Piccole rogne...

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fabioeur
00lunedì 11 giugno 2007 21:13
Qualunque viaggiatore, nel corso delle sue scorribande in giro per il mondo, si è sicuramente imbattuto in piccole rotture causate da problemi di salute.
Chi di voi non ha avuto almeno una volta il classico cagozzo o una semplice scottatura per eccessiva esposizione al rovente sole dei tropici?
Basta un po' di attenzione e di prevenzione però e la vacanza resta una parentesi piacevole e non si trasforma in un incubo.

Sul mio primo volo verso l'oriente cubano conobbi un veneziano molto simpatico che mi aprì gli occhi su altre problematiche
legate alla nostra amata isola, ma nelle quali ci si può imbattere un po' ovunque nel mondo, soprattutto dove il clima è più caldo.

Fortunatamente ignoravo queste antipatiche realtà, ma credetemi se vi dico che restarne totalmente alla larga è solo questione di culo.

Il veneziano mi raccontò di aver dormito in una casa illegale per poter stare con una bella ragazza holguinera e di aver riportato a casa una bella sorpresina: la scabbia.

Mi mostrò anche le foto della ragazza e da quelle mi convinsi che quando la sfiga è in agguato non c'è proprio nulla da fare...

Naturalmente la mia prima reazione fu lo scatenarsi di un immotivato prurito per tutto il corpo, perché si sa che quando si parla
di queste cose immediatamente ci sentiamo parte in causa anche se non ce n'è motivo. Siamo tutti peccatori in fondo.

La scabbia, per chi non lo sapesse, è provocata da un minuscolo parassita, un acaro invisibile ad occhio nudo che scava cunicoli
sotto la cute umana, dove depone le sue uova dalle quali in alcuni giorni si sviluppano i parassiti adulti.
Questa malattia (non grave) si trasmette per contatto con la cute della persona affetta ma anche con la biancheria del letto e gli indumenti.
La cura consiste nell’applicazione sulla cute di farmaci antiparassitari in lozione o crema ed è fondamentale
fare il bagno o la doccia prima di ogni applicazione del farmaco e sostituire la biancheria personale e del letto dopo ogni applicazione.
La durata del trattamento dipende dal tipo di prodotto usato: in ogni caso esso va completato secondo prescrizione medica.
È utile sapere che la contagiosità si riduce progressivamente nel corso della terapia.
La persistenza del prurito dopo la fine del trattamento è per lo più dovuta a fenomeni irritativi, e solo in una piccola percentuale di casi si tratta invece di una recidiva della malattia.

COME EVITARE LA DIFFUSIONE DELLA SCABBIA

Se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario:

* effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia;
* sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione;
* lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C;
* porre in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana),
lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all’aria. L’acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.

FARMACI & TRATTAMENTO

Il trattamento della scabbia si basa sull'applicazione di prodotti che uccidono l'acaro responsabile (acaricidi),
preceduta da un energico lavaggio della pelle e seguita dalla sostituzione degli indumenti e della biancheria del letto
che devono essere lasciati all'aria per 48 ore o lavati ad alta temperatura o a secco.
Sono registrati come acaricidi l'associazione tra permetrina al 2,5% e benzile benzoato al 5% sotto forma di crema (Antiscabbia CM in associazione a benzocaina),
il crotamitone crema al 10% (Eurax) e il bucarbetene (Paf).
Il malathion presente sotto forma di gel (Aftir) ha come unica indicazione il trattamento della pediculosi.
La crema di permetrina al 5% è da poco disponibile come specialità medicinale (Scabianil) per il trattamento della scabbia.

Per migliorare le probabilità di successo del trattamento
Sulla base dei dati di efficacia e tollerabilità,
la permetrina è il farmaco di prima linea nel trattamento della scabbia; il malathion va considerato come trattamento di seconda scelta.
Entrambi vanno applicati due volte a distanza di una settimana l'una dall'altra.
Per il benzile benzoato possono essere necessarie tre applicazioni per tre giorni di seguito.
Va detto di evitare un bagno caldo prima di applicare il trattamento topico dal momento che questo potrebbe favorire
l'assorbimento dell'acaricida e il suo passaggio nel circolo sistemico, rimuovendolo dalla sede di azione cutanea e aumentando il rischio di effetti indesiderati.
Il farmaco va applicato su tutto il corpo (ad esclusione della testa e del collo), prestando particolare attenzione agli spazi interdigitali delle mani e dei piedi.
Le unghie devono essere tagliate corte, eliminando ogni frammento prima di applicare il trattamento su queste aree.
Nei bambini sino a circa 2 anni di età, nei pazienti immunocompromessi, negli anziani e nei pazienti nei quali il trattamento sia fallito,
l'applicazione deve essere estesa al cuoio capelluto, al collo, al volto e alle orecchie.
E' necessario riapplicare il farmaco sulle aree, come le mani o i genitali, che vengono lavate durante il periodo di trattamento.
Tutti i membri del nucleo familiare e le persone che hanno avuto rapporti sessuali col soggetto infestato devono essere trattati contemporaneamente
dato che un singolo individuo infestato può reinfestare le persone con cui viene a stretto contatto.

