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RUGBY: ITALIA-NUOVA ZELANDA 14-11-09 TUTTO ESAURITO

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2009 17:55
14/11/2009 14:40
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!

MILANO - "Settantacinquemila spettatori per un incontro di rugby non li ho mai visti neanche in Sudafrica". Nick Mallett, sudafricano e Ct dell'Italia, è entusiasta e forse un po' preoccupato dall'evento di sabato 14 novembre: San Siro tutto esaurito per la sfida agli All Blacks della Nuova Zelanda, più che una squadra una leggenda dello sport.

Inizio ore 15




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"Mama mama, me dijeron puta barata!"
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14/11/2009 17:38
 
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L'Argonauta
sono riuscito a vedere un po' verso la fine, dal commento che ho sentito sembra che l'Italia,pur perdendo 6-20, abbia giocato alla grande, meno male altrimenti chissa' come finiva [SM=x1272147], comunque e' sempre uno spettacolo vedere gli All Black..

stadio stracolmo...a dimostrazione che anche sport di secondo piano come il rugby possono riempire uno stadio e soprattutto da persone amanti dello sport.

14/11/2009 20:20
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Poteva finire peggio ma anche meglio visto che l' Italia è stata a ridosso della meta neo zelandese diversi minuti fino a che non è terminato il tempo. Comunque mi sembra che li abbiano contenuti abbastanza bene.

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16/11/2009 11:47
 
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maledetto arbitro [SM=x1449910] !!!!doveva darci una meta tecnica!!!!!non avremmo vinto ma il risultato sarebbe stato diverso...più contenuto...
va beh....sempre forza azzurri [SM=x1496805]
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"La terra più bella che occhi umani abbiano mai visto"
17/11/2009 15:11
 
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Avessi un figlio questo e' uno sport verso quale lo indirizzerei.
17/11/2009 17:24
 
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Re:
aston villa, 17/11/2009 15.11:

Avessi un figlio questo e' uno sport verso quale lo indirizzerei.




[SM=x1543714] è quello che penso anch'io ogni volta che vedo una partita in tv!!! questo è uno sport che ha dei valori,dei comportamenti,dei rituali che il nostro amato calcio non sa proprio cosa siano!!!!
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"La terra più bella che occhi umani abbiano mai visto"
17/11/2009 17:44
 
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Re: Re:
nice44, 17/11/2009 17.24:




[SM=x1543714] è quello che penso anch'io ogni volta che vedo una partita in tv!!! questo è uno sport che ha dei valori,dei comportamenti,dei rituali che il nostro amato calcio non sa proprio cosa siano!!!!



[SM=x1543714] [SM=x1572480]
17/11/2009 18:06
 
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Ciuf Ciuf, Tcen Tcen!
Ricordo che ne parlavo con un tifoso praticante di rugby.

Lui mi rispose: "Vero, però se cominciano ad arrivare i soldi il giocattolo si rompe".

E' successo al calcio che non è certo quello di vent' anni fa. Speriamo che il rugby resti uno sport noto ma non troppo noto.

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22/11/2009 11:13
 
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Nonostante tutto, i ventidue punti che alla fine del test-match di Udine separano l'Italia dai campioni del mondo del Sudafrica (10-32) rappresentano la conferma dei progressi della nostra pallaovale, che nel giro di una settimana è riuscita a mettere in difficoltà i due giganti di questo sport. E che anche oggi ha offerto uno straordinario spettacolo di pubblico ed entusiasmo. L'Italia del rugby è oggi consapevole di avere un pacchetto di mischia eccellente, soprattutto nelle fasi ordinate, alcuni fuoriclasse assoluti - Parisse, Castrogiovanni -, molti buoni giocatori ma anche qualche elemento modesto.

I PUNTI DEBOLI - Il problema è che in un meccanismo delicato come una squadra di rugby tutti gli ingranaggi devono funzionare simultaneamente. Quando qualcosa non va o semplicemente non è all'altezza, il macchinario rischia di incepparsi. Troppo ingenuo e provinciale Favaro, espulso per dieci minuti subito in apertura. Troppo modesti Picone in mediana e Pratichetti all'ala - i loro avversari di oggi erano due stelle come Fourie du Preez e Brian Habana -, troppo svagato nei calci Gower. Ci sono stati momenti di grande gioco ed energia, ma - a differenza dell'incontro con gli All Blacks di Milano - pure vuoti colpevoli e un po' di fatica nel finale di gara. E però, questa Italia continua a macinare gioco e consensi. Adesso l'attenzione è tutta per sabato prossimo: ad Ascoli gli azzurri affrontano i potentissimi ma abbordabili isolani delle Samoa. E questo è un match da vincere assolutamente, basta con le trionfali sconfitte.

