container. Non solo. Il presidente è pronto a rinforzare la società con un team manager, un osservatore o chiunque serva. E i conti? «Non sarà qualche stipendio in più a fare la differenza. Siamo la squadra che spende di più in serie B. E anche in A saremmo messi bene».

Stefano Colantuono è ufficialmente nell’archivio, casella «esonerati», pur non avendo subìto la contestazione della piazza. La pazienza del patron è traboccata al secondo gol incassato dal Crotone durante l’ultima, sciagurata uscita casalinga del Toro: «Ingenuità del genere possono capitare una volta in un campionato. Se succedono due volte in cinque minuti significa che manca serenità». Altra considerazione presidenziale (peraltro ampiamente condivisa dalla tifoseria): chi con la maglia del Toro rende 10, quando cambia squadra rende 15.

A Beretta viene chiesto di ottenere 20 da tutti. Il nuovo tecnico si è messo al lavoro ieri pomeriggio sul campo della Sisport in un clima di generale indifferenza (150 tifosi hanno sfidato il freddo torinese, senza contestare né esultare). Ha lavorato sugli schemi difensivi e fatto disputare una partitella nove contro otto. Insomma, ha mescolato le carte e studiato le reazioni di un gruppo cui chiede come prima cosa di imparare in fretta, perché sabato c’è già la trasferta di Lecce contro il Gallipoli. Unica indicazione: lo schema di partenza sarà un 4-3-1-2, perché così è stato plasmato l’organico in estate.

Dalle prime indicazioni il posto di trequartista potrebbe toccare a Belingheri, alle spalle delle punte Bianchi e Di Michele. Cairo e il ds Rino Foschi hanno seguito a bordo campo, poi riunione con Beretta. Il cantiere è aperto, un mattone alla volta, senza bruciare le tappe, verso un obiettivo promozione che ora dista sette punti. Il presidente nega di essere stato troppo buono con i giocatori. Giura di averli multati ogni volta che hanno violato le regole, di essere stato esigente, di non aver mai viziato nessuno.

Ergo, la colpa del crollo dopo un inizio ad alta velocità sarebbe di chi ha messo troppa adrenalina nel motore, fino a ingolfarlo. Per uscire da questo cortocircuito mentale che porta undici giocatori a vagare per il campo preoccupati di sbagliare (e riuscendoci benissimo), Cairo si consegna a Beretta. Come nelle passate edizioni, è amore a prima vista. Ma come nelle passate edizioni, se entro primavera non arriveranno i risultati, i sentimenti si raffredderanno.
05/12/2009 09:15
 
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Non ci facciamo mancare proprio nulla....

Mario Beretta non sarà in panchina oggi a Lecce. Non si è già pentito di aver scelto il Torino e neppure è stato esonerato da Cairo ancora prima di cominciare. Il nuovo allenatore granata, che martedì ha ereditato il posto di Colantuono, sarà in tribuna contro il Gallipoli perché non ha ancora l’idoneità agonistica. Il problema è emerso in settimana durante le visite mediche necessarie ogni volta che un tecnico cambia squadra. Beretta si è sottoposto a una serie di esami al Centro di Medicina dello Sport di Torino e i medici, dopo gli accertamenti di routine, hanno deciso di svolgere indagini più approfondite. L’esito di questo supplemento di esami arriverà soltanto lunedì. Quindi per Beretta panchina rimandata.

Dispiaciuto, ma tranquillo il Mario lumbard. Al suo posto ci sarà Daniele Zoratto, il vice che Beretta ha avuto con sè quando allenava il Parma. Per i più giovani, Zoratto è stato uno dei protagonisti del miracolo-Parma negli anni novanta e ha avuto da Sacchi il premio di una convocazione in Nazionale prima di Usa 1994. Non sono previste comunicazioni particolari fra i due: «La pensiamo alla stessa maniera, non sarà necessario neppure parlarci via cellulare. E poi diciamo che dalla tribuna la partita si vede con maggior chiarezza». Ma si vive malissimo. Beretta non è uno di quegli allenatori tarantolati alla Novellino che hanno bisogno di brutalizzare la squadra per sentirsi bene e che nei ritagli di tempo litigano con il quarto uomo.

