TORO

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aston villa
00venerdì 10 agosto 2007 14:33
Inauguriamo queste cartelle dedicate alle squadre di calcio in modo che ognuno possa dire la sua.

Saranno in evidenza.
aston villa
00venerdì 10 agosto 2007 14:42
Il Padova ha reso noto di avere ingaggiato l’attaccante Roberto Muzzi. Con il giocatore romano è stato definito un accordo biennale. Domani mattina Muzzi si sottoporrà alle visite mediche e alle 12.30 verrà presentato alla stampa nella sede del Calcio Padova alla presenza del presidente Marcello Cestaro. Poi, dal pomeriggio si aggregherà al gruppo guidato da Ezio Rossi.

«Mi è piaciuto il progetto del presidente Cestaro - ha dichiarato il giocatore -, è stato quello che mi ha convinto a continuare a giocare e scendere di due categorie. Sarà un’esperienza del tutto nuova, non ho mai giocato in serie C e sono curioso di calarmi in questa nuova realtà. Non ne ho fatto una questione di soldi, quelli grazie a dio li ho guadagnati anche prima, sono stati bravi a convincermi il presidente e il diesse Meluso.»

GRAZIE DI TUTTO INDOMITO GUERRIERO E CHE SIA SOLO UN ARRIVEDERCI.

SEI UNO DA TORO! [SM=g6902]
aston villa
00venerdì 10 agosto 2007 22:31
Alla festa del Genoa, il Toro per un po’ sta a guardare. Ne becca due, prima di svegliarsi, di capire che pure lui può divertirsi. Lo scuote Di Michele, ma è una serata da dimenticare per una difesa che prima di Marassi non aveva mai sbracato. Il Grifone che vuole tenersi il suo «Trofeo Spagnolo» pesta sull’acceleratore, davanti è spesso imprendibile e ne fa un altro. Tre a zero dopo 34’. Potrebbe essere una batosta, per i granata. Invece Barone e Grella fanno cose sconosciute al vecchio Toro: tiro da lontano e gol. E poi Di Michele completa il clamoroso sorpasso: doppietta per il 4-3 che non vale la coppona (che va al Genoa agli shoot-out) solo perché al 93’ Sculli fa 4-4!

Partita divertentissima, comunque. Bello spot, per il calcio d’estate. Ed è pure bello che siano state proprio Genoa e Toro a giocare la prima sfida da 90’ della stagione fra squadre di serie A. Un po’ come dire a tutti: siamo tornate, insieme. Non capitava dal 1994-1995, nell’élite. Club vicini anche nelle sofferenze, tifoserie non a caso storicamente gemellate. Ancora più unite dopo la terribile estate del 2005. Per entrambe la grande festa del ritorno in A, poi la C1 a tavolino rossoblù e il fallimento granata. Un incubo, con il timore di non risollevarsi più. Invece, giusto due anni dopo, rieccole assieme nel campionato più tosto degli ultimi anni.

Ha un senso, perciò, che in tribuna ieri sera ci fossero anche Roberto Donadoni e Mario Bortolazzi. Il ct azzurro e il suo vice che sabato 18 ufficializzeranno la prima lista di convocati della stagione che porterà, speriamo, agli Europei: mercoledì 22, a Budapest, c’è Ungheria-Italia, unico test in vista della sfida probabilmente decisiva contro la Francia. Donadoni ripartirà senza Totti e Nesta ma potrebbe regalare la prima chance in Nazionale a qualcuno visionato a Marassi. «E’ venuto a vedere Rosina?», gli hanno chiesto i cronisti. «Guardo tutti», ha risposto l’ermetico ct. Anche Barone, tutto un altro rispetto alla complicatissima annata post-Mondiale, e persino Borriello, scalpitante dopo la squalifica.

Ma più che alle glorie personali dei giocatori, a poco più di due settimane dal campionato i tifosi sono interessati allo stato di salute delle loro squadre. Per il Genoa, dato in difficoltà in difesa a causa di assenze e lacune congenite, parla il risultato del 1° tempo. Pare scoppiare di salute. Corre e si ritrova che è un piacere, con Milanetto a dirigere il traffico, Konko e Juric a fare su e giù le fasce, e con un tridente che s’intende a meraviglia. Al di là dell’handicap di partenza, figlio di una difesa infilata troppo facilmente per essere vera, per il nuovo Toro ci sono due costanti che continuano a emergere nelle amichevoli. Due promettenti segnali di forza, quando arriveranno anche lucidità e condizione. Il primo è l’atteggiamento in campo: massimo impegno, aggressività, mutuo soccorso, caccia spietata al pallone. Novellino s’è già fatto ben capire, insomma. Il secondo tratto distintivo è la duttilità tattica: ferma restando la difesa a 4, in cinque test veri il Toro ha fatto vedere di tutto, cambiando modulo dall’inizio ma pure a partita in corso. Ha i giocatori per poterlo fare, è un’arma che potrebbe rivelarsi micidiale nel nostro calcio bloccatissimo.

Ieri sera, tornando per la prima volta a Marassi da «straniero» dopo 5 stagioni nella Samp (e infatti sono piovuti i fischi), Novellino non ha potuto testare le due punte con Rosina a sostegno perché Ventola è stato bloccato da un affaticamento agli adduttori. Stesso 4-4-1-1 visto all’inizio due sere prima contro il Bruges, ma tre interpreti diversi, tutti dalla cintola in su: Vailatti per Lazetic, Grella per Zanetti e Bjelanovic per Ventola. Due gol incassati in 14’ ed ecco il primo cambio: 4-3-2-1 con Vailatti avanzato al fianco di Rosina alle spalle del croato in difficoltà. Poi, pesata l’impalpabilità dell’attacco, al 21’ un altro cambio: fuori Vailatti e dentro Di Michele.

Tutta un’altra musica. In meno di 10’ i granata hanno costruito tre palle-gol. Le hanno anche sciupate, peraltro, ma questa è storia vecchia. Un male che Novellino non è ancora riuscito a curare. Il Genoa, invece, la mira giusta ce l’ha, eccome, nel 1° tempo. Pronti, via e Borriello sfiora già il bersaglio con una volée su cross da sinistra di Juric. Il gol è solo rimandato, al 9’: l’apertura geniale di Milanetto in profondità taglia fuori Lanna e lancia Papa Waigo verso Sereni. Diagonale secco, 1-0. Il bis è quasi immediato, con la difesa granata ancora sorpresissima al 14’ sul cross da destra di Konko per Borriello, lesto ad anticipare Natali a centro area.

Il Toro, vissuto in partenza solo sugli spunti troppo egoistici di Rosina, con lo scatenato Di Michele prende quota. Ci prova subito lui, su servizio di Rosina, ma Rubinho si distende e devia in corner. Poi, David innesca con due magìe prima Barone e poi Bjelanovic: soli, entrambi, sciupano l’incredibile. Il Genoa gioca di prima, arriva presto al sodo: il 3-0, stranamente su palla inattiva: corner di Milanetto, sassata di testa di Konko.

Toro fragile dietro ma vivo davanti. E pure un po’ fortunato sull’istantaneo 3-1: tiro di Barone, deviazione genoana che spiazza Rubinho.

La girandola tattica di Novellino prosegue nella ripresa. Lazetic per Bjelanovic dal 1’ vuol dire un tridente tutto scatti e fantasia. Il 3-2, però, arriva al 9’ con la potenza di Grella: sinistro dal limite e partita riaperta. Cambi su cambi (compreso Stellone al posto di Rosina) e, fra qualche scintilla di troppo in campo, aggancio firmato da Di Michele che, lanciato da Rubin, scarta anche Scarpi e appoggia in rete. Leon e Lazetic si divorano il 4-3 che fa invece Di Michele al 46’ (servito da Lazetic). Ma all’ultimo soffio Sculli trova il guizzo del pari. Che ai tifosi del Genoa non va comunque giù. Se la prendono con Novellino, un ex doriano, in fin dei conti.
aston villa
00sabato 11 agosto 2007 10:00
Tottenham, Bruges e Genoa. Tre partite toste affrontate in poco più di 5 giorni, con pochissimo turnover nelle formazioni di partenza. Luci e ombre, com’è logico che sia con un mese di lavoro nelle gambe, ma anche la sensazione diffusa di una squadra gagliarda, solida, promettente. Insomma: la terapia d’urto voluta da Walter Novellino per mettere subito alla prova la sua nuova creatura non ha steso il Toro. Tutt’altro.

Un ko, una vittoria, un pari e tanto materiale di discussione, in chiave futura. Specie in attacco, buco nero del Toro 2006/7, reparto ribaltato fra giugno e luglio. Paradossalmente, lo show di Di Michele a Marassi (doppietta e giocate sopraffine) ha riaperto una ferita che sembrava ormai quasi rimarginata. L’ex palermitano che ha cambiato volto alla partita contro il Genoa e ingolosito i suoi tifosi non potrà infatti disputare match ufficiali fino al 30 ottobre compreso. E i tabellini delle prime 5 amichevoli «vere» della stagione granata fanno emergere una verità incontestabile: 9 gol su 10 sono venuti con David in campo (da subentrante con Bruges e Genoa), l’unico segnato con lui fuori (Stellone contro il Larissa) è arrivato su punizione.

