Nello Liberti - 'O Capo Clan (Nessun commento ripetibile.....)

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aston villa
00giovedì 26 novembre 2009 00:16
aston villa
00giovedì 26 novembre 2009 09:37
Il parallelo tra mondo criminale e canzoni neomelodiche napoletane fu rimarcata tre anni fa, forte e chiaro, dall'ex ministro degli Interni, Giuliano Amato. Allarme esagerato, dissentirono alcuni. I neomelodici stessi si difesero, in molti casi non a torto: nei pezzi sparati dalle radio più popolari si parla infatti soprattutto d'amore, al massimo di latitanti alla Robin Hood o di un arresto e una sentenza «ingiusti». E i videoclip rappresentano la nuova sceneggiata napoletana. Ma la canzone di Nello Liberti dal titolo fin troppo esplicito - «'O capoclan» - e il relativo filmato, postato su You Tube alcuni mesi fa, rimettono tutto in discussione. Sembra un video falso, una parodia: non lo è. Le parole del testo vanno accompagnate necessariamente alle immagini del clip. Inizia il filmato. Musica battente: 'o capoclan latitante manda un «pizzino» a un affiliato. C'è scritto il nome "Michele Imperato", con una croce accanto: è l'infame da eliminare, «'a cundanna per chi ha sbagliato».

Il sicario è tormentato. Ma prende la pistola e si adegua all'ordine. Perché «pure se lui è così, resta il capo, sa campare,e noi dobbiamo rispettarlo» canta il neomelodico. Parte il ritornello: «'O capoclan è un uomo serio, che è cattivo nunn'è 'o ver'», non è vero. Nella guerra tra cosche «col cuore non si può ragionare». Liberti o meglio chi gli ha scritto il testo (firmato da A. Alfieri e C. Nocerino) poi concede: se il capo «ha sbagliato è per necessità», famiglia povera, scuola abbandonata troppo presto «per andare a faticare». Finirà, dopo 3 minuti e rotti di canzone, che il padrino, braccato, finisce in galera. Fotografato in un drammatico bianco e nero, l'uomo si rivolge a Dio: «Proteggi i miei figli. E se non proprio ogni tanto non puoi farlo tu...'o ffaccio io, che song' 'o capoclan!».

«GLI ALTRI SONO GENTE DI FOGNA» - Su Youtube, dov'è stato caricato il video da trashopolis.com. sono stati pubblicati una serie di commenti. L'ultimo, 14 ore fa, è di mariomerolonissimo: «Approfitto per salutare il mio amore che adesso è ospite dello Stato (...) ti stiamo aspettando, mamma, papà e frateto. La vera Napoli siamo noi, gli altri sono gent'e fugnatur», gente di fogna. «By affiliato latitante». Gianc1980 invece si chiede: «Ma è un video comico?».
trophies
00giovedì 26 novembre 2009 16:07
azz... vedo che ti stai facendo una cultura neo-melodica [SM=x1543720]
aston villa
00giovedì 26 novembre 2009 16:40
Non e' il caso di scherzare almeno su queste cose.
trophies
00venerdì 27 novembre 2009 09:56
e chi scherza, mai sentito "o'latitante" ?

Numero uno a scampia (leggiti Gomorra)
trophies
00venerdì 27 novembre 2009 10:00


Ricchezza, ma anche lusso. La camorra vende supermoto in tutta la Campania, viaggia in Ferrari, vive in ville da film, altre ne costruisce in Costa Smeralda. Gli ultimi sequestri confermano la potenza economica, ma anhe la vanità dei clan. Una tendenza che ha ispirato il nome in codice dell’operazione: "Faraone". Sono stati ieri sottratti dalla Dia 120 milioni di beni, un giorno dopo i 50 bloccati dai carabinieri. Centosettanta in totale, a poche ore dal ritorno del ministro Roberto Maroni in Campania.

