Brasile gran paese

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lampo155
00mercoledì 18 novembre 2009 22:07
Han concesso l'estradizione per battisti. gesto giusto e civile, da paese serio qual il brasile attuale e'.

Me ne ero accorto a Luglio che il brasile attuale e' un gran bel paese, governato bene e con forti tentantivi per permettere una crescita sostenibile e sociale

Bravo Brasile, fateci un giro se vi capita, rimarrete piacevolmente stupiti...
aston villa
00giovedì 19 novembre 2009 10:51
La decisione finale sull'estradizione di Cesare Battisti spetta al presidente brasiliano Lula. Lo hanno stabilito - con un verdetto di 5 contro 4 - i giudici del Tribunale federale supremo, che in precedenza avevano determinato l'estradabilità dell'ex terrorista poiché i crimini da lui commessi sono "reati comuni, non politici". La Corte Suprema ha ritenuto di dover sottoporre a ratifica del presidente la decisione a favore dell'estradizione in Italia, per rispetto dei poteri che la Costituzione gli riserva nei rapporti internazionali.

La decisione dei giudici. I giudici hanno considerato la delicatezza del caso di specie, e la necessità di definire se l'estradizione sia possibile solo per i reati comuni contestati dall'Italia a Battisti o anche per quelli di natura politica. A favore della ratifica presidenziale si sono pronunciati i giudici Carmen Lucia, Eros Degree, Carlos Ayres Britto, Joaquin Barbosa e Marco Aurelio Mello.

Reati "non politici". Battisti è condannato in contumacia all'ergastolo, in Italia, per quattro diversi omicidi. I giudici hanno stabilito che i reati per cui è stato condannato non sono di natura politica. Per questo lo status di rifugiato politico, concessogli a gennaio dal ministro brasiliano della Giustizia Tarso Genro, non è da considerarsi legittimo.

Sì all'estradizione. Per il via libera all'estradizone (5 voti a 4), determinante è stato il parere del presidente del Tribunale, Gilmar Mendes. "Ho votato a favore dell'estradizione. Nessuno può attribuire a questi crimini di sangue, commessi in forma premeditata, il medesimo carattere di un reato politico", ha detto a margine della sessione. A Roma, la notizia della sentenza è stata accolta con un lungo applauso nell'aula di Montecitorio.

La difesa. "Porteremo a Lula gli elementi che dimostrano che la decisione giusta è quella del rispetto dei diritti umani, quella di non consegnare Battisti all'Italia", ha detto l'avvocato di Battisti, Luis Roberto Barroso, al termine dell'udienza. "Abbiamo dalla nostra parte argomenti giuridici, non di pressione politica", ha aggiunto Barroso, che ha precisato: "La decisione è comunque nelle mani di Lula, e non commetterò un errore di mancanza di cortesia dicendo al presidente quello che deve fare".
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La condanna in Italia. Battisti è stato condannato in Italia come responsabile di quattro omicidi: quello del maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro, quello del macellaio di Mestre Lino Sabbadin, quello del gioielliere milanese Pierluigi Torregiani, e infine, sempre a Milano, quello di Andrea Campagna, agente della Digos.

Le parole di Lula. Da Roma, dove ha partecipato al vertice Fao sulla sicurezza alimentare, Lula aveva dichiarato di non volersi opporre alla sentenza del Tribunale, malgrado si fosse già espresso contro l'estradizione. "Se la sentenza della Corte sarà decisoria, allora non si discute, si applica", aveva detto.

Parlamentari in visita a Battisti. Battisti, in sciopero della fame da sabato scorso, aveva ricevuto oggi la visita di alcuni parlamentari brasiliani, che hanno riferito alla stampa locale di averlo trovato "magro, pallido, ansioso e debilitato, ma disposto a portare avanti la protesta fino alle estreme conseguenze". "Ha anche sospeso i trattamenti medici", hanno aggiunto i parlamentari.

Il dibattimento. Giovedì scorso, l'Alta Corte brasiliana aveva sospeso il dibattimento dopo il voto di Marco Aurelio Mello che aveva riportato in equilibrio la situazione, con quattro giudici a favore dell'estradizione e quattro contrari, un astenuto e un assente. Contro il voto di Mendes in favore dell'estradizione, la difesa di Battisti aveva presentato ricorso nella seduta della settimana scorsa, sostenendo che il "voto di spareggio" è previsto solo per materie costituzionali. Il ricorso è stato però respinto, perché secondo i giudici della Corte il criterio di costituzionalità era soddisfatto.
aston villa
00sabato 21 novembre 2009 11:24
Sulla vicenda Battisti restano molte nuvole all'orizzonte. Secondo una fonte anonima citata dalla Reuters, il presidente Lula starebbe pensando di non firmare il provvedimento di estradizione dell'ex terrorista italiano. Due giorni dopo il sofferto via libera da parte del Tribunal Supremo Federal, il leader brasiliano deve decidere se confermare o respingere la sentenza dell'Alta Corte. Una conferma della propensione del governo di Brasilia a non assecondare la richiesta di estradizione, arriva anche dal ministro della giustizia brasiliano, Tarso Genro, secondo cui l'esecutivo guidato da Lula preferirebbe dire di no «per motivi politici e umanitari» e questo a causa del «rafforzarsi del fascismo» in Italia.

