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Estinguiamoci....forse e' meglio...

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2010 18:38
08/11/2008 16:55
 
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TORINO
Costretti a vivere in due con 700 euro al mese. Con affitto e bollette da pagare. Con una bambina di 8 anni a casa dei nonni pensionati. Si traduce anche così la crisi che ha colpito tante piccole e medie industrie torinesi. Giovanni Pugliesi ha compiuto ieri 46 anni. Li ha festeggiati sotto la pioggia, con un cappuccio a coprire la testa. Anche lui in mezzo alla strada a protestare, a bloccare Tir e auto sulla circonvallazione tra Santena e Villastellone. E' questa la condizione dei dipendenti della Ages, ditta di stampaggio di gomma e metallo con sedi nel Torinese ed a Asti. Da una settimana i lavoratori vivono davanti all'azienda di via Trinità. Aspettano ancora di ricevere parte dello stipendio di ottobre: ormai ci contano poco. «Come credono che si possa andare avanti in queste condizioni? Ho 46 anni e lavoro per questa società da sempre. Non hanno nemmeno il coraggio di dirci la verità sul nostro futuro». Accanto la moglie, Anna Sellitro. Anche lei, da 14 anni, dipendente Ages. «Da tre anni a questa parte le cose sono andate sempre peggio. Prima lo stipendio era accettabile, adesso non si riesce nemmeno a sopravvivere». Insieme nella vita e sul posto di lavoro. Entrambi all'inizio degli Anni 90 sono entrati nello stabilimento Contitech di Ciriè. Si sono sposati nel 1996. Poi la prima crisi e l'arrivo a Santena. Nuovi sogni: una casa a Torino, la nascita di Alessia. Lui lavora per la rifinitura delle tubazioni, lei nel reparto di stampaggio. Nel 2006 il passaggio di proprietà da Continental ad Ages Spa. Oggi la loro condizione economica è precipitata. «A gennaio riuscivamo ancora ad arrivare a 1300, 1200 euro al mese. In due sia chiaro. Adesso ci dobbiamo accontentare di 700 euro» racconta Anna. «Adesso viviamo come persone umiliate. Ridotte a dover regalare una figlia di appena otto anni ai nonni che abitano a Collegno.

A dover chiedere aiuto per tutto: cibo, bollette, vestiti. Non è possibile che una coppia che si sta avvicinando ai 50 debba ancora dipendere dai genitori. Anche loro poverini sono dei semplici pensionati, non possono fare l'impossibile». Anna e Giovanni abitano in un appartamento di proprietà della cooperativa Di Vittorio. «Dovremmo incontrare un loro rappresentante proprio nei prossimi giorni. La realtà è che adesso non riusciamo più a pagare le rate di questi ultimi mesi. Speriamo che comprendano la situazione e ci vengano incontro, altrimenti non sappiamo davvero dove andare a sbattere la testa». Giovanni e Anna tornano a protestare: in serata tornano a bloccare le strade. La nottata trascorrerà come le altre. Dentro ai gazebo, davanti ai cancelli di una fabbrica che in qualche modo sentono ancora loro.
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