GENTE DI CUBA, IL FORUM

TORO!

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  • aston villa
    00 14/02/2010 17:07
    Otto giocatori nuovi, quattro dei quali al debutto. La rivoluzione di gennaio messa in atto dal «bolscevico» Petrachi ieri a Bergamo contro il mondoniano AlbinoLeffe ha avuto la prima vera consacrazione. Il Toro non vinceva fuori casa dal 5 dicembre quando espugnò Gallipoli al comando di Beretta e con quello di ieri per la prima volta dall’inizio della stagione è riuscito nell’impresa di mettere insieme 4 risultati positivi di fila. Qualcosa si muove, anche se la zona playoff è sempre a quattro punti, il dato importante è che finalmente sembra che i granata si siano calati nel clima della B. Via la zavorra, via i giocatori che si sentivano degli intrusi in questo campionato, ecco la squadra operaia che può ottenere l’immediato ritorno in serie A. Con fatica, sia chiaro, ma adesso ci si può credere davvero.

    Cairo, sempre silente, ha lasciato lo stadio con qualche certezza in più, dopo un mercato che gli ha portato dodici giocatori nuovi per la modica cifra di 600 mila euro. Due mesi fa questa partita il Toro l’avrebbe persa. Ieri non l’ha stravinta, ma ha difeso con i denti il rigore trasformato da Pià per un inesistente rigore su Antonelli, perché l’entrata di Bergamelli era chiaramente fuori area. Ma a Colantuono va bene così: «Questo è un campionato che vive di episodi, i veri valori faticano a emergere. Stavolta è andata bene a noi e non andiamo per il sottile. Partite belle se ne vedranno poche d’ora in avanti. Da parte di tutti».

    E’ mancato il colpo del ko. Colantuono si spazientisce: «Io mi accontento, se non va bene neppure vincere così, allora mi arrendo. E capisco perché su questa squadra cala sempre quella cappa di pessimismo storico». Ha ragione il Pelato. Per il caviale c’è tempo e forse quest’anno non verrà mai servito. Va benissimo il Toro pane e salame che scopre di aver azzeccato anche il portiere di riserva. Colpo di scena, ieri alle 15: Sereni si blocca con il mal di schiena, è pronto Davide Morello, uno dei debuttanti di giornata. «Se si fosse fatto male anche lui durante la partita, non avrei avuto il cambio, perché Sereni non era in grado di giocare» ha spiegato Colantuono. Ma Morello non solo è stato benissimo, ma ha anche fatto benissimo. Ha parato il rigore di Cellini e nel finale ha deviato un tiro di Ruopolo molto vicino al sette.

    Non male per uno che non giocava una partita intera dal marzo dell’anno scorso, quando era ancora in forza al Pisa. Poi si è svincolato ed è diventato l’unico nuovo acquisto senza etichette di prestito o comproprietà. Si è ricordato di lui il ds Petrachi che ha lavorato al Pisa, e il trentaduenne siciliano ha preso il posto di Calderoni. E’ l’esempio di come una squadra si possa costruire anche con fantasia e soprattutto conoscenza dell’ambiente. Morello non si è fatto trovare impreparato: «Ho saputo un’ora prima di giocare che toccava a me, quindi non ho neppure avuto il tempo di preoccuparmi». Pronti via, subito un rigore (inesistente) ed ecco la parata decisiva per la vittoria: «Conosco Cellini - ha poi spiegato - sapevo dove avrebbe tirato. E devo dire che sono stato reattivo anche sul tiro di Ruopolo nel secondo tempo». Sereni non preoccupa in vista della Salernitana, in ogni caso Morello ha dimostrato di esserci. Come tutto il Toro. Con meno puzza sotto il naso e più voglia di guadagnare la pagnotta.


  • aston villa
    00 19/02/2010 11:11
    Un torello spasmodico, che ha coinvolto anche il tecnico, con urla ed abbracci finali come se in palio ci fosse una Champions League. Bastano pochi segnali per capire quanto e come è cambiato il clima (ma non solo) nel Toro col ritorno di Colantuono e la rivoluzione di Petrachi. Allenamenti più intensi, spirito di gruppo solido e positivo in ogni istante (come nella sessione di ieri alla Sisport), più sorrisi prima e dopo il lavoro da fare in campo, ma soprattutto una serenità diffusa che contagia una squadra «nuova» e ridona fiducia anche alla tifoseria. «Tutto è cambiato», ammette Andrea Gasbarroni. Un giocatore che la testa la usa anche per pensare, ma soprattutto uno dei pochi reduci della scorsa stagione che continua a vivere il Toro sulla sua spelle. Sono rimasti solo in sei da quella sciagurata retrocessione e dal repulisti di gennaio, Gasbarroni più Sereni, Rubin, Rivalta, Ogbonna e Bianchi, e a loro è toccato il compito di azzerare le negatività e creare l'amalgama per il nuovo gruppo da formare. «Adesso in squadra c'è gente più abituata a questa categoria - analizza il trequartista riciclato esterno sinistro - e c'è il giusto spirito. Ci siamo calati nella mentalità della B ed abbiamo superato i problemi che si erano creati dopo un bell'inizio. Si è raggiunto il mix migliore tra chi c'era prima e chi è arrivato dopo: siamo tutti molto motivati e molto affamati».

