INTER

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aston villa
00venerdì 10 agosto 2007 14:36
Luminare...
sparco76
00domenica 26 agosto 2007 18:11
1-1 deludente con l'Udinese per i Campioni d'Italia...mi sono piaciuti solo Ibra e Stankovic, ma il primo ha fatto cose che solo i FENOMENI fanno! per il resto, la solita Inter, una goduria vederli raggiunti da una giovane e bella Udinese! [SM=x1272029]
volp1no
00lunedì 27 agosto 2007 01:01
...un passo falso,ma se leggi i nomi dei loro 54 giocatori ti metti paura...e adesso vogliono pure Deco...
sparco76
00giovedì 30 agosto 2007 00:44
bhè?
29 Agosto 2007- L'Inter più brutta vista in questo inizio di stagione esce stordita ed umiliata dal Camp Nou dove il Barcellona conquista il Trofeo Gamper battendo i nerazzurri per 5-0. La squadra di Mancini, priva di numerosi giocatori, parte malissimo andando sotto di tre reti già nel primo tempo complici i gol di Ronaldinho, Giovanni e Toure. Nella ripresa nessuna reazione e catalani che colpiscono ancora con Iniesta e Motta.
Tutti d'accordo che non era certo il trofeo Gamper l'occasione giusta per l'Inter di andare a mostrare i muscoli in Europa contro il Barcellona, cioè la squadra che più di tutte si è rinforzata nel continente. Roberto Mancini però, bisognoso di riprendere subito a vincere sabato sera a Empoli dopo il mezzo passo falso della prima in casa contro l'Udinese, esagera in precauzione e conduce, al cospetto della corazzata di Frankie Rijkaard ansiosa di mostrare tutti i suoi gioielli, un'Inter con sette giocatori della Primavera in panchina e comunque irriconoscibile anche in quelli che dovrebbero essere i suoi rincalzi di lusso. In campo dal 1' anteprima assoluta per l'ultimo arrivato, il centrocampista portoghese Pelè, Cambiasso e Crespo dei quali Mancini vuole verificare le condizioni e Chivu. Per il resto l'Inter 'vera' resta a lavorare ad Appiano Gentile.
Il Barca, che vorrebbe fare una festa - ma tutto è avvolto dal lutto per la morte di Antonio Puerta - divide in due puntate l'atteso film dei 'fantastici quattro' e parte con Henry e Ronaldinho davanti, Deco (obiettivo nerazzurro dell'ultima ora) esterno di centrocampo, Giovani in appoggio alle punte e si tiene di scorta Eto'o e Messi. Ma non e' che il prodotto sia meno devastante e, prima che i nerazzurri riescano a superare la metà campo, sono già sotto di due gol. Adriano arriva al tiro al 26' con un sinistro debole e poco dopo ci prova Solari dalla distanza sbagliando bersaglio. Ma la partita è un monologo del Barca, che appena accelera straripa e arriva al 3-0 al 37' con una fantastica sassata di Toure dai 30 metri. Ad impedire una goleada da primato c'è solo una grande Toldo che si esalta e salva almeno altre tre reti con grandi interventi. Nel secondo tempo nella grande girandola dei cambi da segnalare l'infortunio a Eto'o che, appena entrato si scontra con Toldo e decide di non rischiare, e i 'numeri' d'alta scuola di Lionel Messi. Per il resto una serata da dimenticare in fretta. [SM=x1272127]

aston villa
00giovedì 30 agosto 2007 08:50
Bella figura.... [SM=x1272059] [SM=x1272066]
vivacuba
00giovedì 30 agosto 2007 09:26
facciamo davere KAKAre....!!! [SM=x1272080]
aston villa
00giovedì 30 agosto 2007 10:18
Premesso che oramai sono tutti dei mercenari...

Ma mi pare che nell'Inter lo siano un po' di piu',manca l'attaccamento alla maglia che hanno al Milan,Juve,Roma.

Perdere 5-0 e' pesante ma a sta' gente che cazzo gliene frega?

Tanto Moratti continua a pagare....

Di quella maglia non importa nulla a nassuno...
aston villa
00domenica 2 settembre 2007 09:09
La sorpresona è stato il 4-4-2 che il creativo Mancini ha confezionato per l’Empoli, provando a cancellare Udinese e Barcellona. Ma non è tanto il modulo che ha stupito, quanto l’utilizzo di Cesar a centrocampo e l’inserimento di Suazo, svanito con l’Udinese e pure afflitto da mal di schiena. Le sta provando tutte l’uomo dal ciuffo ribelle per dare un senso a quest’Inter d’inizio stagione. Manca la condizione, ma a quanto pare non la fantasia in casa Inter.

Niente da dire, è andata bene. La partenza è stata ottima, anche questa volta il gol è arrivato presto: al 9’ con l’Udinese, al 14’ ieri sera. Poi grandi manovre per arrivare al raddoppio, il ritorno dell’Empoli padrone per 20 minuti della ripresa e infine il sigillo finale di Ibra, il migliore, l’unico interista di cui Mancini non potrà mai fare a meno. Una «passeggiata» per il fenomeno, come dice nello spot della Nike. Vederlo giocare è sempre una delizia.

Inter per nulla fuori dalla crisi, ma almeno più distesa dopo la prima vittoria in campionato. Anche il tanto vituperato Cesar ci ha messo qualcosa del suo e dopo 9 minuti assumeva addirittura sembianze piratesche dopo uno scontro volante con Buscè. L’Inter ci credeva, anche perché quando hai Ibrahimovic dalla tua parte tutto può sempre succedere. Ed era proprio lo svedese che dettava i tempi e andava alla conclusione. Passavano 14 minuti e l’Inter era in vantaggio: centro lungo di Maicon, Ibra raccoglieva vicino al palo più lontano, si faceva beffa di Raggi e in diagonale infilava Balli. Azione perfetta. Moratti, rimasto nella villa di Forte dei Marmi, avrà fatto la ola per il colpo d’astuzia del suo pupillo.

Motivata e decisa, l’Inter lasciava comunque sempre troppo campo all’Empoli, squadra veloce e brava nei cambiamenti rapidi di fronte. Ma anche in contropiede se la cavava benino e al 17’ i toscani coglievano gli avversari sbilanciati, Saudati entrava in area dove trovava la contraerea di Cordoba e Samuel pronta a fare fuoco. Rigore clamoroso quello del colombiano, non per Ayroldi che era a 10 metri e non poteva non vedere. Più difficile da individuare poco dopo il mani di Samuel su colpo di testa di Saudati. Sospinta anche dalla fortuna, la squadra di Mancini non riusciva tuttavia a concretizzare nonostante le continue percussioni. Prima del riposo erano almeno quattro le altre occasioni da gol per i manciniani, a fronte di un salvataggio spericolato di Samuel su Buscè. La più grossa opportunità arrivava sul piedi di Suazo, che da 30 metri metteva alla prova la reattività di Balli, costretto alla deviazione in angolo.

