Sedici dipinti, cinque sculture e un'anfora di epoca romana. Più 26 opere di artisti affermati, ma minori. E' questo il tesoro di Tanzi trovato dalla Procura di Parma al termine di una lunga notte di caccia. "Con questa operazione si è rotta una diga", ha commentato il procuratore capo Gerardo Laguardia dopo che finanzieri e carabinieri avevano passato al setaccio diverse abitazioni nel Nord Italia, fermandosi fino alle 4.30 del mattino nella villa di Vigatto, proprietà di Anita Chiesi, moglie dell'ex re del latte.
Giovedì mattina l'ex patron non si è presentato in aula a Parma, dove avrebbe dovuto riferire sulle 19 tele recuperate di recente in tre cantine indicate da Stefano Strini, marito di sua figlia Laura. Intorno alle 22, cinque pattuglie della guardia di finanza hanno bussato alla sua porta: gli inquirenti erano alla ricerca di alcuni quadri di grande valore. Nello scantinato, ben impachettati, ne hanno trovati 12, tra cui un Mirò e un Renoir. Un'opera di Boccioni è invece stata consegnata ai militari dal genero. I più pregiati - un Segantini, un Kandinsky e un Chagall - sono stati sequestrati a Rovereto, a casa di Paolo Dal Bosco, ex consulente d'arte di Tanzi. Altre 26 opere sono state sequestrate nel pomeriggio a Francesca Tanzi: si tratta di dipinti e disegni di artisti contemporanei e del secolo scorso affermati, ma non di grandi maestri.
Gli indagati. La moglie di Tanzi sarebbe stata iscritta nel registro degli indagati. Un atto dovuto e legato alla confisca dei beni anche se la Procura non conferma. Nei guai anche la figlia Francesca, il cui difensore Luca Sirotti è arrivato alla villa attorno a mezzanotte e l'ha lasciata solo dopo le 2, mentre le Fiamme gialle, appostate anche di fronte alla casa di Strini, si sono trattenute fino a notte inoltrata.
Francesca Tanzi, in particolare, rischia molto: aveva ottenuto come pena alternativa alla detenzione l'affidamento in prova ai servizi sociali. Il beneficio le era stato concesso dopo 10 mesi di discussione perchè aveva dimostrato oltre allo spirito collaborativo, il fatto di essere
nullatenente . Le opere sequestrate sembrano smentirla e l'ex dirigente del gruppo Parmatour potrebbe vedersi revocato il privilegio. All'elenco degli indagati va aggiunto quello del mediatore della Versilia in contatto con un misterioso acquirente russo per la vendita del Monet sequestrato una settimana fa. Nel registro degli indagati è stato iscritto anche Dal Bosco. ''Dal punto di vista giudiziario, non sono e non sono mai stato indagato dalla Procura di Parma per riciclaggio - afferma il consulente d'arte -, mentre per l'eventuale accusa di ricettazione, riferibile a sole tre opere, avute da parenti stretti del cavalier Tanzi, avrò modo di chiarire con il magistrato competente la mia totale estraneità".
Da Rovereto a Parma. Mercoledì notte la guardia di finanza e i carabinieri avevano effettuato una prima perquisizione nell'abitazione di Dal Bosco controllando la documentazione relativa agli acquisti delle 19 opere d'arte sequestrate una settimana fa. Ieri pomeriggio le forze dell'ordine, accompagnate dai due pm Vincenzo Picciotti e Lucia Russo sono tornate da lui per prelevare tre quadri oltre a numerosi documenti utili per ricostruire quali e quante opere i Tanzi possano avere acquistato in passato. Quest’ultimo elemento potrebbe essere utile, insieme alle perizie assicurative già sequestrate nel 2003, per capire se all’appello manchino altre tele e se si tratti di opere autentiche. Subito dopo la diffusione delle immagini dei quadri ritrovati, infatti, era divampata la polemica. Per Dal Bosco il loro valore non superava i 5 milioni di euro (LEGGI). Una cifra nettamente inferiore a quella indicata dalla procura di Parma, secondo cui il tesoro doveva valere oltre i 100 milioni (LEGGI).
Il futuro della collezione. Per il mantenimento della “ pinacoteca Tanzi” si sono fatti avanti la Parmalat capitanata da Enrico Bondi e la Sovrintendenza dei Beni Culturali guidata da Lucia Fornari Schianchi. La Procura ha deciso di affidare custodia e manutenzione di tutte le opere sequestrate a quest’ultima mentre ora l’idea, già espressa ma non ancora formalizzata, sarebbe quella di poter mettere in mostra tutti i pezzi dei Tanzi. Il ricavato a quanto ipotizzato finora potrebbe andare in donazione all’Ospedale dei bambini voluto e portato avanti dall’associazione Noi per loro. Al termine del processo il ricavato dalla vendita potrebbe essere invece messo a disposizione per il risarcimento ai risparmiatori frodati nel crac del 2003.
Si cercano altre opere. La guardia di finanza è alla ricerca di altre opere d'arte. "L'idea - ha spiegato Laguardia - è che girassero molti quadri appartenenti alla famiglia Tanzi. Dopo il 2003 e il 2004 non c'è stata nessuna perquisizione. All'epoca furono sequestrati tutti i dipinti e i beni di valore trovati nell'abitazione che in seguito furono dissequestrati perché Tanzi riuscì a dimostrare che quei beni appartenevano alla moglie". "Non è da escludere ci siano altre opere in giro – aggiunge il colonnello Massimo Pontillo (AUDIO) delle fiamme gialle di Bologna – anche se parlare del tesoro di Tanzi è una parola grossa. I quadri rappresentano una frazione del presumibile tesoro dei Tanzi”. Il procuratore capo ha invitato a farsi vivi quanti potrebbero avere quadri in qualche modo collegati alla famiglia Tanzi.
AAAAAHHHHHHHHHH COME GODO...LO SAPEVO CHE LASSU
QUALCUNO ESISTE....
AL ROGO LA TROIA MALEDETTA!