Le regine d'Europa

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sparco76
00mercoledì 3 settembre 2008 10:12
3 settembre 2008 - Ce la farà il Manchester United a confermarsi squadra regina d’Europa? Sarà dura. Da quando la coppa Campioni è diventata Champions nessuno è riuscito a vincerla per due anni di fila. L’Inter di Mourinho, il Chelsea di Scolari e il Barça di Guardiola guidano il pressing sui campioni inglesi.
IL COLPO DI SIR ALEX - Il mercato, chiuso l’altra notte con l’ultimo colpo dell’irriducibile Ferguson, sposta più avanti gli equilibri: per lui Berbatov vale quanto Quaresma per Mourinho. Tantissimo. La sfida tra i due tecnici, che ha lasciato il segno sulle ultime stagioni della Premier, sconfina sul palcoscenico della vecchia Europa. Sir Alex aveva accolto il portoghese nel Regno Unito come fosse arrivato il nuovo sceriffo del paese: toh, ecco "Ercolino-spacca-musi" venuto a esibire le sue pistole nella Mean Street del football. Poi, piegato dalle sconfitte, Ferguson aveva finito col portare molto rispetto al collega portoghese. Adesso si ricomincia: lo scozzese resta sempre un osso duro. Lo dice anche il mercato chiuso l’altra notte. Ferguson si è impuntato contro Blatter, e ogni evidenza, per impedire che il suo Cristiano Ronaldo finisse al Real Madrid, come Beckham. Ce l’ha fatta, rifiutando 90 e passa milioni. Sembrava che la strategia conservativa dello squadrone campione d’Europa e d’Inghilterra finisse qua. E invece no: sul filo del traguardo è arrivato Berbatov. "Cambierà la squadra e con noi diventerà famoso", ha sorriso il vecchio Alex adottando il bulgaro.
IL CITY DEGLI EMIRI - Piccola parentesi. Fergie è riuscito a strappare Berbatov alle tentazioni del City che, finito in mano agli emiri, sembra destinato a cambiare il calcio (non solo inglese). Gli arabi in un giorno si sono presi il club e Robinho (40 milioni al Real). Pare sia l’inizio: i nuovi proprietari hanno pronti 165 milioni per il Ronaldo portoghese (a gennaio?) e 500 per prendersi anche Cesc, Torres e altre stelle mondiali. Stiamo a vedere per credere. Intanto, aspettando il big bang, resta in piedi il vecchio ordine. A mercato chiuso, questo Manchester di Ferguson vale un 8 in pagella. É partito piano in Premier e ha perso con lo Zenit la Supercoppa, vero; ma ai Red Devils mancava ancora Berbatov e, soprattutto, Ronaldo. L’asso destinato a prendersi il Pallone d’oro è ancora out dopo l’operazione alla caviglia. Se ripeterà la stagione scorsa sarà dura per tutti.
L'INTER - L’Inter, completata con Quaresma, vale almeno un 7,5 sul fronte europeo. Se il maestro portoghese riuscirà a inculcare ai nerazzurri la stessa mentalità vincente trasmessa a Porto e Chelsea, i successi saranno a portata di mano. Resta da capire se il 4-3-3, con una sola punta di ruolo (Ibra, poi) sia il modulo più efficace per il gruppo di giocatori a disposizione. A meno che Quaresma non diventi il nuovo Cristiano Ronaldo anche in termini (imperiali) di gol segnati. Voto 7,5 anche a Chelsea e Barça. Scolari aspettava Robinho per completare il suo giocattolo già ben rodato con l’innesto di Deco. Dovrà rivedere i piani ma sta recuperando Drogba e, comunque, può lavorare su un gruppo solido, che ha fame di rivincita dopo la doppia beffa col Manchester: Premier e Champions. Il Barça ha speso molto per rassodarsi con Hleb, Alves e Keita. Le partenze di Ronaldinho, Zambrotta e Deco per ora non hanno lasciato il segno. Molto dipende da Messi: può fare la differenza. Sei squadre inseguono nella seconda fascia.