Però la sua prima con il Toro la voleva vivere a tu per tu con i suoi nuovi ragazzi. Anche perché il Gallipoli sul neutro di Lecce rappresenta un altro snodo del fin qui travagliato viaggio verso la A. I pugliesi del Principe Giannini incutono rispetto: salito quest’anno dalla Lega Pro, la squadra salentina in classifica ha soltanto un punto in meno del Toro in quel mischione rugbistico che è ancora la B.

Beretta è l’ennesima carta che Cairo si gioca. Che cosa abbia potuto fare in quattro giorni alla Sisport è evidente: poco. Comunque il tecnico che fuma quasi quanto il salgariano Yanez de Gomera, non avrebbe avuto modo nè volontà di ribaltare tutto quanto. Quindi non sono previste rivoluzioni «perché - sostiene Beretta - non servono. La prima settimana mandi input e cerchi di farti capire. Ma il lavoro è sul lungo tempo». Lui non ne ha tantissimo, dovrà approfindire personalità, caratteristiche e carattere dei suoi prodi e fare le scelte migliori. Beretta dice di avere un gruppo ottimo e abbondante e vuole da subito una squadra «di personalità e che cerchi di giocare a pallone il più possibile».

Non ci saranno cambi di ruolo. La prova di Bottone come esterno basso di destra non troverà conferme sul campo leccese. In quella posizione ci sarà di nuovo Diana. Mentre Loria riprenderà il timone della difesa accanto al ripristinato Ogbonna. Loviso o Gorobsov in regia? Non per demerito, nè per bocciatura, il veterano andrà in panchina. Beretta privilegia ancora l’entusiasmo e la vitalità dell’argentino che cresce in sicurezza partita dopo partita. «L’esperienza è importante, ma il ragazzo giovane magari gioca più libero». In attacco riecco Di Michele, di cui si sono perse le tracce come goleador il 18 settembre.
05/12/2009 17:24
 
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Puff...e' finita....

Ma quanto deve lavorare Beretta.... [SM=x1543054]

Un primo tempo equilibrato,nel secondo tempo 20 minuti da incubo con 2 pali e un rigore negato a loro che per inciso sono una squadraccia senza attacco.

Poi grazie all'ottimo Loria quella larva di Di Michele ha fatto la griglia....ma che pena.

Loviso,Pisano,Di Michele,Zanetti,Berlingheri e Ogbonna inguardabili.

Ci ha salvato Sereni.

L'importante era vincere e ogni tanto un po' di culo ci vuole......ma con un altra squadra ci lasciavamo le penne.

Ora spero che si cominci anche a giocare a pallone....
07/12/2009 10:41
 
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XXX Files Investigator
Re:
Ciao Aston.....
Beretta a Parma ha fatto bene ed ha lasciato tanti estimatori
Un signore, a suo modo, appassionato e sincero.....
Dategli tempo e vogliategli bene.....vi ripagherà.....

Fox
Diffida di chi ti da' consigli e poi ti insulta, stronzo! (Daniele Luttazzi)
07/12/2009 12:25
 
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Ciao Fox

L'impatto e' stato buono e tieni conto che questa e' la piazza piu' difficile d'Italia sia per allenare che per giocare.

E' arrivato senza proclami,senza i soliti luoghi comuni sul "cuore Toro" o cose simili,ha dato i meriti a Colantuono della grottesca vittoria col Gallipoli e viaggia di profilo basso.

A Siene fece benissimo,a Parma bene,col Chievo lo esonerarono che era quasi salvo,il Lecce dello scorso anno non lo salvava neppure Fergusson.

