Verginelle tutte acqua e sapone

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fabioeur
00giovedì 16 aprile 2009 21:34


Riacquistare la verginità perduta? Oggi l'alternativa al bisturi c'è: si tratta di una saponetta "miracolosa" che promette di restituire a donne deflorate un imene intatto. Una lavata, insomma, e non pare nemmeno adoperata

Più dei cellulari, più dei chador e di qualsiasi altro prodotto di largo consumo, il must have dei Paesi mediorentali e in generale a tradizione islamica è una saponetta. Magica, miracolosa, si dice. Lungo le vie del Cairo non è infatti infrequente imbattersi in grandi cartelloni pubblicitari in cui, sullo sfondo di una figura femmininile, campeggia la foto della Virginity Soap, un detergente intimo che promette di ridare la verginità alle donne che l'abbiano (malauguratamente o felicemente) perduta.

Il prodotto, rintracciabile sugli scaffali di un qualsiasi supermercato, pare vada per la maggiore: segno di quanto sia avvertita l'esigenza di presentarsi intatte come bambine davanti al futuro consorte. E non è improbabile che all'articolo non siano interessate solo le promesse spose, particolarmente in apprensione, ma anche, perché no, donne più mature desiderose di regalare a se stesse e al marito una seconda prima-volta: con una semplice lavata, infatti, l'effetto molto astringente della Virginity Soap può effettivamente ricompattare la membrana come se non fosse mai stata deflorata.

«Utilizzata con soddisfazione da centinaia di migliaia di donne in Medio Oriente e in Asia - recita il lancio pubblicitario -, la Virginity Soap restituisce passione giovanile, rinverdisce l'erotismo e intensifica l'esperienza sessuale»: insomma, più collaudata e promettente di un amante. A zero rischio, per giunta. In Kenya, invece, e nei Paesi africani il successo della saponetta è legato all'infausta e vasta diffusione dell'Hiv: un'adolescente che possa dirsi vergine (in modo più o meno fraudolento) è una candidata al matrimonio che garantisce anche della propria salute.

Se la paura dell'Aids rende ragione, nel continente africano, del ritorno alla verginità come valore, in Occidente sono i riflussi religiosi o l'anticonformismo di ritorno a ridare ribalta alla difesa dell'illibatezza. E qualche buontamp0na in cerca di visibilità arriva anche a mettere la propria verginità all'asta dietro lauto compenso, come fosse un raro e appetito trofeo per maschi rampanti, alquanto annoiati dalla disponibilità sessuale delle coetanee.

Del resto l'unica alternativa praticabile è l'imenoplastica, ossia la ricostruzione chirurgica dell'imene. Medici compiacenti e discreti non mancano certo, ma la loro opera e il loro silenzio vanno generosamente pagati. Una saponetta, invece, è alla portata della tasca di chiunque: basta, passata la cassa, farla scivolare in borsa e il gioco è fatto.

Un compromesso, certo, con l'oscurantismo culturale maschilista: tuttavia se le condizioni sociali sono proibitive e il rischio è quello di essere abbandonate dai padri, ripudiate dai mariti o addirittura uccise, il femminismo può attendere. Almeno fino a che non sia finita la saponetta dei miracoli.

fabioeur
00giovedì 16 aprile 2009 21:36
Egitto. Come ti rifai la verginità? Con il sapone.

marzo 28, 2009 · Stampa questo Articolo

Il Cairo, sabato 28 marzo, ore 17:20. Girovagando nel reparto di cosmesi di uno dei tanti hypermercati della capitale egiziana ecco che ci si imbatte in un prodotto che, pare, vada davvero alla grande. The virginity soap, il sapone della verginità.
Ossia, il sapone che dopo che tu, ragazza scellerata, hai consumato l’atto senza attendere di essere sposata con l’uomo che i tuoi genitori avranno scelto per te, ti rimette a posto lì in basso per farti arrivare illibata e fresca come una rosa al giorno delle tue favolose nozze, all’ombra profumata dei giardini d’Al Azhar.

La notizia, che già comunque si conosceva, viene riportata oggi dal quotidiano francese Libération. Questa miracolosa saponetta ha proprietà assai astringenti e va a restringere alla perfezione le mucose dell’imene deflorato. Tutto come nuovo.
Chi ha conoscenza delle tradizioni di un qualsiasi paese islamico, sa bene cosa significhi per una ragazza presentarsi alla notte di nozze senza più essere vergine. Nel migliore dei casi il marito (che il giorno dopo sarà già ex marito) permetterà alla poveretta di restare in casa sino al mattino, quando la riporterà, adirato e oltraggiato, dai suoi genitori. Se invece va male, la ragazza viene messa alla porta subito e si ritrova a passare la sua notte di nozze su un marciapiede, in attesa che il padre o un fratello la vadano a recuperare. E stendiamo un velo pietoso su cosa le succederà in seguito, a lei che ha osato svergognare la sua intera famiglia.
A questo vuole porre rimedio un prodotto come il virginity soap, che non è comunque l’unico rimedio a disposizione. Un po’ ovunque si trovano chirurghi compiacenti pronti - per ingenti somme di danaro - a ricostruire un imene e a tenere anche la bocca chiusa.

fabioeur
00giovedì 16 aprile 2009 21:39
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