Dopo un trattamento andato a buon fine, per diverse settimane può persistere un prurito residuo,
ma il prurito non sta necessariamente ad indicare l'insuccesso del trattamento.
Tuttavia, si deve sospettare un fallimento se, dopo il trattamento, il prurito aumenta di intensità o compaiono nuovi cunicoli a qualsiasi stadio.
I fallimenti si verificano per lo più in conseguenza di una applicazione non corretta (es. mancata applicazione sull'intera superficie corporea,
compresa la testa, le zone retroauricolari e subungueali) o quando non vengono trattati contemporaneamente
i soggetti infestati e le persone che hanno avuto stretti contatti con loro, consentendo così la reinfestazione.
In questi casi, può essere intrapreso un secondo ciclo di trattamento con lo stesso acaricida o con un acaricida diverso
dopo aver preso tutte le misure necessarie per garantire la corretta applicazione del prodotto e il trattamento simultaneo
di tutti i membri del nucleo familiare e dei soggetti che hanno avuto rapporti sessuali con la persona infestata.
Laddove il trattamento dovesse fallire nonostante l'adozione di tali precauzioni, va effettuato un altro ciclo di terapia con un acaricida diverso.
Il fallimento può anche essere imputato al rifiuto del trattamento da parte dei contatti stretti,
al lavaggio della preparazione prima del tempo o all'impiego di preparazioni inidonee (es. permetrina all'1% anziché al 5%)17.

Il prurito può migliorare o scomparire con l'uso di emollienti (soprattutto dopo un bagno o una doccia),
di antistaminici sedativi la sera prima di andare a letto, di crotamitone in crema o lozione, o di blandi corticosteroidi topici sotto forma di crema.




Questo mio topic non ha alcuna pretesa di sostituirsi alla necessaria cosultazione di un medico in caso ci si imbatta in questo tipo
di inconvenienti, ma solo di informare magari chi è completamente a digiuno sull'argomento dell'esistenza di queste malattie
e di ricordare a tutti, SEMPRE, che bisogna essere prudenti,
proteggersi e proteggere il nostro partner, perché il sesso è una cosa meravigliosa ma non dobbiamo trascurare la sicurezza.

continua (se volete)
trophies
00lunedì 11 giugno 2007 21:33
Può servire, può servire... [SM=g27832]
el mono loco
00martedì 12 giugno 2007 02:04
ottimo post, sicuramente utile x ogni viaggiatore k si reca in paesi dekl 3¨ mondo.

Cmq nn sarebbe male neanke uno su alcune "fastidiose" ma nn mortali malattie veneree , k spesso ci dimentichiamo di prendere in esame quando ci si trova a contatto di belle "donzelle" [SM=x1272064] [SM=x1272065] e con i neuroni "appannati" [SM=x1272038] [SM=x1272036] [SM=x1272042] [SM=x1272081] [SM=x1272076] [SM=x1272138]
fabioeur
00martedì 12 giugno 2007 08:30
Arriva, arriva...era solo la prima puntata questa... [SM=x1272160]
beboroma
00martedì 12 giugno 2007 09:45
ben vengano tutte le informazioni atte a sensibilizzarci su argomenti cosi' "delicati", personalmente sono al corrente, piu' o meno, delle varie "incombenze" a cui siamo soggetti quando si tratta di rapporti occasionali, ma poi....quando la vedi li distesa su un bianco lenzuolo magari con un forte contrasto e tu arrapatissimo...beh rimanere nell'ambito della razionalita' e' veramente dura, fortuna che spesso e' lei a ricordarmi di mettere il palloncino...ma in quell'istante parte dell'ardore accumulato scema in maniera vertiginosa [SM=x1272078]
aston villa
00martedì 12 giugno 2007 14:07
Bel posto e sopèratutto utile per chi come noi non va a Cuba per i monumenti.

Al di la' del cagozzo....personalmente per 2 volte a seguito di [SM=x1272165] sin condom mi ritrovai con un liquido giallo che mi usciva dal pipino.... [SM=g27825]

Presi dei forti antibiotici e la cosa passo'.

Comunque e' fastidioso...fa male a pisciare e sei sempre in bagno....usate il condom... [SM=g27827]:
fabioeur
00mercoledì 13 giugno 2007 00:01
Preparete il DDT, domani arrivano altre piccole rognette...
fabioeur
00mercoledì 13 giugno 2007 12:37
Animaletti sgraditi
Altro "simpatico" ospite non gradito delle lenzuola è il pediculus pubis, detto volgarmente piattola.

Poco conta se si è in compagnia di un partner che definiremmo "una brava persona", le piattole non fanno distinzione di status o classe sociale,
loro beccano tutti indistintamente, infatti possono trasmettersi durante un rapporto sessuale ma anche da lenzuola o bagni non lavati.

Il sintomo è anche qui il prurito,ma non è niente di grave.

In farmacia vendono diversi prodotti in polvere o gel (Mom - Aftir) che risolve il problema in poche applicazioni.

E' sempre consigliabile far fare il trattamento anche al vostro partner e ripetete l'applicazione dopo 15 giorni, per evitare la recidiva.

Epidemiologia e biologia del parassita.

Si conoscono 2 specie di pidocchi specifiche per l'ospite umano, il Pediculus humanus (P. capitis e P. corporis) e il Pediculus pubis (o piattola).
Si tratta di parassiti obbligati, ospiti specifici dell'uomo. La morfologia di queste 2 specie di pidocchi è diversa.
La durata di vita delle femmine adulte è dell'ordine di 30 giorni. Depongono in media una decina di uova (lendini) al giorno.
Le lendini, di colore grigiastro, sono strettamente attaccate al pelo o ai capelli, si schiudono in 7-9 giorni e diventano mature al massimo una settimana più tardi.
La trasmissione dei pidocchi del capo avviene per intermediario di spazzole per capelli o per contatto diretto,
quella del corpo per contatto diretto o mediante biancheria o vestiti.
La trasmissione dei pidocchi del pube implica in generale un contatto ravvicinato tra individui, ma può anche avvenire per mezzo di vestiti, biancheria o asciugamani.
Il rischio di acquisizione di una pediculosi del pube dopo un contatto sessuale con una persona infetta è circa del 95%.

