00 06/02/2008 10:33

Il famoso progetto Buona Vista Sociale Club ha reso omaggio alla voce melodiosa del sonero Ibrahim Ferrer, ricordato tra i grandi della musica cubana a due anni della sua morte.
“Questo omaggio, era quello che Ibrahim voleva, cioè vedere tutti i suoi amici assieme” questo è quanto espresso dal suo ex manager, il brasiliano Daniel Florestano.
La diva della Buona Vista Sociale Club e promotrice dello spettacolo, Omara Portuondo, in una intervista lascia sapere che “questo tributo è molto importante e il nostro caro amico Ibrahim é assente solo fisicamente ma la sua musica vivrà eternamente.”
Portuondo ricorda Ibrahim Ferrer come un essere umano “carino, eccessivamente affettuoso ed affabile e aggiunse che: “Gli uomini che sono così, non muoiono mai.”
Il tributo nel Gran Teatro di L’Avana ha celebrato tutta la musica che Ibrahim Ferrer interpretò brillantemente e che gli rese fama mondiale, come ‘El cuarto de Tula’, ‘Candela’, ‘El carretero’ e ‘Dos gardenias’.
Per l’occasione tutte le stelle della Buona Vista Social Club, che condivisero con Ibrahim Ferrer gli scenari del mondo, erano assieme. Sul palco c’erano Omara Portuondo, Eliades Ochoa Orlando ‘Cachaíto’ López, Manuel ‘Guajiro’ Mirabal, Manuel Galbán, Barbarito Torres e molti altri.
Ibrahim Ferrer morì il 6 di agosto da 2005 a 78 anni, registrò quattro album:A toda Cuba le gusta’, ‘Buena Vista Social Club’, ‘Buena Vista Social Club introducing Ibrahim Ferrer’ e ‘Buenos Hermanos’.
Il quinto disco di Ibrahim Ferrer, intitolato ‘Mi sueño’, era in corso di registrazione prima che il cielo lo chiamasse suoni del film Buena Vista Social Club, anno 1997, riemergono a galla con questo cd, pubblicato dopo la triste scomparsa a 78 anni nell'agosto del 2005 di una delle voci maggiori di questa scuola cubana. L'influenza di un passato difficile, come musicista di strada, e di un successo arrivato forse troppo tardi, segnano profondamente i suoi testi cui analizzeremo, ricchi di poesia esotica e che puntano dritto il core.
Il seguente album è il riassunto di un lavoro incompleto svolto nel 2005, con l'intento di concentrare e selezionare solo pezzi boleri, genere prettamente romantico e melanconico, ma di indubbio fascino canoro. Un sogno coltivato sempre nel cassetto da Ibrahim, e che ora possiamo gustare, magari sotto un cielo notturno limpido e stellato.
Apriamo con Dos Almas, il suadente piano canta una sorta di lento cubano, molto sentito e carico di passione, in un canto che si fa ballo a due. Si te contara, melodia piuttosto bassa e lenta, una delle più tristi tra tutto il cd, dove piano e violino quasi piangono assieme a Ibrahim.
Melodìa de rìo, si nota la tipica chitarra elettrica molto delicata, alla Carlos Santana. Melodia allegra e complice di un'atmosfera in cerca di seduzione. Il sottofondo testuale canta di un segreto, un dolce segreto. Sentimento amoroso e affinità di coppia creano una dichiarazione amorosa simpatica e non troppo sdolcinata, in un'unica parola Caliente J.
Deuda, largo spazio al piano che detta il ritmo del bolero, mentre il cantante ritaglia qualche canto estemporaneo ("è una strana situacion").
Uno, melodia e struttura melodica simile ai 2 brani precedenti, la voce a volte parte con uno slang veloce e impercettibile, in modo da inserire tutte le magiche parole una dietro l'altra, che solo la lingua spagnola riesce a concepire.
Convergencia, la malinconia si avverte fortemente in questo pezzo: il ricordo di una lontana conversazione con una bella signora, una bella rosa, naufraga tra i dolci ricordi sorretti dalle note del piano, che rendono ancora più amaro il presente. Quiéreme mucho, chi(amami) profondamente, il ritmo delle maracas dona carisma ed amore platonico, mentre un'arpa accompagna una lenta melodia, pure qua sofferta e struggente sotto il profilo testuale. Perfidia, ritmo più sostenuto e libero rispetto ai precedenti, si parla della perfidia di una ipotetica lei, tentacolare e lasciva: interessante il sound jazz che ne scaturisce fuori.
Contrabbasso jazz e una sorta di mandolino pizzicato in Copla Guajira, con forse l'uso di un oboe (credo!) che incalza un motivo niente male. Quizáz, Qizás, versione spagnola di Chissà, Chissà, da ascoltare per l'acustica delle due voci in palco. Si finisce con un brano speranzoso e di umori più allegri, Alma Libre, dove il profumo marino tropicale e d'oriente si incontrano e calzano ogni nota, tra magia e stupore di un animo sempre giovane quale quello di Ferrer.
Purtroppo il rammarico del pubblico mondiale è quello di aver scoperto questa stupenda voce solo alla fine del suo ciclo, appena in tempo per vincere un Grammy come miglior artista latino nel 2000, e per mostrare al mondo quanto Cuba ha da offrire. Vi lascio caldamente all'acquisto di questo cd, pieno di sentimento e di latin-jazz cubano di ottima fattura, tra atmosfere malinconiche cantate in una notte afosa nella capitale Havana, magari tra qualche sigaro cubano e qualche goccia di tristezas fra un rum e l'altro. [SM=x1272091]