Cio, rivoluzione doping
Cambiano i podi olimpici?
Il presidente del comitato olimpico internazionale Rogge: "Lo scongelamento dei campioni di sangue-urina conservati è un chiaro messaggio di quello che ci accingiamo a fare". Schamasch, capo della commissione medica:"Abbiamo risultati 'molto interessanti'..."
ROMA - Il babau-doping agita da sempre le notti dei dirigenti dello sport, da quelli piccoli dei comitati regionali, a queli grandi dei comitati nazionali e internazionali. E' una lotta contro un avversario per molti versi imbattibile, per come cambia forma, peso e corsia di gara. L'ultima che ci arriva da Losanna è l'ennesimo pugno di ferro agitato dal presidente del Cio Jacques Rogge. Dopo le mezze notizie circolate ieri, oggi Rogge ha ufficializzato che "saranno scongelati i campioni prelevati durante i Giochi di Pechino 2008 per tornare ad analizzarli e che questo è un chiaro messaggio".
Per farla breve il Cio si prepara a rivoluzionare i podi i Pechino. Lo si capisce dalle parole di Patrick Schamasch, capo della commissione medica del CIO, che ha confermato che si cercherà l'EPO (eritropoietina) di "terza generazione", conosciuto come 'Cera'. Il Cera è venuto fuori dai controlli relativi al Tour de France 2008. "Abbiamo segnali di altre sostanze", ha detto Schamasch, che ha definito come "particolarmente interessante" l'analisi retroattiva degli sport di resistenza.
Insomma più di un uccellino - quasi uno stormo - ha sussurrato all'orecchio dei "capi" del Cio che le analisi a Pechino per molti versi hanno fatto cilecca. E ora si corre ai ripari. Anche a costo di riassegnare le medaglie.
Ancora non è chiaro come funzionerà esattamente l'analisi retroattiva, poichè si vogliono trasportare i quasi 5.000 campioni congelati dal laboratorio di Pechino a quello di Losanna, centro motore dello sport mondiale.
Il Cio ha portato a termine una quantità record di analisi a Pechino, 4.770, 3.901 di urina e 969 di sangue. I Giochi si sono chiusi con sei casi di positività, e ci sono altri tre casi pendenti. Nei giorni prima dell'inizio dei Giochi, però Rogge aveva pronosticato "tra i 30 ed i 40 casi di doping". Ne manca "qualcuno", insomma, potrebbe venir fuori adesso i questa specie di rivoluzione retrospettiva che s'annuncia.
E' ahinoi, una battaglia di retroguardia, ma che comunque va combattuta. Sapendo che si perderà. Ma almeno con l'onore delle armi. E la coscienza pulita.
Paolo Prestisimone