La pediculosi del cuoio capelluto interessa soprattutto i capelli della zona occipitale e le regioni retro-auricolari e si manifesta essenzialmente con prurito.
I pidocchi adulti sono difficili da scovare (spesso meno di 10 parassiti maturi presenti).
Le epidemie, in particolare nelle scuole, sono frequenti.
Le complicazioni (impetigine secondaria e foruncolosi con adenopatia cervicale) non sono rare.

Le pediculosi del corpo si rivelano spesso attraverso delle lesioni dovute al grattamento, delle lesioni eczematiformi o delle lesioni orticarioidi.
I pidocchi sono ritrovati più spesso nei vestiti che non sulla pelle.

I pidocchi del pube si insediano nei peli del pube, della regione perianale e delle cosce.
Abitualmente situati alla base del pelo, le lendini possono somigliare a delle piccole macchie rossastre.
Le forme adulte sono pure difficili da mettere in evidenza.

Trattamento e prevenzione della trasmissione alle persone a contatto

I trattamenti topici classici sono la lozione di malatione al 0.5-1% (Prioderm®).
La permetrina all'1% (Loxazol®), le piretrine e l'esacloruro di gamma-benzene (Lindane®).
Questi topici esistono sotto forma di shampoo, gel, lozioni o crema e sono applicati secondo degli schemi terapeutici propri.
Un secondo trattamento è generalmente raccomandato dopo maturazione delle lendini (7-10 giorni).
Pur uccidendo i pidocchi, tutti questi pediculicidi non li staccano dal cuoio capelluto, e gli organismi morti
devono essere eliminati mediante un pettine sottile.
Sono pure necessarie alcune misure complementari (vedi sotto): i pettini e le spazzole devono essere immersi in uno shampoo pediculicida.
Per la pediculosi del corpo, è importante anche eliminare i pidocchi attraverso un lavaggio dei vestiti.

Misure complementari da prendere in caso di pediculosi

a. pediculosi del cuoio capelluto

* lavaggio/disinfezione di cappelli, foulards, federe
* disinfezione di pettini e spazzole per capelli in uno shampoo antiparassitario

b. pediculosi del corpo e pediculosi del pube

* lavaggio a 60°C o più di vestiti, biancheria intima, lenzuola

c. In tutti i casi

* Trattamento delle persone a contatto
* Ripetere il trattamento topico dopo 7-10 giorni


Non so a voi, ma a me è venuto un certo prurito... [SM=g27825]


(continua)
aston villa
00mercoledì 13 giugno 2007 13:46
SGRAT SGRAT SGRAT..... [SM=x1272164] [SM=g27825]
beboroma
00mercoledì 13 giugno 2007 16:03
Azzo un bell'andare sto topic [SM=g27828] [SM=g27824]
aston villa
00mercoledì 13 giugno 2007 16:11
Re:

Scritto da: beboroma 13/06/2007 16.03
Azzo un bell'andare sto topic [SM=g27828] [SM=g27824]



Paura eh.....? [SM=g27827]:

A forza di girare Cabriolet..... [SM=x1272043]
beboroma
00mercoledì 13 giugno 2007 16:14
Re: Re:
tranquillo, capita sempre piu' raramente.... [SM=g27828]



Scritto da: aston villa 13/06/2007 16.11


Paura eh.....? [SM=g27827]:

A forza di girare Cabriolet..... [SM=x1272043]

el mono loco
00giovedì 14 giugno 2007 01:02
Re:

Scritto da: aston villa 12/06/2007 14.07
Bel posto e sopèratutto utile per chi come noi non va a Cuba per i monumenti.

Al di la' del cagozzo....personalmente per 2 volte a seguito di [SM=x1272165] sin condom mi ritrovai con un liquido giallo che mi usciva dal pipino.... [SM=g27825]

Presi dei forti antibiotici e la cosa passo'.

Comunque e' fastidioso...fa male a pisciare e sei sempre in bagno....usate il condom... [SM=g27827]:



[SM=g27825] [SM=g27825] stigazz' !!!

E' proprio x questo, e altri motivi, k il tuo consiglio e' d'oro !!

Anke se nn piove, mettete su l'impermiabile ! [SM=x1272048] [SM=x1272049]

onde evitare [SM=x1272080] temporali pericolosi [SM=x1272062] [SM=x1272100] [SM=x1272104] [SM=x1272135] [SM=x1272155]
fabioeur
00giovedì 14 giugno 2007 13:22
Inutile gratattarsi e poi viaggiare cabrio.
Ricordo bene una volta che mi risvegliai al mattino tra le braccia di un fiocco di figa da infarto.
Il giorno prima, dopo aver trascorso una serata piuttosto movimentata tra balli e bevute, eravamo finiti a letto insieme,
come spesso accade, senza nemmeno conoscerci troppo bene.
I suoi capelli setosi adagiati sul cuscino profumavano di fiori, la sua pelle morbidissima mi offriva il più piacevole
contatto che si possa desiderare al mattino e sempre.
Fu allora, che accadde un fatto che mi lasciò di stucco:
ancora piuttosto rimbambito dal sonno e dall'alcol
non diedi troppo peso alla sua veloce manina che dopo aver riesumato il can che dorme se lo orientò dritto dritto
nella grotta del paradiso dove sprofondai con tutto il mio desiderio.
Nessuna precauzione. Era troppo bello per fermare tutto. Ero troppo cotto da usare come si dovrebbe la zucca.
Eppure feci una gran cazzata.
Fu naturalmente bellissimo, ma dopo iniziarono i sensi di colpa e poi sopraggiuse il terrore. In fondo lei che era?
Una splendida sconosciuta che per quel che ne sapevo io poteva anche essersi fatta tutta la caserma Piave.
Tempo dopo feci il test e vivetti momenti di puro terrore.