    Miracoli del calcio: in poche partite un'armata impaurita e dispersa ha lasciato il posto ad una brigata tosta e sicura. «Da un mese qui è cambiata la mentalità - spiega Gasbarroni -: noi abbiamo ritrovato l'antica strada e Petrachi ha portato gente motivata. Colantuono poi è tornato con molta carica: ne aveva prima, ora ne ha il doppio ed è riuscito a trasmettercela fin dal primo allenamento». Così si spiega il piccolo record dei quattro risultati utili consecutivi («Pensiamo partita per partita, anche perché non abbiamo ancora fatto nulla», ammonisce Gas) e una ritrovata stima collettiva. Il tempo delle contestazioni, delle aggressioni, delle bombe carta, delle epurazioni sembra ormai essere lontano anni luce. «Quando non vinci hai timore e paura - commenta Gasbarroni - e così diventa normale perdere entusiasmo e le partite. Da un mese a questa parte, invece, c'è di nuovo lo spirito di inizio anno: il morale è alto e con il sorriso, che è tornato sulle nostre bocche anche grazie a Ferri, si affrontano meglio le situazioni». Come quella di restare in panchina per fare posto ad un ragazzino proveniente dalla Lega Pro. «Sabato a Bergamo sono andato in panchina ed ha debuttato Scaglia - ricostruisce il fantasista torinese - perché era giusto così: si deve dare la possibilità di giocare a chi è arrivato a gennaio. Questo è uno stimolo in più: c'è spazio per tutti ed è grandissima la nostra voglia di emergere».
  • aston villa
    00 20/02/2010 10:50
    L’antico vizio di cadere sul più bello, o sul più facile, Stefano Colantuono spera di averlo debellato dal nuovo Toro con una settimana lavorativa fatta di pressioni e ammonimenti. «Il messaggio di non sottovalutare la Salernitana è stato recepito - chiarisce il tecnico granata -, anche perché non possiamo permetterci altri scivoloni e c’è solo bisogno di vincere».

    Soprattutto quando arrivi da quattro risultati utili consecutivi («Media di due punti a partita: avanti così», esorta Colantuono) e stai per affrontare la squadra ultima in classifica che vanta il record dei record negativi: meno vittorie in campionato (solo 3), nessun successo fuori casa, maggior numero di sconfitte incassate (16 in 25 partite), peggior difesa (41 reti subite) e peggior differenza reti (meno 19). Si può temere una sfida così, con una squadra più in C che in B? Sì, se ti chiami Toro, tieni sempre aperto l’ufficio complicazione affari semplici e la sfortuna ti azzoppa ben tre esterni di centrocampo su cinque. Dopo la squalifica che ha colpito Leon e la contrattura che ha fermato Antonelli, ieri mattina Gasbarroni non si è presentato alla Sisport per un attacco influenzale che l’ha messo ko.

    «Chi gioca darà il massimo e poi abbiamo una rosa ampia - risponde secco Colantuono -, però il 4-4-2 non lo cambio e sono stati presi giocatori validi per il loro ruolo». Spazio, dunque, agli ultimi sopravvissuti: i giovani e semisconosciuti Luigi Scaglia (a sinistra) e Giuseppe Statella (a destra). Entrambi sono giunti in prestito nell’ultimo giorno di mercato, insieme al portiere Morello e curiosamente questa triade dell’inedito comparirà per la prima volta da titolare all’Olimpico.

    Scaglia però ha già debuttato sabato scorso a Bergamo ed è rimasto un po’ bruciato dall’emozione, Statella invece non ha ancora giocato un minuto nel Toro e proverà il brivido della prima volta proprio contro la sua ex squadra. «Lui non gioca da un po’ - lo presenta l’allenatore romano -, ma è un buon calciatore, è potente ed attacca gli spazi. E’ meno valido nell’uno contro uno, ma ha una buona gamba e se si addormenterà sulla fascia ci penserò io a svegliarlo». Un centrocampo ricco di prime volte, compresa quella della nuova coppia di centrali: Genevier-Barusso causa squalifica di Pestrin. «Contiamo su Barusso perché ci farà crescere il tasso di potenza ed ha caratteristiche importanti». Almeno per Colantuono le certezze risiedono nell’attacco col ritorno di Bianchi e la conferma di Pià. «Rolando è il nostro bomber - dice - e non ci si deve stupire se ha segnato quasi il 50% dei gol: la squadra lavora per lui e Bianchi quello deve fare, i gol».

    Contro la Salernitana servirà una prova di maturità da parte del Toro e nonostante le assenze (manca Sereni, in panca ci sarà il giovane Tunno mentre è stato convocato anche Bottone) Colantuono si mostra fiducioso. «La squadra è concentrata - rilancia - e dobbiamo badare al sodo perché siamo in ritardo nella classifica». Serviranno tre punti per inviare il messaggio del definitivo rilancio ed anche per ricucire con la tifoseria. «Spero che il nostro pubblico possa essere decisivo - si augura il tecnico granata -, ma sono sicuro che stanno capendo i nostri sforzi e adesso dobbiamo portarceli definitivamente dalla nostra parte».
  • aston villa
    00 20/02/2010 15:34
    Non ho davvero piu' parole...... [SM=x1543715]
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    O' rapace
    00 23/02/2010 13:41
    intanto cairo fitta il bus del toro per le gite domenicali degli sciatori a 500 euro [SM=x1543720]

  • aston villa
    00 23/02/2010 15:42
    Lo so .....lo so..... [SM=x1543715]
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    O' rapace
    00 26/02/2010 11:09
    Cairo: "Vendo il Toro"
    Urbano Cairo è proprietario del Toro dal 2005

    MASSIMO GRAMELLINI
    TORINO
    «Non voglio rimanere in paradiso a dispetto dei santi. Lo dico a malincuore, a grande grande malincuore: ho deciso di mettere in vendita il Toro».

