Viva l'Islanda!

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aston villa
00domenica 7 marzo 2010 11:02
Ha vinto il «no», come nelle attese. Un «no» netto, quasi unanime, con una percentuale che, secondo le prime proiezioni, sfiorava il 98%. Gli islandesi hanno bocciato il referendum sul piano di salvataggio delle finanze pubbliche attraverso un accordo che prevede un pesante risarcimento ai governi inglesi e olandesi. L’atteso no al risarcimento, dovuto al fatto che numerosi cittadini britannici e olandesi avevano investito i propri fondi nella banca islandese Icesave, potrebbe mettere a rischio il prestito miliardario messo a disposizione di Reykjavik dal Fondo monetario internazionale e allontanare l’Islanda dall’Unione Europea.

«Il referendum ha avuto un effetto molto positivo: ha spinto Regno Unito e Paesi Bassi verso un accordo più giusto», ha detto il presidente islandese Olafur Ragnar Grimsson. È stato proprio Grimsson a non firmare la legge Icesave e a convocare il referendum, considerando profondamente ingiusto il provvedimento che prevede di rimborsare a Londra e a L’Aja 3,9 miliardi di euro da qui al 2024, ponendo sulle spalle degli islandesi, già colpiti dalla crisi, un ulteriore enorme fardello. «Per troppo tempo c’è stata una supremazia dei mercati finanziari sulla democrazia», ha detto il presidente, sottolineando come «gli islandesi, i pescatori, gli insegnanti, gli infermieri sono tutti d’accordo per rimborsare la Gran Bretagna e l’Olanda su una base di più di 20.000 euro a risparmiatore», cifra pari alla garanzia per cliente della Icesave che lo Stato islandese si è impegnato a versare. «Ma i cittadini islandesi - ha aggiunto Grimsson - non sono disposti a pagare un tasso di interesse molto elevato che permetterebbe ai governi britannico e olandese di trarre un enorme profitto da tutta questa vicenda». Per tutta la giornata a Reykjavik hanno sfilato per strada i sostenitori del no, con cartelli e striscioni, protestando “armati” di slogan contro il «fallimento del sistema bancario».

In ogni caso l’esito del refendum non modifica troppo la situazione. «Vogliamo essere chiari - ha detto il ministro delle Finanze, Steingrimur Sigfusson, poco prima di avere i risultati della consultazione- che un “no” oggi non significa che non pagheremo i nostri debiti. Manterremo i nostri impegni».

L’esito del voto potrebbe significare un’Islanda relegata ai margini della comunità finanziaria internazionale, il blocco dei prestiti Fmi ma, soprattutto, un possibile allontanamento dall’Ue proprio a pochi giorni dal pronunciamento della Commissione Ue sulla domanda del Paese all’adesione.
chiavitos
00domenica 7 marzo 2010 17:15
sto girando per le prime pagine dei giornali,on line, mica vista la notizia !? meglio tacere che far sapere, informazione prezzolata, oramai............
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