Nella ripresa per 20 minuti l’Inter si assentava dalla partita, lasciando campo libero all’Empoli. Nulla di nuovo per chi conosce questa squadra folle. Lo stesso black-out che domenica scorsa aveva pagato con il pareggio dell’Udinese. Proprio per approfittarne, Cagni sdoganava Giovinco e il mini attaccante della Juventus al 24’ faceva una magia, arpionando la palla sulla sinistra e mettendola precisa sulla testa di Pozzi, subentrato a Saudati. Soltanto il piedone numero 45 di Toldo evitava il pareggio. Giovinco ci provava ancora, gli interisti gli ammaccavano una caviglia tanto per far capire che aria tirava. Poi sul più bello la stoccata bis di Ibra: palla ricevuta da Cesar e destro senza scampo per Balli. Un’altra «passeggiata» per lo svedese, che consentiva all’Inter di agganciare i primi tre punti. La classifica si muove, il gioco prima o poi verrà.

E Adriano resta fuori dalla Champions League
La punizione di Mancini: il brasiliano furioso
Non convocato per la trasferta di Empoli, Adriano si sente ormai scaricato dall’Inter. Dopo aver rifiutato il trasferimento, rischia di vivere da separato in casa e soprattutto non ha gradito che l’Inter abbia atteso fino all’ultimo minuto prima di decidere se utilizzarlo o no in Champions League. Resterà fuori dalla lista Uefa, come hanno confermato i compagni di squadra, Toldo e Samuel. Il giocatore è furibondo. Roberto Mancini non accetta provocazioni: «Dirgli pubblicamente quello che penso? No. Con lui ho parlato in privato. La fiducia non è compromessa. Sono convinto che Adriano potrà tornare a essere quello che è stato. Deve metterci del suo e noi faremo la nostra parte. Se lo facciamo in due, otteniamo l’obiettivo». Aplomb anche quando parla di Recoba che a Torino ha detto «a Milano solo Moratti mi voleva bene». Mancini: «Questa è una grande cosa». Poi una battuta sulla partita: «Ho scelto il 4-4-2 perché non stiamo ancora benissimo, contro l’Empoli abbiamo sempre sofferto».
aston villa
00domenica 30 settembre 2007 11:41
L’Inter sbrana la Roma, che sarà pure la più bella del reame ma nelle ultime tre partite ha raccolto la miseria di due punti e incassato qualcosa come otto reti: due dalla Juventus, due dalla Fiorentina, più le quattro di ieri. Lo sgorbio iniziale di Mancini e il rosso diretto a Giuly spiegano molto, non tutto. Totti e c. erano riusciti a tornare, casualmente, a galla. È stato lì che l’Inter ha alzato la voce e domato l’Olimpico, costringendo Totti prima alla resa e poi all’abbandono. Nella guerra dei fazzoletti, succede che a Mancini (Roberto) venga l’idea di scopiazzare Spalletti, una punta sola, Ibrahimovic, con Figo e Cesar a supporto. Né un 4-3-3 ortodosso, né un vero e proprio 4-2-3-1. Ma siamo lì. Certo, Ibra è più punta di Totti, un Totti che, su punizione, disattiva subito l’antifurto interista: Julio Cesar è bravo a smorzarne la saetta e bravissimo, addirittura, a parare da terra lo «schiaffetto» scellerato del Mancini brasiliano. Non sono passati nemmeno due minuti: arrivederci Roma.

La Bella gigioneggia, la Bestia simula sbadigli che, viceversa, si riveleranno morsi letali. Nell’occupare il campo, i campioni squarciano drasticamente il torello degli avversari. Non che diano spettacolo, tutt’altro, ma limitano i danni, pronti ad addentare il primo boccone randagio. Che poi sia Totti in persona a offrirglielo, è un dettaglio che appartiene alle selvatiche risorse del calcio. E così da un angolo calibrato in maniera oratoriale dal re delle parabole (l’intenzione era servire Pizarro), si scatena il più lungo e ficcante contropiede che l’Inter mai nella vita avrebbe pensato di poter dispiegare proprio all’Olimpico, proprio sullo 0-0 e proprio in una sfida di vertice. Maxwell taglia l’erba, Doni salva il salvabile su Cesar, Giuly si immola sull’incornata di Ibra. In un colpo, rigore ed espulsione. Un anno fa, dal dischetto, Zlatan fece cilecca; stavolta no.

È il 29’. Segnatevi questo minuto. Spacca la partita. L’uomo in meno ingessa una Roma che, per la verità, era già apparsa molle, confusa e sterile. Mancavano Aquilani e Taddei: dove le mettiamo le serenate sciolte alla qualità del mercato romanista? Il primo a non dare segni di reazione è Spalletti. L’alibi Manchester non regge. La gabbia di Dacourt, Figo, Stankovic, Cambiasso e Cesar blinda le fasce, Panucci e Tonetto non sanno che pesci pigliare, Pizarro ne azzecca poche, De Rossi non si stacca dalla garitta, a Samuel e Cordoba non resta che dare una spolveratina ai mobili. Si gioca per onor di firma anche se, in avvio di ripresa, Pizarro sfrutta una leggerezza di Maxwell e spalanca la porta a Perrotta. Mancini aveva appena «licenziato» Dacourt e Ibrahimovic, toccato duro da Juan. Dentro Crespo e Cruz. Due attaccanti. Il minimo, contro una squadra in dieci. Il tempo di incassare il pareggio e tirarsi su le maniche. Dopodiché, nel giro di tredici minuti, fuoco alle polveri: palo di Cruz, gol di Crespo al culmine di un ping pong Doni-Cambiasso, gol di Cruz, dal limite, su tocco di Figo, gol di Cordoba, di testa, sempre su iniziativa del portoghese. Morale: 1-4, come Roma-Juventus del 19 novembre 2005.

Gli ingressi di Vucinic, Cicinho ed Esposito (al posto di Totti) ingrassano il tabellino, non la partita, diretta in punto di regolamento da Rizzoli. Mexes e Cesar gradirebbero menarsi: li dividono a un passo dal primo round. Che botta, ragazzi. Non parlo della contrattura di Perrotta (auguri). Parlo del risultato. Crespo, Cruz: i cambi hanno contribuito a scavare la differenza, introdotta dall’errore di Mancini e accentuata dal «sacrificio» di Giuly. Forse, avrebbe fatto meglio a non immolarsi. Gol per gol, la Roma sarebbe rimasta a pieno organico. L’1-0 di Supercoppa sembra appartenere a un altro secolo. Sampdoria, Roma: l’Inter si è tolta qualche sassolino. E Roberto Mancini, così a naso, qualche macigno.
aston villa
00lunedì 5 novembre 2007 17:55
Più grave del previsto l’infortunio riportato ieri sera da Luis Figo in Juve-Inter. Il portoghese, uscito in barella dopo uno scontro con Nedved, ha riportato la frattura composta del perone della gamba destra.

