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«Questo è solo l’inizio», firmato «666». E' l’eloquente messaggio, in triplice copia, ritrovato in tasca a Marco Luzi, 25 anni, arrestato dalla polizia dopo aver accoltellato il parroco della chiesa Santa Marcella di Roma, nel quartiere San Saba, don Canio Canistri, 68enne ed altre tre persone, tra cui un agente. Luzi probabilmente si era convinto di essere l’Anticristo. Come riferito in conferenza dai dirigenti della Squadra Mobile Vittorio Rizzi del commissariato Celio, Tiziana Lorenzo e dei Falchi della Squadra Mobile Andrea Di Giannantonio, il giovane, con evidenti disturbi mentali, ha agito così «perchè glielo avrebbero ordinato le voci», forse suggestionato anche dalla visione del film Il Codice da Vinci, in onda in tv, cui l’arrestato ha ammesso confusamente di avere assistito.
Dopo l’arresto gli agenti si recano in casa di Luzi per la perquisizione di rito e trovano sulla scrivania, in perfetto ordine, una serie di oggetti a sfondo mistico-religioso, con allegate alcune didascalie informative preparate durante la notte dal giovane «perchè fossero ritrovate con ogni probabilità -come sostenuto dal dirigente della Squadra mobile Vittorio Rizzi in conferenza stampa- dagli inquirenti, dalla madre o con l’intenzione di lasciarle a futura memoria». Due riproduzioni cartacee dell’affresco L’ultima cena di Leonardo Da Vinci, con un commento sulla presunta falsa identità dell’apostolo Giovanni ispirata al discusso libro Il Codice da Vinci di Dan Brown; chiavi e lucchetti dall’ambiguo significato religioso; quattro pesi «rubati -come leggibile nella didascalia preparata da Luzi- presso la palestre ’Fitness Center’ di via Girolamo Benzoni 49»; infine quattro documenti, non ancora ispezionati dagli inquirenti, recanti i titoli Verità nascoste, Io Anticristo - Breve autobiografia, Predizioni e L’apocalisse: questo quanto sequestrato dalla polizia.
Dovrà rispondere delle accuse di duplice tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni gravi e porto abusivo d’armi. |