Poi ditemi che non ci si deve incazzare!

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aston villa
00mercoledì 17 febbraio 2010 16:36
Montecitorio spende per gli affitti 54 milioni. La ristorazione costa 7 milioni e mezzo. La prevenzione dagli incendi 2 milioni e 800. Acquistare nuove tappezzerie (e restaurare le vecchie), arredi, targhe, cartelli, casseforti e armadi blindati costa un milione. Dieci milioni si spendono per gli atti parlamentari, dalla stampa alla pubblicazione online. L'"ufficio tecnico" di Montecitorio (collaudi, manutenzione impianti termici, elettrici ed elettronici), ha un budget di 17,5 milioni che servono anche per gli ascensori. I corsi di lingua straniera per gli onorevoli, dall'inglese al russo, costano mezzo milione.

Sono questi i dati più significativi che spiccano analizzando l'elenco fornitori e consulenti del secondo ramo del Parlamento consegnato dal presidente Gianfranco Fini alla deputata radicale Rita Bernardini che per la prima volta li ha resi pubblici. Non è stato facile, per la Bernardini, avere quei dati finora segreti: li ha chiesti in agosto ed è riuscita ad ottenerli solo dopo aver iniziato per protesta lo sciopero della fame.
Da quei conti si evince che la Camera spende per cancelleria, taglierine, scarpe antinfortunistiche, camicie, biancheria, sartoria, buste, calendari, lavanderia circa 7 milioni. Sessantun mila euro per prodotti igienici. Per posteggiare le moto dei deputati, il costo dei parcheggi interni è di 33 mila euro. Per le auto più di un milione. Per l'assistenza medica, un milione e mezzo.

Il 40 per cento circa del bilancio dei fornitori della Camera dei Deputati risulta concentrato nelle società di un imprenditore romano, un cosiddetto "palazzinaro". Su un budget complessivo di circa 139 milioni di euro, nelle casse della Milano 90 srl di Sergio Scarpellini finiscono quasi 51 milioni per gli affitti degli immobili annessi a Montecitorio: il solo Palazzo Marini costa circa 45 milioni. Altri 2,6 milioni, poi, per la ristorazione, l'en-plein dell'appalto.


L'analisi dei conti dei fornitori della Camera è tutt'altro che di immediata comprensione, proprietari e soci sono schermati da varie e complesse compagini societarie. È il caso, ad esempio, proprio di Scarpellini, l'immobiliarista romano che sta costruendo un nuovo quartiere nella periferia della Capitale (la Romanina) ed è pronto a guidare la cordata di imprenditori per la costruzione del nuovo stadio della Roma. La Milano 90 è per l'80 per cento dell'Immobilfin (80%) e per il 20% della Aries, entrambe di proprietà dello Scarpellini. Ma dai dati della Camera di commercio emerge un giallo sulle quote della Immobilfin: risultano infatti date in "pegno" alla Aareal Bank a sua volta detenuta da una finanziaria dal nome impronunciabile (Depfa Deutsche Pfandbriefbank), nome che spunta, però, nella prima indagine sui derivati venduti dalle banche agli enti locali. Il suo amministratore, Francis William Marrone, è indagato per truffa al comune di Milano, e la società, due settimane dopo la chiusura indagini da parte della procura milanese, ha cessato l'attività.

Nell'elenco fornitori della Camera dei Deputati compare anche l'imprenditore Angelo Jacorossi, l'ex re del petrolio romano - rapito negli anni Settanta dall'anonima sequestri - coinvolto in alcune indagini negli anni '90. Il suo nome spunta partendo dalla Saccir spa alla quale è affidata una fornitura record per manutenzione impianti idrosanitari da 2.350.000 e 780.000. Amministratore delegato e socio al 7,5 % risulta Mario Cattabriga, ma il 50% della società è della francese Dalkia International S. A. e per il restante 42 % della Samovar srl nella cui compagine azionaria figurano Angelo Jacorossi e famiglia.