La diagnosi è stata comunicata dalla società nerazzurra al termine degli accertamenti clinici ai quali il giocatore è stato sottoposto oggi. «Nella giornata di domani - precisa il sito della società nerazzurro - Figo sarà già sottoposto ad un intervento chirurgico finalizzato alla stabilizzazione della frattura stessa».
El Tr3n
00lunedì 5 novembre 2007 21:00
Nonostante siano giunte le scuse a Figo da parte di Pavel Nedved, il presidente dell'Inter Massimo Moratti va all'attacco del ceco della Juve: "Mi spiace moltissimo, sono cose che tra campioni non succedono mai, quindi vuol dire che uno dei due non lo è".

...........

Forse quel giornalista poteva fargli presente che da anni stipendia uno come Materazzi.

Patetico.

el flaquito
00lunedì 5 novembre 2007 22:05
Re:
El Tr3n, 05/11/2007 21.00:

Nonostante siano giunte le scuse a Figo da parte di Pavel Nedved, il presidente dell'Inter Massimo Moratti va all'attacco del ceco della Juve: "Mi spiace moltissimo, sono cose che tra campioni non succedono mai, quindi vuol dire che uno dei due non lo è".

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Forse quel giornalista poteva fargli presente che da anni stipendia uno come Materazzi.

Patetico.




Tu ancora dai retta a quello che dice Moratti..... [SM=x1272078] lascia perdere.... [SM=x1272046]


aston villa
00giovedì 8 novembre 2007 10:04
[SM=x1272029] CHE GOL IBRA..... [SM=x1272030]

MILANO - Davanti ad un pubblico tutt'altro che numeroso, l'Inter è stata protagonista di una partita per certi versi esaltante, pur avendo regalato mezzora al Cska Mosca che l'ha costretta a partire dallo 0-2, frutto degli errori difensivi nerazzurri e della bravura di Vagner Love.

Guidata da un formidabile Cambiasso la squadra di Mancini ha pareggiato nel giro di quattro minuti e poi ha vinto senza problemi nella ripresa: Ibrahimovic ha fatto due gol, facile facile quello del primo tempo del 2-1, formidabile quello del 4-2 su assist di Cruz; lo svedese ha sparato un formidabile destro all'incrocio che ha lasciato di sasso il portiere Akinfeev e fatto spellare le mani agli spettatori per gli applausi. Un grande gol che ha in pratica chiuso la partita, dando la quasi certezza del passaggio del turno all'Inter che, pur rimaneggiata, non ha tradito le attese.

Adesso, nello scontro diretto col Fenerbahce i nerazzurri potranno assicurarsi il primo posto.

Il gol a sorpresa del Cska al 23' ha fatto svegliare di soprassalto i nerazzurri dal loro torpore. Vagner Love ha imbastito una bella azione con Jo che ha giustiziato J.Cesar con un sinistro esplosivo. Resa euforica dal gol, la squadra di Gazzaev ha cercato il raddoppio con Krasic (fuori).

L'Inter a questo punto ha cominciato a girare: un'azione Maicon-Ibrahimovic-Maicon si è conclusa con un sinistro alto dello svedese. Quando i nerazzurri hanno ritrovato lo smalto, è arrivato il raddoppio russo, al 31': Vagner Love si è bevuto in velocità Cordoba e Maicon in area e di sinistro ha fulminato il suo connazionale J.Cesar. Per l'Inter, un altro schiaffo. E così la veemente reazione ha portato i nerazzurri al pareggio nel giro di tre minuti.

Prima Chivu su punizione ha trovato Ibrahimovic oltre i difensori, pronto a insaccare di destro al 32'. Il superlativo Cambiasso al 34' ha pareggiato: azione di Maicon da destra, finta di Crespo e colpo vincente del centrocampista.

L'Inter ha continuato a macinare azioni, ma niente gol. Gazzaev nell'intervallo si è tutelato con il mediano Aldonin al posto di Jo. Mancini ha accentrato Chivu, cercando di dare maggior libertà ai due esterni Maicon e Maxwell.

Il Cska ha cercato il gol nelle fasi iniziali della ripresa e Vagner Love all'11' ha scagliato un sinistro poderoso fuori. Poi, dopo un errore difensivo dei russi, Crespo al 12' non è arrivato puntuale sul traversone di Ibrahimovic da destra. Poi lo svedese, da posizione molto decentrata, al 15', non è riuscito a mettere nella porta vuota. Mancini ha dato spazio a Cruz al posto del non irresistibile Crespo.

Poi è stato Cambuiasso a non riuscire nel tentativo di insaccare di testa da due passi su una bella palla di Zanetti da destra. Il gol è sembrato maturo ed è arrivato al 22' su angolo di Chivu da sinistra, tacco di Cruz che ha trovato Cambiasso solo al centro, nell'area pronto a insaccare di sinistro. Formidabile il gol del 4-2 di Ibrahimovic (uscito poi in un subisso di applausi): punizione di Chivu da sinistra, palla a Cruz (due assist, due gol) che ha dato sulla destra allo svedese che ha fulminato Akinfeev con un poderoso destro all'incrocio.

INTER-CSKA MOSCA 4-2

INTER: J.Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Chivu; Zanetti, Dacourt, Cambiasso, Maxwell (21'st Solari); Ibrahimovic (39'st Suazo), Crespo (18'st Cruz).
In panchina: Orlandoni, Rivas, Jimenez, Bolzoni.
Allenatore: Mancini

CSKA MOSCA: Akinfeev; A.Berezutski, Grigoriev,
V.Berezutski (24'st Eduardo); Krasic, Dudu (38'st Taranov), Rahimic, Zhirkov; Carvalho; Jo (1'st Aldonin), Vagner Love. In panchina: Mandrykin, Ramon, Janczyk, Caner. Allenatore: Gazzaev

ARBITRO: Allaerts (Belgio)

RETI: 23'pt Jo, 31'pt Wagner Love, 32'pt e 30'st Ibrahimovic, 34'pt e 23'st Cambiasso.

NOTE: serata fresca, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 15.000. Nel settore interista striscioni in ricordo di Liedholm e Biagi. Ammoniti: Rahimic, Dudu, Zirkov, Dacourt. Angoli: 11-5 per l'Inter. Recupero: 1',3'.

aston villa
00sabato 17 novembre 2007 10:44
L’attaccante interista Adriano lascerà l’Italia fino alla fine dell’anno per trasferirsi in Brasile, dove osserverà un «periodo di lavoro psicofisico personalizzato».

Lo ha confermato oggi l’Inter, che in una nota ha motivato la partenza del giocatore con il tentativo di ritrovare «la miglior condizione agonistica».

Adriano, nel corso di questa stagione escluso dalla rosa nerazzurra per la prima fase di Champions League, oggi ha svolto un allenamento presso il centro sportivo di Appiano Gentile.

