Nobel, cerimonia senza premio. Nessuno a rappresentare Xiaobo .

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
fabioeur
00lunedì 22 novembre 2010 07:38

È la prima volta. A Oslo il 10 dicembre assenti Russia, Cuba, Iraq, Marocco e Kazakhstan

PECHINO - Per la prima volta il premio Nobel per la Pace non potrà essere consegnato. Il 10 dicembre ad Oslo si terrà la consueta cerimonia, ma nessuno potrà ritirare medaglia, diploma e assegno da 1,5 milioni di dollari, vinto quest'anno dal dissidente cinese Liu Xiaobo. L'annuncio ufficiale è stato dato ieri dal presidente del comitato Nobel, il norvegese Thosbjorn Jagland. In un'intervista al quotidiano Aftenposten ha anticipato di aver ricevuto da Pechino la comunicazione che il primo fimatario di Charta 08, condannato a 11 anni per istigazione alla sovversione e detenuto nel carcere di Jinzhou, non otterrà il permesso di lasciare la prigione e di recarsi all'estero. Il governo cinese, che definisce Liu Xiaobo "un criminale", ha ufficialmente negato anche ai familiari del Nobel 2010 il visto per espatriare. Dall'8 ottobre scorso, giorno dell'annuncio del premio, la moglie Liu Xia è ai domiciliari nella capitale. Fermati anche i due fratelli di Xiaobo. Solo al maggiore, Liu Xiaoxuan, docente di ingegneria in un'università del Guangdong, da alcuni giorni è stato concesso di riprendere le lezioni sotto sorveglianza. "Se il governo ci avesse autorizzato - ha detto - saremmo andati volentieri a ritirare il premio. Ma in Cina restano molti problemi irrisolti legati alla democrazia, alla libertà di parola e di associazione, ai diritti umani".

La segregazione di Liu Xiaobo, posto in isolamento dopo la vittoria del Nobel, ha impedito così per la prima volta di individuare una persona "direttamente autorizzata" a ritirare il premio al posto suo. Da settimane Pechino ha anche chiuso le frontiere agli esponenti del dissenso, fermandone decine negli aeroporti. Oltre duecento sono stati arrestati per aver espresso la propria gioia per il Nobel e alle persone sospette sono stati tagliati i collegamenti telefonici e online. L'appello di Liu Xia a 143 intellettuali, affinché ritirassero il Nobel al posto del marito, non potrà così essere raccolto. Nel 1991, quando il premio fu assegnato alla dissidente birmana Aung San Suu Kiy, già ai domiciliari scaduti sabato scorso, il marito e i due figli avevano potuto andare ad Oslo. E anche nel '35, quando a vincere fu il pacifista tedesco Carlo von Ossietzky, perseguitato dai nazisti, un parente aveva ottenuto di rappresentarlo. "Questa assenza - ha detto ieri Thosbjorn Jagland - rende il Nobel 2010 uno dei più importanti della storia".

Pechino non si è però limitata a sigillare i confini, isolandosi dal mondo libero. La Cina ha esercitato un pressing diplomatico senza precedenti, minacciando "ritorsioni commerciali" contro i Paesi che avrebbero deciso di partecipare alla cerimonia del 10 dicembre. Al ricatto hanno infine ceduto Russia, Iraq, Marocco, Kazakhstan e Cuba, mentre altre sedici nazioni non hanno nemmeno risposto all'invito. Saranno invece presenti gli ambasciatori delle potenze Ue, tra cui Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna, oltre a quelli di Usa, Giappone e Corea del Sud. "Non ricordo alcun precedente - ha detto il segretario del comitato Nobel, Geir Lundestad - di uno Stato che abbia così attivamente e direttamente provato a escludere la comunità internazionale da una cerimonia del premio". Il 10 dicembre l'attrice Liv Ullman leggerà comunque un messaggio di Liu Xiaobo al mondo e sul palco di Oslo salirà un coro di bambini. L'unica richiesta che il dissidente cinese è riuscito a far uscire dalla prigione.

(19 novembre 2010)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:00.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com