    Perché, presidente Cairo?
    «Una parte minoritaria ma rumorosa della tifoseria non mi vuole più e può creare problemi ambientali alla squadra. Basta, lascio».

    Si è già fatto avanti qualcuno?
    «Giuro di no, su quanto ho di più caro. D'altronde, prima di questa intervista il Toro non era ancora in vendita. Sono rimasto zitto due mesi, ho lasciato che parlasse il campo. Ma dopo la sconfitta con la Salernitana sono ripartite le critiche, le campagne di stampa. E allora adesso torno a parlare io. Per dire che vendo».

    Ma a chi?
    «Chi vuole comprare deve avere qualcosa più di me in tutti i campi: più ricco, più capace, più organizzato e più tifoso, anche se esserlo troppo può diventare un problema… Meglio se piemontese, e se è torinese meglio ancora, visto che mi è stato rinfacciato di aver tolto torinesità al Toro».

    Quindi Gaucci è da escludere?
    «Mai parlato con lui, né lui con me o con i miei collaboratori. Io il Torino non lo vendo a chiunque. Soprattutto non a quelli che si candidano attraverso i giornali. Chi cerca solo pubblicità non lo ricevo neppure».

    Qualcuno commenterà: senti chi parla…
    «Io ero già un editore affermato prima di entrare nel calcio. Certo, il Toro mi ha fatto conoscere di più, ma non è mica bello essere conosciuti perché si retrocede».

    Le rinfacciano di aver preso il Toro a zero euro. Lo venderà alla stessa cifra?
    «Al netto dei ricavi, fra aumenti di capitale e ripianamenti successivi, ho messo nel sistema Toro circa 30 milioni di euro di tasca mia. 30 milioni veri. C'è gente che non li vede in tutta la vita».

    Il 99,99 per cento degli umani, tenendosi bassi.
    «Sa quanti appartamenti mi potevo comprare con 30 milioni? Almeno cento. Potevo farmi la barca, l'aereo personale. Invece li ho usati per il Toro, e ci ho messo anche un mare di tempo, sottraendolo ai figli. Mi sono fatto il mazzo. Ma sono felice di essermelo fatto».

    Lascia dei debiti?
    «Neanche un euro di debito con le banche. Neanche uno. Solo crediti e debiti legati all'acquisto o alla cessione dei giocatori. Ma il cartellino di Dzemaili, da solo, copre ampiamente lo sbilancio».

    Uno dei pochi cartellini in suo possesso…
    «Altra bugia. Il Torino ha molti giocatori di proprietà, Bianchi, Dzemaili, Ogbonna, Rubin, Abbruscato, giovani come Malonga, Suciu, Comi, Benedetti che tutti ci invidiano. Invece sembra che abbiamo solo prestiti. Anche la gi**e ha preso Candreva in prestito, ma nessuno si scandalizza».

    L'hanno accusata di non avere mai avuto un progetto.
    «Ce l'avevo eccome. Naturalmente non è che avevo capito subito tutto. Ci ho messo 5 anni prima di fare un giornale di successo. E la famiglia Pozzo è stata 5 anni in B prima di trovare la formula giusta per l'Udinese. Tu arrivi nel calcio, non conosci, vuoi bruciare le tappe. Pensi possa essere giusto prendere giocatori già affermati. Lo capisci dopo che hai sbagliato. Adesso c'è Petrachi, che stimo molto, non perché ha speso poco, ma perché va in giro a scovare talenti. Però ci ho messo del tempo per trovare uno come lui. Non dimentichi che, quando sono arrivato io, al Toro non esisteva più nulla. Per dire: quando comprai la Giorgio Mondadori, l'azienda era sì in condizioni economiche disastrose, ma aveva molte professionalità».

    Anche il Toro del fallimento ne aveva. Una su tutte.
    «Lo so, Zaccarelli. Ma subito mi disse di no, e dopo mi orientai su Salvatori e poi su Sartori, che firmò due contratti ed è stato anche squalificato per questo».

    Avrebbe potuto nominare Zaccarelli vicepresidente, facendone il suo ambasciatore a Torino.
    «Mettere insieme troppi che si intendono di calcio diventa un problema. Certo, mi sarebbe servito un referente torinese, ma con competenze più gestionali che sportive».

    Altra critica: ha investito poco sui giovani.
    «Sette milioni e mezzo! Società come il Palermo investono di meno. Una volta, poi, il Toro non aveva la concorrenza della gi**e nel settore giovanile».

    E' vero che si è fatto soffiare dall'Inter il campioncino Stepanovic per 40mila euro?
    «Falso. In questi anni ho speso 40 milioni per i giocatori, vuole che non potessi spenderne 40 mila euro? Quando Petrachi mi ha parlato di D'Ambrosio, ho subito detto: prendiamolo. E costava ben più di Stepanovic».

    Il Filadelfia? L'Olimpico?
    «Avevo altre priorità: la gestione sportiva. Non puoi tenere aperti tutti i fronti. Uno torna in serie A, fa qualche anno come Dio comanda e poi da cosa nasce cosa».