Il giocatore, in accordo con il club, partirà per il Brasile insieme al manager Gilmar Rinaldi per lavorare «in un centro altamente qualificato di San Paolo». «L’obiettivo comune - recita la nota - è quello di dare la possibilità all’attaccante di allenarsi con programmi individuali specifici». Il periodo d lavoro si concluderà il primo gennaio 2008.
aston villa
00venerdì 23 novembre 2007 13:40
«Sono guarito e adesso torno. Da bambino sognavo di poter giocare, un giorno, a San Siro. Ecco, in questi giorni mi sento un pò come un bambino».

Marco Materazzi scalpita per tornare in campo dopo una lunga parentesi dovuta ad un serio infortunio in nazinale che lo ha tenuto lontano dal calcio per 95 giorni. In un’intervista pubblicata oggi da «La Gazzetta dello Sport», "Matrix" svela il duro calvario che ha subito in questi mesi. «Il momento più difficile? Tutto il primo mese: non dormivo per il dolore e il dolore inibisce, non fa crescere il muscolo. Quasi ci parlavo, con quella gamba. Mi chiedevo: Reagirà? E mi infuriavo. Sapevo di essere più forte di lei, ma anche che contro la natura non si può andare e dunque la testa da sola non basta. La partita che non mi sarei mai voluto perdere? Juve-Inter e Scozia-Italia: il clima che piace a me. Potendo, avrei pagato cifre indecenti, pur di giocarle...Dopo il mio c’è stata una catena di infortuni. C’è chi gufa contro di noi? Fatti loro, se perdi tanta gente per infortuni e non hai gente da Inter non riesci a stare su lo stesso. E mi pare che siamo ancora su. È un’abitudine, ormai: tutti provano a destabilizzare l’Inter e tutti devono accorgersi e ammettere che è forte».
El Tr3n
00lunedì 26 novembre 2007 09:41
Enrico Castellacci a Mancini: "Lei mi fa un pò tenerezza...."
«Lei mi fa un pò di tenerezza: la medicina è una cosa seria, forse più di un gioco». Così Enrico Castellacci, medico della nazionale campione del Mondo e presidente della libera associazione medici italiani del calcio, si rivolge in una lettera aperta a Roberto Mancini che aveva criticato la categoria dei medici sportivi per il ritardo nei recuperi dei giocatori dagli infortuni. Castellacci, ora responsabile dello staff medico di tutte le nazionali, chiede «maggior rispetto» e replica duramente alle parole del tecnico dell’Inter, che ieri aveva parlato di medici «peggiorati».
«Caro Mancini, lei sicuramente ha avuto molto dalla vita, è stato un grande giocatore ed è un grande allenatore - scrive Castellacci, primario di ortopedia - ha un grande ritorno mediatico ed economico. Nonostante tutto non penso che abbia usato molta sensibilità e correttezza nei confronti dei medici del calcio che sicuramente non hanno lo stesso riscontro nè economico nè mediatico ma che hanno dalla loro solo cultura e, mi spiace per lei, professionalità. Lo sa - prosegue la lettera aperta - la cosa strana? Fino a ieri questi stessi medici venivano attaccati perchè cercavano di recuperare troppo in fretta i giocatori non pensando, si diceva, alla loro salute: oggi lei afferma che sono peggiorati proprio perchè aspettano troppo a farli rientrare in campo. Ma come si fa a non recuperare in un mese da uno...stiramento; ma come si fa a non far rigiocare velocemente un giocatore con un trauma cranico. Lei mi fa un pò di tenerezza: la medicina è una cosa seria, forse più di un gioco. Mi ascolti - prosegue il testo - ha fatto bene il dottor Combi ad esser stato cauto con Ibrahimovic per il trauma cranico, ha fatto bene e fa bene il dottor Combi, fisiatra di nome, ad esser cauto con lesioni muscolari, perchè è così che un professionista porta avanti il proprio lavoro al di là della pressioni e delle richieste di chicchesia. Se i medici stanno più attenti alla salute dei giocatori, allora è un bene che, come dice Lei, siano peggiorati». Castellacci sottolinea che non si tratta di una «difesa d’ufficio» ma una presa di posizione chiara su «quali siano i compiti e le peculiarità di una società, lasciando a ogni professionista la libertà di poter decidere secondo scienza e coscienza e non secondo desideri altrui» .

.............

Sul Mancini giocatore nessun dubbio.

Sul Mancini grande allenatore invece i dubbi sono tanti indi per cui sarebbe forse più opportuno che lui pensasse a fare solo ed esclusivamente il suo mestiere.
aston villa
00mercoledì 28 novembre 2007 11:35
MILANO - Il solito Cruz ha spianato la strada nella ripresa a un'Inter poco brillante nel primo tempo, poi Ibrahimovic (ora capocannoniere) di forza ha raddoppiato: i due cross di Maxwell da sinistra sono stati decisivi. Infine il terzo gol di Jimenez che ha reso dolcissima la vittoria nerazzurra.

I nerazzurri con la vittoria sul Fenerbahce, si sono praticamente assicurati il primato nel girone e adesso faranno una gita a Eindhoven. Non è stata certo una passeggiata perchè i turchi hanno tenuto botta ai nerazzurri nel primo tempo. La squadra di Mancini ha lavorato con pazienza, poi nella ripresa ha giocato con maggior ritmo e, oltre ai due gol, ha sfiorato ripetutamente il terzo, facendo dimenticarte la sconfitta di Istanbul.

Mancini ha deciso all'ultimo momento di inserire Maxwell al posto di Dacourt, cambiando l'assetto dell'Inter a centrocampo, dove si è rivisto Stankovic che non è apparso ancora in buona condizione. Dopo 20' Mancini, viste le difficoltà, ha cambiato modulo, tornando al 4-4-2. Un imprevisto dell'ultimo momento: Ibrahimovic ha accusato qualche linea di febbre, ma poi è sceso in campo ugualmente. Zico, rispetto alle previsioni della vigilia, non ha schierato all'inizio l'ex juventino Appiah preferendogli Selcuk.

La partita ha confermato subito l'impressione che si era avuta a Istanbul: la squadra di Zico ha un buon gioco ed è apparsa un osso duro anche a San Siro per l'Inter, anche se non ha tirato sovente. I nerazzurri hanno spesso subito e quando si sono spinti in avanti non sono sembrati irresistibili: Stankovic, solo in area, al 15', ha messo alto di testa su traversone di Zanetti da destra e poi, al 27', Cordoba ha sbrogliato una difficile situazione davanti a Julio Cesar.

Cruz e Stankovic hanno buttato alle ortiche due buone occasioni, con tiracci fuori da sinistra.