IL PRIMO TEMPO - La consapevolezza di trovarsi al centro di una bufera di emozioni - i complimenti di sabato scorso con gli All Blacks, l'attenzione di tutto il mondo sportivo italiano, la sfida con i campioni del mondo - ha confuso in partenza le idee agli azzurri. Sul calcio d'inizio di Steyn, Zanni non ha raccolto al volo l'ovale. Pareva un segnale, è diventato qualcosa di più solo tre minuti più tardi: quando Favaro, in campo al posto di Mauro Bergamasco, ha colpevolmente placcato in ritardo Fourie du Preez. Un intervento violento ed inutile, che è costato dieci minuti di espulsione temporanea per il numero 7 italiano. Gli Springboks ne hanno cinicamente approfittato, lanciando sulla sinistra il loro uomo-ghepardo - Habana, duello impari con Pratichetti -, planato in mèta al 5', e raddoppiando nemmeno dieci minuti più tardi con Fourie, il gigantesco secondo centro. Incerta sulle rimesse laterale e soprattutto nei calci di spostamento - sotto accusa la coppia mediana Picone-Gower -, l'Italia si è aggrappata alla criniera del suo leone, Martin Castrogiovanni. Che piegando in due nella prima mischia ordinata il suo povero avversario diretto (l'esordiente Wiam du Preez) ha lanciato un chiaro segnale a tutti: il pacchetto degli avanti azzurri è in grado di asfaltare qualsiasi avversario. Se ne è accorto il Sudafrica, messo chiaramente in difficoltà e più volte spazzato via, così com'era accaduto con la Nuova Zelanda. Forte dei suoi otto omoni, e di uno straordinario Sergio Parisse, gli azzurri - di nuovo in quindici - hanno chiuso gli avversari nella loro area dei 22 metri. Nonostante gli errori al piede di Gower, nel finale del primo tempo è arrivata una stratosferica mèta in pezzo ai pali, frutto di una finta a vuoti di Sgarbi e di un incrocio tra l'apertura di origine australiana e Garcia.

LA RIPRESA - Il secondo tempo si è aperto con un calcio piazzato di Steyn ma una pronta reazione degli azzurri regalava un una punizione, e tuttavia gli errori dalla piazzola - nonostante McLean - continuavano. Sfumava la possibilità di riagganciare i campioni del mondo, e un'ingenuità imperdonabile a questi livelli - Geldenhuys che apre un lungo pallone per Mirco Bergamasco invece di giocare intorno alla mischia, con Picone risucchiato nel raggruppamento, e Mirco che calcia lontano ma non abbastanza - apriva il fianco ad un micidiale contrattacco ospite: da Rossouw per Habana, poi Fourie du Preez ancora in mèta in mezzo ai pali. Gower tornava a calciare, ed erano tre punti azzurri, nel finale però veniva un po' a mancare il fiato e - complici alcuni cambi - gli Springbocks segnavano ancora con Olivier. I 22 punti di scarto rappresentano comunque la seconda "miglior" sconfitta dell'Italia in termini di passivo nei confronti con il Sudafrica. Man of the match, il centro Jacque Fourie.

IL TABELLINO
Marcatori: 5' mèta Habana, 14' m. Fourie trasformata da Steyn, 32' m. Garcia tr. Gower; 5'st calcio piazzato Steyn, 14' st Fourie du Preez tr. Steyn, 21' st c. p. Gower, 27' st c. p. Steyn, 36' st mèta Olivier tr. Pienaar
Italia: McLean - Pratichetti, Sgarbi, Garcia, Mirco Bergamasco - Gower, Picone (17' st Tebaldi) - Parisse, Favaro (22' st Mauro Bergamasco), Zanni (35' st Sole) - Geldenhuys, Del Fava (35' st Pavanello) - Castrogiovanni (1' st Rouyet), Ongaro (10' st Ghiraldini), Perugini (25' st Castrogiovanni).
Sudafrica: Kirchner - Pietersen, Fourie, Jacobs (27' st Olivier), Habana - Steyn (27'st Pienaar), Fourie du Preez (38' st Hougaard) - Kankowski (10' st Deysel), Rossouw, Brussow - Bekker, Botha (10' st Matfield) - Smit, Strauss (22' st BJ Botha), Wian du Preez (22' st Mtawarira).
Arbitro: Rolland (Irlanda)
22/11/2009 11:52
 
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L'Argonauta
non ho visto la partita, giocare contro i campioni del mondo ci sta perdere anche se parlando di miglioramenti, partita ben giocata, 22 punti mi sembrano una enormita'.

