Stupro di gruppo

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aston villa
00venerdì 2 gennaio 2009 10:35
Lei cercava la techno. Ma la sua notte di festa è stata interrotta da un branco di violentatori. In quattro, forse in cinque, hanno stuprato una ragazza di 25 anni, di Ariccia.


Festeggiamenti per la notte di Capodanno a Roma (Benvegnù_Guaitoli)
Picchiata, offesa e lasciata sulla pista da ballo di «Amore 09», l'evento organizzato (per la prima volta) alla nuova Fiera di Roma, per l'occasione presidiata all'esterno da funzionari della Municipale di ventennale esperienza. Perché, con i numeri previsti per la megafesta, il comune di Roma non voleva correre il rischio d'intasare raccordo anulare e direttrici cittadine. Tra le 6 e le 6.30 termina il Capodanno della ragazza e inizia, per lei, un 2009 prematuramente drammatico. Un giovane della sicurezza la trova con gli abiti strappati, il viso gonfio, la voce che trema e l'espressione stravolta. Subito la consegna ai medici del «118». La dottoressa che la visita per prima descrive: «Aveva un labbro gonfio, ecchimosi sul collo, lividi dietro la testa e di lato». Ma quello che colpisce anche i primi soccorritori è la perdita di sangue, che «fa pensare ad una violenza prolungata e feroce». All'ospedale San Camillo, presidiatissimo da agenti di sicurezza privata e forze dell'ordine, la ragazza viene medicata e poi trasferita in stato di choc al reparto di Ginecologia, dove una poliziotta arriverà nel tardo pomeriggio per raccogliere la sua deposizione: oltre due ore di informazioni e dettagli, incluso l'identikit degli aggressori.

«Ero con un gruppo di amici, volevamo sentire musica e ballare», racconta. Quando un gruppetto di ragazzi l'ha adocchiata, avvicinata e stretta da un lato, lei non aveva più amici attorno. Era sola al centro del branco. Nel pomeriggio gli organizzatori dell'evento, curato da «Roma for Music» (24 sale con 28 dee-jay di livello mondiale che sparavano musica a tutto volume), oltre a mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria hanno espresso parole di «grave condanna» per l'episodio di violenza. Puntualizzando che per la serata erano stati mobilitati numerosi addetti dalla sicurezza. Agenti di polizia in borghese erano all'interno, mescolati a ragazzine, adolescenti e poco più che ventenni di tutta Italia.

Verso le due del mattino, era già chiaro che «Amore 09» aveva superato l'attesa (della prevendita) di 30 mila presenze. All'esterno controlli dei carabinieri e pattuglie della municipale, avevano già raccolto gli umori (inclusi quelli alcolici) del Capodanno - evento per partecipare al quale erano arrivati pullman stracarichi e perfino dei taxi-pull di teenager in abitino e coprispalle, a sfidare la pioggia ghiacciata. Con i primi soccorsi si era diffusa anche la notizia che uno degli aggressori era stato fermato. Un giovane in piumino bianco, subito rilasciato dalla polizia. La ragazza resta al San Camillo, dove la direzione sanitaria, le ha messo a disposizione una consulente psicologa. All'ora del pranzo sono arrivati i genitori.
Salserissima
00venerdì 2 gennaio 2009 11:25
Che schifo di gente... Io farei una bella castrazione, tanto se vanno in prigione fra 6 mesi escono... Ma così non potranno fare tanti danni...

Oppure in quei 6 mesi metterli in gabbia con chi dico io... [SM=x1495893]
El Tr3n
00venerdì 2 gennaio 2009 13:13
Io farei così: se erano 5 contro 1, li metterei ciascuno in una cella con cinque negroni. Ma non per una notte, per 6 mesi.

Quando loro hanno finito faccio continuare i secondini col manganello.

Poi gli do 150 anni di galera.

aston villa
00venerdì 2 gennaio 2009 15:43
Re:
El Tr3n, 02/01/2009 13.13:

Io farei così: se erano 5 contro 1, li metterei ciascuno in una cella con cinque negroni. Ma non per una notte, per 6 mesi.
Quando loro hanno finito faccio continuare i secondini col manganello.

