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NOTIZIE SUI NOSTRI AMICI ANIMALI

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2009 07:17
24/04/2009 14:53
 
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Il Governo vuole liberalizzare la caccia. E ci sta provando da un po' di tempo. Ora tenta di sferrare un nuovo colpo con il disegno di legge presentato dal senatore Franco Orsi (Pdl) che in questi giorni viene discusso in Senato. Un decreto che vorrebbe riformare l'attuale legge sulla caccia, la 157 del 1992, e che sta infiammando gli animi degli ambientalisti di tutta Italia. Roberto Piana, vicepresidente della Lac, la Lega per l'abolizione della caccia, sostiene che se questo disegno diventasse legge, metterebbe "a rischio tutte le specie protette: anche l'orso, il lupo e la lince potrebbero essere cacciati". Sull'argomento abbiamo intervistato anche il presidente della Lida Giovanni Porta e il presidente nazionale dell'Arcicaccia Osvaldo Veneziani.

Piana, perché?
Questo disegno di legge rappresenta una generale deregolamentazione dell'attività venatoria volta a favorire l'estremismo venatorio. Anche le associazioni per la caccia più moderate non vedono di buon occhio questa deregolamentazione. Nell'attuale legge la caccia è una concessione dello Stato, nel disegno di legge Orsi la caccia è un diritto dei cacciatori. Questo la dice lunga... Scompaiono i limiti per gli appostamenti fissi di caccia, una forma di caccia particolarmente distruttiva. E ci sono tutta una serie di norme che sembra non incidano: per esempio il trasporto di armi nei parchi purché scariche e in custodia. Oggi la legge vieta il trasporto di armi di qualunque tipo nei parchi.

Altre norme dannose?
C'è l'articolo 21 che consente ai prefetti di disporre la cattura e l'abbattimento di animali di qualunque genere quando questi provocano danni. Oggi questa possibilità di intervento nei confronti delle specie che procurano danni (cornacchie o cinghiali per esempio) è consentito come extrema ratio, se non sono attuabili interventi di tipo preventivo autorizzati dalle province. In questo modo, deregolamentando non si può sapere su quali specie e in che modo intervengano le prefetture .

Sono anche previste deroghe temporali alla stagione venatoria, è vero?
La cosa grave che molti non sanno è che questo disegno di legge del senatore Franco Orsi (Pdl) consentirà l'attività venatoria tutto l'anno, compatibilmente con la possibilità di sopravvivenza delle specie. Ogni regione si metterà a fare quello che vuole.

Nella cultura dei cacciatori c'è un'attenzione particolare anche ai trofei di caccia che oggi sono soggetti a una regolamentazione molto severa. Il disegno dice che: "il cacciatore che prepara trofei di capi dallo stesso abbattuti al fine della detenzione o altro uso personale non è soggetto ad alcuna autorizzazione". Gli ambientalisti sostengono che questa sia una liberalizzazione dell'imbalsamazione. Lei cosa ne pensa?
Oggi l'imbalsamatore deve avere un'autorizzazione regionale, deve superare un esame. Chi detiene animali imbalsamati deve dimostrarne la legittima provenienza. Devono esserci registri di carico e scarico degli animali imbalsamati. Si aprono le porte al commercio in nero dei trofei.

C'è un'apertura anche a zone prima off limits per i cacciatori?
L'articolo 22 consente inoltre di cacciare la fauna stanziale sui valichi su cui la caccia ai migratori è vietata. Nelle zone in cui c'è poco controllo diventa facile per i cacciatori diventare bracconieri. Sono norme non accettabili.

E quindi chi controllerebbe i cacciatori?
L'articolo 28 esclude le guardie dei parchi nazionali così come le guardie zoofile e le guardie ecologiche dal controllo. Quindi si controllerebbero da soli, esiste già la vigilanza venatoria effettuata dalle guardie delle associazioni venatorie. Che sono più attenti al fatto che i cacciatori non si rubino tra di loro la cacciagione, piuttosto che al rispetto della fauna protetta. La legge 353 vietava per 10 anni la caccia sui terreni boscati percorsi dal fuoco. Questo limite viene abolito. Consentire la caccia anche lì significa far andare i cacciatori a cacciare ovunque.

Che ci dice sul ritorno del nomadismo venatorio?
Oggi i cacciatori possono cacciare solo negli ambiti territoriali in cui hanno accesso. Con questa legge invece per 20 giorni all'anno per i migratori si esclude il limite territoriali. Il cacciatore legato al territorio era uno dei punti forti della legge del 1992: sia lui il responsabile del territorio in cui va a caccia. Con questo disegno di legge ritorna il nomadismo. Dalla Lombardia, per quei venti giorni all'anno si potrà andare a cacciare in Sicilia o in Puglia. Così in quei luoghi in cui è più intensa la migrazione si andranno a concentrare la maggior parte dei cacciatori.

E che senso ha estendere l'orario di caccia per mezz'ora dopo il tramonto?
Non si vede cosa si spara, non si vede nulla, è proprio un nonsenso. Ma non è il solo: la possibilità di caccia dei minori accompagnati non è l'unico e nemmeno il primo danno di questo disegno di legge. Sicuramente andare a caccia a 16 anni è dovuto al fatto che i cacciatori si riducono di numero. Non è molto educativo avvicinare i giovani all'uso delle armi e ad ammazzare gli animali. A 16 anni si può fare qualcosa di più utile e di culturalmente più valido.