«FASCISMO IN ITALIA» - «L’Italia non è un Paese nazista o fascista - ha spiegato Genro all'Estado di San Paolo, uno dei principali quotidiani del Paese -, ma si constata un aumento preoccupante del fascismo in una parte della popolazione italiana, anche in settori del governo». La data per la decisione definitiva da parte del presidente Luiz Inacio Lula da Silva non è ancora stata fissata: occorrerà attendere quanto meno la pubblicazione della sentenza; nel frattempo i legali di Battisti - in attesa comunque di processo per falsificazione di documenti - chiederanno la scarcerazione per amnistia; in seconda battuta è probabile la richiesta di ammissione al regime di arresti domiciliari. Secondo Genro la decisione di Lula sarà «solitaria» e «sovrana», un «giudizio politico come dirigente della politica estera del Paese», con il solo vincolo di consultare l’Avvocatura Generale dello Stato. Incontrando la stampa, Genro è tornato all'attacco, affermando che sul caso dell'ex terrorista rosso «alcuni ministri» italiani evidenziano «una netta intenzione persecutoria» e uno spirito di «vendetta».

LA MELINA DI LULA - Luiz Inacio Lula da Silva - scrive invece il quotidiano carioca Globo - non ha fretta di prendere una decisione ed è alla ricerca di argomenti giuridici per difendere l'idea che Battisti meriti l'asilo in Brasile. La decisione di Lula dello scorso gennaio di accordare a Battisti lo statuto di rifugiato si basava su una raccomandazione del ministro Genro, un uomo di sinistra molto influente e suo alleato politico, tanto più in vista delle elezioni politiche e presidenziali del prossimo anno.

TEMPI LUNGHI - Comunque, al di là di possibili colpi di scena che evidentemente non sono esclusi, l'eventuale riconsegna a Roma avrebbe comunque, assicurano più fonti, tempi lunghi. Sulla scia dell'udienza della corte brasiliana (il Supremo Tribunal Federal o Stf, ndr), a Brasilia è stata la giornata dei rumors, interpretazioni e analisi. La domanda chiave è cosa farà ora Lula. C'è chi sostiene che il presidente si pronuncerà solo nel 2010, in attesa della pubblicazione del decreto da parte dell'Stf, che sui casi complessi - come capitato di recente su una riserva indigena in Amazzonia - può anche lasciar passare dei mesi tra il momento di una decisione e quello della pubblicazione del relativo decreto.

LE IPOTESI - Secondo altre fonti, Lula potrebbe anche cancellare lo status di rifugiato politico a Battisti, senza però riconsegnarlo in Italia, lasciando pertanto che l'ex terrorista continui a risiedere in Brasile, ma «per ragioni umanitarie». Esperti citati dal quotidiano Folha de S.Paulo hanno d'altra parte fatto notare che il trattato d'estradizione firmato da Italia e Brasile nel 1989 permetterebbe a Lula di bloccare la riconsegna a Roma di Battisti: ma solo - si precisa - se il presidente sostiene allo stesso tempo che l'ex terrorista debba affrontare in Italia «atti persecutori e di discriminazione per ragioni di opinione politica».
lampo155
00domenica 22 novembre 2009 15:17
...forse ho cantato vittoria troppo presto...vedremo... [SM=x1594404]
aston villa
00martedì 24 novembre 2009 10:04
Dopo l'appello a interrompere lo sciopero della fame lanciato da Lula qualche giorno fa, Battisti oggi ha ripreso a mangiare.«Non è il momento in cui possiamo ricevere questo tipo di pressioni», aveva affermato in un’intervista alla radio ’Metropol e Excelsior’ il presidente brasiliano. Cesare Battisti ha interrotto lo sciopero della fame iniziato undici giorni fa per protestare contro la richiesta di estradizione presentata al Brasile dal governo italiano. Lo riporta l’edizione online del Folha de Sao Paulo. Il senatore brasiliano José Nery ha confermato al Folha online che l’ex terrorista rosso ha annunciato la fine dello sciopero in un comunicato. «Ho ricevuto la conferma che Battisti ha sospeso lo sciopero della fame», ha detto il senatore, precisando che Battisti lo ha fatto di sua spontanea volontà e che «confida nelle autorità brasiliane».

L’ex terrorista dei Pac aveva iniziato la protesta il 13 novembre, prima che il Supremo tribunale federale (Stf) brasiliano si pronunciasse in favore della sua estradizione in Italia, lasciando però l’ultima parola al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Dopo 10 giorni di sciopero della fame lo stato di salute di Cesare Battisti è «fragile». Questo il bollettino con cui il medico del carcere di Papuda, Jose Flavio Souza, ha negato l’autorizzazione al trasferimento dell’ex terrorista rosso a Rio de Janeiro dove avrebbe dovuto partecipare al processo accessorio per uso di documenti falsi. Il dott Flavio, riporta il sito web Terra, ha sconsigliato il viaggio «per non aggravare le condizioni di salute» di Battisti, che dopo l’autorizzazione all’estradizione del Supremo Tribunal Federal è in attesa di una decisione del presidente Inacio Lula da Silva.

Il processo carioca è legato al fatto che, nel momento di entrare in Brasile, nel 2004, l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) aveva usato un passaporto falso. Al presidente brasiliano spetta l’ultima parola sull’estradizione di Battisti ed è in suo potere decidere di annullare la sentenza dell’Alta corte e di confermare l’asilo politico all’ex terrorista dei Pac, condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi.
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