    La sua priorità era la squadra, ma a gennaio non ha speso granché. Per tornare in A sarebbe servito almeno un Eder.
    «Ho lasciato fare a Petrachi. Abbiamo parlato di Eder, ma lui mi ha detto: andiamo avanti con quelli che abbiamo scelto».

    Insomma, si assolve.
    «Persino il mio amico Moratti ha penato a lungo, prima di cominciare a vincere. Nel 2004 si dimise addirittura da presidente».

    Ma rimase proprietario. È tentato da questa ipotesi?
    «Non penso a soluzioni intermedie».

    Una volta minacciò di portare i libri contabili dal sindaco.
    «Non lo farò. Ho delle responsabilità verso i tifosi».

    La sua non è una finta per farsi riconfermare la fiducia?
    «La mia decisione è irrevocabile, perché la situazione è invivibile. Ma finché resterò presidente, farò di tutto per motivare i giocatori. Assicurerò gli stipendi. E sulla promozione in A non è ancora detta l'ultima parola».

    Un presidente dimissionario non è il massimo, come motivazione.
    «Tranquilli, non ci sarà nessun allentamento di tensione. Prima di rilasciare questa intervista ho informato Petrachi e Colantuono. Si sono molto rammaricati, ma mi hanno garantito che la squadra si impegnerà ancora di più».

    Come intende congedarsi dai tifosi del Toro che tanto hanno creduto in lei?
    «Sono straordinari, ma devono imparare a modulare le loro aspettative. Non siamo più negli anni 70. Oggi, oltre alla gi**e e alle milanesi, ci sono le romane, la Fiorentina, il Napoli, il Palermo, le genovesi. Abbiamo introiti da decimo posto».

    Lei getta la spugna con un Toro al decimo posto, ma della B. Non è umiliante?
    «Il mio orgoglio personale va messo da parte. Il Toro non è un mio giocattolo, riguarda un milione di persone».

    Quali ricordi si porterà dietro?
    «Non dimenticherò mai la partita d'esordio contro l'AlbinoLeffe, il giro di campo coi miei bambini. E poi lo spareggio contro il Mantova e un po' anche le due salvezze… Mi dispiace per il 70% dei tifosi che, secondo il sondaggio da me commissionato, mi vuole ancora bene. Ma io desidero che anche l'altro 30% sia felice».
  • aston villa
    00 26/02/2010 11:53
    Ho letto...l'hanno avuta vinta gli sciacalli...... [SM=x1543054]
  • aston villa
    00 27/02/2010 11:25
    L’ultima strada a sinistra prima di imboccare la via che apre al quartier generale del Toro si chiama «Cairo». Località Selvazzano, frazione di Padova, a due passi dallo stadio: scherzi della toponomastica a parte, nella vigilia della nuova tappa di campionato è l’annuncio del patron la variabile più insidiosa. «Vendo il Toro», così Cairo. Un contropiede che tale non si rivela, almeno all’interno delle mura granata. «I ragazzi sapevano tutto. Loro così come io e Colantuono. In molti - racconta il ds Petrachi - ci hanno chiesto come mai il presidente non avesse detto prima, e con chiarezza, che ha intenzione di vendere la società visto la situazione di grande tensione che vive ormai da mesi».

    Dunque la squadra adesso guarda alla contromossa di Cairo come all’occasione per disinnescare la rabbia di parte della tifoseria granata. Il ragionamento può tradursi più o meno così: visto che in giro non c’è l’ombra di un pretendente, la posizione del patron non potrà che uscire rafforzata dagli ultimi eventi e, di conseguenza, meno esposta alla contestazione potrebbe trovarsi la stessa squadra. «Cairo - continua Petrachi - ha compiuto un atto di responsabilità, ma anche di umiltà. Ha voluto proteggere il gruppo e lo ha fatto quando ha capito che la sconfitta con la Salernitana aveva riazzerato tutto. In un attimo è come se la nuova svolta compiuta durante il mercato di riparazione non fosse mai avvenuta e, con essa, il cambio di filosofia societario».

    Cairo apre ad un possibile cambio di timone, con condizioni economiche ben definite. La squadra si prepara a scendere in campo contro il Padova senza contraccolpi, come annuncia Colantuono. «Sappiamo - così il tecnico - quelli che sono i nostri doveri. In trasferta siamo la seconda forza del campionato e il ko di sabato scorso non ha spostato di una virgola i nostri obiettivi. Cairo dice di voler vendere il Toro? Non è quello che vogliono quelli che lo criticano? Bene, adesso divertitevi con i nomi dei possibili acquirenti, visto che sono tanti (Colantuono sorride, ndr) speriamo che qualcuno esca fuori, compri il club ed apra un ciclo...». Ironia a parte, la prima volta del Toro con il patron «dimissionario» sembra, dunque, non turbare il sonno a nessuno. Colantuono torna indietro con la mente a quando, a Perugia, non prendeva lo stipendio. «Quella era una storia completamente diversa perché qua lo stipendio lo abbiamo sempre preso, lo prendiamo e lo prenderemo. E, comunque, con quel Perugia arrivammo ai play-off senza ricevere un euro per sei mesi», così il condottiero granata. Il Padova è il vero ostacolo per il tecnico che ha blindato squadra e formazione: il modulo non si tocca, gli interpreti per rifornire la coppia Bianchi-Pià dovrebbero essere Gasbarroni e Scaglia con Leon pronto in corso d’opera. «Vendo il Toro», annuncia Cairo. La squadra lo sapeva, la dirigenza anche. E, allora? Nessun contropiede, ma la sensazione che le parole, forti, del patron possano mettere tutti davanti ai propri limiti. «Se arriverà il magnate, Cairo lo ascolterà. Ma se non si farà vivo nessuno, chi lo contesta dovrà fare un passo indietro», così Petrachi, braccio destro del patron.
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    nice44
    Post: 241
    00 27/02/2010 12:58
    [SM=x1539162] [SM=x1539162] [SM=x1539162]

    sinceramente mi è sempre stato sul cazzo...