C’è di che preoccuparsi? Di Michele dice di no: «Non mi ritengo fondamentale ma solo uno che ha voglia di fare grandi cose, di farsi conoscere subito dai suoi nuovi tifosi. E la squalifica mi induce a dare qualcosa in più, sfruttando il bel regalo di poter giocare le amichevoli per non perdere il ritmo. Ho una certezza: quando potrò debuttare in campionato, alla 10ª contro l’Udinese, troverò il Toro nella parte sinistra della classifica. Fidatevi: pochi altri, in serie A, hanno tre attaccanti del valore di Ventola, Bjelanovic e Stellone».

Un tris che, prima della fine del mercato, dovrebbe però perdere una pedina. C’è Stellone, e non è un mistero, sul piede di partenza. «Fosse per me, lo terrei - dice Di Michele -: conosco bene le sue qualità, sto apprezzando la sua voglia di far bene per il Toro». Il romano, però, arriva da due stagioni di grandi promesse mai completamente mantenute, di guai fisici assortiti ed è il granata che guadagna di più (800 mila euro) dopo Barone. Ha cominciato bene, quest’anno. Ma il Toro, dopo averci provato per Vucinic e Bojinov, sta ancora guardandosi attorno per un’altra punta. Un’idea poteva essere Nicola Amoruso, 33 anni il 29 agosto ma pure 17 gol segnati nell’ultima strepitosa cavalcata con la Reggina. Il Parma ha smesso di inseguirlo, considerandolo troppo caro per la sua età, ma i 3 milioni chiesti da Foti sono tanti anche per Cairo, nonostante la possibilità di inserire nella trattativa Stellone, vecchio pallino calabrese. Così, il Toro resta alla finestra. Monitorando giovani (stuzzica il brasiliano Kerlon), pronto persino ad accettare il rischio di quelle 9 partite senza Di Michele, il suo grimaldello oggi meglio funzionante. Novellino ha ancora due settimane per trovare strade alternative al gol.
aston villa
00domenica 12 agosto 2007 09:04
Ha fretta di esplodere Dominique Malonga. Talmente tanta da aver bruciato le tappe firmando il suo primo contratto da professionista (un quadriennale) con il Toro ai primi di giugno, aggiudicandosi così il titolo di «primo colpo granata». Ma la grande voglia di sbarcare in Italia gli è costata cara e, come nel peggiore dei contrappassi, l’attaccante francese classe 1989 ora è costretto ad allenarsi senza vivere la gioia e la tensione della partita.

Una beffa del destino che però non ha oscuri mandanti. Nessun infortunio o malinconia saudade, Malonga non può ancora giocare ufficialmente nel Torino per un semplice motivo: il Monaco, club con il quale è cresciuto nel settore giovanile, ha negato il transfer. Un po’ come per il portiere De Sanctis che non può debuttare nel Siviglia per l’ostracismo dell’Udinese, ma in questo caso la fastidiosa ripicca dei dirigenti del Principato nasconde una banale storia di denaro. Il Toro è stato bravo e lesto nella scorsa primavera, con il dg Tosi e il capo osservatore Pecini, a prelevare il talento di origine congolese a parametro zero, bruciando la concorrenza di Liverpool, Real Madrid e Valencia. Un’operazione fissata nei 310mila euro da versare ai francesi come «premio di valorizzazione» (oltre allo stipendio da 100mila euro al giocatore), ma il Monaco pretende ora un indennizzo più alto.

La società di Cairo da quell’orecchio non ci sente perché ritiene di aver agito nel modo corretto, al punto di aver depositato senza problemi il contratto del giocatore in Lega a Milano lo scorso 20 giugno. Solo che il braccio di ferro è letteralmente esploso nell’ultima settimana, complicando la vicenda. Le due società si sono rivolte alla Fifa per risolvere il caso e, nel frattempo, il Torino ha deciso di evitare ulteriori problemi impedendo a Malonga di giocare le amichevoli con Tottenham, Bruges e Genoa. I dirigenti granata restano comunque ottimisti e soprattutto in attesa dell’agognato «via libera». Dovrebbe arrivare tra il 20 e il 25 agosto, in tempo per l’inizio del campionato, con un’eventuale transazione economica per chiudere la battaglia sul talento cresciuto nel Centro di Chateauroux. Dominique Malonga resterà ancora per un po’ un oggetto misterioso per i tifosi granata, esclusi quei pochi che sono riusciri a goderselo a Malles nei 95 minuti contro Val Venosta, Larissa e Treviso.

L’ambiente granata comunque continua a coccolarsi il giovanissimo francese che si ispira ad Anelka nel gioco. I tifosi lo reclamano per foto ed autografi, i compagni sono i suoi insegnanti d’italiano e a Torino ha già trovato l’abitazione vicino alla Sisport che lo ospiterà con il fratello maggiore Paris (l’altro fratello, Arlet, è il suo manager) per evitare la solitudine e qualche deragliamento dall’obiettivo calcistico. «Non mi spaventa l’avventura italiana - ha confidato Malonga - e poi giocherò con il 92, che è il numero del mio arrondissement (quartiere, ndr) a sud di Parigi dove abita la mia famiglia e ho le mie amicizie più importanti».

Al Toro, invece, potrà contare sull’affetto e sull’appoggio di Novellino che sta lavorando duramente per sgrezzarlo e dare continuità al suo potenziale in partita. Il tecnico ama lavorare sui giovani, e i risultati che stanno offrendo Rubin in difesa e Vailatti a centrocampo lo dimostrano, quindi non ha avuto problemi nello spendersi in prima persona per blindarlo nella sua rosa. Al punto che di fronte alla possibilità di ingaggiare un nuovo attaccante, vista la squalifica di Di Michele e le difficoltà del reparto offensivo, Novellino ha dato un preciso segnale ad Antonelli e Lupo: «Abbiamo già Malonga, non serve trovarne un altro giovane lì davanti». Il Toro dovrà così far di necessità virtù per tre mesi e l’eventuale ingaggio di un esperto bomber italiano è stato accantonato per due motivi: costa e creerebbe un serio problema di affollamento in un reparto che vanta anche Rosina, Ventola, Bjelanovic ed Oguro con Stellone in partenza. Fiducia a Malonga, il primo ad arrivare e l’ultimo a rinforzare la squadra.
aston villa
00lunedì 13 agosto 2007 08:57
Nel 2005, di questi giorni, stava pensando di scendere in campo, di buttarsi nel pallone. Riunioni, telefonate e conti per capire se e come diventare padrone del Toro appena salvato dai lodisti. Giusto un anno fa, invece, inaugurava il tempo del De Biasi sì-De Biasi no: una margherita da sfogliare nel mezzo di un precampionato smorto, una decisione da prendere prima del debutto in serie A. Due Ferragosto bollenti e turbolenti, per Urbano Cairo. Tutto il contrario del prossimo. «Sarà sereno, rilassante - conferma il presidente granata -. Siamo sulla strada giusta, vedo cose promettenti. Le premesse per far bene ci sono tutte».

A prescindere dai risultati, in campo cresce bene un Toro costruito con largo anticipo e quindi «vero» subito. «L’esperienza insegna. Quest’anno ci siamo mossi per tempo, sul mercato. Volevamo arrivare in ritiro a Malles con la squadra fatta almeno all’80% per dare modo a Novellino di plasmarla con calma. Obiettivo centrato». Adesso, senza ansia, si tratta soltanto di completare l’opera. Cairo conferma: «Lo dico da un po’: siamo ormai fra il 95 e il 98% del Toro che avevamo in testa. Qualcosa faremo ancora: pochi movimenti in uscita e, se ci saranno occasioni, anche in entrata. La campagna chiude il 31 agosto: siamo vigili su ogni reparto, attacco compreso».

C’è un nome che gira, da qualche giorno: Nicola Amoruso. Può interessare, presidente? «Bel giocatore, ha fatto benissimo l’anno scorso. Ma con Novellino non ne ho ancora parlato. Non so come lui lo giudichi, anche se non credo che possa vederlo male. In ogni caso, continuiamo a monitorare tanti bei giovani. Il brasiliano Kerlon fa parte della decina che il nostro capo-osservatori Angeloni tiene sott’occhio. I tifosi stiano tranquilli: non ci lasceremo sfuggire nulla, se capiterà l’opportunità di mettere la ciliegina sulla torta. Ingredienti che danno sapore, comunque, ne abbiamo già parecchi».

Uno, fresco e teoricamente molto stuzzicante, non ha potuto ancora farsi apprezzare: Malonga, 18 anni, francese, da 15 giorni intristisce in tribuna, impossibilitato a giocare. Quando arriva questo benedetto transfer dal Monaco? «Schermaglie abbastanza preventivabili. Tempi tecnici. Noi siamo tranquilli, comunque: abbiamo fatto le cose in maniera super regolare». Nulla, evidentemente, turba il nuovo Cairo. Nemmeno il contratto di Rosina da rinnovare possibilmente prima che inizi il campionato. «Per quel che lui e il suo agente ci hanno detto, la sua volontà di chiudere l’accordo è almeno pari alla nostra. E allora, perché aspettare? Prima lo si fa, meglio è per tutti».

Poi, c’è Di Michele. Sontuoso, a Genova. Decisivo, persino troppo: visto che in campionato potrà giocare soltanto dal 10° turno e che senza di lui, finora, in azione il Toro non ha mai segnato nei test seri. Preoccupato, Cairo? «No, perché abbiamo soluzioni alternative. Giocare magari con due punte invece di una. Senza trascurare che Rosina sarà sicuramente in condizioni migliori rispetto a quelle attuali e ci rifarà vedere cose importanti. No, questo non è un Toro Di Michele-dipendente. Anche se sapevamo delle sue qualità straordinarie, al punto da averlo voluto fortissimamente».