In sostanza, sul piano della manovra, il Fenerbahce ha mostrato una certa abilità, anche se Alex -marcato a uomo da Chivu- non ha avuto modo di esprimersi al meglio. L'Inter, dopo un brutto inizio, ha cercato di spingersi in avanti, ma la non eccellente serata di Stankovic, le rare incursioni di Maicon -atteso al varco da Roberto Carlos- e la marcatura di Edu su Ibrahimovic, hanno impedito ai nerazzurri di esser veramente pericolosi.

Sostanzialmente si è vista una gran marmellata a centrocampo con rare incursioni in avanti e nessun tiro nello specchio della porta. Poco sul piano dello spettacolo, insomma, nella prima parte della gara. Qualche brivido per un'uscita fuori area di piede dell'intraprendente Julio Cesar al 4' e per un diagonale di Deivid. Dopo un tiro di Alex fuori al 9', è passata l'Inter con una bella manovra: Cambiasso ha dato a Maxwell sulla sinistra: traversone basso e Cruz ha approfittato di un rimpallo favorevole con Edu toccando per ultimo in rete.

Più bello il secondo gol: Maxwell è partito sulla sinistra operando un traversone finito sui piedi di Ibnrahimovic solo al cemntro: lo svese si è aggiustato la palla sul destro sparando di forza in rete. Poi Stankovic ha mancato il tiro del terzo gol e Ibrahimovic su punizione ha fatto volare D.Volkan sulla sinistra e Suazo ha tirato sul portiere turco a tu per tu. Unica nota stonata, l'ammonizione subita dallo svedese per una stupidaggine.

Alla fine, manciata di minuti anche per Materazzi, accolto dalla solita ovazione, e gol di Jimenez in corsa al centro su palla di Suazo.

INTER-FENERBAHCE 3-0

INTER: J.Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Maxwell (st 28' Jimenez); Zanetti, Cambiasso, Chivu Stankovic 5 (st.44' Materazzi); Ibrahimovic (st 33' Suazo ), Cruz .
In panchina: Orlandoni, Dacourt, Crespo, Solari.
Allenatore: Mancini.

FENERBAHCE: D.Volkan; Gokhan, Edu, Lugano, R.Carlos; Aurelio (st 17' Appiah), Selcuk; Deivid 6,5 (st 39' Tumer), Alex, Vederson; Semih (st 20' Kazim 5). In panchina: B.Volkan, Yasin, Bilgin, Onder. Allenatore: Zico

ARBITRO: Plautz (Austria)

RETI: s.t. 10' Cruz, 21' Ibrahimovic 47' Jimenez.

NOTE: serata fresca, terreno in discrete condizioni, spettatori 25.000 (4.000 i turchi), angoli 3-2 per il Fenerbahce. Ammoniti: Lugano, Ibrahimovic, Gokhan, Samuel (salterà la partita di Eindhoven). Recupero: 2'-5'.

aston villa
00martedì 11 dicembre 2007 14:27

La maglia dell'Inter
ROMA - La maglia dell'Inter finisce sotto accusa. Non la tradizionale casacca a strisce nere e blu, ma quella bianca con la croce rossa sul davanti, adottata in occasione del centenario della società. E che si ispira il simbolo della città di Milano. A sentirsi offeso da quello che definisce "un attentato all'Islam" è un avvocato turco, Barsia Kaska, che ha chiesto alla Uefa di multare la società di Moratti che ha indossato la maglia biancorossa in occasione della partita di Champions contro il Fenerbahce a San Siro lo scorso 27 novembre. "Ricorda il simbolo dei Templari" tuona Kaska.

Una campagna a cui si sono accodati diversi mezzi di informazione turchi che hanno accompagnato la foto della maglia con le immagini del monaci soldati. Un ordine nato dopo la prima crociata del 1096, che arrivò a Gerusalemme e cacciò i musulmani.

"Quella croce ricorda giorni sanguinosi" dice Kaska che ha chiesto alla Uefa e alla Fifa di revocare i tre punti conquistati dall'Inter contro il Fenerbahce, perché avrebbe manifestato "una forma esplicita di superiorità razzista di una religione". Dei sentimenti suscitati dalla maglia interista è testimonianza un editoriale di Mehemt Y.Yilmaz, famoso commentatore turco, dal titolo netto: "Perché lo Uefa lo ha permesso?". Riferendosi appunto alla casacca con la croce.

Per chiarire meglio la questione, però, vale la pena di tornare indietro di qualche anno. Precisamente al 1928 quando l'Fc Internazionale si fuse con l'Unione Sportiva Milanese. La maglia era bianca rossocrociata, e marchiata da un fascio littorio. Una divisa che venne sostituita poco dopo da quella a strisce nerazzurre. In occasione del centenario, l'Inter ha deciso di riproporla. E mai il club di Moratti avrebbe pensato di scatenare un caso calcistico-religioso.

beboroma
00martedì 11 dicembre 2007 14:32
qualsiasi scusa e' buona per rompere i coglioni, poi vanno precando di far parte dell'europa......continuo a sostenere maggior intransigenza nei confronti di questa gente che vogliono dettar legge nel nostro Paese quando nel loro non possono nenache aprire bocca...fanculo [SM=x1272074]
Luminare del tessuto
00mercoledì 12 dicembre 2007 11:37
20 marzo 1991, stadio Velodrome di Marsiglia,
il milan sta perdendo con l'Olympique 1 a 0

al minuto 90 si spegne un riflettore (che poi dopo tornerà a funzionare)

un uomo con l’impermeabile bianco si avvia a grandi passi verso il centro del campo.
È il vicepresidente Adriano Galliani, che con ampi gesti delle mani, convoca i giocatori.
Ha deciso: il Milan abbandona la partita.

P.S.
I turchi nel calcio hanno sempre voluto imitare gli italiani,
questo avvoccato ha pensato bene d'imitarci anche nel "buon gusto"

aston villa
00giovedì 20 dicembre 2007 20:51
'In questo momento mi sento un altro': cosi' l'attaccante dell'Inter Adriano, che concludera' la stagione in Brasile, con il San Paolo. 'In questo momento mi sento un altro Adriano - ha aggiunto - In Italia non sono riuscito a trovare questa felicita' con la squadra e poi con me stesso. Devo ringraziare solo Moratti, che ha creduto in me, che mi ha dato fiducia nel farmi venire qua, perche' sapeva che qua c'e' anche una grande societa', un grande presidente e che qui e' tutto buono'.
trophies
00giovedì 20 dicembre 2007 21:07
Re:
aston villa, 20/12/2007 20.51:

'In questo momento mi sento un altro': cosi' l'attaccante dell'Inter Adriano, che concludera' la stagione in Brasile, con il San Paolo. 'In questo momento mi sento un altro Adriano - ha aggiunto - In Italia non sono riuscito a trovare questa felicita' con la squadra e poi con me stesso. Devo ringraziare solo Moratti, che ha creduto in me, che mi ha dato fiducia nel farmi venire qua, perche' sapeva che qua c'e' anche una grande societa', un grande presidente e che qui e' tutto buono'.



certo, dove lo trovi un altro fesso che ti riempie di miliardi per non giocare ?