Ha cominciato il comando provinciale dei carabinieri di Caserta, con un sequestro giudiziario della Procura antimafia, ai clan che dominano nell’area di Maddaloni. L’alleanza Farina-Micillo-Martino è stata cancellata con due blitz, novembre 2006 e marzo 2009. Qualche giorno fa altri cinque arresti per bloccare una banda che aveva tentato di sostituiri alle tre cosche, cominciando dal Comune di Maddaloni. Convocò durante il consiglio il sindaco per chiedere soldi ("Un contributo sociale alle famiglie dei detenuti") ma anche l’elenco degli appalti pubblico per l’interporto Maddaloni-Marcianise.

Al sequestro, firmato dagli stessi pm che avevano diretto gli ultimi blitz, Raffaello Falcone e Giovanni Conzo, segue stamane la "Operazione Faraone", disposta dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. È stata accolta dai magistrati della "Sezione misure di prevenzione" la richiesta del generale Antonio Girone della Dia. È uno dei più importanti sequestri alle mafie. Oltre 120 milioni di beni, che rivelano anche il circuito finanziario di riciclaggio di tre clan: "Belforte" di Caserta e Mwrcianise, "Bidognetti"e "Zagaria", il primo perdente l’altro ancora molto potente nella galassia dei Casalesi. Le indagini della Dia di Napoli, diretta da Maurizio Vallone, bloccano beni di grande valore, ma anche significativi. Rivelano le proiezioni del riciclaggio di danaro raccolto attraverso le estorsioni alle imprese . La camorra reinveste in attività commerciali ma anche in auto e ville di lusso. Secondo l’inchiesta della Dia, sarebbero 19 i prestanome dei 120 milioni di euro sequestrati. Sono proseguiti per due giorni e due notti i sequestri della Dia. L’ultimo è stato sigillato ieri a tarda sera dal colonnello Luigi Marra: un cantiere con una una villa per più famiglie in costruzione a Porto San Paolo, a Sud di Olbia, sulla costa Nord-Est della Sardegna. Porto San Paolo, poco distante dalla costa Smeralda, di fronte all’isola di Tavolara, riunisce le ultime importanti costruzioni. Villaggi residenziali che saranno abitati anche d’inverno: proprio tra Olbia e Porto San paolo è quasi ultimato il complesso ospedaliero del San Raffaele, che ripete in Sardegna la struttura milanese.

Il clan Belforte, guidato da Salvatore e da Domenico considerato "il braccio armato, un killer violento e impulsivo", si è reso indipendente dai Casalesi, operando su caserta e nella fascia tra Marcianise e San Nicola la Strada. L’indagine attribuisce ad un imprenditore incensurato il ruolo di prestanome, ma anche quello di mente economica del clan. Salvatore Tartaglione ("Il Sergente") avrebbe dilatato le fortune del clan Belforte come dimostrano i flussi finanziari ricostruiti dalla Dia. Ottanta immobili, interi edifici con decine di appartamenti sono stati sequestrati oltre al parco Irene 2 con 34 alloggi di lusso, sei negozi, 13 garage. Si evidenzia tra i sequestri anche una "villa faraonica", definita così dagli inquirenti, tre livelli con archi e stucchi di pregio architettonico nel Parco delle Vacche, di origini borboniche nell’a rea della Vaccheria, accanto al Belvedere di San Leucio, borgo di antiche seterie. Il clan acquista da aste fallimentari. Un dettaglio che dimostra come sia facile per la camorra riacquistare i beni, ove il governo decidesse di rimettere all’asta il tesoro confiscato ai clan.

Altri sequestri colpiscono il clan Bidognetti, retto da Francesco, in carcere all’ergastolo. Tra i Casalesi il più debole dei tre clan, decimato da arresti e tradimenti, numerosi i pentiti. Per il clan Bidognetti operava anche Giuseppe Setola,in una fallita strategia stragista. Si finse cieco per ottenere gli arresti domiciliari, e poi evadere. Protagonista della strage con 18 delitti, fu l’ultimo ad arrendersi del gruppo di fuoco, stanato a Mignano Montelungo dai carabinieri di Caserta a gennaio.