Da quel giorno ho imparato la lezione e non rischio più.


Certo che di fronte a tanta grazia di Dio troppe volte ci viene da pensare col pipino, siamo fatti di carne per Giove,
ma dovremmo essere un pelino (concedetemi la licenza poetica) più accorti e proteggere sempre noi stessi e lei.

Proseguendo con il discorso "piccole rogne" presto scenderò nel dettaglio su tutto ciò dal quale dovremmo cercare di tenerci alla larga...datemi solo un attimo.

A prestissimo.
fabioeur
00giovedì 14 giugno 2007 23:29
Se fin qui abbiamo affrontato dei piccoli ospiti sgraditi, adesso ne incontreremo (solo virtualmente grazie a Dio) di minuscoli.
Tanto piccoli da non essere visibili ad occhio nudo.

Mi baso su quanto ho letto, studiato e approfondito da autodidatta, ma ovviamente non sono laureato in medicina,
quindi spero mi perdonerete eventuali piccole imprecisioni.
E soprattutto sarei lusingato se uno dei veri dottori che popolano la tribù degli appassionati di Cuba
ci fornisse un suo parere su quanto scritto.

Dunque si parlava di ospiti minuscoli...

Li potremmo suddividere in 4 macro categorie:

Protozoi

Batteri

Funghi

Virus



I PROTOZOI sono diffusi in tutti gli ambienti, ovunque si trovi dell’acqua anche in minima quantità.
Esistono specie marine e di acqua dolce che vivono sia sospese nell’acqua, sia sui fondali marini.
È sufficiente una piccola pozza di acqua per poter rintracciare questi microrganismi e comunemente si possono trovare
anche nella sottile pellicola di acqua che ricopre le particelle del terreno.
Sono numerose le specie parassite, alcune delle quali causano gravi malattie nell’uomo.

I BATTERI sono organismi formati da una sola cellula.
Si trovano in numero altissimo, molto più grande rispetto a quello di tutti gli altri organismi,
in ogni luogo della Terra e dividendo la propria cellula a metà si riproducono ad alta velocità.
I batteri che provocano le malattie vivono da parassiti a danno degli organismi che li ospitano.
Sono chiamati batteri PATOGENI, cioè portatori di malattie

I FUNGHI. Circa un centinaio delle migliaia di specie di miceti conosciute sono patogene per l’uomo causando infezioni
che vengono denominate micosi.
La gran parte delle micosi è determinata dall’inalazione, dall’ingestione o dall’infezione di ferite cutanee;
esse colpiscono la pelle, i peli, le unghie e le mucose.

I VIRUS sono organismi che hanno dimensioni minori rispetto ai batteri, tant’è vero che si possono osservare
solo con il microscopio elettronico fatta eccezione per il virus del vaiolo.
Quando non sono nelle cellule degli organismi ospite, sono privi di vita e possono assumere una struttura cristallina.
Non sono capaci di riprodursi autonomamente, ma soltanto utilizzando le cellule nelle quali si inseriscono.

Diversi tipi di virus sono in grado di infettare cellule vegetali, umane, animali e batteriche,
però ognuno ha una sua specificità nei confronti di precise cellule di un certo organismo,
così ad esempio, il virus responsabile del raffreddore può attaccare solo le cellule della parte alta del nostro apparato respiratorio.


Si chiama “portatore sano” colui che trasmette l’infezione, ma non si ammala in virtù di una sua resistenza.
Se la pelle è sana, rappresenta una buonissima struttura che si oppone all’entrata dei microbi,
ma una piccola ferita è più che sufficiente per dare l’accesso anche a grosse quantità di batteri.

Le verdure e la frutta non ben lavate, i frutti di mare non cotti in modo sufficiente, i preparati male conservati
sono veicoli di infezione.
Il naso e la bocca naturalmente possono fare entrare microrganismi patogeni,
ma anche attraverso gli occhi si possono contrarre malattie contagiose e attraverso i genitali.

Il PERIODO DI INCUBAZIONE è quello spazio di tempo durante il quale il microbo è già entrato nell’organismo, ma ancora non provoca sintomi.

(segue)

fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:07
Quali i rischi.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è la seguente: ma a Cuba quali sono le principali malattie infettive
che un viaggiatore più o meno sprovveduto rischia di incontrare?

Difficilissimo rispondere.

La soglia di resistenza al contagio di ognuno di noi è molto differente e soprattutto non si può sapere se è in agguato la sfiga.

Magari si è stati prudenti, non consumando verdura e frutta freschi, non si è bevuto bibite con aggiunta di ghiaccio,
e poi è bastato farsi un giretto su un particular e zàcchete...

Per le malattie a trasmissione sessuale il discorso è però un tantino differente. Qui regnano le regole del buon senso.

Proteggersi sempre e evitare di frequentare persone ad "alto rischio" sono le regole base per salvare la pellaccia.