Se oltre alla solita grinta oramai sepolta riuscisse a riesumare anche una parvenza di gioco,che so'.....3 passaggi di fila,allora sarebbe perfetto.
08/12/2009 10:22
 
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Visto che sono abile e arruolabile, ora però non vorrei che qulcuno mi dicesse di restare in tribuna per scaramanzia». Mario Beretta finalmente sorride e soprattutto si concede una battuta per riassumere in un colpo solo una tre giorni intensa per colpi di scena e successivo lieto fine. Venerdì, alla vigilia della partita col Gallipoli, il neoallenatore granata aveva scoperto di non poter sedersi in panchina per la mancanza della idoneità agonistica. Sabato aveva sofferto al fianco di Cairo e Foschi per il fortunoso 1-0 della sua nuova squadra a Lecce e domenica sera si era preparato con la moglie Nadia per il supplemento di visite mediche a Torino. Ieri mattina il tecnico si è presentato puntuale all'ospedale San Luigi di Orbassano, scortato dal medico sociale Stesina, per concludere l'iter e soprattutto verificare eventuali problemi dopo un elettrocardiogramma imperfetto. Beretta si è sottoposto anche ad una coronarografia, che ha escluso qualsiasi complicanza, e così verso l'ora di pranzo il Toro poteva tirare un sospiro di sollievo per il definitivo nullaosta all'attività sportiva.

Il successore di Colantuono dunque già da oggi, con una doppia seduta, potrà allenare Di Michele e compagni e poi essere a fianco del Toro nella prossima partita casalinga col Sassuolo. «Non vedo l'ora - dice Beretta - e sono molto contento visto che tutto si è risolto nel modo migliore ed in fretta. Non ho mai perso la mia serenità, io non ho mai avuto nulla e sono sano. Era giusto approfondire il mio quadro clinico e voglio ringraziare i dottori del Torino che sono stati molto bravi. Alla fine è uscito quello che ci aspettavamo e posso tornare ad allenare senza problemi.

Loro sono stati molto scrupolosi, ma è meglio avere uno scrupolo in più che uno in meno». Beretta ieri è rimasto a riposo in albergo: Stesina l'ha scortato a lungo, probabilmente iniziando a vietargli le sigarette, e poi il diesse Foschi ha iniziato a tempestarlo di telefonate per varare insieme il lavoro dei prossimi giorni. «Ci siamo appena conosciuti col Toro - commenta il tecnico - ed ora ho tanta voglia di tornare a soffrire, spiegare, sudare e litigare in panchina. Mi è mancata molto: in tribuna si vede bene, ma non puoi partecipare con la squadra e tutto diventa complicato. Io, poi, sono abituato a vederla a bordo campo una partita e così tornerò a fare. Qualcuno adesso potrà dire che per scaramanzia conviene non cambiare... Lo so, il calcio è fatto così, ma io devo stare in panchina".

La prima gara sarà quella di sabato pomeriggio contro il Sassuolo di Pioli. A distanza di 468 giorni da quel Torino-Lecce 3-0 del 31 agosto 2008, prima giornata del campionato di serie A della scorsa stagione, Beretta tornerà all'Olimpico per sedersi sulla panchina granata. «Speravo un giorno di poter allenare il Toro - ricorda ora con affetto il 50enne allenatore milanese - ed ora mi auguro di poter dare tutto me stesso per dimostrare di esserne all'altezza». In questi giorni di incognita e di attesa il suo vice Zoratto, scelto all'ultimo visto che lo storico secondo Carlo Garavaglia aveva rinunciato per motivi personali, ha guidato il Toro senza poter incidere nel profondo. Ora tocca a Beretta poter lavorare senza più soste con la squadra e garantire quella serenità e continuità mai sbocciata in precedenza. La ritrovata panchina sarà una forza in più da sfruttare per un Beretta che senza problemi può rilanciare e rilanciarsi con un sorriso: «Ora sono un cuore Toro a tutti gli effetti».
09/12/2009 09:27
 
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Meglio un giorno al Fila in compagnia dei tifosi che vedere il Toro in allenamento alla Sisport. La festività, e la ritrovata serenità grazie alla vittoria di Gallipoli, non ha scaldato il popolo granata nei confronti di una squadra che deve ancora lavorare tanto per ricucire lo strappo emerso con la sconfitta interna col Crotone.

In 150 persone ieri pomeriggio hanno assistito alla seconda seduta di allenamento, la prima in campo con Beretta a tutti gli effetti allenatore del Toro dopo il nullaosta medico per l’idoneità sportiva. In un clima normale i giocatori hanno lavorato soprattutto sulla fase di possesso palla. Assenti Loviso (affaticamento muscolare), Bottone (emicrania) e Saumel (fastidio al ginocchio), Beretta si è concentrato sulla fase offensiva confermando l’impianto del 4-3-1-2 e provando schemi a sostegno di Bianchi con cross dalle fasce per aumentare la percentuale dei tiri in porta e quindi la pericolosità del Toro stesso.