Novellino lo aspetterà, impaziente. Intanto, Cairo, che Novellino ha conosciuto in questo suo primo mese di Toro? «Un allenatore con tanta grinta, ma non solo. Anzi: è un gran psicologo, ha una sensibilità notevolissima e una capacità eccezionale di adattarsi alle caratteristiche delle persone. Con lui tutti partono dallo stesso punto. Non fa figli e figliastri. E in questo precampionato ha dato chance a tutti, giustamente».

In particolare ieri, ad Acqui, con Fontana, Masiero, Franceschini, Oguro, Vailatti e Bottone in campo dal 1’. Un Toro mai visto (e mai più rivedibile) per chiudere il primo mese di precampionato. Con quale impressione generale? «Positiva. Ho visto una squadra con gli attributi, con gran capacità di reazione. E giocatori che mi piacciono, centrocampisti che tirano e segnano. In più, so che cresceremo ancora molto». Possibilmente, bisognerebbe farlo entro il 25 agosto, giorno del debutto in campionato sul campo della Lazio. Ottimista, presidente? «Lo sono per natura. Ma con una giusta dose di prudenza, perché il calcio d’agosto conta fino a un certo punto. Se fai bene, non deve essere la premessa per esaltarsi ma per continuare la marcia quando i gol varranno punti veri».
aston villa
00martedì 14 agosto 2007 09:00
«Lo sa che cosa dice mia moglie? Che non mi ha mai visto così contento». Potenza del Toro. Walter Novellino lo allena da 34 giorni, 34 anni dopo averlo lasciato da giocatore. Ma, per quel che s’è visto in ritiro tra Malles e Acqui Terme, è quasi come se non fosse mai andato via.

Se l’aspettava così, il suo ritorno?
«Sì. Inserimento facile. Sono stato fortunato: mi hanno dato tutti una gran mano, i calciatori per primi».

È stato come tornare a casa?
«No, questa è una casa nuova. Ma mi sono subito sentito uno di famiglia, pronto a trasmettere entusiasmo e determinazione. Lo sento già mio, questo Toro».

Rimontando Bruges e Genoa, la grinta di Novellino s’è vista in fretta.
«Alt. Questa è una squadra di carattere, che non molla mai, come piace a me. Ma è pure molto di più: è squadra vera, con giocatori di qualità».

A che punto siete con la forma?
«Non mi aspettavo di essere così avanti. Abbiamo già una fisionomia precisa. E siamo forti dentro: società e squadra, un corpo unico».

Che Novellino ha ritrovato il Toro?
«Una persona concentrata sul lavoro, maturata col tempo, serena».

Diversa dall’immagine che si ha di lei.
«Quelle sono cose che si dicono per sentito dire, limitandosi a guardare come vivo le partite. Qui ho voluto farmi conoscere subito per quel che sono. Prima di tutto come uomo. Sento di essere stato apprezzato».

Qual è stato il suo primo obiettivo?
«Creare un gruppo. Siamo quasi tutti nuovi, qui. Mica solo i calciatori. Io non ne ho mai lasciato uno in disparte: sono un aziendalista, coinvolgo tutti nel progetto».

Con che risultati, finora?
«Ottimi. Tutti disponibilissimi, i ragazzi. Anche chi dovrebbe andar via. In più, zero infortuni seri. Guardo quel che capita da altre parti e ringrazio i miei preparatori e medici».

Tutto bene al punto da voler magari giocare subito in campionato?
«No, mi tengo il tempo che ancora ho. Devo far crescere Lanna e Rosina. E insistere sul possesso-palla. Dalle mie squadre pretendo gioco: con gli inserimenti di Barone e con Rosina fra le linee possiamo fare molto male».

Di Rosina ha detto: «Se mi segue lo mando in Nazionale come Quagliarella».
«Ale deve attaccare di più gli spazi. Fare quel che sa fare, sapendo che qui, alle sue spalle, c’è una squadra vera».

Il contratto da rinnovare può disturbarlo?
«Non direi. Si allena bene. È allegro ed educato. E poi, meglio del Toro che può trovare? Qui potrà fare 10 anni da protagonista e il capitano».

Di Michele, adesso. Senza di lui segnate poco o niente.
«Solo un caso. Appena sarà a posto, i gol li farà anche Rosina. E le punte stanno andando bene. David, comunque, è l’attaccante su cui avevamo puntato forte. Non ci siamo sbagliati...».

Dice che al rientro dalla squalifica, troverà il Toro nella sinistra della classifica.
«Di Michele è bravo in tutto, è un ragazzo molto intelligente...».

Per evitare rischi prenderete ancora una punta?
«Di mercato non parlo. Farei un torto ai miei giocatori, per me i migliori in circolazione. E poi, la società sa quel che deve fare. C’è totale sintonia, fra di noi».

Che campionato s’aspetta?
«Il più difficile degli ultimi anni. Per questo ancora più bello. In vita mia non ho mai trovato una cosa facile. Conseguenza: ogni giorno devi dimostrare qualcosa di più. Il mio Toro deve ragionare così».

Con quali traguardi?
«Non mi pongo limiti. Questo è un anno importantissimo per me: voglio fare qualcosa di bello».

Aprire un ciclo, magari?
«Perché no? È il gruppo a volerlo. Cairo per primo. Con grande umiltà, però».
aston villa
00mercoledì 15 agosto 2007 09:16
Lo sento già mio, questo Toro», assicura Novellino. Per forza: per prenderselo in fretta ha fatto un sacco di cose. Con la testa e il cuore. Con l’istinto e la ragione. Fra il sacro e il profano. Per il bene di un gruppo che ha iniziato a esistere soltanto il 12 luglio, giorno della partenza per il primo ritiro a Malles. Giorno del primo mattone messo da Monzon nella costruzione della sua nuova casa. È andato a farla benedire, a pregare per essa.

Sulla strada per l’Alto Adige, una tappa al Santuario della Madonna della Corona, a Spiazzi, 20 km dall’uscita autostradale veronese di Affi. Il raccoglimento e un voto, che resta naturalmente privatissimo. Almeno sino a fine stagione. Dovessero mai arrivare in Europa, i granata, forse un famoso allenatore farà un bel po’ di strada in salita di corsa, o in bici...

Poi, per il suo Toro, Novellino ha fatto altro di più concreto. I piccoli singoli gesti di ogni giorno, d’accordo. Ma anche cose che restano più impresse, che aiutano a «fare gruppo». Come quella cena pagata il 26 luglio in birreria a Malles a tutta la squadra dopo il bel 3-0 sul Larissa greco nella prima amichevole «vera» della stagione. Come l’antipasto a sorpresa fatto servire nel pranzo dell’8 agosto, a giocatori e staff seduti ai tavoli del Grand Hotel delle Terme, ad Acqui: prosciutto crudo «speciale» e pane casalingo, fatti portare appositamente dal suo uomo di fiducia da Perugia. Dettagli apprezzatissimi. Non certo una novità, peraltro, per gli uomini del suo staff, quelli che da anni lo seguono nel suo girovagare per l’Italia da Venezia a Napoli, da Piacenza a Genova. Nessuno di loro, però, aveva mai visto Walter Alfredo Novellino detto Monzon emozionato come la sera del 7 agosto, prima di affrontare il Bruges. «Era il mio ritorno nel vecchio Comunale. C’erano 20 mila persone. Gridavano tutte il mio nome. Aspettando che Chiambretti mi chiamasse, credo di non aver mai sudato così tanto in vita mia». Era il Toro che si riprendeva Novellino.
aston villa
00giovedì 16 agosto 2007 16:49
Sono abbastanza ottimista.

Il precampionato e' sempre ingannevole ma lo scorso anno busavamo da Cuneo,Casale e Alessandria... [SM=g6887]

Manca qualcosa dietro e la rosa ha alcuni punti interrogativi ma la squadra c'e'.

Novellino e' sempre stato uno dei miei preferiti,ha quasi sempre fatto risultati ma il suo carattere o il fatto di non avere santi in paradiso gli hanno chiuso porte importanti.

Sembra una squadra fatta apposta per lottare,se poi verranno risultati buoni ancora meglio...ma per la nostra gente vedere i ragazzi uscire dal campo con la maglietta zuppa di sudore e' gia' molto.

La zona UEFA dovrebbe essere a portata di mano,ma mi accontenterei di un tranquillo campionato con qualche partita decente dopo gli obrobri dello scorso anno.

FORZA TORO! [SM=g6902]
aston villa
00venerdì 17 agosto 2007 09:08
Non si placa l’entusiasmo intorno al Torino di Novellino. Nemmeno dopo la promozione con De Biasi alla guida si era mai vista così tanta gente al centro Sisport per la ripresa degli allenamenti in città ad agosto. Tutta esaurita la tribuna in ogni ordine di posti con i tifosi granata addirittura assiepati sui cornicioni. Più di 2 mila persone, ben oltre la capienza del piccolo impianto che ospita i granata per gli allenamenti.

Un entusiasmo così avvolgente e coinvolgente ha costretto il tecnico Novellino a far sfilare tutta la rosa a sua disposizione sotto le tribune prima dell’ allenamento. Un gesto che i tifosi granata hanno apprezzato moltissimo, rispondendo con i soliti cori e tanti applausi.