    ha sempre pensato di poter emulare il suo gran capo (fu segretario

    personale del duce di arcore)...

    ma con scarsissimi risultati...

    ora mi piacerebbe lo prendesse in mano un bel russo o uno sceicco

    arabo...

    almeno salirebbe un po' la competizione in città [SM=x1543720]
    --------------------------------------------------

    "La terra più bella che occhi umani abbiano mai visto"
  • aston villa
    00 28/02/2010 16:56
    Sesta partita del secondo ciclo Colantuono.

    Tre vittorie,due pareggi e una sciagurata sconfitta....

    Undici punti,quasi due a partita,il tutto con 12 giocatori nuovi da assemblare,un nuovo DG,un nuovo team manager e con un presidente dimissionario.

    Invece che appoggiare in tutto e per tutto il tentativo di rimonta ci sono tifosi che passano le giornate a scrivere e contestare il presidente come se a comperarci ci fosse la coda.....

    I giornali poi,sopratutto tuttogobba,dopo la debacle con la Salernitana,che ieri ha di nuovo vinto,hanno sparato a zero su squadra e societa' e anche oggi leggo di partita mediocre e vittoria stentata....

    Come se la B regalasse gran gioco e schemi sopraffini.

    L'importante e' vincere,l'importante sono i 3 punti e sono arrivati il resto e' aria fritta......

    Certo dietro nel mezzo siamo lenti,a centrocampo si fatica,davanti se togli Bianchi e' una tragedia...ma intanto andiamo avanti alla faccia di tutti i Tafazzi.
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    O' rapace
    00 28/02/2010 18:02
    però avete Pià

    site venti fin quà

    per vederlo giocà [SM=x1543720]
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    O' rapace
    00 03/03/2010 11:33
    TORINO, 3 marzo - Innanzitutto prudenza. Meglio doppia, trattandosi di Torino. Il cui passato ha patito già sufficienti, anzi no: eccessivi scherzi (e non solo del destino). Tant’è, ecco la novità. Ad appena 4 giorni da quando Urbano Cairo ha ufficialmente messo in vendita la società con un’inter­vista- annuncio, registriamo e dunque pubblichiamo la prima risposta. Il Gruppo Tesoro - ramo siderurgico quale base con altre attività in svariati settori - è interes­sato. Interesse precedente ma rinnovato or ora dopo la virata cairota. Circa un mese fa, infatti, la famiglia Te­soro avrebbe già bussato alla porta chiusa del Torino: non era in vendita. Salvata la Pro Patria, i Tesoro vor­rebbero alzare le ambizioni: il loro nome era già circo­lato peril Siena, negli ultimi giorni è stato accostato (dal­lo stesso Spinelli) al Livorno, però... Però hanno smen­tito. Il Toro, invece: «Il Toro è nell’elite del calcio - dice Antonio Tesoro -. E’come il Napoli, la Roma, è al livel­lo della Juventus. Il Toro sì, il Toro ci può interessare». Prudenza, ora. Nessuno può sostenere - né noi sostenia­mo - che Tesoro sia meglio di Cairo o che Cairo debba vendere assolutamente a lui. Ma un fatto è incontesta­bile: non è vero che il Torino non interessa ad anima vi­va, che nessuno lo vuole. Se son rose, fioriranno. E, comunque, è solo la prima risposta: sempre che l’annun­cio non sia già... scaduto. «Siamo i proprietari della Pro Patria, in Lega Pro - spiega Antonio Tesoro, che con il babbo Savino condivide la passione per il calcio -. Il Torino? Sì, ci può interessa­re. Anzi, ne saremmo onorati. Il Toro è il top, rappresenta l’élite: è un club dotato di un grande potenziale, come il Napoli, come la Roma, come la Juventus».
  • aston villa
    00 04/03/2010 19:54
    Chi e' il mediatoredi questa gente?

    Michele Padovano.

    Il gobbo che gia' tento' con Giovannone,tentativo finito con lui in fuga a piedi fra i campi di melighe dietro Moncalieri inseguito dagli Ultras.

    Il gobbo malefico indagato per spaccio di droga..... [SM=x1449910]

    Pensiamo a battere il Frosinone piuttosto.... [SM=x1451865]
  • aston villa
    00 05/03/2010 13:40
    Continua questa sporca campagna mediatica contro Cairo,oggi praticamente su tuttogobba parlavano solo di questo famigerato compratore proprietario della Pro Patria terzultima in C.....

    Non basta avere un presidente che paga stipendi e fornitori,che ci ha salvati dal fallimento,che comunque ci mette,anche troppo,la faccia.

    Poi quando ci ritroveremo con un altro bandito fra i piedi saremo li' a rimpiangere il buon Urbano che avra' fatto anche delle cazzate ma comunque c'e' e c'e' sempre stato.

