I serial killer più indimenticabili dello schermo

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fabioeur
00lunedì 19 aprile 2010 16:21
Ci fanno una paura immonda ma ci affascinano. Ne siamo spaventati ma facciamo la fila al cinema per vedere le loro gesta. Questo è il grande paradosso dei serial killer, che sul grande schermo hanno sempre avuto una grande fortuna, e che altrettanta ne hanno portato ai loro interpreti. Basti pensare a Anthony Hopkins e al suo Hannibal Lecter, oppure al Norman Bates di Anthony Perkins: ruoli che proprio per la loro violenza incisiva sono rimasti impressi, come marchiati a fuoco, nell'immaginario collettivo. L'ultimo della lista è Stanley Tucci nel nuovo film di Peter Jackson, Amabili resti, in sala dal 12 febbraio: un'altra interpretazione memorabile, tanto che è già stata insignita di una nomination agli Academy Awards.

Non è facile quindi stilare una lista dei serial killer più indimenticabili della storia del cinema: il rischio è sempre quello di dimenticarsi qualcuno. E che questo qualcuno poi possa volersi vendicare nella modalità a lui più gradita. Ci ha provato per esempio il sito Pop Syndacate con una lista di ben 36 assassini seriali del grande schermo, dando il primo premio al Peter Lorre di M di Fritz Lang. E anche il Time ha provato a fare una top 10, guidata proprio dal dottor Lecter. Allo stesso modo, si è buttato nell'impresa anche il sito Movie Mobsters, per cui il primato va al Kevin Spacey di Se7en.

Impresa impossibile? Ecco i nostri 10 serial killer preferiti del grande schermo.

E sulla prima posizione, non possiamo che essere d'accordo con il Time. Inevitabile infatti che ci sia Hannibal in cima alla classifica. Nessun serial killer ha saputo violare e turbare l'immaginazione del pubblico come il personaggio di Thomas Harris, soprattutto ne Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme. Ma per ridare giustizia ai vinti, gli mettiamo accanto come co-pilota al secondo posto un rivale, forse persino più spaventoso: Francis Dolarhyde detto "Dente di Fata", che in Red Dragon ha il volto di Ralph Fiennes ma che nel bellissimo Manhunter di Michael Mann è interpretato da Tom Noonan.





A questo punto, intervengono i grandi classici. Due in particolare non possono mancare in questa classifica. Il primo è Peter Lorre nel film M - Il mostro di Dusseldorf, diretto da Fritz Lang nel 1931: un capostipite guardato sempre con grande rispetto da chiunque voglia raccontare la storia di un assassino vittima delle proprie pulsioni. E il secondo è il protagonista di un vero capolavoro del cinema britannico, ovvero L'occhio che uccide di Michael Powell. In cui il killer interpretato da Carl Boehm uccide le sue vittime utilizzando la lama nascosta nel cavalletto di una macchina da presa, filmandole nell'atto.



Al quinto posto non poteva che esserci Patrick Bateman, il serial killer nato dalla feroce penna di Bret Easton Ellis che trasforma in furia omicida la parabola dello yuppismo anni '80, e che ha preso corpo al cinema nel 2000 sotto le fascinose sembianze di Christian Bale: il film è ovviamente American Psycho. E al sesto posto, un altro indimenticabile assassino seriale: quello interpretato da Michael Rooker nel cult movie Henry: Pioggia di Sangue. Che molti spettatori italiani conoscono per essere stato, forse eccessivamente, maltrattato da Nanni Moretti in una celebre sequenza di Caro Diario.





Passando a cose meno serie, non sono molte le serial killer in gonnella nella storia del cinema americano: un'eccezione da recuperare a tutti i costi è quella di La signora ammazzatutti. In cui il geniale John Waters immagina una Kathleen Turner, casalinga ben più che disperata, che sfoga con efferati omicidi l'insofferenza verso la compiacenza piccolo borghese: un piccolo gioiello spesso dimenticato. A cui abbiamo appaiato, all'ottavo posto, la coppia di serial killer per eccellenza, Mickey e Mallory Knox. Ovvero Woody Harrelson e Juliette Lewis, i due protagonisti di Assassini nati di Oliver Stone.





Non abbiamo certo dimenticato John Doe, in realtà un nome che identifica "l'uomo qualunque": il killer di Se7en, tra i più noti thriller degli anni '90, interpretato da un fenomenale Kevin Spacey, che sceglie le sue vittime a seconda del vizio capitale di cui si sono rese colpevoli. Infine, a chiudere questa top 10 mettiamo, tutti insieme ex aequo per non far torto a nessuno, i tre protagonisti dell'horror seriale dagli anni '70 a oggi: Jason Voorhees di Venerdì 13, Freddie Kruger di Nightmare (in attesa del remake), e Michael Myers, il killer di Halloween di John Carpenter riportato in auge da Rob Zombie.