Novellino sta conducendo la terza fase della sua preparazione, quella prevista in città, che porterà la squadra al primo impegno ufficiale contro la Lazio nell’anticipo della prima giornata di campionato con i granata impegnati all’Olimpico di Roma.

Prima però il Torino concluderà le celebrazioni del suo centenario con una amichevole dai tanti significati: domenica sera (ore 20.30) affronterà all’ Olimpico gli uruguayani del Penarol, l’ultima squadra che giocò col Grande Torino, prima della sciagura di Superga.

Tornando alla giornata odierna, la prima intervista in città è stata di Corini: «Ho lasciato tanti anni fa Torino quando ero alla Juventus e la ritrovo veramente una metropoli cambiata e migliorata tantissimo, evidentemente l’effetto Olimpiadi ha dato i suoi risultati».

Poi Corini ha preso atto dell’entusiasmo granata: «Mai vista una cosa del genere nemmeno nella caldissima Palermo, evidentemente questo gruppo sta convincendo i tifosi, siamo pronti a farli sognare cercando di giocare con quel grande carattere che da sempre contraddistingue il Toro».
aston villa
00venerdì 17 agosto 2007 09:10
Quindici anni dopo, Eugenio Corini ritrova Torino. Con una maglia diversa e con sensazioni completamente nuove. Nel 1992 chiuse in bianconero per iniziare il suo personale giro d’Italia. Ora ritorna sotto la Mole in granata e con un’avventura intrigante da affrontare. «Il primo giorno in città è sempre emozionante e i tifosi poi ci hanno accolto stupendamente. Torino però è cambiata tantissimo grazie alle Olimpiadi: ora è anche più bella».

E il Toro com’è?
«Tosto, che lotta e non non si dà mai per vinto. C’è un grande spirito agonistico e soprattutto un grande entusiasmo per fare bene».

Si rivede in quale situazione?
«L’anno scorso al Palermo: c’erano tanti giocatori nuovi e un grande Guidolin. Fu un campionato straordinario, con un’andata incredibile...».

Si parlava anche di scudetto in Sicilia.
«Vero, vero (ride, ndr). Al Toro non corriamo questo rischio».

Dopo un’estate di amichevoli altalenanti, è sempre convinto dell’Inter favorita per lo scudetto?
«Effettivamente i risultati pazzi non sono mancati, ma un po’ per tutti. L’Inter comunque è la stragrande favorita, il Milan segue a pochissima distanza, poi ci sono Roma e Juve e dopo Palermo e Fiorentina».

Quale sarà la sorpresa?
«Noi, la mia squadra può essere la sorpresa del campionato. Avverto forti sensazioni positive, anche se partiamo con un handicap».

Di Michele?
«Sì, è un grande rammarico non averlo. Questo ci farà soffrire di più, ma ci aiuterà ad essere ancora più forti e compatti. Però noi possiamo stare nella parte sinistra della classifica».

Da dove nasce questa fiducia?
«Dalla cultura del lavoro. Qui c’è e serve per raggiungere l’obiettivo. Poi si è visto come reagiamo nelle difficoltà».

Allude a Genova?
«Giusto, eravamo sotto di tre gol dopo 30 minuti, ma abbiamo saputo rimontare. Nel calcio c’è la tattica, ma anche la forza mentale di restare uniti e forti. Sappiamo dove migliorare, anche perché l’autocritica non manca come la voglia di lavorare».

Come siete riusciti a creare un gruppo unito con così tanti volti nuovi?
«Io, per la verità, non amo parlare di gruppo, ma di spirito di squadra che deve essere creato con il senso di appartenenza e la voglia di fare. Ora siamo in luna di miele: il ritiro non è facile, ma si è lontani da casa e si lavora duramente. Così tutti sono tranquilli, anche perché le forze per parlare sono poche».

Però adesso si inizia a far sul serio.
«Già da domenica con il Penarol: quella sarà la nostra prova generale per il campionato».

Il mercato può essere una pressione in più per il Toro?
«No, perché siamo tutti grandi e vaccinati. Solo la società può stabilire se serve un rinforzo. Comunque se dovesse arrivare qualcuno, dovrà avere in testa lo spirito di sacrificio e la generosità. Solo così sarà ben accolto dallo spogliatoio».

Da un campione con vent’anni di esperienza, si sente di indicare il giovane su cui puntare?
«Due nomi: Aquilani e Rosina. Per il primo ho un debole, per Alessandro ho una certezza: può diventare il nostro uomo-squadra».

Non poco come investitura.
«Lui ha le stigmate del campione, esce dall’Under 21 e diventa adulto. Può dimostrare che è un giocatore determinante. Sa che la squadra lo sosterrà. Ci darà la qualità per vincere».

Come far rendere Rosina?
«Ci sono compiti ben precisi: deve aiutare nella fase difensiva e noi lo aiuteremo per farlo arrivare in Nazionale».
aston villa
00venerdì 17 agosto 2007 23:02
Fra due giorni il trofeo del Centenario contro il Penarol, l’occasione per festeggiare i colori granata, per gustarsi una sfida internazionale e vedere la nuova squadra allestita da Cairo e Novellino. Il Torino oggi ha proseguito la preparazione con una doppia seduta di allenamento proprio in vista del match contro il Penarol.

Piccolo problema per Franceschini che ha accusato un fastidio alla coscia e che domani si sottoporrà agli accertamenti del caso, per valutare l’esatta entità dell’infortunio. Intanto oggi ha fatto il punto della situazione Paolo Zanetti, centrocampista in cerca di una maglia da titolare nell’11 di Novellino e che è rimasto già contagiato dal calore dei tifosi granata. «Vedere 2000 persone ad assistere all’allenamento di ieri mi ha lasciato a bocca aperta - spiega l’ex Ascoli -. L’entusiasmo è grandissimo, l’impressione è ottima. E poi non vedo l’ora di giocare contro il Penarol il Trofeo del Centenario: sarà bellissimo confrontarsi contro una delle potenze del calcio mondiale, ricca di fascino e storia. Stiamo lavorando bene, aiutati da una società organizzata: e poi il tecnico Novellino ci sta caricando al meglio. Ci sono presupposti di ottimo livello: in ogni di noi c’è spirito di sacrificio, e questo ci aiuterà sicuramente nei momenti difficili».
aston villa
00sabato 18 agosto 2007 09:46
Dici Pato e pensi al giovane talento brasiliano acquistato dal Milan a suon di dollari. Solo che il vero «Papero» per i tifosi italiani è da sempre Carlos Alberto Aguilera. Fenomeno uruguaiano dentro e fuori il campo, che tanti ricordi e guai ha lasciato tra Genova e Torino nei primi anni ‘90. «Il Pato sono ancora io - ride dalla sua Montevideo - anche perché lui in Italia non ha ancora giocato. Scherzo, ogni giocatore è speciale e sono sicuro che Alexandre farà bene. Quello che dovevo fare l’ho fatto». Soprattutto con il Genoa: tre stagioni a far coppia con il gigante Skuhravy, 33 gol in 96 partite e soprattutto quella doppietta ad Anfield Road, casa del Liverpool, nei quarti di finale della Coppa Uefa 1992: uno dei momenti più alti della storia del Grifone. «Che emozione quella squadra - ricorda Pato Aguilera - ed ancora oggi ricevo tante testimonianze di affetto dai tifosi genoani. A settembre parteciperò alla crociera rossoblù con Skuhravy e poi il 10 settembre sarò a Marassi per Genoa-Livorno».

Sotto la Lanterna ha trovato la sua seconda casa, visto che ora può tornare in Italia dal gennaio 2007 senza il rischio di essere arrestato: l’indulto infatti ha cancellato la condanna a due anni per spaccio di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Scappò nel 1994, ma il Toro non l’ha cancellato dalla sua memoria e domenica ha già disdetto gli appuntamenti per godersi Torino-Peñarol, l’amichevole del Centenario che per Pato vale doppio. «Sono cresciuto e ho chiuso la carriera in giallonero, ma in granata ho passato due anni splendidi con la vittoria della Coppa Italia nel 1993, l’ultimo trofeo del Toro. Sarò felice come un bambino di poter vedere la partita, anche perché la danno in diretta tv in Uruguay».

Aguilera non era stato invitato alla festa del Centenario dello scorso dicembre ed anche in questa occasione non sarà allo stadio. «Nessuno mi ha contattato, a dire il vero neanche quelli del Peñarol con cui ho smesso nel 2000: c’era anche Maradona alla mia festa. Ma non è un problema, devo passare a Torino per alcune pratiche di un passaporto di un mio assistito. Magari farò un salto e così potro anche vedere Pinerolo: non ci sono mai stato e visto che il Peñarol è un omaggio a questa città, non potrò non visitarla».

