Ultimo dramma della bici

Un’altra tragedia del ciclismo. L’ex professionista bergamasco Luca Gelfi, 42enne di Seriate, si è tolto la vita impiccandosi nel suo negozio di biciclette ad Albano S. Alessandro (Bg). Il suo corpo è stato trovato ieri verso le 15 da un socio della sua attività commerciale, che ha cercato di soccorrerlo e ha dato l’allarme. Non si conoscono le cause del suicidio, ma era noto che da tempo Gelfi soffriva di una grave forma di depressione. Pare che l’ex corridore, prima di togliersi la vita, abbia fatto un’ultima disperata telefonata al suo ex patron e amico Carlo Giorgi, che si trovava in Romania. Gelfi lascia la moglie e un bimbo ancora piccolo.

Non era stato un campione, Luca Gelfi, ma un ottimo professionista dal 1988 al 1998, compagno di squadra fra gli altri di big come Saronni, Cipollini, Chioccioli, Ballerini, Fondriest, Leali, Rebellin, Baldato, Zanini, Bertolini, Giovannetti, Tchmil, Velo e Bruseghin, alcuni dei quali sono ancora in attività. In dieci stagioni nella massima categoria, con squadre importanti come Del Tongo, Gb, Eldor e Brescialat, Gelfi ottenne 4 successi fra cui 2 tappe al Giro d’Italia del 1990, poi vinto da Gianni Bugno: la Teramo-Fabriano e la cronometro Grinzane-Cuneo. Fra i piazzamenti ottenuti in carriera, spicca inoltre il secondo posto nella Milano-Sanremo 1993, a soli 4” dal vincitore, l’ex campione iridato Maurizio Fondriest. Conclusa la carriera agonistica, Gelfi era diventato direttore sportivo e da qualche stagione ricopriva il ruolo di general manager dell’ottimo team juniores Fratelli Giorgi.

Essere rimasto fra i protagonisti dell’ambiente al quale aveva dedicato tanti anni da corridore non gli è bastato tuttavia per evitare il grave esaurimento nervoso che ieri gli è stato fatale. Purtroppo si allunga così l’elenco degli ex ciclisti vittime di gravi crisi depressive. Non sono ancora passati 4 anni da quando Marco Pantani moriva vittima della cocaina, il miraggio al quale il Pirata si era aggrappato per dimenticare le ultime umilianti stagioni agonistiche. E prima ancora se n’erano andati, in modi per certi versi analoghi, lo scalatore spagnolo José Maria Jimenez, stroncato da un malore nel 2003 mentre era ricoverato in una clinica psichiatrica, e il suo connazionale Luis Ocaña, sparatosi un colpo di pistola nel 1994 dopo che da corridore era stato l’unico a mettere in difficoltà nelle grandi corse a tappe il Cannibale belga Eddy Merckx.

Molti lati oscuri avvolgono inoltre di misteri anche la tragica fine di Valentino Fois, lo scorso mese di marzo, e i due tentativi di suicidio dell’ex enfant prodige belga Frank Vendenbroucke, da poco rientrato per l’ennesima volta in attività, a 34 anni suonati, dopo essere stato squalificato per doping e aver gettato al vento l’immenso talento che gli aveva permesso di conquistare, ad appena 24 anni, una classica leggendaria come la Liegi-Bastogne-Liegi. «Luca era un bravo ragazzo, gioioso e molto contento di quello che faceva - ha detto ieri Beppe Saronni ricordando Gelfi, suo compagno al debutto fra i professionisti nel 1988 -. Adesso bisognerà capire il perché di quel tragico gesto». Una domanda che è rimbalzata più volte in gruppo, spesso senza ottenere risposte.

Purtroppo i drammi, in questo sport apparentemente tranquillo si ripetono sotto varie forme :

Tour del Qatar, ritrovato morto ciclista belga Nolf
Topsport Vlaanderen lascia la corsa


Doha, 5 feb. (Apcom) - Il team manager della Topsport Vlaanderen, Christophe Sercu, ha annunciato il ritiro della squadra dal Tour del Qatar in seguito alla morte durante la notte del belga Frederiek Nolf. Le cause del decesso non sono ancora note ma Sercu ha spiegato che il team effettua test antidoping ogni quattro mesi e che il 21enne era sempre risultato negativo ai controlli. Il team tornerà oggi stesso in Belgio.