    Ripeto pensiamo al Frosinone....
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    El Tr3n
    Post: 5.361
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    Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
    00 05/03/2010 19:22
    Ohooo Ohooo, Michele Padovano, Ohooo, Ohooo.

    Uno degli artefici della vittoria della Coppa dei Campioni col suo gol del 2 a 0 al Real Madrid.

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    "Mama mama, me dijeron puta barata!"
    "Mi amor, cobra mas caro!"
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  • aston villa
    00 06/03/2010 08:44
    Cairo neanche ha voluto vederlo.... [SM=x1449910]
  • aston villa
    00 06/03/2010 16:39
    Sto' seguendo la partita...SUL RISULTATO AL MOMENTO NON DICO NULLA E MI RASPO I MARONI...

    Piuttosto....il Toro e' in vendita e chi c'e' in tribuna?

    Moggi! [SM=x1543054]

    Questi maledetti gobbi sono come le metastasi.....te li ritrovi ovunque... [SM=x1449910]
  • aston villa
    00 06/03/2010 19:50
    Due rigori a favore non ce li davano dai tempi della prima crociata.....ci voleva proprio il gobbo in tribuna...

    Comunque grande Toro, il migliore del nuovo corso.

    Vero che ci hanno dato 2 rigori,c'erano entrambi,ma vero che abbiamo avuto 5/6 occasioni per segnare e il loro portiere ha fatto miracoli.

    Vero anche che sul 2-1 al 90' Sereni ha fatto un miracolo...ma era il primo pallone che toccava.

    Dietro cosi' cosi'..con Ogbonna che ci costa un gol a partita e Rubin che ha fatto rimpiangere Garofalo,in mezzo bene finalmente Geneviev,bene come sempre Pestrin,molto bene Antonelli e cosi' cosi' Leon.

    Grande Bianchi e tifoso non pagante Pia' che continua a farci giocare in 10 e non capisco perche Cola non lo butta fuori a calcio in culo.

    La B e' cosi'....tanto casino dopo la sconfitta con la Salernitana ma basta gurdare la classifica...il Sassuolo ha 3 sconfitte di fila,il Lecce 4 pareggi,il Brescia ne prende 3 in casa dal Grossato che la scorsa settimana ne aveva prese 4 in casa dal Crotone,e' tutto aperto...

    Siamo a 2 punti dalla zona playoff e a 5 dal secondo posto....

    Ora bisognerebbe che tutti remassero nella stessa direzione.....alla faccia di tuttogobba.
    [Modificato da aston villa 06/03/2010 19:55]
  • aston villa
    00 06/03/2010 22:22
    Re:
    nice44, 27/02/2010 12.58:

    [SM=x1539162] [SM=x1539162] [SM=x1539162]

    sinceramente mi è sempre stato sul cazzo...

    ha sempre pensato di poter emulare il suo gran capo (fu segretario

    personale del duce di arcore)...

    ma con scarsissimi risultati...

    ora mi piacerebbe lo prendesse in mano un bel russo o uno sceicco

    arabo...

    almeno salirebbe un po' la competizione in città [SM=x1543720]



    Caro Nice la citta' stessa ha bisogno di una squadra in A con una tifoseria vera....

    A Torino siete pochi e silenziosi,fuori regione il discorso cambia.

    Qua' siete scozzesi in terra d'Inghilterra.... [SM=x1272125]


  • aston villa
    00 07/03/2010 17:47
    Soltanto il tempo dirà se e quando Cairo si priverà davvero del giocattolo che lo ha reso famoso. Di certo c’è che, come minimo, aver messo ufficialmente in vendita il Toro gli porta fortuna. Uscito allo scoperto dopo il tragicomico 2-3 con la Salernitana che sembrava aver azzerato ogni chance di promozione, dieci giorni più tardi si ritrova dove non stava da mesi: 7° a -2 dai playoff e pure a -5 dalla A diretta. Considerati i recenti disastri, gran bella posizione di partenza per vivere la primavera che decide il campionato e le trattative con chi si è fatto e si farà eventualmente avanti per rilevare un club che solo il salto di categoria farà appetibilissimo.

    È di nuovo lì, il Toro. Sa di potercela fare, adesso. Perché là davanti la frenata è prolungata. Perché dopo il sofferto 1-0 di Padova, ieri è arrivata con la prima tripletta granata di Bianchi il più convincente 3-1 sul Frosinone. Un avversario diretto, anche se rimaneggiato e ben lontano dai ritmi e dai fraseggi che gli valsero il ruolo di grande rivelazione di inizio stagione. Moriero si lamenta («Persino un pareggio ci sarebbe stato stretto: noi abbiamo giocato, loro si sono difesi»), ma il campo ha detto ben altro. Il suo Frosinone, all’8° ko nelle ultime 10 trasferte, ha cominciato bene i due tempi (specie la ripresa) e poco più. Ha agguantato l’1-1 grazie all’immancabile distrazione della difesa granata (perforata in casa per l’8ª partita consecutiva), ha pure sfiorato il 2-2 all’85’ (riflesso di Sereni su Cariello) ma se è rimasto in partita fino in fondo lo deve soprattutto alla perversa abitudine del Toro di farsi del male da solo. Mancando gol fatti e facendosi bucare alla prima (o quasi) occasione. «Era una partita da chiudere già nel primo tempo e invece ci siamo complicati la vita - ammette Colantuono -. Questa è la B: vince chi sbaglia meno. Io, però, ho visto anche del bel calcio. Abbiamo costruito, creato: mica facile contro questo avversario».