Ride, Pato Aguilera, dal suo Uruguay, ma sul calcio italiano non scherza. «È sempre il campionato più forte e bello. Mi piace tantissimo Andrea Pirlo e ammiro Totti per fantasia e forza. Poi l’Italia è ancora campione del mondo, no? Se voglio vedere il grande calcio, so cosa guardare». Anche perché è un mercato da monitorare, visto che Aguilera è in affari con il procuratore-amico Paco Casal. Lo stesso di Recoba. «Il Chino è il nostro Maradona: è un giocatore sempre straordinario e spero proprio che il Toro lo possa prendere. È vero che ci sono già Rosina e Di Michele, ma Recoba è sempre Recoba». I consigli degli acquisti non finiscono qui. «Nel mio Peñarol gioca Maximiliano Arias: un difensore classe ‘88 di qualità e di sostanza. Tenetelo d’occhio». E non solo perché è più conosciuto come Godzilla, la forza di un soprannome.
aston villa
00sabato 18 agosto 2007 09:48
Cresce l’attesa per Toro-Penarol di domani sera all’Olimpico (ore 20.30, diretta su SportItalia, arbitra Saccani), ma i tifosi granata non vedranno in azione l’uruguaiano più atteso. Josè Franco, al Torino dal 2001 al 2005, non è partito con il Penarol (che incasserà 45mila euro per partecipare all’amichevole), per «motivi personali».

Non ci sarà neanche Ivan Franceschini: ieri il difensore si è infortunato alla coscia della gamba destra (oggi ecografia), ma lo stiramento non bloccherà il suo trasferimento all’Atalanta. Questa mattina i due club si inconteranno per chiudere la trattativa: al Toro poco meno di 1 milione, al giocatore un triennale da 350mila euro. Il suo posto verrà preso da Dallafiore dal Palermo: prestito con diritto di riscatto.

UN ALTRO BIDONE SCARICATO! [SM=g21301]

aston villa
00domenica 19 agosto 2007 09:18
È ormai più di un mese che il Toro gioca amichevoli. Anche importanti, per carità: Larissa, Tottenham, Bruges, Genoa e stasera il Peñarol per un precampionato mai così qualificato nella storia granata. Pur sempre amichevoli, però. E allora ci sta che, alla vigilia della sfida contro i gialloneri uruguaiani valida per il Trofeo del Centenario, Walter Novellino dia sfogo a tutta la sua voglia di calcio vero: «Non vedo l’ora che s’inizi: campionato, Coppa Italia, comunque partite da tre punti - dice lo scalpitante tecnico granata -. Sono belli e suggestivi questi test estivi, però vuoi mettere la scariche di adrenalina delle sfide che contano...».

Sei giorni, e l’attesa sarà finita: Lazio-Toro, sabato 25 agosto, aprirà alle 18 la nuova serie A. Come il loro allenatore, friggono pure i tifosi granata. Monta la curiosità per capire che cosa potrà combinare al momento giusto una squadra rivoluzionata ma già discretamente avanti con i lavori di messa a punto. Finora è stata presentissima, la gente del Toro: nei ritiri di Malles e Acqui, nel galà della presentazione all’Olimpico, nella trasferta di Marassi, nei primi allenamenti cittadini alla Sisport. Ora, però, ha voglia di calcio vero, di partite senza quelle riprese occupate più dai cambi che dal gioco. Anche per questo, stasera il Trofeo del Centenario non bisserà il pienone registrato il 7 agosto per Toro-Bruges. Settemila e 500, a ieri, i biglietti venduti: botteghini aperti all’Olimpico già dalle 18 per favorire i rientranti in extremis dalle ferie, ma il segnale è chiaro.

Di certo, Toro-Peñarol coinvolge più Novellino che i tifosi. «È comunque una partita speciale - garantisce il tecnico -. Torniamo davanti al nostro pubblico e questo è già motivo sufficiente per voler fare un gran match. Poi, c’è un trofeo da vincere. Quello del nostro Centenario. E io sono molto onorato di essere qui, nel bel mezzo di questa ricorrenza: ogni giorno per me è un’emozione nuova e diversa. È un ritorno che vivo intensamente».

Aspettando il meglio, naturalmente. Che verrà a partire da sabato, in campionato. «Ma per parlare della Lazio c’è tempo. Sì, l’ho vista nel preliminare di Champions: una battaglia. Ma anche noi, eventualmente, siamo pronti. Fin da subito: siamo molto avanti, ho ragazzi intelligenti e disponibili, ho un’ottima squadra che ha grinta e pure gioco. Il Peñarol tecnico ma pure rude? Ben venga una partita calda, vera. Questa è una verifica importante per tutti, soprattutto dei progressi che stiamo facendo dal punto di vista fisico. Vorrei far giocare 90’ a Rosina che non ha ancora mai potuto completarli, vorrei avere conferme del gran precampionato che stanno facendo Rubin e Vailatti».

Venti i convocati. Mancano i soliti Cioffi, Melara (sul mercato) e Malonga (senza transfer) ma anche Lazetic e Stellone, che ieri hanno saltato la rifinitura causa affaticamenti muscolari. In caso di parità, trofeo assegnato ai rigori. Poco meno di una prova generale, comunque, in vista del debutto in campionato. Prima di Roma, resterà soltanto il test di mercoledì a Cuneo. Contro la locale squadra di C2 debutterà in granata il 13° acquisto stagionale di Cairo, l’italoargentino Hernan Paolo Dellafiore, difensore centrale preso in prestito dal Palermo. L’affare ormai è fatto, ma verrà perfezionato soltanto domani. Ieri, intanto, ha cambiato ufficialmente maglia Franceschini, passato all’Atalanta per 850 mila euro. Domanda a Novellino: ma il mite Ivan non avrebbe dovuto andarsene solo in caso di arrivo di Mantovani? «Le cose cambiano, nella vita e nel mercato dei calciatori. E poi Dellafiore è molto bravo. Ha qualità, ha solo 22 anni e a me i giovani piacciono molto. A Palermo nello scorso campionato ha giocato poco, vero (7 presenze, ndr). Ma l’anno prima a Treviso aveva fatto tanto e bene». Conferma Ezio Rossi, il tecnico che gli ha regalato un debutto in A a S. Siro, nel 2005: «Era il mio miglior difensore, peccato che poi si sia fatto male. È alto ma pure abbastanza veloce. Ha qualità tecniche e soprattutto mentali: grande concentrazione e la testa di chi sa dove vuole arrivare».
aston villa
00lunedì 20 agosto 2007 08:59
Il Torino chiude al meglio i festeggiamenti per il suo secolo di vita. Gli uomini di Novellino battono per 4-3 il Penarol nel «Trofeo del Centenario», anche se per avere la meglio sugli uruguaiani i granata devono attendere i calci di rigore. I primi 90 minuti, infatti, si erano conclusi sullo 0-0. Torino quasi infallibile dagli undici metri (segnano Corini, Zanetti, Di Michele e Oguro, mentre sbaglia soltanto Rubin). per gli uruguaiani, invece, segnano soltanto Mazzo, Mendez e Arias, mentre decisivi risultano gli errori di Pacheco e Lemes.

È una serata di festa per il Toro, che per l’occasione sfoggia una maglia speciale. Buona la partenza dei granata nei primi minuti, con una traversa di Di Loreto già al 2’. Il centrale è bravo a correggere una punizione di Corini. Il match scorre via con un gioco frizzante da entrambe le parti. Non ci sono grandi occasioni da gol, ma i capovolgimenti di fronte sono continui e repentini, così le due retroguardie sono sempre in apprensione. Rosina è molto vivace e sembra che Vailatti sulla destra sia già una sicurezza. Tra gli uruguaiani in evidenza un mobilissimo Pacheco. Al 43’ ci prova Ventola con una gran conclusione in corsa, ma il pallone sfiora soltanto l’incrocio dei pali.

Nella ripresa Novellino getta nella mischia Bjelanovic, Zanetti e Rubin al posto di Vailatti, Grella e Lanna. Il Torino va subito vicino all’1-0 ma sempre nei primi minuti il Penarol pareggia il conto per quanto riguarda i legni: bel dialogo tra Correa e Sergio Perez con tiro di quest’ultimo che scheggia la traversa. Il Toro, però, sembra avere una marcia in più e al 15’ Bjelanovic, di testa, manda fuori di poco un pallone messo in mezzo da Corini.

L’ingresso del croato fa bene ai granata e soprattutto a Rosina, con cui riesce a dialogare bene. Poi entra in campo anche Di Michele e il Torino sale in cattedra. L’ex attaccante del Palermo semina più volte il panico nella retroguardia uruguaiana (al 34’ un suo diagonale sfiora il palo) ma i granata non riescono comunque a sfondare il bunker del Penarol. Gl uruguaiani non si vedono più e il gioco è in mano a Corini e compagni. L’ultimo brivido dei tempi regolametari è ancora di marca Torino, ma sugli sviluppi di una punizione di Corini i granata non riescono a mettere in rete e si va ai calci di rigore, dove Oguro segna la rete decisiva.

aston villa
00lunedì 20 agosto 2007 09:00
Sarà un caso, ma con Di Michele in campo il Toro immancabilmente s’accende. E però Di Michele non potrà giocare una partita ufficiale fino al 30 ottobre compreso. Preoccupato, Novellino? «Faccio finta di non esserlo, e invece lo sono. David, d’altra parte, dà profondità, sa fare tutto. Ce lo dobbiamo scordare, purtroppo, per un po’. Ma a noi in effetti ancora manca brillantezza e rapidità là davanti. Ci lavoreremo in quest’ultima settimana utile, prima della Lazio. Dobbiamo migliorare le ripartenze, l’ultimo passaggio. Intanto, però, già vedo una squadra che concede poco, bene organizzata dietro. Proprio come piace a me». È bello carico, il tecnico granata. «Ci mancherebbe: ho appena vinto il primo trofeo della stagione...».
Sente dietro l’angolo l’inizio del calcio che conta. «Ho già la Lazio in testa. So che sono più avanti di noi, ma punto molto sulla nostra organizzazione. Loro distratti dal ritorno di Champions? No, non credo. Conosco troppo bene Delio Rossi: pensa a una partita alla volta».

