|
Nonostante tutto, i ventidue punti che alla fine del test-match di Udine separano l'Italia dai campioni del mondo del Sudafrica (10-32) rappresentano la conferma dei progressi della nostra pallaovale, che nel giro di una settimana è riuscita a mettere in difficoltà i due giganti di questo sport. E che anche oggi ha offerto uno straordinario spettacolo di pubblico ed entusiasmo. L'Italia del rugby è oggi consapevole di avere un pacchetto di mischia eccellente, soprattutto nelle fasi ordinate, alcuni fuoriclasse assoluti - Parisse, Castrogiovanni -, molti buoni giocatori ma anche qualche elemento modesto.
I PUNTI DEBOLI - Il problema è che in un meccanismo delicato come una squadra di rugby tutti gli ingranaggi devono funzionare simultaneamente. Quando qualcosa non va o semplicemente non è all'altezza, il macchinario rischia di incepparsi. Troppo ingenuo e provinciale Favaro, espulso per dieci minuti subito in apertura. Troppo modesti Picone in mediana e Pratichetti all'ala - i loro avversari di oggi erano due stelle come Fourie du Preez e Brian Habana -, troppo svagato nei calci Gower. Ci sono stati momenti di grande gioco ed energia, ma - a differenza dell'incontro con gli All Blacks di Milano - pure vuoti colpevoli e un po' di fatica nel finale di gara. E però, questa Italia continua a macinare gioco e consensi. Adesso l'attenzione è tutta per sabato prossimo: ad Ascoli gli azzurri affrontano i potentissimi ma abbordabili isolani delle Samoa. E questo è un match da vincere assolutamente, basta con le trionfali sconfitte.
IL PRIMO TEMPO - La consapevolezza di trovarsi al centro di una bufera di emozioni - i complimenti di sabato scorso con gli All Blacks, l'attenzione di tutto il mondo sportivo italiano, la sfida con i campioni del mondo - ha confuso in partenza le idee agli azzurri. Sul calcio d'inizio di Steyn, Zanni non ha raccolto al volo l'ovale. Pareva un segnale, è diventato qualcosa di più solo tre minuti più tardi: quando Favaro, in campo al posto di Mauro Bergamasco, ha colpevolmente placcato in ritardo Fourie du Preez. Un intervento violento ed inutile, che è costato dieci minuti di espulsione temporanea per il numero 7 italiano. Gli Springboks ne hanno cinicamente approfittato, lanciando sulla sinistra il loro uomo-ghepardo - Habana, duello impari con Pratichetti -, planato in mèta al 5', e raddoppiando nemmeno dieci minuti più tardi con Fourie, il gigantesco secondo centro. Incerta sulle rimesse laterale e soprattutto nei calci di spostamento - sotto accusa la coppia mediana Picone-Gower -, l'Italia si è aggrappata alla criniera del suo leone, Martin Castrogiovanni. Che piegando in due nella prima mischia ordinata il suo povero avversario diretto (l'esordiente Wiam du Preez) ha lanciato un chiaro segnale a tutti: il pacchetto degli avanti azzurri è in grado di asfaltare qualsiasi avversario. Se ne è accorto il Sudafrica, messo chiaramente in difficoltà e più volte spazzato via, così com'era accaduto con la Nuova Zelanda. Forte dei suoi otto omoni, e di uno straordinario Sergio Parisse, gli azzurri - di nuovo in quindici - hanno chiuso gli avversari nella loro area dei 22 metri. Nonostante gli errori al piede di Gower, nel finale del primo tempo è arrivata una stratosferica mèta in pezzo ai pali, frutto di una finta a vuoti di Sgarbi e di un incrocio tra l'apertura di origine australiana e Garcia.
LA RIPRESA - Il secondo tempo si è aperto con un calcio piazzato di Steyn ma una pronta reazione degli azzurri regalava un una punizione, e tuttavia gli errori dalla piazzola - nonostante McLean - continuavano. Sfumava la possibilità di riagganciare i campioni del mondo, e un'ingenuità imperdonabile a questi livelli - Geldenhuys che apre un lungo pallone per Mirco Bergamasco invece di giocare intorno alla mischia, con Picone risucchiato nel raggruppamento, e Mirco che calcia lontano ma non abbastanza - apriva il fianco ad un micidiale contrattacco ospite: da Rossouw per Habana, poi Fourie du Preez ancora in mèta in mezzo ai pali. Gower tornava a calciare, ed erano tre punti azzurri, nel finale però veniva un po' a mancare il fiato e - complici alcuni cambi - gli Springbocks segnavano ancora con Olivier. I 22 punti di scarto rappresentano comunque la seconda "miglior" sconfitta dell'Italia in termini di passivo nei confronti con il Sudafrica. Man of the match, il centro Jacque Fourie.
IL TABELLINO
Marcatori: 5' mèta Habana, 14' m. Fourie trasformata da Steyn, 32' m. Garcia tr. Gower; 5'st calcio piazzato Steyn, 14' st Fourie du Preez tr. Steyn, 21' st c. p. Gower, 27' st c. p. Steyn, 36' st mèta Olivier tr. Pienaar
Italia: McLean - Pratichetti, Sgarbi, Garcia, Mirco Bergamasco - Gower, Picone (17' st Tebaldi) - Parisse, Favaro (22' st Mauro Bergamasco), Zanni (35' st Sole) - Geldenhuys, Del Fava (35' st Pavanello) - Castrogiovanni (1' st Rouyet), Ongaro (10' st Ghiraldini), Perugini (25' st Castrogiovanni).
Sudafrica: Kirchner - Pietersen, Fourie, Jacobs (27' st Olivier), Habana - Steyn (27'st Pienaar), Fourie du Preez (38' st Hougaard) - Kankowski (10' st Deysel), Rossouw, Brussow - Bekker, Botha (10' st Matfield) - Smit, Strauss (22' st BJ Botha), Wian du Preez (22' st Mtawarira).
Arbitro: Rolland (Irlanda) |