Comunque, sull'Isola, come in tantissimi altri posti caldi ci si può imbattere nelle seguenti rognette:

fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:07
AMEBA


Si tratta di un protozoo, della specie Entameoba histolytica.
Questo organismo nel suo ciclo vitale attraversa due forme distinte, il fragile e patogeno trofozoite e la resistente e infettiva ciste
che può invadere i tessuti dando origine a disturbi intestinali o extraintestinali.
È un parassita umano, e si trova generalmente nelle persone ammalate in maniera cronica oppure negli asintomatici.
Si trova anche nei cani o nei gatti, ma non è in grado di arrivare a produrre cisti.

I disturbi intestinali sono variabili e vanno da dissenteria acuta o fulminante con febbre, brividi e diarrea
con muco o sangue (dissenteria amebica) a un lieve fastidio intestinale con diarrea con muco o sangue
che si alternano a periodi di stitichezza o alla remissione dei sintomi.

Terapia

Farmacologica a base di Tinizadole o antibiotici a largo spettro che curino anche l'amebiasi.

Sono colpiti soprattutto i giovani adulti, mentre è assai rara sotto i cinque anni e quasi assente sotto i 2.
È comune dove c’è poca igiene si riscontra tra i maschi omosessuali, nelle zone dove il livello igienico generale è buono, tende a trovarsi in famiglie o in comunità.


Modalità di trasmissione

Poiché questi protozoi sono parassiti solo umani, la via di trasmissione principale è oro-fecale.

Attraverso i cibi

Questa via è importante nella trasmissione di questo patogeno.

Sessuale, per contatto oro-anale.

Periodo di incubazione

Variabile, da pochi giorni fino a mesi o anni; normalmente, 2-4 settimane.

Periodo di comunicabilità

Finché le cisti si ritrovano nelle feci, ovvero anche per anni.

Misure Preventive

Di interesse alimentare

* Lavarsi le mani accuratamente, soprattutto dopo la defecazione
* Lavarsi le mani accuratamente, prima di preparare il cibo o di mangiarlo
* Pulire accuratamente e/o cuocere verdure e frutta;
* Curare i portatori identificati
* Lavare frutta e verdura con disinfettanti non è generalmente consigliato in mancanza di prove di efficacia
* Lavare frutta e verdura con acqua potabile e mantenerle in ambiente secco
* Lavare le mani dopo essere stati a contatto con gli animali
* Proteggere l’acqua dalle feci
* Usare acqua clorata o purificata


In altri ambiti

* Sconsigliare le pratiche sessuali che possono portare a trasmissione oro-fecale. [SM=x1272097]


fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:17
CLAMIDIA
La Clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile tra le più comuni, causata da un batterio, Chlamydia trachomatis.
Anche se le manifestazioni sintomatiche sono molto leggere, tanto da non essere spesso riconosciute dalle persone
che ne sono colpite, può essere comunque causa di seri danni all’apparato riproduttivo femminile, fino a dare infertilità.
Nella maggior parte dei casi l’infezione interessa le donne, soprattutto le adolescenti e le giovani donne sessualmente attive.

La Clamidia si trasmette attraverso i rapporti sessuali di ogni tipo, vaginali, anali e orali.
Una donna infetta può però trasmetterla, attraverso il parto, anche al figlio neonato, causando un’infiammazione agli occhi e all’apparato respiratorio.
E’ infatti una delle prime cause di congiuntivite e di polmonite nei neonati.

Se non trattata, l’infezione può progredire causando conseguenze sia a breve che a lungo termine, che possono rimanere ‘silenti’.
Nelle donne, la manifestazione più tipica dell’infezione è l’infiammazione pelvica che interessa
quasi la metà delle donne che non hanno seguito alcun trattamento.
La PID può causare danno permanente alle tube, all’utero e ai tessuti circostanti, con conseguente dolore cronico,
infertilità e possibilità di gravidanze extrauterine.
Le donne affette da Clamidia hanno una probabilità di rischio di contrarre il virus dell’AIDS cinque volte più alta.

Gli uomini di solito non subiscono danni permanenti, anche se un recente studio pubblicato da un’equipe svedese
afferma che esiste una correlazione tra l’infezione di Clamidia negli uomini e la loro sterilità.
A volte però l’infezione può interessare l’epididimo, causando dolore, febbre e, in qualche caso, sterilità.

(l'epididimo è un dotto che collega i dotti efferenti dal retro di ogni testicolo al suo dotto deferente)

Sintomi

La Clamidia è definita una infezione silenziosa, perché nella grande maggioranza dei casi i sintomi non sono evidenti,
e se si manifestano è solitamente da una a tre settimane dopo l’infezione.

Nelle donne, il batterio infetta la cervice e l’uretra, causando perdite vaginale anomale o una fastidiosa sensazione di irritazione.

L’infezione si espande poi alle tube, causando in alcune persone dolori addominali al basso ventre, alla schiena,
nausea, febbre e perdite sanguinolente anche al di fuori del ciclo mestruale.
Dalla cervice, l’infezione può eventualmente espandersi al retto.

Negli uomini, i sintomi possono manifestarsi come perdite dal pene o come sensazione di irritazione e prurito.
Raramente, si hanno infiammazioni e ingrossamento dei testicoli.

Se trasmessa attraverso un rapporto anale, la Clamidia può infettare il retto e dare dolori, perdite e sanguinamenti.
Se trasmessa attraverso un rapporto orale, può infettare la gola.

Prevenzione e trattamento

Date le possibili serie conseguenze ‘silenti’ dell’infezione, viene raccomandata una prassi preventiva
con screening annuale per tutte le donne sessualmente attive sotto i 25 anni di età, o per le donne più vecchie
che cambino frequentemente partner sessuali, e per tutte le donne in stato di gravidanza.

Data la natura batterica dell’infezione, la Clamidia è trattabile con antibiotici.