E chiudiamo questa inquietante lista con due personaggi televisivi: anche il piccolo schermo si è infatti confrontato più volte con il fascino malvagio di cui la figura del serial killer è rivestita, che ci piaccia o meno. Il primo è Bob, il misterioso uomo dai capelli lunghi che uccide le sue vittime possedendo il corpo e l'anima dei carnefici materiali, nella serie cult Twin Peaks di David Lynch e Mark Frost (e nel film-prequel Fuoco cammina con me). Il secondo è invece il vero protagonista di una delle serie tv più applaudite dalla critica negli ultimi anni, un serial killer che ha una regola ferrea: non potendo fare a meno di mietere vittime perché è nella sua stessa natura, uccide soltanto chi "se lo merita": il suo nome è Dexter Morgan.




[SM=x1449914]
stuwhima
00lunedì 19 aprile 2010 21:59
Io come te Fabio,(almeno credo visto il tuo avatar)ADORO Dexter...

Quest'anno la serie ha vinto tantissimi premi...

Michael C. Hall poi,e' veramente un grandissimo attore...

Fox Molder
00martedì 20 aprile 2010 00:05
Re:
non credo ci si possa dimenticare che il Maestro, in FRENZY, suo penultimo film, affronta il tema del serial Killer sessuale......con ottimi ( a mio parere) risultati




detto questo.....
i vari Venerdì 13 , Halloween, Non aprite quella porta, Seven, Il collezionista di ossi....non sono da dimenticare
alcune chicche potrebbero essere :
- "Lo strangolatore di Boston", in cui il ruolo del serial killer è interpretato (splendidamnete, peraltro) da un insolito Tony Curtis...
- "Monster", dove Charlize Theron prova di essere un ottima attrice....
- "MONSIEUR VERDOUX" del 1947 in cui nientepopòdimenoche Charles Chaplin (Charlot) interpreta il serial killer ispirato a Landru, coaudiuvato, nel soggetto, da un tale Orson Wells.


Fox
fabioeur
00martedì 20 aprile 2010 07:52
E vi ricorda niente un certo Monsieur Opale?



Il testamento del mostro, ovvero, nel titolo originale, il testamento del dottor cordelier. la versione di Renoir del più celebre racconto di stevenson.
il personaggio di Monsieur Opale (ovvero hyde) è uno dei più sconvolgenti della storia del cinema. un capolavoro senza pari.

[SM=x1543500]






Luminare del tessuto
00martedì 20 aprile 2010 09:57
purtroppo del più famoso di tutti
non ne è mai stato fatto un film degno di tale fama,
mi riferisco a Jack the Ripper

l'ultimo della serie
quel From Hell con Johnny Depp mi ha deluso enormemente
nonostante fosse stato tratto da un fumetto capolavoro
(ma come spesso accade le trasposizione da fumetto a cinema si rivelano delle ciofeche)

immagino che quà nessuno legga fumetti,
ma se un giorno a qualcuno venisse la voglia,
segnatevi questo titolo,
non ve ne pentirete





From hell ha il peso di un romanzo,
può competere con qualsiasi capolavoro della letteratura contemporanea e non.
Ma essendo un fumetto è stato per lo più snobbato.



(scusate se sono andato leggermente fuori tema)


Luminare del tessuto
00martedì 20 aprile 2010 10:32
“Si può dire che la storia possieda un’architettura, Hinton?”

“E’ una possibilità grandiosa e terribile.”

Sotto questo contesto va collocato uno dei capolavori massimi del fumetto, della letteratura, di Alan Moore: From Hell.

È la storia romanzata di Jack the ripper, il killer che sconvolse Londra alla fine del Diciannovesimo secolo.

Alan Moore,
che per chi non lo sapesse è uno dei migliori fumettisti esistenti al mondo,
ha eseguito una ricerca meticolosa, ricostruendo una Londra vera,
terribile, deflagrata dalla povertà, dall’abominio, dalla morte, dall’indifferenza.

La soluzione proposta da Moore è quella che più probabilmente si avvicina alla verità,
ossia quella del complotto ordito dalla Regina per salvare la Corona,
minacciata da una discendenza proletaria e cattolica.
Se la mente era la Regina, il braccio era la Massoneria, di cui William Gull faceva parte.

Moore si è documentato su tutto e tutti prima di imbattersi nella scrittura.

Ma From Hell non è semplicemente il resoconto di quei fatti, non è solo cronaca e teoria.
Moore ha composto un’opera di ampio respiro, lunga e particolare,
mai noiosa, forte, violenta, filosofica, poetica, spudorata, rivelatrice.

Al centro di tutto è la Storia, che, come suggerisce l’epigrafe iniziale, avrebbe un’architettura propria…


L’architettura è alla base di tutto.
L’architettura di Londra, composta di monumenti grandiosi e spaventosi al tempo stesso,
va a formare l’epidermide della Storia, la sua spina dorsale, la sua struttura intrinseca.

Ci sono simboli nell’architettura inglese che contengono qualcosa di più profondo.
Non è una semplice espressione artistica, ma un collegamento con l’ombra eterna del Male dell’uomo,
una fitta rete che va a contenere storie e Storia, una culla eterea.