Tutt’altro clima, invece, si respirava al Filadelfia con la giornata organizzata dai tifosi per sensibilizzare la gente sull’annosa e vergognosa situazione dello stadio del Grande Torino. In 400 si sono ritrovati sul prato per sfidarsi in un torneo di calcio fai-da-te e poi dare vita ad un terzo tempo con ampie libagioni e bevute. Il tam tam del ritrovo ha mosso tanta gente che nell’arco della giornata è andata al Fila per dare un segnale di forza dopo il servizio-denuncia di «Striscia la Notizia» ed anche per raccogliere fondi per un’iniziativa di solidarietà nei confronti di un tifoso disabile. «Una giornata da vero Toro», l’hanno definita gli organizzatori che da tempo puliscono a loro spese e con le loro forze il campo che rese immortale la squadra di Valentino Mazzola. In questo clima di festa non è mancata la sorpresa, ovvero la visita di sei tifosi del Bayern Monaco. Non per caso, ma fortemente voluta dopo essersi informati su Internet dell’iniziativa. La delegazione tedesca è giunta appositamente in taxi per rendere omaggio al Grande Torino prima di recarsi allo stadio Olimpico per la partita di Champions dopo aver stretto un gemellaggio anti-Juve.
28/12/2009 16:59
 
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O' rapace
TORINO, 28 dicembre - Tifosi del Torino sul piede di guerra. La rabbia per i deludenti risultati della prima parte della stagione è esplosa oggi pomeriggio alla Sisport, dove la squadra ha ripreso ad allenarsi dopo la sosta per il Natale. Un centinaio di ultras ha interrotto con cori, fumogeni e grossi petardi la conferenza del presidente, Urbano Cairo, che stava presentando alla stampa il nuovo consulente di mercato, Gianluca Petrachi. «Te ne vai o no, te ne vai sì o no» [SM=x1543720] e «un presidente, vogliamo un presidente» urlavano i tifosi, che hanno circondato e preso a pugni il container in cui è allestita la sala stampa. Terrorizzati, oltre al presidente Cairo, anche il ds Rino Foschi, il neo dirigente Petrachi e i giornalisti presenti, che hanno dovuto attendere alcuni minuti prima di poter uscire dalla struttura. La contestazione non ha risparmiato neppure i giocatori, bersagliati anche loro dai cori dei tifosi.
06/01/2010 19:57
 
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O' rapace
il Toro affonda, foschi si è dimesso, caro ammiraglio torna che serve la tua competenza marina, [SM=x1465775]

se ti può consolare però il Napoli è in zona Champions [SM=x1543720]
06/01/2010 20:14
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Non ho visto la partita però sono anche sfigati visto che hanno preso gol al 92esimo.

Quando non deve andare non va.

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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
"Mi amor, cobra mas caro!"
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06/01/2010 20:23
 
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Re:
El Tr3n, 06/01/2010 20.14:

Non ho visto la partita però sono anche sfigati visto che hanno preso gol al 92esimo.

Quando non deve andare non va.





beh, per come ha giocato il mantova gli è andata bene, potevano pure perdere

eppoi gli abbiamo anche prestato Pià, cosi se lo pianonderc... [SM=x1543720]
07/01/2010 12:06
 
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O' rapace
Sky Tg 24 annuncia: "Inchiesta federale su 3 giocatori del Toro per il calcio-scommesse: la partita incriminata è Toro-Crotone". Qualsiasi commento sarebbe prematuro, se non la constatazione che "piove", anzi, "diluvia sul bagnato". Era l'incontro della misteriosa defezione di Sereni, e di Colantuono immobile, per 90', in panchina, rassegnato all'esonero. Solo 2 coincidenze?

