Sono tornati

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aston villa
00martedì 16 febbraio 2010 09:59
YOANI SANCHEZ

Steppe, neve, mele e il rumore di un’ascia che tagliava la legna in pezzi disuguali. La nostra infanzia si è nutrita di queste immagini e di suoni stranieri, a causa dell’eccesiva presenza dell’Unione Sovietica nella Cuba degli anni Settanta e Ottanta. Tremavamo di freddo guardando i cartoni animati cechi e bulgari, mentre fuori il sole del tropico ci ricordava che ci trovavamo sempre nel Caribe. Alcuni di noi hanno appreso prima a dire “koniec” che ad articolare il monosillabo “fin”, fino al giorno in cui gli orsi sono emigrati, lasciandoci orfani di pellicole con soldati vittoriosi e contadini sorridenti.

Dopo il 1991, le abbondanti tirature della casa editrice russa MIR si potevano trovare soltanto nelle librerie di seconda mano coperte dal velo polveroso dell’abbandono. Tuttavia, questo febbraio, la Fiera Internazionale del Libro ha dedicato la sua XIX edizione al paese che per decenni è stato mentore e sostegno economico dello sviluppo cubano. I camerati che un tempo pagavano il nostro zucchero a prezzi astronomici - mentre ci vendevano il loro petrolio per una sciocchezza - sono tornati vestiti in giacca e cravatta. Sono atterrati nell’isola che in passato hanno sovvenzionato, ma questa volta per commercializzare opere stampate con colori brillanti e inerenti temi estranei al marxismo. Nella spianata della Fortezza della Cabaña si intrecciano lunghe code per comprare i nuovi titoli giunti dall’Est. Bambini sfogliano incuriositi stampe che mostrano spighe dorate di grano e persone coperte con cappelli dagli enormi paraorecchi. Ma adesso non è più come un tempo. La stessa iconografia che per noi è stata una presenza obbligata del quotidiano, per i nostri piccoli rappresenta soltanto mera curiosità per le cose esotiche. Nelle loro menti infantili, gli abeti non sostituiranno le palme e neppure le volpi prenderanno il posto delle lucertole; per loro la Russia sarà soltanto una regione lontana e differente.

aston villa
00martedì 16 febbraio 2010 10:02
I cubani della mia generazione parlano del periodo "sovietico" come di un periodo aureo.

"C'era tutto" dicono con gli occhi sognanti.

Peccato che quel tutto non lo pagavano loro ma gli operai e i contadini sovietici.
oiste
00martedì 16 febbraio 2010 11:39
Re:
aston villa, 16/02/2010 10.02:

I cubani della mia generazione parlano del periodo "sovietico" come di un periodo aureo.

"C'era tutto" dicono con gli occhi sognanti.

Peccato che quel tutto non lo pagavano loro ma gli operai e i contadini sovietici.




esempio di vera solidarietà socialista [SM=x1543720]
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