E' giusto?

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aston villa
00domenica 30 novembre 2008 14:14
A volte uno si chiede se l’apparenza è un errore. Ma non chiedetelo a mamma Sophie e ai suoi occhi di fuoco. Storie come questa dimostrano solo l’esagerazione della vita e l’imponderabilità del destino.

Mamma Sophie ha un buon marito, una bella famiglia, e una bella casa in un bel paese, Thorenc, su per i bricchi. E’ questa beata normalità che forse la inganna. Quando mette al mondo la prima figlia e la vede di colore scuro, semplicemente ci crede. «Certo, io non riuscivo a pensare che potesse capitare uno sbaglio così a me...»: due genitori bianchi e una figlia mulatta. Ma può succedere? Al papà non sembra possibile, solo lei non ha dubbi.

Gli dicevo, guarda, saranno le mie origini spagnole. Avrò avuto qualche antenato moro senza saperlo». Mamma Sophie è giovane e forte. Dopo la piccola dalla pelle scura ha fatto altri due figli. Tutti bianchi come loro. Il papà guardava la più grande e non ci capiva. «Ogni tanto faceva delle teste così, gli prendeva il muso, continuava a dire che voleva sapere la verità». Mamma Sophie ripeteva le stesse cose. Ma alla fine, per dimostrare al marito che quella bambina di 10 anni era anche figlia sua, le ha fatto fare il test del Dna: «Così la smetterai una volta per tutte. Mi dovrai chiedere scusa». Non c’è mai stata una scusa. Semplicemente, è venuto fuori che non era figlia di nessuno dei due.

Bambini scambiati nella culla, in clinica. Però, la storia comincia solo qui, perché è da allora, da quel momento, che è successo proprio di tutto, quando parte l’inchiesta e i gendarmi scoprono la vera figlia di Sophie, che ormai però non può più essere sua. Il tempo che è passato, poi, ha ucciso pure la giustizia. Perché è troppo tardi per dargliela ed è ancora più tardi per tornare indietro; e cos’è rimasto di vero se non l’inganno e il suo errore, se non queste vite segnate su dei binari finti, come uno pensa che possa capitare solo nei film?

Sophie non sa più che cos’è per la sua figlia vera («Potrò mai essere qualcuno per lei? Ma chi e che cosa?»). E la sua figlia mulatta ha paura che lei non possa essere più sua madre.

Sophie Serrano è una bella signora di 32 anni con un volto un po' ispanico, dai tratti marcati, gli zigomi alti e lo sguardo penetrante. Thorenc, dove vive, è un paese da fiaba. In questo posto, fra i pioppi e gli abeti e le casette belle époque con i muri e i balconi di legno, l’autunno ha già picchiato duro. Almeno l’inverno, qui, non è una promessa da mantenere. Perché in questa storia nessuna promessa è stata mantenuta. Quando Sophie la racconta, dice che vuole tenere i suoi figli fuori da tutto, nell’ultimo tentativo di proteggerli dall’assurdità della vita, dalla sua finzione. «Ha 4 figli nel cuore, ma solo 3 per lo stato civile», ha scritto Nice Matin.

Tutto è cominciato alla maternità della Clinica di Cannes, quando è nata sua figlia, il 4 luglio 1994, 15 giorni prima del previsto. Aveva un giallume strano, come una persona diventata gialla dalla bile, una sorta di itterizia. Per curarla i medici l’hanno piazzata sotto dei raggi speciali in una stanza apposita. «E’ durata una settimana quella cura, e in quei giorni non la vedevo, non la potevo avere vicino a me. Dopo una settimana ci hanno rimandato a casa. Problema risolto, mi hanno detto. Appena l’ho rivista, ho subito avuto un dubbio, perché m’è sembrato che avesse molti più capelli di quand’era nata. L’ho fatto presente, e mi hanno risposto che era normale. Avevo fiducia nei medici. Anche il colore della pelle mi sembra più scuro. Ma ho ritenuto che fosse abbronzata dai raggi».

Il problema comincia dopo l’esame del Dna, nel 2004, «uno choc terribile per tutti. La prima impressione è stata quella di perdere la mia bambina. Immaginate il colpo: volevo dimostrare a mio marito che lui era il padre, e scopro che nemmeno io sono la madre. Sono crollata, sono finita in depressione. E mia figlia è rimasta traumatizzata, è precipitata nell’angoscia dell’abbandono. Ho cercato di rassicurarla, le ho continuato a ripetere che l’amavo con tutto il mio cuore, che quando si diventa madre una volta lo si resta per sempre, che questo Dna non avrebbe cambiato niente e che io non avrei potuto vivere senza di lei». Solo che nel frattempo è scattata l’inchiesta della magistratura, partendo dall’unica spiegazione possibile, quella dello scambio dei bambini al momento della nascita («la clinica non mi ha nemmeno chiesto scusa»): e le indagini hanno trovato la vera figlia di Sophie. Mamma Sophie la incontra: «All’inizio è stata una emozione bellissima, eravamo tutte e due felici. Ma poi è cominciato il difficile. Io non potevo essere sua mamma. Lei aveva già una mamma. Vorrei essere qualcosa per lei. Ma che cosa? E lo stesso discorso vale per l’altra mia figlia. Io sono sua madre adesso. E’ la vita che lo ha deciso».

Anche perché, nella sua assurdità, il destino realizza l’ennesimo effetto ponderabile. Il rapporto con la figlia più grande, quella mulatta, diventa il più solido di tutti, un rapporto tenero e forte insieme, che la rinsalda alla vita e la rafforza nel coraggio: «È cresciuta, ed è diventata una ragazza molto bella e molto in gamba. Ha un carattere forte, mi sostiene e anch’io cerco di aiutare lei».

Dal 2004, in questi 4 anni, Sophie ha battuto la testa contro il muro, ha cercato qualcuno che l’ascoltasse, che le spiegasse quello che era successo, che desse un senso all’apparenza e al suo inganno. «Ma oggi non sono rimasta che con me stessa. Sono l’unica persona che mi ascolta». Ed è questo che è capitato. Che la risposta che ha trovato non è servita a niente, non ha salvato nessuno, non ha cambiato l’errore. Bisogna viverci assieme, con l’errore. Solo questo.
Salserissima
00domenica 30 novembre 2008 16:33
Ma fare l'esame prima no??? [SM=x1571567]
enmanuel
00domenica 30 novembre 2008 21:00
Azzo che storia!!

Da un lato continui sicuramente a voler bene alla figlia che credendo tua hai cresciuto.

Dall'altro scopri che hai un'altra figlia e non sai quasi nulla di lei...
fabioeur
00lunedì 1 dicembre 2008 11:14
Negli ospedali succede questo e altro...non mi fate parlare. [SM=x1495893]
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