07/01/2010 13:28
 
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O' rapace
Un gruppo di giocatori del Torino è stato contestato ieri sera, in un ristorante della collina torinese, mentre, con mogli e figli, stavano festeggiando il 34/o compleanno dell'attaccante David Di Michele. Una ventina di tifosi, alcuni dei quali con cinqhie dei pantaloni in mano, hanno insultato e sputato contro alcuni granata. Secondo indiscrezioni non confermate sarebbe volato anche qualche schiaffo. Sul posto è intervenuta la Digos di Torino.
07/01/2010 16:55
 
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David Di Michele ha letto un comunicato stampa di fronte ai media, qui riportato fedelmente:

< Circa alle ore 23.00, all'uscita del ristorante, Riccardo Colombo e Rolando Bianchi venivano accerchiati e successivamente aggrediti con schiaffi in faccia e ripetuti calci e pugni all'autovettura da circa 25 persone con il volto coperto, cinghie in mano, costringendoli a fare retromarcia nel piazzale.
A quel punto entravano all'interno del ristorante, aggredendo i restanti calciatori Aimo Diana, Marco Pisano, Francesco Pratali, Massimo Loviso, Matteo Rubin, Paolo Zanetti, Angelo Ogbonna e David Di Michele con ulteriori schiaffi, minacce di morte e di aggressione a domicilio, e spintoni, del tutto incuranti della presenza di mogli, fidanzate e, quanto di più grave, di quattro nostri figli visibilmente sotto shock. Solo nel momento in cui si sono accorti della presenza di telecamere di sicurezza, hanno abbandonato il locale, continuando a minacciare i giocatori.
La squadra nel suo complesso sta valutando la possibilità di dare un segnale forte, al fine di stigmatizzare l'accaduto e di isolare questi pseudo-tifosi dalla reale tifoseria granata.

La squadra>>.
07/01/2010 16:56
 
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O' rapace
In conferenza-stampa si è presentato anche l'ultimo arrivato, Gianluca Petrachi. “La squadra è terrorizzata”, esordisce; e poi: “Attenzione, perché qua c'è il rischio di retrocedere in Serie C”, dice, decisamente senza mezzi termini. Mai sentito dirigenti granata parlare con tanta decisione: “E' normale che sia così, perchè l'episodio di ieri sera è stato inquietante”.

A proposito del principale protagonista coinvolto, il numero 10 granata, idee chiare: “Di Michele ha fatto il suo tempo e sarà ceduto”. Continua Petrachi: “E' ovvio che i giocatori abbiano delle difficoltà; se non portassero dentro al campo tutta questa situazione, non sarebbero persone normali”.
09/01/2010 20:09
 
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Non e' che non scrivo perche' perdiamo...e' che la realta' ha oramai superato ogni fantasia....francamente non so cosa scrivere.... [SM=x1495862]
10/01/2010 11:04
 
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O' rapace
TORINO, 9 gennaio - Bufera Toro, lo sfogo dei giocatori continua. A parlare è Pisano, il rappresentante dello spo­gliatoio granata nei rapporti con l’Associazione calciatori. Almeno finora, visto che è finito fuori squadra...

Buongiorno, Pisano. Come sta? Abbiamo appena parlato con Marronaro, il suo procuratore. L’ha descritta ancora sotto shock per l’aggressione dell’altro giorno, così come il suo compagno Colom­bo, anche lui seguito dal suo ma­nager. Entrambi avete preso schiaffi, durante il raid al ristoran­te.
«Sì, momenti bruttissimi. Ma più an­cora è stato terribile vedere mia mo­glie e uno dei nostri due figli, che non ha nemmeno 4 anni, in lacrime, spa­ventatissimi. Come i due bambini di Di Michele, il figlioletto di Diana... E poi le altre mogli, le altre compagne che c’erano... Violenze ingiustificabi­li anche dal punto di vista psicologi­co. Di fronte a bambini di pochi an­ni... Vi rendete conto? Non avete neanche idea io e mia moglie quali sforzi abbiamo dovuto compiere, do­po, per tranquillizzare il nostro bam­bino... Sì, a ripensarci sono ancora sconvolto».

