I ricchi scemi

Cosi',mi pare,Gianni Brera definiva i presidenti di calcio della sua epoca.

Erano mecenati che per gusto si dedicavano a questo hobby sputtanandosi i soldi guadagnati con la fabbrica o gli investimenti nel mondo.

Ma esistono ancora?

E poi ancora...perche' mai oggi un imprenditore deve buttarsi nel calcio italiano?

Quando chiesero a Briatore perche' invece di una squadra di seconda divisione inglese non avvesse preso una squadra italiana lui rispose "se hai un grande patrimonio e vuoi che diventi un piccolo patrimonio allora investi nel calcio italiano".

Oddio c'e' anche chi col calcio i soldi se li fa'....penso a Gaucci che compro' Nakata per 3 milioni rivendendolo per 40...ed e' solo uno dei suoi tanti colpi....poi penso ad Anconetani,a Rozzi e oggi a Pozzo,Campedelli,Spinelli....

Questa e' gente che sicuro ci tira su del grano col calcio...ma gli altri?

Oggi io credo sia un business se grazie al calcio ottieni visibilita' in altri settori.

Il Milan e' stato parte funzionale di tutto il progetto belusconiano,la seconda squadra di Torino da sempre si identifica con una nota casa automobilistica,Borsano grazie al Toro divenne palrlamentare....

Moratti sicuramente ha speso molto ma e' il pirla di famiglia messo li' per fare in modo che faccia meno danni possibile.....e comunque la Pirelli non credo ci abbia rimesso quando usci' lo spot con Ronnie coi piedi gommati che sovrastava Rio.

Cairo ci ha lasciato soldi col Toro ma ha raddoppiato il fatturato dei suoi giornalacci.....

Poi ci sono i Cragnotti,i Tanzi e anche i Sensi che sicuramente ci hanno messo una valanga di quattrini....

C'e' anche chi di soldi ne ha a valanghe ma tratta la squadra di calcio come un azienda qualunque che deve dare un utile come Garrone della Samp e Garilli del Piacenza.

Oggi si parla molto di questi magnati stranieri ma fino ad oggi e' stato solo fumo....tipo l'albanese di Bologna.

Credo che di ricchi scemi ne siano rimasti ben pochi...