A Lazio-Toro ci ha già pensato intensamente ieri sera anche Matteo Sereni. Sentiva un dolore dietro la coscia destra. Un indurimento sempre più forte. E dopo 21’ ha chiesto il cambio per non rischiare di perdere il ritorno in serie A dopo quasi un anno e mezzo. Perdipiù contro la sua ex squadra, dalla quale quest’estate è finalmente riuscito a scappare dopo essere finito ai margini della rosa.

Con Cairo, è cambiato tutto. Cairo che adesso non vede l’ora che cominci il campionato: «Sono molto curioso. Ma pure prudente. Già un anno fa abbiamo commesso l’errore di partire troppo eccitati. Voliamo bassi, vediamo come si carbura e poi magari fisseremo dei traguardi». Oggi, intanto, arriva Dellafiore, in prestito dal Palermo. «È un giovane di qualità e prospettive - commenta il presidente granata -. È il 13° rinforzo di un mercato importante». L’ultimo? «Vediamo se si riesce a mettere la famosa ciliegina: noi siamo sempre vigili. L’importante, però, è che la torta sia buona e la nostra lo è».
aston villa
00martedì 21 agosto 2007 08:46
Il Toro è pieno di gente nuova. Calciatori importanti, anche. Il cocco della gente granata, però, resta Alessandro Rosina detto Rosinaldo. È il numero 10, un patrimonio di gol e talento. Il migliore nell’anno della promozione dalla B e pure in quello della salvezza-batticuore. Sabato comincia la sua terza stagione da trascinaToro, la prima da protagonista atteso in serie A con vista sull’azzurro.

Viene da un precampionato complicato. È sicuro di essere pronto, Rosina?
«Ho cominciato tardi e ho avuto subito qualche guaietto che mi ha fatto perdere altro tempo. Domenica, contro il Peñarol, per la prima volta sono arrivato quasi al 90’. So di essere indietro rispetto ai miei compagni ma penso di allinearmi già per l’esordio con la Lazio».

Un anno fa, di questi tempi, segnava già a raffica. Ora è ancora a secco. Preoccupato?
«No. Ci ho provato spesso, mi è andata male. Spero di tornare a far gol quando conterà davvero».

Già sabato a Roma, magari?
«Chissà. Di certo questa Lazio ha dei problemi. Sarà un’occasione importante, da sfruttare. Possiamo cominciare con un bel risultato, se staremo in campo come vuole Novellino».

La convince questo Toro?
«Sì, tanto. Siamo una squadra ricca di elementi che possono dare un contributo notevole. La strada è quella giusta».

Lo dicevate già l’anno scorso...
«Vero: c’era tanto entusiasmo, dopo la promozione. Però la squadra non era serena ed erano già arrivati risultati negativi che inducevano a sospettare. Questa volta abbiamo avuto modo e tempo per crescere assieme, per mettere a punto i meccanismi».

Davanti, però, fate sempre fatica. E senza Di Michele proprio non segnate.
«In Italia ce ne sono pochi con i numeri di David. È un vero peccato non averlo fino al 31 ottobre. Però, abbiamo buone alternative. E comunque non aspettatevi partite del Toro con raffiche di gol. Non siamo il Genoa, portato a segnare tanto ma pure a subìre. Concediamo poco, noi».

Senza Di Michele, inevitabilmente, lei finirà per avere più responsabilità.
«Io sono prontissimo. Come tutto il gruppo, del resto».

Vedremo un Rosina diverso?
«Penso, spero e devo fare ancora meglio. Sfruttando le esperienze positive e negative dal mio primo vero anno in serie A».

Corini la vede pronto al salto di qualità.
«Lo ringrazio e, facendo tesoro anche dei suoi consigli, lavorerò per dargli ragione».

Novellino va persino oltre. Dice: "Se Ale mi segue, lo mando in azzurro come ho fatto con Quagliarella alla Samp".
«È quel che mi auguro. Solo facendo meglio dell’anno scorso posso raggiungere il traguardo della Nazionale maggiore».

Al Toro siete in tanti a sperare. Fra di voi scommettete su chi ci arriverà per primo?
«No. Ma essere più d’uno a sognare una prima volta o un ritorno azzurro significa fare il bene del Toro. E se proprio dovessi metterci un euro, punterei su di me, ovviamente».

Come pensa di coronare il suo inseguimento?
«Dando retta a Novellino. Mi chiede di aggredire più gli spazi, di giocare fra le linee ed è proprio quello che preferisco fare. È il mio ruolo giostrare dietro una o due punte. Il problema è che nel passato quella posizione l’ho tenuta poco. Mi devo abituare a sfruttarla al meglio: sono più vicino alla porta, posso cercare di più il gol. Insomma: parto con le condizioni ideali per dare il meglio. Dipende da me, adesso».

Le capita di ripensare a chi eravate, il Toro e lei, un po’ meno di due anni fa?
«Lo faccio, eccome. Quel settembre 2005 è stato un bivio per tutti. E io sono felice di aver imboccato la strada giusta: ripartire dalla B e crescere con un club che mi ha fatto diventare quel che sono».

Di quel gruppo rimanete pochissimi. C’era davvero bisogno, quest’estate, di un’altra rivoluzione?
«Non sta a me valutare. Però lasciatemi fare un abbraccio forte a chi non è più con noi: è anche grazie a loro se siamo qui pronti a un nuovo intrigante campionato di serie A».

Sono tanti, comunque, 12 giocatori nuovi da inserire.
«Sì, ma fin dal primo impatto ho captato la possibilità di trovare subito una grande coesione fra di noi. Così è stato: questa è la base che ci permetterà di superare i momenti difficili che arriveranno».

Un giudizio sul prossimo innesto, Dellafiore?
«L’ho conosciuto nell’Under 21: è forte, ha ampi margini di miglioramento, com’è naturale per noi giovani. E poi è mentalmente solido: pare non sentire le pressioni».

Voto al primo mese di lavoro con Novellino?
«Alto. Mi sono trovato subito bene. È un trascinatore, un tipo schietto: dice le cose in faccia. E ha metodi di allenamento piacevoli».

Indicazioni del precampionato?
«Parziali: si lavora tanto, le squadre possono essere imballate, i risultati a sorpresa fioccano. L’Inter, nonostante tutto, per me resta la favorita».

E la Juve, dove la mette?
«Sulla carta ha fatto un bel mercato. Ma resta un passettino dietro le big, anche se non fare le coppe è un vantaggio che la può collocare fra le protagoniste».

Il Toro, rispetto alla Juve?
«Un gradino sotto. Dobbiamo crescere, e la Juve da avvicinare può essere uno stimolo in più».

Come il derby?
«Se ne parla già tanto, forse persino troppo. Capisco la voglia dei tifosi, ma per noi non dev’essere un assillo».

Non dica che lei non ci ha ancora pensato.
«Sarei bugiardo: non ne ho mai fatti, di derby. Ora, però, in testa ho solo la Lazio».

Da collezionista di maglie, a quale bianconero la chiederà il 30 settembre?
«Al mio amico Palladino».

Profilo basso. Come nella sua vita privata. Nessun gossip estivo da regalarci?
«Ho la mia Anna e me la tengo stretta. Ma siamo ancora giovani per matrimonio e figli».

aston villa
00mercoledì 22 agosto 2007 20:58
«Recoba è un calciatore straordinario, ma siamo contenti di come siamo con Bjelanovic, Ventola, Rosina, Stellone e Di Michele che tornerà il 30 ottobre. Vorremmo continuare con questi, anche se Recoba è un giocatore straordinario e dal valore assoluto». Lo ha detto il direttore generale del Torino, Stefano Antonelli, smentendo ancora una volta l’eventualità di un ingaggio di Alvaro Recoba. Ai microfoni di «Radio Radio», Antonelli ha poi annunciato gli arrivi, ormai imminenti, di Paolo Dellafiore e Marco Motta. «Abbiamo già fatto 12 acquisti e la squadra è totalmente rinnovata. Probabilmente prenderemo due ragazzi di sicura prosepttiva per completare la rosa: uno è Dellafiore che arriverà lunedì, l’altro è Marco Motta. Stiamo lavorando per un organico competitivo».

Antonelli non ha voluto sbilanciarsi in vista dell’inizio del campionato con la Lazio all’Olimpico: «Prima di iniziare vorresti sempre ottenere il massimo. Giocheremo la nostra partita, consapevoli che per creare un gruppo consolidato servono un paio di mesi. Sereni lo conosco sia come uomo che come professionista, ho parlato con lui, gli ho chiesto se aveva voglia di darmi una mano in questa mia nuova avventura. In questi 40 giorni di ritiro - conclude - è riuscito ad accattivarsi le simpatie e la stima di tutto l’ambiente».

aston villa
00giovedì 23 agosto 2007 09:08
La notizia è che alla quinta amichevole (mai giocate per intero, in verità) Alessandro Rosina ha finalmente fatto gol. Su punizione, alla sua maniera. Identica a quella che segnò già l’anno scorso a Cuneo, una delle tante «perle» di un precampionato 2006 da trascinatore granata. La sua esultanza rabbiosa dopo l’1-0 di ieri è il segno di quanto gli mancasse la rete, di quanta voglia avesse di mettersi alle spalle un mese complicato da tanti piccoli infortuni. Con Rosina, contro il giovane Cuneo di C2, ha segnato anche Bjelanovic (nella foto), di testa su punizione di Corini: uno-due fra il 30’ e il 32’, dopo una colossale occasione sciupata dallo stesso croato, una rete annullata a Natali per fuorigioco e un salvataggio sulla linea su colpo di nuca di Rosinaldo. Poi, il 2-1 del biancorosso Scapini, lanciato da un passaggio all’indietro di Grella.