Poi gli do 150 anni di galera.




Sieropositivi,Luca,5 negroni sieropositivi. [SM=x1449910]


aston villa
00domenica 4 gennaio 2009 13:00
"Ho cercato di liberarmi in tutti i modi, ma non ci riuscivo. Inciampavo, sbattevo, cadevo per terra. Lui non era solo, c'era qualcun altro ad aiutarlo. Sono riusciti a farmi tutto questo perché non c'era sicurezza: altro che festa patrocinata dal Comune di Roma, quello era un inferno". I ricordi sono confusi. E ripercorrere quegli istanti fa soffrire Gaia, la ragazza di 23 anni aggredita e violentata durante la notte di Capodanno ad "Amore 09", festival di musica elettronica alla Nuova Fiera di Roma. Sdraiata sul letto con addosso un pigiama da bambina, il viso leggermente truccato, due amiche accanto, una sotto le coperte con lei e una sulla poltrona. La rabbia per tutto "il casino che i giornali stanno facendo: ormai lo sanno tutti che sono io, non so con che faccia tornerò a casa". Si vedono ancora gli enormi lividi sul collo e le escoriazioni sul viso e sulla gamba. In una mano gli aghi della flebo, gli occhi spesso si alzano al cielo. Occhi tristi.

Gaia, fisicamente come si sente?
"Male: ho botte e lividi dappertutto. Ma il dolore più grande è quello interiore, per me, per i miei cari. Ci sono le notti in cui non riesco a dormire, mi sveglio urlando, mi sforzo di ricordare un particolare, un dettaglio. I giornali domani parleranno di altro, ma quello che è successo non passa, non per me".

Cosa l'ha ferita di quello che è stato pubblicato?
"Le tante bugie, a partire dal fatto che ero drogata. Avevo bevuto due gin tonic, come dicono i test dell'ospedale: nel mio sangue c'erano solo tracce di alcol. Ho letto che avevo assunto cocaina, ketamina... ma se io nemmeno so cos'è?".

Che altro?
"Hanno scritto che mia sorella era con me, come per far credere che lei avrebbe dovuto difendermi. Non c'erano né lei né il mio ragazzo, ero andata con altri amici. E nemmeno loro avrebbero potuto salvarmi perché in quel maledetto bagno c'ero andata da sola".

Gaia, che cosa ricorda di quegli attimi?
"Ero nel padiglione 1, suonava il dj Sven Vath. Mi sono allontanata per andare in bagno e mentre entravo mi hanno aggredita. Ho lottato con tutta la forza che avevo, ma invano. Mi sembrava di morire soffocata, con le mani quello mi teneva il collo e non mi lasciava respirare. Non so come, alla fine, sono riuscita a scappare. Se fossi stata drogata come dicono non ce l'avrei mai fatta".

Ma lei ricorda una persona sola?
"Non era solo. C'erano altri con lui, ma non erano sette come è stato scritto".

A che ora era arrivata alla Fiera?
"Intorno all'una, in macchina con quattro amici. Quella sera avevo lavorato fino alle 11, è per questo che siamo andati lì, a me quella musica piace. Se avessi avuto le ferie sarei andata in montagna con altri amici oppure avrei organizzato qualcosa nella mia "sala hobby"".

E invece?
"Sono finita in quell'inferno: 45 euro per un rave legalizzato. Quelli non autorizzati sono meglio, lì non hanno mai violentato nessuno. Era la festa del Comune di Roma, un delirio senza sicurezza. I vigili erano fuori a regolare il traffico e la security stava ai cancelli, mentre dentro ti chiedevano se volevi cocaina, speed e altre robacce. Posso chiedere una cosa io a lei: ma le telecamere non c'erano? Davvero non riescono a trovare il colpevole?".

È la prima cosa che vorrebbe?
"Questa, sì. Oltre ad essere lasciata in pace. E dimenticare".

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