È approfondito in maniera particolare il lavoro svolto da Hawksmoore, architetto “pagano”, maledetto,
una sorta di profeta che ha sempre lavorato alle spalle di altri, nonché padre di Christchurch,
una chiesa presente nel quartiere di Spitafield, in Dorset Street.


Moore ipotizza l’esistenza di un’architettura temporale del Male,
che appare come una sorta di cappa sotto cui si muovono gli insignificanti esseri umani.

È qui che assume maggior significato il ruolo di Gull e delle sue azioni: egli è il male.

Compie quelle azioni terribili perché è nella sua natura di essere umano.

L’autore sottolinea marcatamente il senso di paradosso che si viene a creare nella sua opera:
tutti raccapricciano per le azioni di Jack lo Squartatore,
ma rimangono impassibili di fronte all’orrore quotidiano che hanno davanti agli occhi costantemente.

La morte è una presenza incessante, ignorata perennemente.
A meno che non avvenga violentemente, e non sia causata dall’indifferenza della gente.

Qui trovano senso le parole di Gull stesso:
“un giorno l’uomo, voltandosi indietro, dirà che io sono stato il precursore del Ventesimo secolo”.

Il Novecento sarà il secolo in cui il Male regnerà in maniera assoluta,
attraverso gli orrori delle due guerre mondiali, dell’olocausto,
della bomba atomica, dei genocidi, della guerra fredda, delle ideologie estremizzate.

È emblematica una sequenza: due persone fanno sesso,
la donna sta gemendo, le immagini mostrano poi una chiesa da cui comincia a sgorgare sangue, un mare di sangue
Le due persone sarebbero i genitori di Adolf Hitler,
i quali presumibilmente concepirono il figlio proprio nel periodo in cui avvenivano i delitti di Whitechapel.

Nonostante le bellissime invenzioni teoriche, Moore considera il tutto una semplice opera d’intrattenimento, o ancora,
un metodo per gettare nuova luce su delitti ancora irrisolti.
Basti pensare alla dedica iniziale dello stesso Moore:



“Questo libro è dedicato a Polly Nichols, Annie Chapman, Liz Stride, Kate Eddowes e Mary Jannet Kelly.

Voi e il vostro decesso: di queste cose sole siamo certi.

Buonanotte signore.”
Luminare del tessuto
00martedì 20 aprile 2010 10:33
P.S.
mi son fatto prendere un pò la mano [SM=x1571578]

[SM=x1449914]

fabioeur
00martedì 20 aprile 2010 11:54
Re:
Luminare del tessuto, 20/04/2010 10.33:

P.S.
mi son fatto prendere un pò la mano [SM=x1571578]

[SM=x1449914]




Dale Luminare, Fox, Stuwhima, abbiamo scoperto di avere un'altra passione in comune.

[SM=x1495892]



Luminare del tessuto
00mercoledì 21 aprile 2010 09:29
"Non parlavo con lei, quando parlerò con lei se ne accorgerà perchè la guarderò"

frase abbastanza innoqua
se prununciata da uno qualunque
(sembra una smargiassata, una cafoneria)

ma se te la dice il doctor lecter [SM=x1539155] [SM=x1539155] [SM=x1539155]



E si caro Fabio [SM=x1495892]

tornardo al grande schermo il mio preferito è senza ombra di dubbio
Sir Anthony



P.S.
c'è una cosa "strana"
hanno passato in tv un sacco di volte
sia il silenzio degli innocenti che red dragon, ma mai hannibal (boh... [SM=x1272149] )


fabioeur
00giovedì 22 aprile 2010 09:12
Re:
Luminare del tessuto, 21/04/2010 9.29:

"Non parlavo con lei, quando parlerò con lei se ne accorgerà perchè la guarderò"

frase abbastanza innoqua
se prununciata da uno qualunque
(sembra una smargiassata, una cafoneria)

ma se te la dice il doctor lecter [SM=x1539155] [SM=x1539155] [SM=x1539155]



E si caro Fabio [SM=x1495892]

tornardo al grande schermo il mio preferito è senza ombra di dubbio
Sir Anthony



P.S.
c'è una cosa "strana"
hanno passato in tv un sacco di volte
sia il silenzio degli innocenti che red dragon, ma mai hannibal (boh... [SM=x1272149] )





Hai ragione, tra l'altro c'è il grande Giancarlo Giannini che secondo me è uno dei più grandi attori che ci siano in assoluto.


Hannibal - The Opera (Vide Cor Meum)
Caricato da mado88. - Guarda altri video musicali in HD!


Luminare del tessuto
00giovedì 22 aprile 2010 14:22
non mi son perso un film del Giancarlo,
anche per me è uno dei grandi, mi piace tantissimo


quando s'incontra col dottor lecter al museo
e lui gli si presenta tutto ben vestito ma
......a piedi nudi [SM=x1496801]


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