Ripresa finta, con tutte le seconde linee in campo e il solo Fontana dentro per 90’ al posto di Sereni, a riposo precauzionale in vista di Lazio-Torino di sabato. Finché è stata sfida vera, nonostante l’abbondante pioggia, indicazioni interessanti per Novellino che è partito per la prima volta con due punte (Ventola-Bjelanovic) in un 4-4-2 spesso e volentieri poi diventato 4-2-3-1 con Barone e Rosina che salivano e con Bjelanovic che s’abbassava, davanti a Grella-Corini.
aston villa
00giovedì 23 agosto 2007 09:09
Il precampionato del Toro è finito ieri a Cuneo. Dopodomani c’è già la Lazio e più del magro 2-1 incassato nella Granda contano segnali e sensazioni. Generalmente buone, per fisico, passo e organizzazione. Con una costante negativa, però, che a questo punto si fa fatica a derubricare a mera casualità. Anche contro la locale squadra di C2, il Toro non è riuscito a far gol su azione. Non ne ha fatto uno, in verità, contro le 7 rivali professionistiche sfidate quest’estate, provando tutti gli schieramenti possibili che prevedono la rinuncia a David Di Michele, squalificato fino al 30 ottobre compreso.

Il calcio moderno, però, vive di palle inattive. E ieri Novellino le ha sfruttarle a dovere: gol diretto di Rosina, parabole al bacio di Corini capitalizzate da Natali (fuorigioco sbandierato) e Bjelanovic. Tutti apparentemente sereni, dunque, in casa Toro. Nonostante l’infortunio che blocca ancora Stellone (comunque partente) e il transfer sempre mancante di Malonga. «Abbiamo tre punte validissime - dice il ds Fabio Lupo -. L’attacco non è sicuramente una priorità di mercato, da qui al 31 agosto».

Ha altro in testa, il Toro. «La Lazio, innanzi tutto - assicura Lupo -. La affronteremo con questo gruppo, nessuno in più. Per Sereni sono fiducioso, meno per Stellone e Lazetic che hanno problemi più seri. Poi lavoreremo per completare l’organico. Essenzialmente con i nomi già letti sui giornali». Dellafiore, dunque: «L’accordo fra le tre parti c’è». Ma anche Motta: «Manca ancora qualcosina, ma la disponibilità dell’Udinese esiste». Poi, lo sfoltimento della rosa che va a rilento: «Normali logiche di mercato - dice Lupo -. Abbiamo richieste per giocatori che però si fanno forti del contratto in vigore con il Toro. Fa parte dei loro diritti: non facciamo forzature». Situazioni come quelle di Cioffi e Melara, che presto, con buonsenso e intelligenza, dovranno comunque essere risolte. Idem per il caso-Francescini: «La presa di posizione dell’Atalanta ci ha sorpresi. Ma la storia non è chiusa: ho appena sentito il mio collega bergamasco Osti. Ne ridiscuteremo, valuteremo per bene. Una soluzione la troveremo».

Ora urge più che altro cominciare bene il campionato. «La Lazio avrà tanta rabbia in corpo. E le assenze in difesa non peseranno più di tanto: le squadre di Delio Rossi hanno una fisionomia precisa a prescindere da chi va in campo». Novellino ieri ha provato a giocare con due punte più Rosina. Difficile che osi tanto sabato. «Il nostro allenatore è molto sapiente - ammicca Lupo -. Questo è uno dei tanti moduli che i nostri giocatori gli consentono. Sa lui cosa fare». «Ci lavoro sopra e ci lavoreremo - dice Monzon -. Il primo tempo mi ha convinto. D’altra parte, se Rosina gioca così bene si può fare di tutto con lui e attorno a lui». Intanto, Ale s’è sbloccato e l’attacco granata ancora un po’ anemico non può che guadagnarne.
aston villa
00venerdì 24 agosto 2007 09:01
Sono 14 anni che il Toro non comincia un campionato di serie A vincendo. Walter Novellino, invece, non l’ha mai fatto nei sei precedenti tentativi avuti a disposizione fra Venezia, Piacenza e Sampdoria. Domani ci riprovano assieme, i granata e il loro nuovo allenatore, con la speranza che mettere assieme due serie negative porti a qualcosa di positivo. Di certo c’è che dal sorteggio del calendario a oggi, almeno sulla carta, l’indice di pericolosità dell’avversario dell’esordio si è ridotto. Alla Lazio, negli ultimi 10 giorni, è successo un po’ di tutto. Sfortuna e colpe proprie. Il debutto burrascoso nei preliminari di Champions, una raffica di infortuni, il problematico tesseramento del portiere Carrizo. Concretamente: cominciare la stagione in casa dei biancocelesti al top atletico e morale poteva essere una missione quasi impossibile, tutt’altra cosa è sfidare domani una Lazio d’emergenza e con il pensiero inevitabilmente rivolto all’euroritorno di martedì a Bucarest, partita che darà il segno a un’intera annata.

Delio Rossi non avrà Mauri, Inzaghino e tre centrali difensivi: Cribari, Siviglia e Stendardo. Qualche dubbio, inoltre, per l’esterno serbo Kolarov. Soluzione quasi obbligata per il poker arretrato: De Silvestri, Scaloni, Diakitè e Zauri. Retroguardia inedita, mai più rivedibile. Detto che anche Novellino avrà le sue brave assenze (lo squalificato Di Michele, Lazetic e, forse, Stellone), resta la sensazione di un’occasione irripetibile per il nuovo Toro. Qualcosa più di una sensazione, visto che a palpare la possibilità di un colpaccio è anche uno dei granata più esperti: Vincenzo Grella. «Il profumo lo sento eccome - assicura il centrocampista australiano -. Anzi, lo sentiamo un po’ tutti. C’è aria positiva, nel nostro spogliatoio. Con il massimo rispetto dell’organico della Lazio e con la consapevolezza che sarà tutt’altro che facile. Però, ci crediamo».

Al punto, in partenza, di non volersi nemmeno accontentare di un pareggio che, in casa della quarta dell’ultimo campionato, sarebbe pur sempre un gran bell’iniziare. «Vogliamo cominciare bene. È fondamentale raccogliere subito risultati importanti. Per la classifica ma anche per poter lavorare con serenità nei prossimi mesi, quelli decisivi per completare la costruzione della squadra, durante i quali ci saranno da correggere gli errori che inevitabilmente commetteremo. E poi - mette in chiaro Grella - accontentarsi non rientra nella mentalità di Novellino: vuole sempre il massimo, a partire dagli allenamenti dove ci chiede il 101%».

Armato di ottimismo ma non di presunzione e non a caso chiamato Vince dagli amici, Grella ribadisce: «A Roma possiamo vincere. Abbiamo i giocatori per farlo». Uno, in particolare, sta entrando in forma dopo un avvio tribolato. «Rosina cresce di partita in partita. A Cuneo gli ho visto fare numeri dei suoi e soprattutto i movimenti giusti per smarcarsi. Quest’anno sarà uno degli osservati speciali: avrà sempre almeno un avversario addosso. Per svicolare ha bisogno di essere in condizione: la sta recuperando». Rosina, a Cuneo, è anche tornato a segnare. Su punizione. «Buon segno - sorride Grella -. I piazzati possono essere una chiave importante per “aprire” le nostre partite. Oltre ad Ale, abbiamo anche Corini: due grandi specialisti». Al resto, fin da domani, dovrebbe pensarci la solidità granata: «Fra difesa e centrocampo concediamo poco: aspettando che in attacco ci si conosca meglio, è già una buona base di partenza».
aston villa
00sabato 25 agosto 2007 11:48
TORO-LAZIO

Finalmente ci siamo,FORZA TORO! [SM=x1272047]
aston villa
00sabato 25 agosto 2007 12:49
Fiducia ed entusiasmo, attorno al Toro. Ci sta: la squadra ha lavorato bene e ha completato un discreto precampionato. Però la lista dei 20 giocatori che ieri pomeriggio sono partiti per Roma non è delle più tranquillizzanti, con quella panchina imbottita di debuttanti o quasi (Fontana, Rubin, Ogbonna, Bottone, Vailatti e Oguro) e quei due Primavera chiamati per far numero (Cristino e Bettini). Fra squalificati (Di Michele), infortunati (Stellone e Lazetic), accantonati in attesa di sistemazione (Cioffi e Melara) o di transfer (Malonga), oggi però il Toro è questo. La situazione migliorerà la prossima settimana con gli arrivi di Dellafiore e di Motta, ma almeno in attacco resta a rischio. Con Stellone dato ormai da un anno in partenza eppure sempre granata e pure spesso acciaccato. Dovesse davvero andarsene, aspettando il rientro di Di Michele, potrebbe essere un azzardo arrivare fino a novembre soltanto con Ventola e Bjelanovic più il leggerissimo Oguro.

