La Sfissera e il voto alle donne

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aston villa
00lunedì 11 febbraio 2008 12:03
«Il voto alle donne? Ma non fate ridere! Il loro cervello è più piccolo di quello degli uomini, il che prova che sono meno intelligenti. Sono portate all’estremismo, e andrebbero a manifestare senza neanche chiedere il permesso dei mariti. E poi non si favorirebbe l’uguaglianza sociale perchè una donna per modestia non andrebbe mai a votare quando incinta, ed essendo risaputo che le donne di campagna fanno molti più bambini delle cittadine, queste ultime godrebbero di un ingiusto vantaggio. E se le donne venissero poi elette, che umiliazione per i loro mariti! Sarebbero costretti a cucinare…» Tali furono gli argomenti che convinsero l’elettorato maschile svizzero a rifiutare il voto alle donne ad ogni chiamata alle urne. Poco importava che questo diritto fosse già esercitato in Nuova Zelanda dal 1893 e quasi ovunque in Europa dalla fine della prima guerra mondiale. E poco importava che entrambe le camere del Parlamento federale avessero finalmente dato il permesso al suffragio femminile nel 1958 (comunque più di 50 anni dopo la Finlandia, prima in Europa). Quando nel 1959, come richiesto dalla Costituzione, venne interpellata la popolazione, o meglio la metà maschile, ben due terzi rifiutarono la proposta parlamentare.

E non si può affermare che le donne fossero restate con le mani in mano ad aspettare che i loro diritti piovessero dal cielo. La prima associazione femminista fu creata nel 1868, chiedendo i diritti civili e il diritto a frequentare le università. Ci furono proposte per inserire il suffragio femminile nella costituzione del 1874. Nel 1929 una petizione in favore del diritto di voto riuscì a raccogliere 250 mila firme, ma fu completamente ignorata.

Poichè nel sistema di democrazia diretta svizzero l’ultima parola in fatto di legislazione spetta agli elettori si riuscì ad escludere le donne per molto tempo; ma allo stesso tempo, la grande autonomia di cui gode anche il più piccolo dei cantoni, diede loro l’occasione di irrompere nella vita politica. Fu un piccolissimo comune del canton Vallese che, nel 1957, per primo permise ai suoi membri femminili di votare. Molti cantoni gradualmente seguirono l’esempio e negli anni ’60 le donne iniziarono ad occupare sempre più posizioni di rilievo nei governi e parlamenti locali. Nel 1968, Ginevra, allora la terza città più grande del paese, poteva vantare un sindaco donna – sindaco che, in ogni caso, non poteva ancora votare nelle elezioni federali.

Questo passo avanti non impedì alla Svizzera, al momento della firma della convenzione dei diritti umani del Consiglio d’Europa, di non aderire alle sezioni riguardanti la parità tra i sessi. Lo scalpore che questa decisione provocò, costrinse il Parlamento a rivedere la sua posizione e un ennesimo referendum fu presentato al paese.

Risultato: il 7 Febbraio 1971 gli uomini svizzeri, con una maggioranza di due terzi, finalmente concessero alle loro compatriote il pieno diritto al voto, anche alle elezioni federali.


paola alda
00lunedì 11 febbraio 2008 12:56
Per riconnettermi all'altro Paese che amo ...

Lo sapevate che in Turchia le donne hanno avuto il diritto di voto nel 1934, PRIMA delle italiane?



aston villa
00lunedì 11 febbraio 2008 13:00
Re:
paola alda, 11/02/2008 12.56:

Per riconnettermi all'altro Paese che amo ...

Lo sapevate che in Turchia le donne hanno avuto il diritto di voto nel 1934, PRIMA delle italiane?






Se vuoi scrivi qualche riga sulla condizione della donna in Turchia.

Ho letto le polemiche sul velo all'universita'...


barbi.
00lunedì 11 febbraio 2008 14:31
Donne con il crevello più piccolo???
Ma per favore!!!! [SM=x1272078]
A quanto pare il cervello dell'uomo è più sviluppato solo se si tratta di affrontare certi discorsi... allora sì che c'è una gran frenesia di ormoni (emmm neuroni) [SM=x1272093] ...
Leggete un po' qui... [SM=x1272075]

Parole, le donne ne usano il triplo dei maschi
Il gentil sesso batte gli uomini 20 a 7 (mila) e mentre parla prova sensazioni paragonabili all'ebbrezza

SAN FRANCISCO (Usa) – Luann Brizendine, neuropsichiatra e direttrice di una clinica di San Francisco, ha pubblicato in un recente libro – The Female Brain (Il cervello femminile) – gli ultimi risultati della sua attività di ricerca sulle differenze tra sessi ricondotte a differenze nella fisiologia cerebrale. Il testo, ambizioso nel suo disegno generale e dettagliato nell'esposizione dei risultati, confronta le differenze tra il cervello maschile e quello femminile e le riconduce alla vita intra-uterina. Dall'attività degli ormoni sessuali nella formazione del cervello del feto dipenderebbe quindi la differenza tra le due materie grigie. La Brizendine considera quindi il cervello dei maschi e quello delle femmine "diversi per natura", e larga parte di questa differenza sarebbe riscontrabile nelle attività emotive e comunicative, soprattutto quelle verbali.