La prossima e' con le isole Samoa con la quale l'Italia non ha mai vinto ma secondo gli esperti questa potrebbe essere la volta buona...
tanti auguri azzurri...
29/11/2009 17:55
 
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Serviva vincere, abbiamo vinto, 24-6 contro Samoa, il Paese da 185.000 abitanti che ci stava fastidiosamente davanti nel ranking mondiale e che grazie ai punti di scarto - ne servivano 15 - abbiamo superato planando al numero 11.

Serviva vincere, perché era una cosa che non riuscivamo a fare da 525 giorni, da 13 partite, e allora va benissimo così. Il digiuno è rotto, e importa meno, per oggi, che il pasto sia stato così così, non saporitissimo, non speziato: ci siamo tolti la fame.

Merito soprattutto di due mete, la prima di Luke McLean, il nostro estremo, che al minuto sette del primo tempo, quando eravamo già in vantaggio 3-0 grazie a una punizione piazzata dall'inedito piede Mirko Bergamasco, si è infilato in slalom come neppure Stenmark fra i samolani, piantati sulla pelouse del Del Duca come palettoni in jersey blu. La seconda in chiusura, al trentasettesimo del secondo tempo - con Samoa in 14 dal ventesimo per un cartellino rosso (!) a Fa'afili, autore di un placcaggio omicida al collo di McLean -, una meta tecnica strappata dalla nostra molto famosa mischia. Più o meno la stessa meta - stessa posizione nel campo e nel tempo - che l'arbitro Dickinson ci aveva negato contro gli All Blacks a San Siro. «Ma oggi avanzavamo di più», ha buttato lì sornione Nick Mallett. «Impossibile non fischiare. Oggi la meta tecnica ce l'avrebbe data anche Mister Dickinson».

Gli All Blacks sono gli All Blacks, Samoa è Samoa. In tutti i sensi. Alla vigilia ci eravamo spaventati troppo, ci eravamo fatti impressionare dalla mancanza pesante di capitan Parisse (che oggi a Milano si opera al legamento, la previsione è di 4-6 mesi di stop) e dai tre precedenti, dalle tre sconfitte contro gli isolani. Che invece ieri, haka a parte, sono sembrati una squadra piccolina.
L'Italia si è installata nella metà campo dei pacifici per 55 minuti su 80, e non ha mai avuto paura di perdere. Ha difeso alla grande, come già contro Nuova Zelanda e Sud Africa, ha replicato gli stessi errori al piede dei primi due test match, migliorandosi un filo grazie a un bel drop del mediano di mischia Tebaldi, alla fine man of the match.

Bergamasco junior, che con lo Stade Francaise qualche volta piazza, ma in Nazionale era vergine di tomaia, ha infilato i pali due volte su cinque, Gower una su due. Con Samoa può bastare, con nazioni ovali più consistenti probabilmente no. Ma oggi contava solo il risultato, il tormentone è quello. «Ho visto una squadra che voleva vincere e lo ha fatto», insiste come un martello Mallett. «Abbiamo proseguito con grande efficacia il lavoro fatto in tournèe a giugno. Certo, abbiamo sbagliato qualche calcio importante perdendo terreno e mettendoci pressione da soli, anche se Gower ha giocato bene al piede. Mirco Bergamasco deve ancora migliorare, ma ha le potenzialità per essere un buon calciatore».

Restiamo una squadra di mastini, di difensori assoluti, non di virtuosi. Trapattoniana per necessità, oltre che per virtù. Di buono c'è che ieri Ghiraldini ha retto bene i gradi di Parisse, che a bordo campo agitava le stampelle come un Achab ipermuscolato, meritandosi la promozione del ct: «Leonardo ha dimostrato di essere adatto al compito, sarà lui il capitano nel Sei Nazioni». Capitano anche nell'eloquio: «Siamo scesi in campo con la felpa de L'Aquila, in settimana abbiamo visitato i luoghi del terremoto e vedere le cose dal vivo è diverso che vederle in televisione. Abbiamo giocato anche per loro». Il Sei Nazioni, dove ci aspetteranno avversari decisamente meno turistici, meno croccanti di Samoa, è lontano ancora due mesi. Accontentiamoci di questo spuntino.
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