Oltre al soggetto interessato, è necessario che anche tutti i partner sessuali vengano testati
per la presenza del batterio ed eventualmente trattati.

Il rischio di re-infezione in pazienti esposti a soggetti infetti è molto elevato,
e aumenta notevolmente la possibilità che le conseguenze dell’infezione siano molto serie.
Le persone infette dovrebbero astenersi da qualsiasi attività sessuale ed effettuare un nuovo test
tre-quattro mesi dopo la cura. L’uso di preservativi riduce notevolmente il rischio di infezione.

fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:21
CANDIDA
La Candida vive in realtà da ospite nel nostro corpo e passa dalla forma latente e asintomatica
alla forma clinica, molto fastidiosa quando trova condizioni favorevoli fra cui possiamo ricordare:

# la presenza di zucchero (è infatti un'affezione frequente e difficile da debellare nei diabetici)

# la mancanza d'aria (può affliggere le unghie dei piedi per eccessivo uso delle scarpe da ginnastica e prende il nome di piede d'atleta)

# le scarse difese immunitarie (la bocca dei neonati, dove prende il nome di mughetto)

# la distruzione, tramite farmaci, dei suoi naturali nemici (è molto facile avere una candidiasi dopo una terapia antibiotica.

Il sintomo che produce la candida

Il sintomo fondamentale della Candida è un prurito irrefrenabile che induce a grattarsi sia di giorno che di notte.

Dal "grattamento" deriva un sollievo di breve durata.

Spesso, ma non sempre, al prurito si accompagna una perdita bianca definita tradizionalmente a ricotta,
parte solida, parte liquida a volte scarsa, a volta così abbondante da prendere un riflesso verdastro.

All'esterno della vagina si possono avere sulla cute delle chiazze rosse che si estendono alla radice delle cosce,
alle natiche, alla base della schiena.

Come si cura la candida

Esistono numerosissimi antimicotici locali i cui nomi chimici sono: clotrimazolo, econazolo, itraconazolo e altri ancora.

Alcuni sono più economici e vanno messi più a lungo, altri sono molto cari e sembra che poche applicazioni possano bastare.

Non esiste in realtà nessuna evidenza che quelli più moderni e più costosi siano più efficaci di quelli più economici.

Negli ultimi anni si è diffusa l'abitudine di somministrare antimicotici molto costosi per bocca.

Questi farmaci vengono propagandati come necessari soprattutto nelle candidiasi recidivanti.

Anche per l'uso di questi farmaci non esiste in realtà, tranne che nel caso di pazienti immunodepressi,
alcuna prova che ne giustifichino l'uso massiccio e sistematico.

Il serbatoio da cui il micete esce per recarsi nella vagina è l'intestino.

Quindi

# E' necessario curare l'alimentazione, limitare i dolci, assumere frutta e verdura regolarmente, yogurt e fermenti lattici.

# Esistono delle preparazioni farmacologiche di bacilli che colonizzando l'intestino rendono più difficile la vita ai miceti.

# Non usate indumenti sintetici, non usate la microfibra per gli slip perché aderisce eccessivamente e alza la temperatura.

# Non usate pantaloni aderenti e comunque, in generale, non portate sempre i pantaloni,
soprattutto levateli e passate alle gonne al primo fastidio.

# Non vi detergete troppo energicamente.

Sappiate comunque che vi sono donne che soffrono di candidiasi tutti i mesi e che riuscire a limitare i momenti acuti
a due o tre l'anno, facilmente controllabili con la terapia locale, viene già considerato un discreto successo.

Si può certamente farsi prescrivere una terapia orale mensile per le recidive con spesso un buon successo
ma una buona gestione delle proprie mucose può spesso avere la stessa o addirittura una maggiore efficacia.
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:23
SIFILIDE
Sifilide

La sifilide è causata da un batterio, la spirocheta pallida (Treponema pallidum).
Nel decorso della malattia si distinguono quattro stadi.
Nello stadio primario la sifilide si manifesta, dopo un periodo di incubazione di tre settimane circa,
con la formazione di un nodulo indolore nel punto di inoculazione (solitamente sul pene o nella vagina).
Le ghiandole linfatiche più vicine si ingrossano.
Solitamente il sifiloma scompare anche se non è curato.
Ma se non si cura dopo circa sei settimane la malattia entra nello stadio secondario: i batteri invadono tutto l’organismo
provocando eruzioni cutanee, febbre e tumefazione dei linfonodi.
Queste manifestazioni cutanee scompaiono dopo 1–2 settimane ma recidivano nel corso degli anni.
Senza cure appropriate dopo vari anni si manifesteranno lesioni a carico degli organi interni, specialmente del sistema nervoso:
nello stadio terziario sarà colpito il midollo spinale (disturbi motori) e nell’ultimo stadio il cervello (demenza).

La diagnosi si basa sull’ esame microscopico e sul test sierologico per la sifilide,
test che dà risultati affidabili a 3 settimane dal contagio.

Una cura di antibiotici (p.es. penicillina) nello stadio precoce porta alla completa guarigione.

In seguito si potranno eliminare i batteri con gli antibiotici, ma i danni organici prodottisi negli stadi III e IV saranno irreversibili.
Durante la gravidanza la sifilide può causare danni gravissimi al feto.
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:25
GONORREA (blenorragia)

Anche la gonorrea è provocata da un batterio (Neisseria gonorrhoeae).
A 2/7 giorni dal contagio la malattia si manifesta con minzione dolorosa e con un secreto giallo verdastro mucopurulento dal pene e dalla vagina.
Talvolta non si osservano questi sintomi nella donna.