Per l'ammodernamento del canale televisivo satellitare della Camera sono stati arruolati due consulenti: Rosaria Marchese, (40.000 euro), nominata dal ministro Bondi nella Commissione cinematografia, e Gustavo Pacifico (50 mila euro), responsabile editoriale del canale Stream 2 su cui va in onda Grande Fratello. La cura degli aspetti artistici di Montecitorio, e l'organizzazione delle mostre, sono affidate alla consulenza dell'architetto Cristina Mazzantini (100 mila euro), testimone di nozze di Azzurra Caltagirone, consorte di Pier Ferdinando Casini.
beboroma
00mercoledì 17 febbraio 2010 17:16

amico mio non sarebbe il caso che certe info le tieni per te, no perche' il mio fegato e' gia' ampiamento debilitato dalle nefandezze passate...

Se esiste qualcuno che possa ascoltare le mie preghiere.....vorrei che tutti i soldi guadagnati da questi malfattori siano necessari per curarsi dalle peggio malattie.... [SM=x1543394]
aston villa
00giovedì 18 febbraio 2010 09:40
Due funzionari dell'Agenzia delle Entrate di Varese sono stati arrestati dai Carabinieri nell'ambito di un'indagine coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Varese, Agostino Abate. L'inchiesta era scaturita dalla denuncia presentata a fine gennaio di quest'anno da un imprenditore del varesotto titolare di una ditta di installazione di impianti elettrici. L'uomo ha spiegato di aver ricevuto dal proprio commercialista la richiesta di 50.000 euro per evitare un controllo da parte di non meglio identificati ispettori dell'Agenzia delle Entrate di Varese.

Il timore della verifica da parte dell'imprenditore partiva da un accertamento valutario avvenuto nel 2007 presso il Valico di frontiera di Ponte Tresa, nel corso del quale era stato trovato in possesso di documenti attestanti conti correnti e movimenti bancari nonché la presenza di un'ingente somma di denaro presso una Banca Svizzera.

Per regolarizzare gli adempimenti fiscali, l'imprenditore aveva poi consegnato al commercialista la documentazione relativa all'accertamento e lo aveva incaricato di seguire la vicenda presso l'Agenzia delle Entrate. Dopo alcuni mesi il commercialista aveva consigliato l'imprenditore di far rientrare i capitali depositati all'estero sfruttando lo scudo fiscale appena approvato dal Governo, chiedendo all'assistito 10.000 euro quali oneri necessari per definire la pratica presso l'Agenzia delle Entrate. Ma non si trattava altro che della prima tranche di una mazzetta destinata ai funzionari dell'Agenzia, per impedire l'esecuzione del controllo fiscale prima del rientro in Italia dei capitali dell'imprenditore.

Costui aveva consegnato i 10.000 euro al commercialista, convinto così di aver messo fine a ogni eventuale problematica fiscale. Intanto i capitali erano stati fatti rientrare in Italia alla fine dello scorso anno. Poi, però, un'ulteriore richiesta a gennaio: il commercialista voleva altri 50.000 euro per sanare definitivamente la situazione con l'Agenzia.

A quel punto l'imprenditore ha deciso di denunciare l'accaduto ai Carabinieri. Dalle indagini è emerso che il denaro era effettivamente destinato a funzionari dell'Agenzia delle Entrate, che si erano detti disponibili a bloccare tutti gli accertamenti di natura fiscale a carico dell'imprenditore in cambio di una congrua somma in danaro. Martedì scorso i funzionari venivano sorpresi dai Carabinieri di Varese proprio nell'atto di ricevere dal commercialista una mazzetta di 15.000 euro, scena ripresa da registrazione audio e video. Arrestati con l'accusa di concussione continuata in concorso, i due funzionari sono ora rinchiusi nella casa circondariale di Varese a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
aston villa
00giovedì 18 febbraio 2010 09:42
Un'Italia di sprechi, di corruzione, di cinismo e di ordinaria stupidità. L'occhio dei 500 magistrati della Corte dei Conti, dispiegati su venti procure regionali, scorge e denuncia quella che il presidente Lazzaro ha definito corruzione "capillare". Una fitta rete di opportunismo e avidità, fotografata nelle 150 pagine della "Relazione scritta del Procuratore generale" Mario Ristuccia che dà conto delle oltre 1.000 sentenze di condanna emesse durante il 2009.