Luminare del tessuto
00lunedì 24 dicembre 2007 10:25

aston villa
00giovedì 3 gennaio 2008 09:59


Adriano
RIO DE JANEIRO - Adriano sembra non trovare pace neppure in Brasile: l'interista è rimasto coinvolto in un incidente automobilistico dal quale è uscito illeso.

Rete Globo ha riferito che il giocatore ha perso il controllo della sua Audi TT, è finito contro uno sparti-traffico in un viale della zona ovest di Rio de Janeiro e la sua vettura è andata a sbattere contro altre tre. Non ci sono stati feriti.

Adriano è al momento in prestito per sei mesi al San Paolo, nella speranza che torni in forma, fisicamente e psicologicamente, e possa rientrare all'Inter. Negli ultimi giorni sono però circolate delle foto che lo ritraggono a delle feste con una birra in mano, che hanno riacceso la polemica. Adriano si è difeso affermando di essere in vacanza, e di essere pronto a mettere una croce sopra i drink e le feste una volta riprese le partite. E la dirigenza del club ha precisato che le uscite notturne dell'attaccante sono ora tollerate "perché il giocatore si trova ancora in vacanza", ma che le cose cambieranno non appena cominceraà la stagione in cui, nel primo semestre, i campioni del Brasile puntano con decisione alla Coppa Libertadores.
aston villa
00martedì 8 gennaio 2008 11:03
ROMA - Il trasferimento del centrocampista portoghese Maniche dall'Atletico Madrid all'Inter è ormai questione di ore. Lo sostengono, sia nell'edizione in edicola che in quella on-line, i due quotidiani sportivi spagnoli 'As' e 'Marca', spiegando che, come scrive 'As', "nelle ultime ore la trattativa si è fatta serrata, e Mancini ha messo fretta a Moratti, spiegandogli che gli serve un centrocampista in grado di fare subito il titolare".

Maniche, secondo i giornali spagnoli, passerà all'Inter con la formula del prestito fino a giugno e la clausola che resterà automaticamente in nerazzurro in caso di conquista del terzo scudetto consecutivo da parte della squadra di Roberto Mancini. 'As' rivela anche che l'Atletico ha ricevuto due ricche offerte da Tottenham e Middlesbrough, pronte ad acquistare il giocatore a titolo definitivo, ma Maniche avrebbe fatto presente, tramite il suo procuratore Jorge Mendes, di non voler tornare nel calcio inglese dopo la non felice esperienza nel Chelsea.

Secondo 'Marca', una parte della cifra che l'Atletico ricaverà dalla cessione, a qualsiasi titolo, di Maniche andrà versata ad un gruppo finanziario russo che, a suo tempo, aveva finanziato l'acquisto del giocatore da parte della Dinamo Mosca e che avrebbero mantenuto il 50% dei diritti sul giocatore.
aston villa
00giovedì 17 gennaio 2008 11:09
Filippo Mancini ci sarà, Nuno Maniche forse. Nella lista dei convocati di Roberto Mancini c'é il nome di suo figlio, mentre la presenza del portoghese è legata all'arrivo del transfer dalla federazione spagnola entro oggi. Ci saranno comunque dei motivi di interesse nella gara che l'Inter giocherà oggi contro la Reggina, anche se la qualificazione ai quarti di coppa Italia non dovrebbe essere in discussione dopo la vittoria per 4-1 dei nerazzurri in Calabria. Ci saranno tanti ragazzi della Primavera in campo al Meazza e, nel corso della gara, potrebbe esserci spazio anche per Filippo Mancini, centrocampista di 17 anni, alla sua prima convocazione ufficiale con la maglia nerazzurra: "E' una sensazione un po' particolare", ha ammesso il tecnico nerazzurro, che comunque vuole utilizzare al meglio la partita di oggi: "Avremo l'opportunità di far giocare giocatori meno utilizzati sino a oggi e, in ogni caso, si gioca per qualcosa e dobbiamo cercare di interpretare bene la gara".

Nei quarti, infatti, c'é la possibilità di affrontare la Juventus, una sfida sempre affascinante anche se si tratta di coppa Italia: "Sarà un'altra partita. Diversa. Probabilmente con molta più gente allo stadio. Meglio così". Meglio quindi affrontare la Reggina nel modo migliore e Mancini vorrebbe vedere subito all'opera anche Nuno Maniche, ma "dobbiamo aspettare ancora di vedere se arriverà il transfert. Se arriverà, il portoghese scenderà in campo". E Maniche non vede l'ora di giocare per dimostrare il suo valore e per iniziare a guadagnarsi subito un posto in squadra: "Non sono venuto qui in vacanza, voglio sacrificarmi per ottenere con la squadra tutti gli obiettivi che abbiamo", ha spiegato, mostrando di voler tornare a vincere dopo l'en plein raggiunto con la maglia del Porto nel 2004, quando mise insieme scudetto, Champions League e Intercontinentale. Assieme a Figo e Solari, è uno dei tre giocatori nerazzurri a sapere quanta gioia dia alzare la Champions: "So benissimo che è molto difficile vincere la Champions League, ma l'Inter ha tutte le qualità per riuscirci". Lasciato il Porto, non è poi riuscito a ripetersi agli stessi livelli con le maglie di Dinamo Mosca, Chelsea e Atletico Madrid ma all'Inter ha intenzione di mostrare tutto il suo valore e guadagnarsi una lunga permanenza in nerazzurro: "Conosco il mio valore e sono convinto di avere possibilità di giocare in questa squadra non solo in questi mesi", visto che il suo contratto scade il 30 giugno. L'Atletico Madrid ha deciso di lasciarlo partire dopo un litigio con l'allenatore Javier Aguirre, episodio che ha confermato una fama di giocatore difficile: "A volte le persone confondono un carattere forte e deciso come il mio con un carattere difficile - spiega - Io voglio vincere e questa è la sola cosa che conta. Nei rapporti è comunque importante incontrare persone vere e sincere, il passato ormai è passato e io sono felice di essere qui all'Inter".
aston villa
00mercoledì 23 gennaio 2008 16:02
Inter e Juventus si sentono come due donne che si scambiano i vestiti dietro ad un paravento: quando arriva il momento dello specchio quasi non si riconoscono. C’era una volta Luciano Moggi, uno dei dirigenti più affezionati alla pratica del silenzio stampa, bastava un aggettivo sbagliato che riguardasse gli arbitraggi per mandarlo in bestia. Adesso è sparito dal calcio che conta, ma il suo metodo resta ancora in vigore e novità assoluta viene adottato da chi in passato ha fatto di tutto per contrastarlo.

