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Professori emergenti e formazione istantanea

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2010 14:08
12/02/2010 21:17
 
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YOANI SANCHEZ

La riunione è stata sobria e vi hanno assistito diversi rappresentanti della sede municipale del Ministero dell’Educazione. Si udiva un mormorio tra i genitori seduti nelle stesse sedie di plastica che durante la mattina usano i loro figli. Siamo vicini alla data in cui vengono annunciati i posti disponibili per continuare gli studi nelle scuole medie superiori e sembrava che in quell’incontro avrebbero comunicato il numero dei liceali e dei tecnici assegnati alla sede scolastica. La notizia che avrebbe avuto termine l’esperimento dei “professori generali integrali” ci ha colti di sorpresa, perché ormai credevamo che la loro esistenza si sarebbe prolungata fino alla pubertà dei nostri bisnipoti. Formare adolescenti - mediante corsi intensivi - e far loro impartire lezioni che andavano dalla grammatica alla matematica si è dimostrato un clamoroso fallimento.

La gioventù è sempre benvenuta in qualsiasi professione, ma questi professori venivano formati troppo velocemente e molti di loro mostravano poco interesse per tale nobile attività. Di fronte all’esodo dei professionisti dell’educazione in direzione di altri settori che comportano guadagni più interessanti, è nato il programma dei maestri emergenti che ha fatto cadere ancora più in basso la già malridotta qualità dell’educazione cubana. I bambini tornavano a casa e dicevano che nel 1895 Cuba aveva vissuto “una guerra civile” e che le figure geometriche avevano dei “voldes” che noi genitori traducevamo “bordes” (1). Ricordo soprattutto uno di questi educatori istantanei che il primo giorno di scuola confessò ai suoi alunni: “Studiate molto, altrimenti vi succederà come a me che ho dovuto fare il maestro perché non ho ottenuto buoni voti”. Infine, sono arrivate le tele - lezioni e hanno occupato una percentuale molto elevata dell’orario scolastico, dalla freddezza di uno schermo con cui non è possibile interagire.

L’idea era di sostenere, con queste materie trasmesse per televisione, la poca preparazione degli insegnanti che gli studenti avevano di fronte. Il tele professore ha sostituito in molte scuole quello in carne e ossa, mentre i salari del personale docente sono aumentati in materia simbolica e in ogni caso non superano mai l’equivalente di 30 dollari mensili. L’insegnamento è diventato qualcosa di più che un sacerdozio, trasformandosi addirittura in un sacrificio. Per questo, davanti alla lavagna, sono comparse persone che non conoscevano bene l’ortografia e la storia del loro paese. Erano giovani che firmavano un compromesso per diventare maestri, ma che dopo la prima settimana di lavoro si erano già pentiti. Gli incidenti e le deformazioni educative che ha prodotto questo procedimento sono scritti nel libro occulto dei falliti piani rivoluzionari e dei ridicoli annunci produttivi che non si sono mai compiuti. Solo che in questo caso non stiamo parlando di tonnellate di zucchero né di quintali di fagioli, ma della formazione dei nostri figli. Mi fa piacere che il lungo esperimento dell’educazione emergente sia terminato.

Tuttavia, aspetto in gloria che tutte le persone preparate per l’insegnamento lascino il volante del taxi, il bancone del bar o la noia di lavorare in casa per ritornare nelle aule. Mi sentirei più tranquilla se al posto dello schermo televisivo, Teo potesse ricevere tutte le sue lezioni da un ben preparato maestro in carne e ossa. Credo che per ottenere questo risultato dovremo attendere i nostri bisnipoti.


13/02/2010 14:08
 
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Sara'....ma non e' che dall'altro lato del bloqueo le cose vadano meglio...

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Le hanno rifiutato la cattedra di biologia e ad Amy Bishop, la brillante specialista in neurologia laureata al prestigioso ateneo di Harvard, sono saltati i nervi: ha provocato una strage. La donna ha preso un fucile e ha sparato contro i suoi colleghi uccidendone tre, ferendone due gravemente e colpendo, ma in maniera meno grave, anche un dipendente dell’Ateneo.

È successo all’Universita dell’Alabama, a Huntville, e la brillante docente, quasi 40 anni, rischia ora la sedia elettrica. Ad Huntsville la Bishop è piuttosto conosciuta, almeno negli ambienti scientifici ed accademici. Insieme al marito Jim Anderson, responsabile di un laboratorio locale, la donna aveva messo a punto nel 2006 un rivoluzionario incubatore di cellule, battezzato «inQ», piccolo, mobile e poco costoso per la coltivazione delle staminali.

Secondo i testimoni, la docente ha sparato contro i suoi colleghi, provocando la strage, dopo avere appreso che non avrebbe ottenuto la cattedra, rischiando verosimilmente di essere licenziata l’anno prossimo, come prevede il sistema in vigore nella maggior parte delle Università statunitensi. Secondo il portavoce dell’Ateneo, Ray Garner, la donna è stata arrestata e una seconda persona è stata fermata, ma non è chiaro se è coinvolta nella strage. Si tratterebbe del marito dell’assassina, Jim Anderson, secondo alcune fonti.

Non ci sarebbero altre vittime: la polizia ha isolato il palazzo della strage, lo Shelby Center di matematica e di scienze, e tutte le classi sono state ispezionate. Il campus è chiuso è c’erano pochi studenti al momento del dramma. Le tre vittime erano colleghi della donna, come anche i due feriti gravi. Il ferito leggero è membro del personale dell’Università, ma non fa parte del corpo insegnante. Nessun studente è stato ferito.

I fatti si sono verificati intorno alle 16:00 locali, le 23:00 italiane, al terzo piano dello Shelby Center, il palazzo che ospita le facoltà di matematica e di scienze, durante un seminario di biologia, secondo le prime indicazioni. Il campus rimane chiuso fino a nuovo ordine, ha precisato il portavoce dell’Ateneo.
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