Il barese e il croato, peraltro, oggi potrebbero fare coppia fin dal 1’. Per un 4-4-2 identico a quello provato mercoledì nell’ultimo test di Cuneo. La tentazione di Novellino è fortissima. Perché la Lazio è nei guai soprattutto in difesa, perché quando il Toro ha giocato con Rosina a supporto del solo Ventola ha creato pochi imbarazzi ai rivali. E poi c’è quel «quest’anno ci divertiamo» che Urbano Cairo ha voluto come slogan della campagna-abbonamenti 2007/2008: il presidente scansa accuratamente discorsi tattici ma si sa che predilige il gioco offensivo. E questo Toro, con Corini, Barone e Rosina ad armare le punte, può svilupparlo a dovere. Chiedendo un sacrificio supplementare a Grella e a una difesa che ha un piccolo dubbio legato a Di Loreto. «Non dovesse farcela - dice Novellino -: giocherebbe Rubin». Veneto ventenne che cominciò ala sinistra, per retrocedere in C1 a terzino e che ora rischia di debuttare in serie A da centrale difensivo. «Può farlo, perché è bravo e perché al fianco avrebbe uno come Natali», assicura Monzon.
sparco76
00sabato 25 agosto 2007 18:57
Re:
aston villa, 25/08/2007 12.49:

Fiducia ed entusiasmo, attorno al Toro. Ci sta: la squadra ha lavorato bene e ha completato un discreto precampionato. Però la lista dei 20 giocatori che ieri pomeriggio sono partiti per Roma non è delle più tranquillizzanti, con quella panchina imbottita di debuttanti o quasi (Fontana, Rubin, Ogbonna, Bottone, Vailatti e Oguro) e quei due Primavera chiamati per far numero (Cristino e Bettini). Fra squalificati (Di Michele), infortunati (Stellone e Lazetic), accantonati in attesa di sistemazione (Cioffi e Melara) o di transfer (Malonga), oggi però il Toro è questo. La situazione migliorerà la prossima settimana con gli arrivi di Dellafiore e di Motta, ma almeno in attacco resta a rischio. Con Stellone dato ormai da un anno in partenza eppure sempre granata e pure spesso acciaccato. Dovesse davvero andarsene, aspettando il rientro di Di Michele, potrebbe essere un azzardo arrivare fino a novembre soltanto con Ventola e Bjelanovic più il leggerissimo Oguro.

Il barese e il croato, peraltro, oggi potrebbero fare coppia fin dal 1’. Per un 4-4-2 identico a quello provato mercoledì nell’ultimo test di Cuneo. La tentazione di Novellino è fortissima. Perché la Lazio è nei guai soprattutto in difesa, perché quando il Toro ha giocato con Rosina a supporto del solo Ventola ha creato pochi imbarazzi ai rivali. E poi c’è quel «quest’anno ci divertiamo» che Urbano Cairo ha voluto come slogan della campagna-abbonamenti 2007/2008: il presidente scansa accuratamente discorsi tattici ma si sa che predilige il gioco offensivo. E questo Toro, con Corini, Barone e Rosina ad armare le punte, può svilupparlo a dovere. Chiedendo un sacrificio supplementare a Grella e a una difesa che ha un piccolo dubbio legato a Di Loreto. «Non dovesse farcela - dice Novellino -: giocherebbe Rubin». Veneto ventenne che cominciò ala sinistra, per retrocedere in C1 a terzino e che ora rischia di debuttare in serie A da centrale difensivo. «Può farlo, perché è bravo e perché al fianco avrebbe uno come Natali», assicura Monzon.




Sto vedendo la partita, è appena finito il primo tempo, Munnezza 0 Toro 1...gran cucchiaio di Rosina, eccezionale davvero [SM=x1272029] ! Incrociamo le dita altri 45' e che Sereni continui a parare tutto! (LOTITO ROSICA!!! [SM=x1272046] )
sparco76
00sabato 25 agosto 2007 19:59
PECCATO
Partita bellissima, a tutto campo, giocata tra l'altro con 35° di temperatura!...risultato giusto tutto sommato, 2-2, con due goal, uno per parte, annullati dall'incompetente arbitro di turno! vergognoso! Toro abbastanza tonico, buon gioco, ma Novellino dovrà lavorare ancora molto, anche se rispetto allo scorso anno è otra cosa decisamente!
aston villa
00sabato 25 agosto 2007 20:39
C'e' molto da lavorare vero ma ora siamo una squadra.

Si poteva vincere ma anche perdere.

L'ho vista in hotel circondato da clienti ciociari e del basso lazio,a un certo punto uno che se lo vede Verdone lo scrittura a un errore di Pandev gli ha urlato.

MORTACCI TUA E DI TUTTA LA GRECIA!

La Grecia.... [SM=x1272070] [SM=x1272031]
sparco76
00sabato 25 agosto 2007 20:45
Re:
aston villa, 25/08/2007 20.39:

C'e' molto da lavorare vero ma ora siamo una squadra.

Si poteva vincere ma anche perdere.

L'ho vista in hotel circondato da clienti ciociari e del basso lazio,a un certo punto uno che se lo vede Verdone lo scrittura a un errore di Pandev gli ha urlato.

MORTACCI TUA E DI TUTTA LA GRECIA!

La Grecia.... [SM=x1272070] [SM=x1272031]




Bella compagnia, azz, a prtita chi' monnezzari!
Comunque il Toro farà un buon campionato, Novellino sa il fatto suo ed i giovani granata sono molto promettenti......vamos a ver!


aston villa
00sabato 25 agosto 2007 23:09
Pari e patta nel primo anticipo di campionato nel caldo catino dell’Olimpico. Lazio e Torino si dividono la posta con un 2-2 che forse andrà un pò stretto ai padroni di casa, costretti a rimontare la prodezza di Rosina con l’uno-due, nella ripresa, di Pandev e Rocchi. Ma proprio quando la Lazio sembrava poter stendere i granata, ecco il pari di Vailatti che chiude i conti di un match arbitrato malissimo dal signor Celi (annullati due gol regolari) e che manda la Lazio a sfidare la Dinamo Bucarest con una difesa sempre più ridotta negli uomini.

Delio Rossi, in emergenza e anche pensando al ritorno del preliminare di Champions in Romania, parte con Scaloni e Cribari in panca per precauzione ma sarà costretto a schierarli per gli infortuni di un altro debuttante, Kolarov, e del giovane Diakite, di cui si sospetta addirittura la frattura della tibia. Si fa male alla testa anche Grella (dentro Zanetti) in un primo tempo duro con Sereni sicuramente protagonista, anche se non sempre impeccabile negli interventi. La squadra di Novellino, senza Lazetic e Stellone (e con Di Michele squalificato), soffre in avvio e proprio il portiere che l’anno scorso ingaggiò un braccio di ferro con Lotito fa di tutto per farsi rimpiangere. Salva all’8’ sull’avvitamento aereo di Rocchi, si allunga al 28’ sul diagonale del vice Mauri, Del Nero, si esalta al 42’ su Ledesma.

Insomma, un Sereni tuttofare in un Toro che, passati dieci minuti davvero brutti, rialza la testa e sa anche creare. Barone, che con Corini forma una mediana ex rosanero, per poco al 19’ non approfitta di una dormita di Zauri, Ventola di testa è sempre un pericolo ma è ancora Rosina, il bomber della passata stagione, a lasciare il segno. È il 24’: Scaloni, appena entrato, commette un erroraccio, il fantasista della under fa partire un tocco delizioso di sinistro che supera ’nonnò Ballotta.

Nella ripresa la Lazio riparte convinta e con Pandev ispirato: il macedone prima si vede annullare dal guardalinee Griselli un gol validissimo all’8’, poi mette dentro all’11’ un tiro-cross di Mudingayi nato da un’azione di Rocchi. Trovato il pari i biancocelesti insistono e, 5’ dopo, vanno in vantaggio: stavolta Rocchi fa l’egoista e, dal limite, beffa Sereni. Il Toro però non è matato e, al 23’, va sul 2-2 con un’inzuccata di Vailatti, lasciato colpevolmente solo e in precedenza autore di un altro colpo di testa che aveva mandato in bambola Ballotta (ma Celi aveva fischiato chissà cosa). La Lazio ci prova ma non punge, anche perchè la stanchezza si fa sentire e nemmeno Meghni riesce a dare quel tocco di fantasia ad una manovra veloce ma non sempre lucida.

aston villa
00domenica 26 agosto 2007 09:15
La prima impressione e' che ci sia ancora tanto da fare ma che esista gia' una squadra.

Dietro,tolte le cazzate del mister su natali in nazionale(anche se non e' che ci sia di molto meglio in giro)c'e' qualcosa da rivedere.

Sereni e' un bel portiere e se evita il night,ma Torino non e' Roma,fara' una grande stagione.

Comotto si e' fatto uccellare come un principiante da Rocchi e poi buttare fuoti da pirla.

Lanna e' un mestierante e nulla piu'.

Bene,finalmente,Di Loreto e puo' fare meglio Natali.

Rubin e' un ragazzino in gamba e Vailatti quest'anno esplodera' finalmente.

Corini e' sempre lui con 60 minuti di autonomia,Barone un po' meglio dello scorso anno,Rosina sparisce per mezzora ma poi ti risolve le partite,Zanetti porta acqua e le punte i loro 10 gol a testa li faranno.

L'impressione e' che ora come ora Rosina piu' due punte siano un lusso...in attesa di Di Michele.

Comunque buon inizio.
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