C’era una volta l’Inter, una delle società più sensibile alla libertà di opinione. Il sistema però è andato in corto circuito perché si è aperta una ferita dolorosa. Massimo Moratti ieri mattina dopo aver visto la rassegna stampa non riusciva a capire il perché di così tanto accanimento. Leggere che l’Inter è diventata come la Juventus della Triade è il peggior insulto che poteva sentirsi dire. Ecco perché ha immediatamente preso in mano il telefono e dopo un lungo colloquio con Mancini ha deciso di chiudere il centro sportivo di Appiano Gentile ai giornalisti. La decisione non deve passare come un ordine di scuderia, ma come una comunione d’intenti. Mancini ha immediatamente dato il suo consenso e anche ai giocatori non è parso il vero di avere una scocciatura in meno. La conferenza stampa del tecnico è stata quindi annullata. Bocche cucite e nessuna informazione, neanche sui convocati per la Coppa Italia. Qualche anno fa, una vigilia di Inter-Juventus sarebbe stata ugualmente tesa, ma i ruoli si sono invertiti. L’Inter adesso è accusata di essere «il potere», la Juventus, assiste alla bufera, come una qualunque Cenerentola. L’arrabbiatura di Moratti e la conseguente decisione di non rilasciare dichiarazioni sugli arbitraggi lascia perplessi i tifosi delle altre squadre ma trova la solidarietà di molti allenatori. Ancelotti ad esempio ieri ha detto che l’Inter merita il primo posto in classifica e non è giusto parlare di sudditanza. Sul silenzio stampa invece ha tenuto a puntualizzare: «Non conosco i motivi di questa decisione, al Milan non è mai successo». Anche Spalletti ha voluto difendere la credibilità del campionato italiano e anche questo commento ha fatto piacere al presidente interista il quale ha apprezzato anche la volontà della Juventus di non creare ulteriori tensioni. Come dimostrano le parole di Ranieri. «È difficile giudicare, ma credo che chi vuole bene al calcio debba stemperare i toni E’ innegabile che gli arbitri abbiano commesso degli errori, hanno sbagliato anche con noi. Ma ci sono direttori di gara nuovi e giovani, manca ancora un po’ di esperienza. Fare l’arbitro oggi è più difficile che in passato: spesso con l’aiuto di tv e moviola si va a cercare il pelo nell’uovo, e così si alimentano le polemiche".

Ranieri ha poi concluso: «La sudditanza? C’era soprattutto quando giocavo io: nel dubbio era difficile che l’arbitro fischiasse contro Rivera o Bettega. Il silenzio stampa dell’Inter è una decisione loro, ma spero che tutto questo non influisca sul clima di Inter-Juve».

aston villa
00giovedì 24 gennaio 2008 12:31
MILANO - "Penso che con questo spirito e in undici contro undici sia alla nostra portata andare a vincere a Torino". L'allenatore dell'Inter Roberto Mancini, dopo il pareggio per 2-2 nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia, lo dice senza polemica, nonostante l'espulsione di Burdisso nei primi minuti di gara abbia costretto la squadra a giocare in dieci per quasi tutta la partita. "Dispiace prendere due gol così - si rammarica Mancini -, ma l'importante è aver giocato e difeso bene, anche con l'uomo in meno. Subito dopo l'espulsione abbiamo avuto qualche difficoltà, ma dalla metà del primo tempo e anche nel secondo ci siamo disposti meglio, creando occasioni". L'errore più grave l'Inter l'ha commesso in occasione del 2-1 di Del Piero. "Eravamo 9 contro 11, ma abbiamo creduto che Materazzi potesse rientrare subito. Così abbiamo perso un attimo per la sostituzione - ricorda Mancini - ed è scappato il gol". Nonostante ciò Mancini giudica buona la prestazione dei suoi, in particolare quelle di Rivas ("ha giocato con grande tranquillità e sta migliorando") e di Pelé, forse il migliore in campo ("é entrato piano piano in gara per poi far vedere ottime cose"). Anche l'espressione del difensore nerazzurro Maxwell non è sorridente nel dopo gara, perché "nel calcio ci sono momenti strani che ti lasciano un po' tristi", commenta il brasiliano pensando alla rimonta subita nell'ultimo quarto d'ora in inferiorità numerica, "ma abbiamo ancora la gara di Torino per ribaltare il risultato". E così la pensano anche l'allenatore juventino Claudio Ranieri e i giocatori bianconeri. "L'Inter è capace di qualsiasi risultato - spiega Ranieri -, quindi la qualificazione é aperta. E' stata una partita stranissima iniziata bene da noi ma nella quale non abbiamo saputo sfruttare la superiorità territoriale. Certo avremmo potuto evitare di incassare i due gol, anche se con giocatori come Cruz e Crespo ci sta, ma la buona reazione vuol dire che ci siamo sempre, e aver fatto gol fuori casa è importante". Dello stesso parere capitan Del Piero, secondo cui "la qualificazione rimane aperta 50 e 50, perché l'Inter può vincere in trasferta". Lo stesso pensa David Trezeguet, a cui questa Inter ricorda "la Juve di due anni fa, con dei giocatori di livello straordinario. Noi invece abbiamo tanti giovani e tanti nuovi e non siamo ancora un gruppo. Però ci crediamo fino alla fine, questa partita ha dimostrato la nostra mentalità". E per Ranieri anche "un bel mattone, se non una pietra angolare della stagione: è il secondo pareggio contro l'Inter, stavolta a San Siro, e questo vuol dire che ce la possiamo giocare. Per arrivare al loro livello ci manca un po' di storia, perché la squadra è nuova, tanti campioni come loro e la consapevolezza di poter vincere lo scudetto".

El Tr3n
00giovedì 24 gennaio 2008 20:39
Re:
aston villa, 23/01/2008 16.02:

Inter e Juventus si sentono come due donne che si scambiano i vestiti dietro ad un paravento: quando arriva il momento dello specchio quasi non si riconoscono. C’era una volta Luciano Moggi, uno dei dirigenti più affezionati alla pratica del silenzio stampa, bastava un aggettivo sbagliato che riguardasse gli arbitraggi per mandarlo in bestia. Adesso è sparito dal calcio che conta, ma il suo metodo resta ancora in vigore e novità assoluta viene adottato da chi in passato ha fatto di tutto per contrastarlo.