Se la malattia non viene curata possono insorgere nell’uomo complicanze come infezioni della prostata
e del condotto spermatico, nonché epididimiti.
Nella donna l’utero, le tube e le ovaie possono subire lesioni tali da causare sterilità.
In uno stadio tardivo della malattia i batteri si diffondono in tutto l’organismo,
colpendo specialmente le articolazioni e la regione epatica (periepatite acuta).
La diagnosi della gonorrea si effettua mediante esame microscopico o colturale della secrezione.

La gonorrea è guaribile con gli antibiotici.


fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:27
ULCERA MOLLE


È causata da un bacillo (Haemophilus ducreyi).
Abbastanza rara nell’Europa centrale l’ulcera molle è invece piuttosto diffusa nei Paesi tropicali in via di sviluppo.
A due – sei giorni dall’infezione compaiono nel punto di contagio ulcerazioni molli, dolorose e irregolari.
I nodi linfatici nella regione inguinale possono ingrossarsi considerevolmente.
La diagnosi si effettua mediante l’esame microscopico con cui si accerta la presenza dell’agente patogeno.
La malattia è guaribile con gli antibiotici.

fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:28
LINFOGRANULOMA INGUINALE


Il linfogranuloma inguinale o venereo è causato da particolari ceppi di Chlamydia trachomatis
ed è piuttosto raro nell’Europa centrale.

Nella regione genitale compaiono dei noduli soggetti a ulcerazione, ma non prima di 14 giorni dal contagio.
Questi noduli poco dolorosi regrediscono spontaneamente dopo 10–14 giorni per cui vengono spesso trascurati.
Il paziente si sottopone a visita medica soltanto in seguito al notevole ingrossamento dei linfonodi nella regione inguinale.
Particolari complicanze possono insorgere se i linfonodi si aprono verso l’esterno (fistole)
o se sono colpiti i linfonodi interni.
La diagnosi si effettua accertando la presenza degli agenti patogeni direttamente nel focolaio d’infezione
oppure con l’analisi del sangue.

Nella fase iniziale la malattia può essere guarita con gli antibiotici.
ladillita
00venerdì 15 giugno 2007 00:29
skab!
...bravo fabietto....finalmente questo thread .."educativo"..
..qualche utilissima..a mio insindacabile parere...info sulla
simpatica:

SARNA (escabiosi)

..come gia' scritto è endemica a Cuba..molti camazzanes..ma anche "novizi"..la importano in [SM=g27837] Italia..e NON se ne parla quasi... [SM=g27837]

..si trasmette per contatto [SM=x1272096] diretto [SM=x1272148] generalmente,ma anche per "vestiario"(teli ecc.) infestato..

è molto contagiosa....se pega [SM=g27825] muy facil..

non è pericolosa ma direi che ,decisamente..arruina la vacaciones.. [SM=x1272070]
anche perche' è poi necessario "spalmarsi " dappertutto [SM=g27825] (fino al mento praticamente..non arriva nel cuio capelluto..)
dei liquidi antiparassitari (nelle farmacie cubane si trova il LINDANO ..e
il piu' utilizzato BENZIL BENZOATO..che pero' per i timorosi consiglio di portarsi dietro dall'italia in quanto di miglior qualita'...si puo' sempre fare qualche applicazione a scopo "preventivo",
come SKAB(...il nome commerciale..) o DEKAR (...sempre benzil-benzoato anche se molto meno concentrato...ma sotto forma di shampoo\doccia..per cui di piu' comoda applicazione anche se meno efficace perche' poi si lava mentre l'altro permane...
..blanda efficacia direi anche con buon sapone allo ZOLFO...

la PERMETRINA si trova a CUBA ma in un prodotto in concentrazione inadeguata all'efficacia...

inconvenienti:
a-..il trattamento causa "bruciature" accentuate dal calore in un ambiente come quello cubano.. [SM=g27825]
b-l'odore decisamente nauseabondo (si tratta pur sempre di un antiparassitario..) [SM=g27825]

se poi ve la siete [SM=x1272070] beccata:

..essenziale fare due cicli a distanza di una settimana uno dall'altro

altra cosa le due(2) applicazioni giornaliere per un periodo di tempo adeguato..(improponibile una settimana a causa delle bruciature....
consiglio due cicli di trattamento di 3 giorni...intervallati da una sosta settimanale
(..questo pressapoco è il tempo necessario per fare "uscire" residui del parassita poco raggiungibili perche' sotto forma di uova o sottocute..


due volte al giorno..ovviamente precedute da doccia...
perche' il p.a. agisce per contatto...e direi proprio che non permane efficace oltre le 12 ore...

..ci sarebbe da "disinfestare" poi tutto il [SM=g27825] vestiario
possibilmente ad alte temperature...per poi chiuderlo in sacchetti ermetici per "asfissiare" il simpatico acaro..

...altra cosa fondamentale è cambiare possibilmente quotidianamente le lenzuola del letto...
direi che è la migliore prevenzione possibile a CUBA
[SM=x1272075] [SM=g27811] poiche' una volta beccato l'acaro..questo produce uova che si "annidano" nel letto..per poi reinfestarvi a partire dai piedi e a salire..

questa l'esperienza personale ...
non particolarmente [SM=x1272070] gradevole...

[SM=x1272027]
.
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:30
AIDS
L’Aids (acquired immune deficiency syndrome = sindrome da immunodeficienza acquisita) è lo stadio finale
di un’infezione causata dall’HIV (human immunodeficiency virus = virus dell’immunodeficienza umana).