Cosa ha fatto, mentre arrivava la polizia?
«Ho telefonato al presidente Cairo, quella notte. E lui mi ha subito rispo­sto:“ Io non c’entro niente”. E io ho re­plicato:“ Non le ho mica detto questo. Io voglio dirle un’altra cosa: sappia che non sono più disposto ad accetta­re passivamente quello che sta capi­tando. Io devo proteggere innanzi tutti i miei bambini e mia moglie. Per cui domani mi reco al campo d’alle­namento, prendo la mia roba e me ne vado”. Sì, perché a queste condizioni non è più una vita. Ma lo capite? Ho paura per i miei bambini a portarli al parco, a camminare con loro per stra­da, a rientrare con loro a casa dopo averli presi all’asilo. Secondo voi un padre può accettare tutto ciò? No, no, no. Piuttosto smetto di giocare, anche se ho solo 28 anni».

Perché però è rimasto, il giorno dopo?
«Beretta, l’allenatore, ha dimostrato grande umanità e comprensione nei nostri confronti. E poi la squadra ha cercato di restare il più possibile uni­ta per denunciare l’accaduto: affin­ché tutto ciò diventi uno spartiacque. Perché si inizi a combattere fino in fondo la violenza. Ma deve muoversi tutto un sistema, pochi giocatori non possono fare nulla».

E’ appena uscita su Internet una sua intervista. Ha voglia di chiari­re meglio certi passaggi?
«Va bene».

Lei e altri compagni non siete par­titi per il ritiro pregara col Citta­della per i motivi appena detti. E’ così?
«Quando stamane (ieri mattina, ndr) ci hanno chiesto chi non se la fosse sentita di salire sul pullman, io sono uno di quelli che ha alzato la mano. Poi Beretta, sempre per proteggerci, con grande sensibilità si è comunque assunto la responsabilità di decidere lui, d’intesa con la società».

Ma è vero che il Toro voleva ceder­la già a luglio?
«Non solo me. In estate volevano fa­re piazza pulita, era noto a tutti. Ma non ci sono riusciti. E adesso dicono che vogliono dar via tanti di noi come se il problema fosse nato improvvi­samente. Come sapete, per quel che mi riguarda, mi hanno fatto giocare pochissimo. Probabilmente sono sta­to messo fuori perché guadagno tan­to ».

Siamo agli ultimi giorni di Salò o cosa, dentro e attorno al Torino?
«A mio avviso ci vorrebbero altri mo­di e metodi per gestire certe situazio­ni. Purtroppo adesso si è giunti a un punto di non ritorno. Si è cercato di nascondere a lungo certe problema­tiche, ma ora non lo si può più fare. E’ tutto esasperato. La gente non ne può più di certe promesse, di certi proclami che poi vengono disattesi. Il Toro è una società giovane che proba­bilmente ha bisogno di essere strut­turata con persone di altro calibro. Questa è una piazza bellissima: e se le cose vanno bene, ti porta alle stel­le. Il problema è che devi calcolare che le cose possono anche non anda­re bene: e devi essere pronto ad af­frontarle. Probabilmente sia nel pri­mo che nel secondo caso il Torino non è in grado di farlo. Non c’è una so­cietà vera, non c’è un progetto, in tut­ti questi anni non si è costruito nul­la. E ciò che veniva costruito, poi era regolarmente smontato dopo pochi mesi. Il problema non è l’assenza di un team manager e basta. Il mio è un discorso molto più ampio e generale. Al Toro ogni 3 mesi si cacciano gli al­lenatori e i direttori sportivi. Non si è mai fatto nulla di concreto a lungo termine. Si è solo cercato dei colpevo­li, a turno: ora gli allenatori, ora i di­rigenti, ora i calciatori. A ripetizione, anche dopo pochissimo tempo. Non si è mai cercato di costruire per dav­vero una società, un gruppo. E ora è tutto da rifare da zero. Così facendo non si dà continuità, si crea solo con­fusione durante la stagione, si tolgo­no di continuo punti di riferimento ai giocatori e agli stessi allenatori o ai dirigenti, non si crea uno zoccolo du­ro di giocatori che remi nella stessa direzione e che poi aiuti gli ultimi ar­rivati a inserirsi... Se il Torino avesse una vera società, oggi non saremmo in B in questa situazione. Qui non si lasciano lavorare le persone in cui però si dice di credere. Non si crea mai un terreno fertile. In compenso la violenza e le calunnie attorno a noi proliferano. Tipo queste follie totali delle presunte scommesse. Un’assur­dità a 360 gradi. E ve lo dice uno che, come tutti, non può tollerare in nes­sun modo che possano continuare a girare voci infamanti, false, anche so­lo nei forum. Basta, così non si può andare avanti. Lo dico con il dolore nel cuore: Torino è una delle città più civili e belle d’Italia, io e mia moglie stavamo benissimo qui, eravamo fe­lici... Ma ormai, purtroppo... E sia chiara un’altra cosa: dico tutte queste cose augurando al Toro e ai suoi ma­gnifici tifosi... quelli veri... di uscire al più presto da questo incubo. Proprio perché si è arrivati a un punto di non ritorno. E ha ragione Petrachi: se non cambiano i metodi, davvero il Toro ri­schia di sfasciarsi del tutto e finire in C. D’altra parte dopo questi anni sia­mo in presenza di un fallimento ge­stionale evidente a tutti. Intanto, però, i tifosi sono stati presi in giro per troppo tempo: promesse, procla­mi continui... Comunque è la mia opi­nione, non mi atteggio da giudice».