    Siamo d’accordo. Mai visto questo Toro cominciare così: nei primi 14’, quattro tiri in porta e un’occasionissima divorata da Bianchi a due passi dalla porta dopo spunto di Antonelli, l’esterno che mancava al 4-4-2 del post-rivoluzione petrachiana. Incertissimo, il quasi debuttante portiere ciociaro Frattali. Graziato poi anche da Leon e, nella ripresa, ancora da Bianchi. Nonostante l’inconsistenza di Pià e le scelte quasi sempre sbagliate di Leon, hanno fatto la differenza i progressi di Genevier, la sostanza di Pestrin e le frecciate di Antonelli. E, sull’1-1, ci ha pensato l’innesto di Gasbarroni a completare l’opera.

    Poi, è vero che per vincere la partita sono di nuovo serviti i gol dell’unico granata che vede la porta, anche nei giorni in cui divora l’impossibile. Con i tre gol di ieri, Rolando Bianchi è arrivato a quota 19: ben il 52,7% sui 36 totali della squadra. Una forza ma anche un limite. Il vicecapocannoniere della B ha finito in trionfo con la spettacolare mezza rovesciata che al 95’ ha fissato il 3-1, prima però aveva sfruttato due rigori: trasformato il primo, riprendendo la respinta sul palo di Frattali nel secondo. I rigori c’erano ma il vantaggio concesso al centravanti rivale deve aver disturbato non poco Santoruvo, che alla fine è andato giù pesante: «Scandalosa la condotta dell’arbitro. D’altronde, si sa, il Toro deve andare in A...».

    È quello che spera vivamente la gente granata. Da ieri un po’ più fiduciosa. Sfatato il tabù-Olimpico, dietro l’angolo ci sono tre trasferte nei prossimi quattro turni: Ancona, Modena e Reggina con in mezzo l’Ascoli in casa. Colantuono, unico a poter infrangere un silenzio-stampa ormai diventato solo scaramantico, giura di non voler ancora guardare la classifica: «Pensiamo a vincere più partite possibili. Rivedremo la luce solo quando torneremo fra i primi sei, in zona-playoff». Mancano appena due punti, adesso.
  • aston villa
    00 08/03/2010 14:22
    Marco Ferrante, il suo record di 26 gol nelle 38 partite della serie B 1998/1999 sta traballando. Dopo la tripletta al Frosinone, Rolando Bianchi è a quota 19. Che fa, abdica?
    «Se questo significherà Toro promosso, allora lascio volentieri spazio a Bianchi. Può battere il mio record, anche se siamo diversi. E anche il campionato lo è».

    Però Bianchi ha segnato una tripletta, un evento che al Toro mancava da 13 anni, dalle tre reti di Bonomi al Cagliari.
    «Bonomi... Mamma mia che cosa aveva combinato Claudio quel giorno. Una tripletta io non l’ho mai segnata, ma quattro gol in una partita sì: gennaio 1997, entro in campo e in 35 minuti faccio poker alla Reggina. Che delirio!».

    Cosa rivede di sè in Bianchi?
    «La fame di gol e il fatto che sta segnando solo lui. Vorrei, però, che i tifosi non ripetessero lo stesso errore che fecero con me. Io segnavo tanto, ma i più critici dicevano che ammazzavo gli altri. E non andava bene, salvo poi accorgersi che quando manca uno da doppia cifra, tutta la squadra soffre».

    Lei, però, in quella cavalcata verso la A poteva contare su Artistico che realizzò 8 gol. Ora non c’è nessun partner che sostiene Bianchi...
    «E questo potrebbe essere un rischio. Se si ferma lui, chi segna? Meglio tenerci Bianchi stretto e tanto in salute».

    Ogni due gol del Toro, uno lo realizza Bianchi. Colantuono dice che questa squadra è fatta per farlo segnare. Strategia giusta?
    «Il mister secondo me ha lanciato un messaggio sbagliato. Non si può avere un solo finalizzatore e neanche io ai bei tempi ero così coccolato dalla squadra».

    Prova un po’ di invidia?
    «Ma no, anche perché siamo proprio due giocatori opposti. Io ero più tecnico, lui è più fisico. Io i rigori li segnavo tutti o quasi, lui la metà...».

    Battuta o provocazione?
    «Scherzo, ma suggerisco a Rolando di essere meno egoista e lasciare qualche rigore ai compagni. Se lo facevo io, che venivo considerato il granata più egocentrico...»

    Bianchi, però, è il leader di questo Toro.
    «E lo sta dimostrando coi fatti. A mio avviso, però, è ancora deboluccio dal punto di vista caratteriale. Ha qualità e le sta facendo vedere, ma spero che possa fare altrettanto bene quando sarà di nuovo in serie A. É ancora giovane, ha tempo per mostrare il suo talento dove conta veramente».

    La B non vale come palcoscenico?
    «Fino ad un certo punto e questo valeva anche per me che tra i cadetti segnavo tanto. Però questo campionato è assurdo: non c’è equilibrio, anzi è proprio scarso».

    Lo dimostra il fatto che il Toro è in corsa promozione nonostante 9 sconfitte in 28 partite?
    «Esatto, è un campionato che ti permette di recuperare sempre. E penso anche al Sassuolo e al suo cammino, oppure al Brescia che prende 3 gol in casa dal Grosseto che la settimana prima aveva perso 4-0. É tutto così anomalo e in questo quadro il Toro è più vivo che mai».