Si comincia con il capitolo delle opere incompiute e lasciate a se stesse. Si va dal reparto di radioterapia di Sora, realizzato, attivato inaugurato e chiuso pochi giorni dopo, alla storia del palasport di Piancavallo in Friuli, costruito con la logica dell'"evento" nel 2003 e oggi inutilizzato e pieno di ragnatele.
Lo stato della sanità, come emerge dalle parole del Procuratore generale Ristuccia, non desta minore allarme: non ci sono solo "spese inutili" ma anche "fenomeni particolari di mala gestione". Si elencano "inefficienti e costosi programmi di screening anti-tumorale" della Regione Calabria, le "eccessive prescrizioni di farmaci" fino ad arrivare a "sconcertanti interventi chirurgici non necessari". Senza contare vicende grottesche, anche questa cadute sotto l'occhio della Corte dei Conti, come l'operazione "dentiere gratuite", promesse dalla Regione Lazio a 700 mila vecchietti e finite con un clamoroso ammanco di denaro.

Se si volge l'occhio al fisco la situazione, anche in questo caso, mescola cattiva gestione a vere e proprie truffe. E' il caso, citato dalla Corte, degli oltre 200 mila falsi atti di riscossione nei confronti di evasori inventati da molte società concessionarie (oggi fortunatamente scomparse e sostituite nella loro funzione dalla struttura pubblica Equitalia). Un capitolo a parte è costituito dall'immenso caso dei prodotti della turbofinanza, sottoscritti da molti piccoli comuni della provincia italiana: dopo la crisi del 2007-2008 hanno subito un bagno colossale con la perdita del 50 per cento valore complessivo dei contratti. Le colpe? Le sottoscrizioni, spiega la Corte dei Conti, sono state fatte da enti di modeste dimensioni "generalmente sprovvisti di strutture e professionalità idonee ad esprimere valutazioni di ordine economico-finanziario".
Non mancano le consulenze, ovvero gli incarichi "illegittimamente conferiti" dalla pubblica amministrazione: dalla tabella allegata alla "Relazione" risulta che su 1.077 sentenze di primo grado il 5,7 per cento ha riguardato questa delicata materia.

C'è la corruzione, ci sono gli sprechi ma c'è anche il tentativo da parte degli amministratori pubblici, dei sindaci, di fare un po' di testa propria infischiandosene delle leggi dello Stato. Un esempio? Il fenomeno delle multe. La legge prevede che il 50 per cento dei ricavati dalle sanzioni per eccesso di velocità e divieto di sosta venga investito nella sicurezza stradale (dalle buche, alla segnaletica). Ebbene sono sempre di più i Comuni che eludono questo limite e con i soldi delle multe aggiustano il bilancio. La Corte dei Conti mobilità le Sezioni regionali di controllo e fa quello che può: nel 2009 i controlli sui Comuni sono aumentati del 25 per cento e hanno colpito oltre 4.000 Municipi (la metà di quelli italiani). La verità è che la Corte può solo scrivere al sindaco ed invitarlo ad uniformarsi spontaneamente alle sue osservazioni. Se non lo fa? La Corte potrebbe inviare una segnalazione al ministro che potrebbe bloccare i fondi. Ma non c'è notizia che una simile sanzione sia andata felicemente in porto.
El Tr3n
00giovedì 18 febbraio 2010 10:12
Vorrei sapere quale parlamentare usa le scarpe antifortunistica...

Quali rischi corrono? Che gli cada un microfono su un piede? Che a un senatore caschi la dentiera?

Quando vanno in un cantiere non ci sono delle scarpe per loro?

Io quelle scarpe me le sono comprate e lavoro come loro e se in un cantiere non le ho me le faccio prestare.

Io povero comune mortale.



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