A tutt’oggi sono noti due tipi di virus (HIV-1 e HIV-2) con numerosi sottogruppi.

Tra il momento del contagio e l’insorgere della malattia vera e propria (Aids conclamato) trascorrono in media 12 anni.

In questo periodo le persone contagiate possono trasmettere il virus ad altri senza rendersene conto.

In presenza di altre malattie sessuali «classiche» (specialmente la sifilide e l’ulcera molle) si è maggiormente esposti
al rischio di contagio con il virus dell’Aids.

La diagnosi dell’infezione HIV avviene mediante l’analisi del sangue (test degli anticorpi HIV).

A tutt’oggi la malattia è inguaribile e può portare alla morte.
Un accertamento precoce dell’infezione e l’adozione di appropriate misure terapeutiche
permettono di ritardare l’insorgere della malattia e di migliorare la qualità della vita del paziente.
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:31
EPATITE


Esistono diversi virus dell’epatite.
Si trasmettono sessualmente soprattutto il virus dell’epatite B (HBV) e, in misura minore, il virus dell’epatite C (HCV).

Il decorso della malattia varia notevolmente: l’infezione può risolversi senza disturbi o causare
un’infiammazione acuta del fegato con possibile esito letale
. Spesso l’infiammazione può cronicizzarsi ed evolvere nella cirrosi epatica o nel cancro del fegato.

Un problema è costituito dal fatto che alcune persone sono portatrici del virus dell’epatite B e C
per tutta la vita: non si ammaleranno necessariamente, ma potranno contagiare altre persone.
Il virus del l’epatite B e C può trasmettersi, oltre che per via sessuale, anche tramite trasfusioni di sangue,
scambio di siringhe tra tossicodipendenti e talvolta perfino tramite il contatto diretto o indiretto
con liquidi organici in caso di scarsa igiene.

Nei paesi del Terzo Mondo l’epatite B è assai diffusa, mentre in Europa ne sono colpiti soprattutto i tossicodipendenti
che assumono droga per via endovenosa e il personale sanitario. L’epatite B è l’unica MST contro cui ci si può vaccinare.
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:32
HERPES GENITALE
L’Herpes genitalis è un’infezione virale largamente diffusa ed è simile all’herpes labialis (vescicole sulle labbra).
A tre – sette giorni dall’infezione compaiono nella zona genitale piccole vescicole molto pruriginose e dolorose
contenenti un liquido contagioso.
Inoltre possono manifestarsi altre patologie come l’ingrossamento dei nodi linfatici e stati febbrili.
La diagnosi si effettua esaminando direttamente il liquido delle vescicole oppure tramite l’esame del sangue.
L’herpes si cura con farmaci antivirali (per es. l’aciclovir), ma il virus può sopravvivere
e annidarsi nel tessuto nervoso restando a lungo inattivo.
Dopo anni può riattivarsi e causare una recidiva:
in questi casi il quadro clinico è però generalmente meno virulento.
Le gestanti affette da herpes genitale possono contagiare il neonato al momento del parto e causargli gravi malattie (per es. l’encefalite).
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:33
CONDILOMI
I condilomi acuminati sono formazioni cutanee verrucose che insorgono nella regione genitale e perianale.
Sono causate dal virus HPV (= virus del papilloma umano).

Si manifestano circa 4 settimane dopo il contagio e si eliminano con la criochirurgia, l’elettrocauterizzazione, la chirurgia laser o il bisturi.
I papillomavirus possono essere trasmessi al neonato al momento del parto.
Alcuni di questi virus potrebbero essere all’origine del cancro della cervice (collo dell’utero).
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:34
TRICOMONIASI


Si tratta di un’infezione della vagina o dell’uretra largamente diffusa e causata dai protozoi Trichomonas.
L’infezione si manifesta con perdite sierose e prurito.
La diagnosi è stabilita con l’esame microscopico con cui si può accertare la presenza dell’agente patogeno.
È una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo ma non pericolosa.

È curata con farmaci specifici (p.es. metronidazolo).
fabioeur
00venerdì 15 giugno 2007 00:38
LA DENGUE
E' una malattia di origine virale.
Esistono almeno 4 tipi di virus della Dengue: tipo 1, -2, -3, -4.

Il virus viene trasmesso mediante la puntura della femmina della zanzara della specie Aedes aegypti;
ma anche la specie Aedes albopictus (zanzara tigre) è in grado di fungere da vettore.

I sintomi sono: febbre alta, mal di testa frontale, dolori alle articolazioni e ai muscoli.
A volte c'è vomito, nausea ed eruzioni sulla pelle del torace, delle braccia, delle gambe ed anche del volto.
Molti casi sono così lievi da non essere facilmente riconoscibili, ma al contrario
la Dengue può presentarsi nella forma emorragica che è molto più grave.

Il viaggiatore che si reca nelle zone a rischio, dovrebbe evitare le punture di zanzare, applicando repellenti sulla pelle,
indossando vestiario che copra le braccia e le gambe, dormendo in locali forniti di zanzariere o di aria condizionata.

Deve ricordare di avvertire il proprio medico circa il viaggio fatto,
in caso si manifesti febbre nelle prime 2 settimane dopo il ritorno.

Non c'è una cura specifica per la Dengue e non esiste un vaccino.


N.B. In caso di Dengue o Dengue emorragica il viaggiatore, per combattere la febbre o il mal di testa,
non deve usare aspirina o altri farmaci a base di acido acetilsalicilico,
in quanto essi possono aggravare le emorragie; userà altri farmaci, come ad esempio la Tachipirina.

[Modificato da fabioeur 15/06/2007 0.41]

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