    Dove possono arrivare i granata?
    «Ai playoff. Ai primi due posti dico che è impossibile da addetto ai lavori, ci spero da tifoso».

    Che cosa è cambiato in questa squadra?
    «Hanno più cattiveria e amore nell’indossare questa maglia. C’è un piglio diverso: adesso sono più uniti e vogliosi. Dopo il mercato erano una squadra da centro classifica, stanno dimostrando il contrario. Ora, però, nessuna distrazione: la strada è ancora lunga».
  • aston villa
    00 09/03/2010 09:51
    Vendetta, tremenda vendetta. Lo slogan è leggermente crudele, ma per le Giovanili del Toro, in questo caso, non può essere più azzeccata. I Giovanissimi di Roberto Fogli, infatti, hanno battuto in finale la Juventus nella Manchester Premier Cup 2010, vendicando i più grandi della Primavera (ieri sconfitta immeritata per i ragazzi di Asta) e conquistando il titolo dell’edizione italiana della competizione, che varrà, tra l’altro, l’unico posto italiano dedicato alla competizione mondiale che si disputerà a Tokyo in Luglio.

    Giocata al C.S. De Cecco di Città S.Angelo, la finale è stata la classica partita equilibrata, con squadre contratte più per la paura di prendere goal che per timore o sudditanza alcuna. Tanto contratta la partita che si è andati ai rigori, dopo i 4 tempi terminati a reti inviolate. E qui i granata hanno avuto la meglio: Barreca, Ientile (che è stato ospite, tra l’altro, della nostra consueta tramissione radiofonica “Dalla parte del Toro”), Aramu e Errore hanno segnato le 4 reti decisive, a differenza delle 3 realizzate dagli avversari. Finisce la partita e tutti a festeggiare la vittoria di questo prestigioso trofeo.

    Torino-Juventus 4-3 d.c.r. (0-0 dopo i supplementari)


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    Iniziare una giornata con questa notizia fa godere peggio che i maiali. [SM=x1272127]
  • aston villa
    00 12/03/2010 10:43
    Tutti in carrozza, o quasi, perché l’ultimo treno granata per la serie A è partito ieri pomeriggio, in perfetto orario, da Torino Porta Nuova con destinazione Ancona. Sulla carrozza numero 1 di prima classe - riservata interamente a giocatori, staff e dirigenti - viaggiava il Toro con tanto di scritta identificatoria tracciata da mano anonima sul vetro con a fianco un eloquente «Abbasso la Juve». Clima leggero per una trasferta diversa dal solito: il volo di linea sarebbe durato di più fra trasferimenti e scali, mentre l'opzione aereo charter era stata subito scartata dal club. E allora tutti insieme sul treno, tra la richiesta di autografi e qualche foto ricordo con i tifosi.

    «Sembra di essere in gita», ha commentato Rachid Arma prima di salire sul Frecciarossa in partenza alle 14,40. Previste 5 ore di viaggio, con cambio a Bologna (città che evoca la retrocessione amara dello scorso anno). C’è stato però un drammatico imprevisto: causa un incidente sulla linea Milano-Bari nei pressi di Fiorenzuola (una persona travolta da un «merci», pare si sia trattato di suicidio), il treno del Toro ha subito un sensibile ritardo. Grazie alla collaborazione delle Ferrovie, la comitiva granata ha comunque raggiunto il ritiro di Jesi, dove ha tentato di ritrovare subito la concentrazione necessaria in vista della partita della verità. Il Toro non vince tre sfide consecutive dai giorni del Centenario del 2006 e vincere ad Ancona sarebbe un trampolino formidabile. Innanzitutto certificherebbe la definitiva rinascita della squadra, poi dimostrerebbe che si può centrare l'obiettivo indicato da Colantuono e infine, soprattutto, spianerebbe la strada verso i playoff visto che i biancorossi sono al 6º posto con 2 punti soltanto di vantaggio sui granata.

    In casa, però, l'Ancona non ha ancora perso e sfiderà senza patemi la formazione con il secondo miglior rendimento esterno della serie B (22 punti sui 42 disponibili). Numeri che si incrociano, compresa la sfida tra i bomber Bianchi (19 reti) e Mastronunzio (17), anche se l'attacco granata è da reinventare. Per un affaticamento muscolare Inacio Pià è rimasto a casa - come Gorobsov (retrocesso in Primavera) e Rivalta (infortunato) - e per Colantuono il problema è trovare qualcuno da affiancare a Bianchi. Con Arma si varierebbe la formula delle due torri, mentre Leon è il candidato più forte per estro, adattabilità e qualità, anche se alla fine pesa tantissimo l'assenza della seconda punta Salgado, ancora in Cile a causa del terremoto. La sfida di Ancona non determinerà soltanto il destino promozione del Toro, ma anche il futuro della stessa società.

    Dopo l'incontro Cairo-Tesoro dell’altro giorno, è evidente che ogni discorso di vendita e ovviamente di prezzo sarà influenzato dal cammino dei granata. La serie A fa gola per tanti motivi all'editore alessandrino e solo così si spiega la melina applicata al primo round delle trattative per un’eventuale cessione della società. Cairo aspetta l'evolversi della situazione, con la speranza che l'ultimo treno per la A non sia ancora passato.
  • aston villa
    00 12/03/2010 10:44
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