Torna Armstrong

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aston villa
00mercoledì 10 settembre 2008 09:38
Lance Armstrong ha deciso di tornare al ciclismo e di puntare al suo ottavo tour de france per smuovere la sensibilità del pubblico internazionale sul tema della lotta al cancro. Lo ha confermato lo stesso 36enne campione texano, che prima di vincere il primo dei suoi sette Tour de France consecutivi sconfisse un tumore ai testicoli.
"Dopo averne parlato con i miei figli, la mia famiglia e gli amici più cari", ha detto Armstrong, "sono felice di annunciare che ho deciso di tornare al ciclismo professionistico per aumentare la consapevolezza sul problema globale del cancro. Solamente in questo 2008 quasi otto milioni di persone moriranno di cancro in tutto il mondo, è giunto il momento di occuparsi dei tumori su scala globale".

Armstrong inoltre si dice "sicuro al cento per cento di voler gareggiare nel Tour de France della prossima estate": "Torno al professionismo", ha detto, "proverò a vincere un ottavo tour". Ad attenderlo a
braccia aperte sarebbe l'Astana: Contador ha già espresso il desiderio di correre a fianco con Armstrong, il portavoce del team Maertens sarebbe pronto a dargli il benvenuto.

aston villa
00giovedì 11 settembre 2008 18:54
Filippo Simeoni, classe 1971, ha l’età di Lance Armstrong, ma non certo lo stesso palmarès. Nella carriera del corridore di Latina ci sono due tappe della Vuelta - in quella del 2001 tagliò il traguardo da solo con la bici sulle spalle - più un’altra mezza dozzina di vittorie, fra le quali - fiore all’occhiello - il Tricolore 2008 più la convocazione azzurra ai Mondiali di Verona 2004.

Armstrong invece ha vinto 7 Tour, un Mondiale, alcune classiche e un bronzo olimpico. Simeoni per vivere lavora part-time in un bar-tabacchi, Armstrong invece è ricco sfondato. Eppure tra i due c’è stata una rivalità acerrima: non in bici, ma in tribunale. Simeoni ammise infatti di aver usato Epo (per cui fu squalificato) su consiglio del dottor Michele Ferrari, lo stesso preparatore di Armstrong. Quest’ultimo, sentendosi indirettamente coinvolto, diede del bugiardo al corridore italiano e lo «punì» al Tour 2004: in maglia gialla, andò personalmente a riprendere Simeoni che stava partecipando a una fuga innocua per la classifica: «Tu non vai da nessuna parte».

Simeoni, torna Armstrong: che ne dice?
«Alla notizia ho sorriso. Strano che un campione si rimetta in gioco in un mondo così duro e discusso. Da un lato è apprezzabile, dall’altro discutibile».

Più apprezzabile o discutibile?
«Discutibile. Questa storia forse è un bello spot per il ciclismo, ma ha qualcosa di patetico».

Perché?
«Armstrong avrebbe potuto fare ancora due anni a ottimi livelli invece di ritirarsi. Doveva pensarci prima, i campioni quando smettono poi non si pentono».

Però Micheal Jordan...
«Sono molti di più i casi di ritorni fallimentari. Non si può vivere di ricordi».

Secondo lei perché Lance ci ha ripensato?
«Avrà avuto nostalgia del successo, gli mancherà il clima della competizione e si sente ancora in grado di competere a buoni livelli. Ma forse non è soltanto questo, c’è dell’altro».

Che cosa?
«L’immagine di Armstrong è stata macchiata da tante insinuazioni di doping, c’è bisogno di ripulirla. Se davvero, come dicono, Lance vuole puntare alla carriera politica e diventare governatore del Texas, prima deve dimostrare di non avere nulla a che fare con il doping».

Anche lei sospetta che Armstrong abbia barato nei 7 Tour vinti?
«No. Ha un fisico da extraterrestre e doveva raggiungere il top della forma solo per 20 giorni all’anno. E’ plausibile che abbia vinto sette Tour senza doping».

Lei non ha mai accusato Armstrong: perché allora ci fu quello screzio al Tour 2004?
«Non lo so. Io non avevo detto nulla contro lui, né contro altri ciclisti. Invece fui duramente criticato da Armstrong e poi anche da altri corridori, che evidentemente preferivano schierarsi contro di me e tenersi buono l’americano».

Che effetto le farà rivedere Lance in corsa?
«Armstrong ha condizionato e danneggiato la mia carriera, ma verso di lui non provo odio né rancore, se mai molto dispiacere. Pur non conoscendomi bene, mi diede del bugiardo su questioni molto delicate. E tanti, troppi, gli andarono dietro. Per anni avrei voluto parlarne con lui, alla fine mi sono rassegnato. E non andrò certo a cercarlo».

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