La caccia è di per sé una pratica crudele, ma a quanto pare questo Ddl favorirebbe la crudeltà...
Si introduce la possibilità di cacciare con la civetta, costretta a svolazzare costantemente legata, su un palo per consentire al cacciatore di sparare. Questo comportamento è al limite del maltrattamento degli animali. Oltretutto le civette sono specie protette.

Sul dibattito interviene anche il presidente della Lida (la Lega italiana dei diritti dell'animale) Giovanni Porta che di recente ha denunciato il sindaco di Ragusa per l'abbattimento dei cani-killer e si sta occupando del salvataggio degli animali colpiti dal terremoto dell'Abruzzo. Porta, cosa ne pensa di questo disegno?
Intanto è inopportuno. Siamo già in mora con la Comunità europea per tutte le tipologia di caccia che abbiamo in deroga e sono anni che praticamente paghiamo dei dazi che non sarebbe necessario. Non le so dire esattamente la cifra, ma so che è uno sproposito. Poi c'è da dire che non ci sembra opportuno l'allargamento ad altre specie, e l'allargamento del periodo.

E rispetto all'ampliamento ai 16enni della caccia?
Non solo c'è un pericolo per le specie ma anche per gli umani in questo caso. Anche se sono seguiti dai genitori, sicuramente un minore con un fucile in mano è un pericolo.

Anche i cacciatori sarebbero contrari al disegno di legge Orsi, vero?
E sì perché diventa una caccia selvaggia e oltretutto la legge comunitaria non lo prevede. Non solo ma vengono coinvolti anche i migratori.

Quali sono le specie a rischio?
Ce ne sono parecchie. Il discorso è che intanto questo signore qua (il senatore Orsi - ndr) cerca di far passare la caccia come uno sport. E non è uno sport assolutamente. Secondo, apre la caccia a tutte le specie anche ad animali che finora sono stati in deroga e che gli stessi cacciatori dicono che non li caccerebbero, proprio perché anche loro (qualcuno di loro) ha un po' di buon senso. E poi questo discorso di apertura all'età che proprio non sta in piedi. Come, ci lamentiamo che ci sono troppi incidenti sulla caccia e allarghiamo? In più esiste un emendamento che prevede la modifica delle leggi comunitarie in tema di caccia con una precisa normativa sui migratori. Questi vogliono sparare anche ai migratori. Cioè, è una liberalizzazione totale a tutte le specie che non ha senso.

Anche i cacciatori sono contrari a una legge così estrema. Il presidente nazionale dell'Arcicaccia Osvaldo Veneziano chiarisce alcuni punti controversi e si schiera contro il disegno di legge Orsi.
Sinceramente è quasi incomprensibile un disegno del genere: è riuscito a provocare una rissa nel Paese che è solo paragonabile al periodo antireferendario. Torniamo al referendum del 1990 quando riuscimmo ad avere tanta opinione pubblica contraria. Nel Ddl ci sono una serie di provocazioni, anche dal punto di vista venatorio, inutili. Se propongo al cacciatore di andare a cacciare sulla neve i fagiani, non solo è contrario lui ma anche il suo cane. C'è poi un sistema di organizzazione della caccia che è assai più burocratico dell'attuale: si parla di 8 licenze di caccia.

Presidente Veneziano, cosa ne pensa delle nuove tendenze della caccia che si sta trasformando in attività d'elite, con cacciatori sempre più vestiti come Rambo e carichi di attrezzature costosissime?
Darei un giudizio un po' articolato. Abbiamo nelle realtà rurali il nostro buon pensionato (l'età media degli iscritti oscilla tra i 60 e i 70 anni) che essendo abituato alle tradizioni di quel posto vanno in giro con un abbigliamento che si compra anche al mercatino. Nelle realtà di città c'è una tendenza a un look più qualificato e costoso (ma niente di male, intendiamoci) e in alcuni giovani c'è l'idea di essere vestiti in modo più tecnico. C'è un rischio sì, che a oggi possiamo contenere, che la caccia diventi esclusivamente per un ceto più abbiente. Questa legge Orsi guarda a loro. Però laddove c'è un cacciatore che gestisce il territorio perché fa volotariato, lì siamo a cifre rispetto all'europa assai più modeste.

Che consigli si sente di dare in questo clima acceso?
Io se posso dare un consiglio a tutti noi è quello di fermare tutto e consentire di rimetterci intorno a un tavolo (Arcicaccia, Federcaccia, Lipu, Lega ambiente e le associazioni ambientaliste) per individuare le migliorie alla legge che trovavano le più ampie condivisioni. Abbiamo bisogno che il Governo ci dia le informazioni sulla legge: il livello di bracconaggio, il numero di cacciatori che praticano davvero. Poi abbiamo bisogno del supporto scientifico. Ci mettiamo intorno a un tavolo e decidiamo le migliorie. Tutte le altre vie appartengono all'avanspettacolo della politica e non fa bene né al Paese né a chi ha a cuore la tutela della fauna selvatica. La fauna selvatica italiana è patrimonio dello Stato e quindi di tutti i cittadini italiani. La caccia è una deroga e va esercitato nel rispetto dell'agricoltura e di tutti i principi scientifici.
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