Luigi Tamburrino è il personaggio chiave dei beni sequestrati al clan. Arrestato il 25 gennaio 2008, cugino di Raffaele Bidognetti, aveva il compito di convocare gli imprenditore e trattare la tangente con Luigi Guida "O’ ndrink", latitante in Costa Smeralda anni fa, reggente del clan Bidognetti dopo l’arresto del capo, oggi pentito. Luigi Tamburrino ha la prima concessionaria di moto della Campania, la "Tamburrino Motors" a Parete, vicino Caserta. Sequestrate 70 moto e 50 auto di lusso. Anche una Ferrari.

Una parte dei beni sequestrati è sottrata ad Antonio Santamaria, considerato un prestanome del clan Zagaria. Il capo, Michele, è latitante da 14 anni ma prosegue la sua fortunata attività imprenditoriale, finanziando anche imprese del Nord in concorrenza con le banche. Sarebbe presente in molti dei grandi appalti pubblici. Michele Zagaria di Casapesenna con il suo alleato Antonio Iovine, di San Cipriano d’Aversa, rappresenta l’ala più potente e agile dei Casalesi. Per la sua potenza economica e la frammentaria collaborazione dei pentiti.
aston villa
00venerdì 27 novembre 2009 16:08
Secondo me e' grave che passi questo comncetto,che il capoclan e' uomo d'onore...che ama la famiglia,Dio ecc....

Sono delinquenti a cui un po' di carcere CUBANO non farebbe male.
daiquiri
00venerdì 27 novembre 2009 21:51
Io ho messo la firma di Nello Liberti perchè mi piace ASSAI come canta. Poi molti neomelodici si ispirano ai camorristi, daltronde la camorra fa parte di Napoli come il Po di Torino.

Da sempre Napoli vive e convive con traffici di sigarette, femminielli, capere, scafisti mariuoli di ogni tipo e sfaccimmi vari

A Torino i traffici li facevano con le Fiat che andavano e venivano per l'Europa per truffare l'IVA allo stato, i trans andavano con Lapo e la Fiat ha ben più reati sulla coscienza di tutti i camorristi napoletani. Eppure non ho mai visto gente scandalizzarsi per le foto di Marchionne o del figlio scemo dell'avvocato, Luca Corrrdero.

Iniziamo a contare i morti della Thyssen, i suicidi dell'indotto Fiat a cui prima davano il lavoro per poi togliere le commesse e rapinargli le aziende, i miliardi di euro presi dalla Fiat che ha sede a Bahamas e produce in Polonia e le partite rubate dalla Juve.
aston villa
00sabato 28 novembre 2009 00:03
Non e' che un msle sia meno doloroso sdolo perche' intorno se ne trovano altri.

Poi se vuoi parlare male della Fiat con me trovi la porta apertissima.....dalla "officina rossa" di Robassomero in poi. [SM=x1272152]
daiquiri
00sabato 28 novembre 2009 23:53
E' una canzone, nada mas.

Canta sentimenti che a Napoli e non solo a Napoli sono vivi, in tv quando vedo l'arresto dei boss vedo la gente che li applaude e che manda baci. Non è che possiamo nasconderci dietro a un dito. I concetti espressi nel video, non so se per scherzo o "per sul serio" esistono e riguardano molte persone.

Lauro a Napoli prese qualche milione di voti, e sento ancora adesso parlare benissimo di Don Raffaele Cutolo, detto 'O Professore. Vi sono imprenditori del Nord che lavorano in Sicilia e dicono che la mafia chiede percentuali sugli appalti minori di quelle che devono pagare ai politici qui e che il comportamento dei mafiosi è molto più professionale.

Ieri leggevo su di un forum di finanza di uno che scriveva che Fiat è un'azienda solidissima che tanto ha dato a questo paese e che rappresenta il Made in Italy nel mondo. Non ho potuto rispondergli a) perchè si sta prendendo delle grandi bastonate a livello di soldi b) perchè fino a che esiste gente simile io riesco a guadagnare giocando contro di loro.
aston villa
00domenica 29 novembre 2009 13:50
Lavoro al sud 4 mesi all'anno da 25 anni.

Quando entro in un villaggio cerco di capire se conta di piu' il direttore o l'omino che sta' alla sbarra di ingresso e spesso e' il secondo che veramente comanda per nome di chissa' chi.

Le cose stanno cosi' ma non per questo le giustifico.
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