C’era una volta l’Inter, una delle società più sensibile alla libertà di opinione. Il sistema però è andato in corto circuito perché si è aperta una ferita dolorosa. Massimo Moratti ieri mattina dopo aver visto la rassegna stampa non riusciva a capire il perché di così tanto accanimento. Leggere che l’Inter è diventata come la Juventus della Triade è il peggior insulto che poteva sentirsi dire. Ecco perché ha immediatamente preso in mano il telefono e dopo un lungo colloquio con Mancini ha deciso di chiudere il centro sportivo di Appiano Gentile ai giornalisti. La decisione non deve passare come un ordine di scuderia, ma come una comunione d’intenti. Mancini ha immediatamente dato il suo consenso e anche ai giocatori non è parso il vero di avere una scocciatura in meno. La conferenza stampa del tecnico è stata quindi annullata. Bocche cucite e nessuna informazione, neanche sui convocati per la Coppa Italia. Qualche anno fa, una vigilia di Inter-Juventus sarebbe stata ugualmente tesa, ma i ruoli si sono invertiti. L’Inter adesso è accusata di essere «il potere», la Juventus, assiste alla bufera, come una qualunque Cenerentola. L’arrabbiatura di Moratti e la conseguente decisione di non rilasciare dichiarazioni sugli arbitraggi lascia perplessi i tifosi delle altre squadre ma trova la solidarietà di molti allenatori. Ancelotti ad esempio ieri ha detto che l’Inter merita il primo posto in classifica e non è giusto parlare di sudditanza. Sul silenzio stampa invece ha tenuto a puntualizzare: «Non conosco i motivi di questa decisione, al Milan non è mai successo». Anche Spalletti ha voluto difendere la credibilità del campionato italiano e anche questo commento ha fatto piacere al presidente interista il quale ha apprezzato anche la volontà della Juventus di non creare ulteriori tensioni. Come dimostrano le parole di Ranieri. «È difficile giudicare, ma credo che chi vuole bene al calcio debba stemperare i toni E’ innegabile che gli arbitri abbiano commesso degli errori, hanno sbagliato anche con noi. Ma ci sono direttori di gara nuovi e giovani, manca ancora un po’ di esperienza. Fare l’arbitro oggi è più difficile che in passato: spesso con l’aiuto di tv e moviola si va a cercare il pelo nell’uovo, e così si alimentano le polemiche".

Ranieri ha poi concluso: «La sudditanza? C’era soprattutto quando giocavo io: nel dubbio era difficile che l’arbitro fischiasse contro Rivera o Bettega. Il silenzio stampa dell’Inter è una decisione loro, ma spero che tutto questo non influisca sul clima di Inter-Juve».




Quando io dicevo che chi è davanti è aiutato... Queste sono cose che si sanno. Da sempre. Chi sta davanti ha più rispetto e protezione. Quando stavano dietro (non a due punti ma a due anni luce) dicevano che era per i favori arbitrali. Ora che i favori li hanno loro fanno gli offesi. Coerenti come sempre. Indipendentemente da ciò, l' Inter è prima con pieno merito. Poi sul come sia arrivata ad essere prima, su come si sia fatta assegnare uno scudetto da un suo consigliere e su come abbia vinto il campionato scorso, meglio che stiano zitti e che si sotterrino due metri.

PS Sull' assegnazione del campionato basta leggere le regole federali oppure ricordarsi solamente che quello dell' anno prima non fu assegnato. Non c'è alcun obbligo di assegnazione, anzi, si preferisce evitare questa soluzione sulla base del concetto che i trofei devono essere vinti sul campo e non a tavolino.

Tra Guido Rossi che regala lo scudetto all' Inter ed i parlamentari che si aumentano gli stipendi da soli non vedo alcuna differenza.
El Tr3n
00giovedì 24 gennaio 2008 21:00
Re:
aston villa, 24/01/2008 12.31:

MILANO - "Penso che con questo spirito e in undici contro undici sia alla nostra portata andare a vincere a Torino". L'allenatore dell'Inter Roberto Mancini, dopo il pareggio per 2-2 nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia, lo dice senza polemica, nonostante l'espulsione di Burdisso nei primi minuti di gara abbia costretto la squadra a giocare in dieci per quasi tutta la partita. "Dispiace prendere due gol così - si rammarica Mancini -, ma l'importante è aver giocato e difeso bene, anche con l'uomo in meno. Subito dopo l'espulsione abbiamo avuto qualche difficoltà, ma dalla metà del primo tempo e anche nel secondo ci siamo disposti meglio, creando occasioni". L'errore più grave l'Inter l'ha commesso in occasione del 2-1 di Del Piero. "Eravamo 9 contro 11, ma abbiamo creduto che Materazzi potesse rientrare subito. Così abbiamo perso un attimo per la sostituzione - ricorda Mancini - ed è scappato il gol". Nonostante ciò Mancini giudica buona la prestazione dei suoi, in particolare quelle di Rivas ("ha giocato con grande tranquillità e sta migliorando") e di Pelé, forse il migliore in campo ("é entrato piano piano in gara per poi far vedere ottime cose"). Anche l'espressione del difensore nerazzurro Maxwell non è sorridente nel dopo gara, perché "nel calcio ci sono momenti strani che ti lasciano un po' tristi", commenta il brasiliano pensando alla rimonta subita nell'ultimo quarto d'ora in inferiorità numerica, "ma abbiamo ancora la gara di Torino per ribaltare il risultato". E così la pensano anche l'allenatore juventino Claudio Ranieri e i giocatori bianconeri. "L'Inter è capace di qualsiasi risultato - spiega Ranieri -, quindi la qualificazione é aperta. E' stata una partita stranissima iniziata bene da noi ma nella quale non abbiamo saputo sfruttare la superiorità territoriale. Certo avremmo potuto evitare di incassare i due gol, anche se con giocatori come Cruz e Crespo ci sta, ma la buona reazione vuol dire che ci siamo sempre, e aver fatto gol fuori casa è importante". Dello stesso parere capitan Del Piero, secondo cui "la qualificazione rimane aperta 50 e 50, perché l'Inter può vincere in trasferta". Lo stesso pensa David Trezeguet, a cui questa Inter ricorda "la Juve di due anni fa, con dei giocatori di livello straordinario. Noi invece abbiamo tanti giovani e tanti nuovi e non siamo ancora un gruppo. Però ci crediamo fino alla fine, questa partita ha dimostrato la nostra mentalità". E per Ranieri anche "un bel mattone, se non una pietra angolare della stagione: è il secondo pareggio contro l'Inter, stavolta a San Siro, e questo vuol dire che ce la possiamo giocare. Per arrivare al loro livello ci manca un po' di storia, perché la squadra è nuova, tanti campioni come loro e la consapevolezza di poter vincere lo scudetto".




L' Inter meritava di vincere per quello che ha fatto. In 10 per quasi tutta la partita ha giocato meglio della Juve. I nostri sembravano lessi, la palla scorreva lenta, nessuno si smarcava, nessuno dettava un passaggio, sovrapposizioni una ogni mezz' ora. Il ritorno sarà dura. La favorita resta l' Inter perchè è più forte. Al di là del gioco bisogna levarsi il cappello al Cruz degli ultimi anni ed a quello di ieri: tre tiri in porta, due gol e palo. Bravo il giovane Pelè. Nella Juve si salvano in pochi. Il solito Molinaro che ha giocato bene anche ieri, Zanetti e Del Piero e Boumsong per i gol. Un saluto a Bum Bum perchè ci lascia con un gol e perchè ha fatto dichiarazioni da farmi rimpiangere la sua partenza. Tanto di cappello ad uno che parla così. In bocca al lupo e che gli vada meglio che a Torino.

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