COMUNICARE LE EMOZIONI - «Le donne hanno un'autostrada a otto corsie per elaborare le emozioni, mentre gli uomini l'equivalente di un sentiero di campagna» sintetizza Brizandine; non c'è quindi da stupirsi nell'apprendere che in media le donne utilizzano il triplo delle parole proferite dagli uomini (20 mila contro 7 mila). E non ci si può sorprendere nemmeno del paragone che la neuropsichiatria avanza tra il piacere femminile della chiacchiera e la sensazione di soddisfazione tipiche dell'eroina: la chimica celebrale non è poi così dissimile secondo Brizendine. Inoltre le donne parlano più velocemente e impiegando più cellule cerebrali per farlo. La comunicazione però non si limita al solo parlare, ma anche all'ascolto, cosa di cui tiene conto anche il libro. Il testosterone, responsabile della silenziosità maschile, influisce anche sulla capacità di ascoltare il prossimo, limitandola. Forse un meccanismo di difesa – e di selezione naturale? – contro le chiacchierone.

NON COMUNICARE I TABOO – C'è però un'area del cervello che è più sviluppata in quello maschile: la capacità di pensare al sesso. Qui la situazione si capovolge: «gli uomini hanno l'equivalente di un aeroporto internazionale per gestire pensieri sul sesso, mentre le donne una piccola pista d'atterraggio provinciale abilitata per i piccoli velivoli». E forse in questa ulteriore differenza per genere è da ricercarsi anche parte della differenza comunicativa, gli uomini pensano a cose di cui non si può parlare così frequentemente, e per cui bastano poche parole, nei casi più felici introduttive all'azione, negli altri alla solitudine.

REAZIONE DEL MONDO ACCADEMICO – La ricezione del testo della Brizendine – che uscirà in Italia per i tipi di Rizzoli nel 2007 ­– non è stata unanimemente positiva nel mondo accademico; molti studiosi hanno avanzato critiche sulle tesi esposte, e considerano il ruolo del testosterone meno decisivo in termini di fisiologia cerebrale. Secondo questi studiosi le differenze tra le personalità maschili e femminili sono riconducibili al condizionamento sociale in cui gli esseri umani crescono. Deborah Cameron, professoressa di linguistica all'università di Oxford, pensa addirittura che non ci siano differenze di genere apprezzabili per quanto riguarda l'attività comunicativa verbale: "Se si raccolgono più dati e si aggregano più studi in materia si scopre che ci sono solo piccole differenze tra la quantità di parole proferite da uomini e donne". Ai due sessi ora il compito di discuterne, o di meditarci silenziosamente, a scelta.

Da : Il Corriere della sera
ladillita
00lunedì 11 febbraio 2008 14:51
C'è però un'area del cervello che è più sviluppata in quello maschile: la capacità di pensare al sesso. Qui la situazione si capovolge: «gli uomini hanno l'equivalente di un aeroporto internazionale per gestire pensieri sul sesso, mentre le donne una piccola pista d'atterraggio provinciale abilitata per i piccoli velivoli». [SM=x1272090] E forse in questa ulteriore differenza per genere è da ricercarsi anche parte della differenza comunicativa, gli uomini pensano a cose di cui non si può parlare così frequentemente, e per cui bastano poche parole, nei casi più felici introduttive all'azione, negli altri alla solitudine.


....interessante 'sta cosa.... [SM=x1449909]
paola alda
00lunedì 11 febbraio 2008 16:21
Re: Re:
aston villa, 11/02/2008 13.00:



Se vuoi scrivi qualche riga sulla condizione della donna in Turchia.

Ho letto le polemiche sul velo all'universita'...






Roba seria o solo le mie impressioni personali?



aston villa
00lunedì 11 febbraio 2008 16:34
Re: Re: Re:
paola alda, 11/02/2008 16.21:




Roba seria o solo le mie impressioni personali?






La seconda che hai detto....


paola alda
00lunedì 11 febbraio 2008 16:55
Re: Re: Re: Re:
aston villa, 11/02/2008 16.34:



La seconda che hai detto....






ok, dammi un attimo per raccogliere le idee ....

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