Ma anche molti suoi compagni la pensano come lei. O addirittura tutti?
«Non sono l’unico. Ma per non mette­re in difficoltà nessuno, è meglio che io parli solo a titolo personale. Co­munque non sono certo l’unico, è ve­ro... ».

Ha accennato alle scommesse. Perché nel vostro comunicato di denuncia dell’aggressione non avete smentito quelle voci?
«Perché percepivamo che, attorno a noi, c’era chi si preoccupava quasi sol­tanto di quelle voci... bufale pazze­sche... e invece minimizzava l’aggres­sione. E noi volevamo che tutta Italia comprendesse che davvero nel calcio non si può più andare avanti così, tra violenze continue da una città all’al­tra ».

Lei è il rappresentante dello spo­gliatoio granata nei rapporti con l’Associazione calciatori.
«E ringrazio l’Aic per la solidarietà che ci ha mostrato. Ma ormai, come potete immaginare, non ricoprirò più questo ruolo nel Torino...».

10/01/2010 19:26
 
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Torna Colantuono.

Al di la'delle violenze inutili Pisano,Diana,Di Michele percepiscono salari da squadra in Uefa fornendo prestazioni da terza categoria.

VADANO FUORI DAI COGLIONI QUESTI INFAMI MERCENARI,FACCIA IL COLA GIOCARE I RAGAZZINI,ANDIAMO IN C MA DA LA'RICOSTRUIAMO IL TORO.

La gente sarebbbe molto piu'contenta di vedere questi buffoni con la piu'gloriosa maglia del calcio italiano addosso.
10/01/2010 20:10
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Se vuoi metto una parola e vi faccio arrivare Molinaro. [SM=x1539827]



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10/01/2010 20:13
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
PS Cairo è veramente alla frutta.

Mandar via Beretta e riprendere Colantuono denota una certa confusione mentale.

Quante partite ha giocato il Toro con Beretta?

Io se fossi un allenatore, da certi stronzi presidenti non andrei mai.

Indipendentemente dai soldi, farsi prender per il culo così non ha senso.

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10/01/2010 21:18
 
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O' rapace
esiste, nel panorama internazionale, una società più ridicola di questa ? [SM=x1543720]

ammirà te l'ho detto anni fa quello era un vigile, non un papa

[Modificato da trophies 10/01/2010 21:33]
12/01/2010 16:39
 
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Giacomo Ferri team manager.

Non andra' lui in campo ma se sapra' trasmettere a quesi ominidi il 10% di cosa era lui allora ci si risolleva.

E' anche uno dei pochi che puo' parlare ai tifosi guardandoli negli occhi.

Come dicevamo una volta...."Picchia per noi Giacomo Ferri!"
12/01/2010 18:03
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Io farei tornare anche Zaccarelli.

Certamente devono poi essere messi in condizione di poter fare delle scelte.

Cairo meno fa meglio è.

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