LA JUVE - Anche Juve e Roma: stesso voto, 7. Ai bianconeri manca ancora qualità creativa in mezzo al campo. Poulsen non è Xabi Alonso e si vede. Ma la squadra è solida e occhio ai vecchi campioni (tipo Nedved), possono ancora essere decisivi. Nella Roma, Spalletti deve quadrare il cerchio con i nuovi (Baptista, Menez): i risultati di questi anni dicono che il gruppo cresce. Salgono le azioni del Bayern (7) di Toni e Oddo, scendono quelle del Real (7) che ha speso solo 30 milioni sul mercato, fallendo tutti gli obiettivi importanti: Ronaldo, Fabregas, Huntelaar, Villa. Schuster vuole un attaccante, deve aspettare gennaio. L’Arsenal (7) ha tenuto Adebayor e scommette sul giovane Nasri; il Liverpool (7) è partito arrancando ma se salta l’ostacolo della prima fase rischia di bissare le sue impresone. Infine, oltre ai russi dello Zenit, vale la pena citare due outsider. La Fiorentina (6,5) che ha aggiunto Gilardino a Mutu; l’Atletico Madrid (6,5) entrato come un tornado in Champions e partito a razzo nella Liga, tutto nel segno di Kun Aguero. Gli allenatori sono importanti ma alla fine la differenza la fanno i marziani: Ronaldo, Messi, Ibra, Cesc, Torres. Quelli là. L’hanno capito anche gli emiri, non è difficile.
sparco76
00mercoledì 3 settembre 2008 10:28
LONDRA, 3 settembre 2008 - Povero Abramovich, che figura. Gli sceicchi del Manchester City hanno lanciato la sfida al calcio inglese, all’Europa e al mondo. E il primo schiaffo è stato per il miliardario russo, che s’è visto soffiare via Robinho, obiettivo di mercato del Chelsea per tutta l’estate. Abramovich non ha voluto rilanciare sui 40 milioni messi sul tavolo del Real Madrid dai nuovi padroni del City: anche perché non l’avrebbe scampata. Lui è solo contro tutto l’emirato di Abu Dhabi: un patrimonio di 16 miliardi di euro contro una fortuna di 1 trilione di dollari (700 miliardi). Di fronte alla famiglia dello sceicco Khalifa bin Zayed al Nahyan, signore di Abu Dhabi, il 15° paperone della Terra sembra un pigmeo. I giacimenti petroliferi di Abu Dhabi rappresentano il 10 per cento delle riserve mondiali.
CASSE RICOLME - Con il prezzo del barile alle stelle, le casse dell’emirato sono più che mai colme. I 7 Emirati Arabi Uniti fanno a gara tra loro per il primato del lusso, della qualità della vita, e delle strutture da sogno. Era partito in testa il Dubai, ma i cugini di Abu Dhabi sono in corsia di sorpasso. E sono arrivati primi in Premier, bruciando il consorzio del Dubai (DIC) che da oltre un anno punta alla proprietà del Liverpool. L’architetto dell’operazione che riguarda il Manchester City è lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nayhan, campione d’endurance ippica, ministro nel governo degli Emirati arabi presieduto dal fratello, sceicco Khalifa. Presidente della First Gulf Bank e di varie società d’investimento, ha sposato una figlia dello sceicco del Dubai, Mohammed Al-Maktoum.
INVESTIMENTO REALE - L’acquisto del Manchester City dall’ex premier thailandese Shinawatra è inquadrato nell’Abu Dhabi United Group (ADUG), emanazione del fondo d’investimento della famiglia reale (ADIA), il secondo più grande al mondo dopo la Bank of Japan. Mansour ha delegato la gestione del City a Sulaiman Al-Fahim, 31 anni, uomo d’affari molto noto nel mondo arabo. Al-Fahim lunedì ha lanciato una raffica di offerte parallele, da Robinho a Berbatov, da David Villa a Gomez, perfino Torres, per un totale di 200 milioni. Solo Robinho è andato in porto. Berbatov è stato letteralmente sequestrato da Sir Alex Ferguson. Ma Al-Fahim ha un mandato preciso e sconfinato: trasformare il City nella più grande squadra del mondo.
DREAM TEAM - Tutti i galacticos sono nel mirino, il prezzo non importa. Cristiano Ronaldo per primo. “Vogliamo i più grandi giocatori in attività - proclama Al-Fahim -. Cristiano Ronaldo ha detto di voler giocare nel più grande club del mondo: il City lo diventerà presto, più del Manchester United e del Madrid”. Buffon in porta, poi Sergio Ramos, Cannavaro, Ferdinand, Abidal, Gerrard, Kakà, Messi, Torres, Villa. Per 650 milioni di euro. Un “dream team” dove Robinho rischia la panchina. Rischia già il tecnico Mark Hughes. Scolari, Mourinho, Hiddink, Rijkaard: il Manchester City ha già bisogno di uno come loro.
sparco76
00mercoledì 3 settembre 2008 12:39
Il Dream Team potrebbe cambiare sport. Dalla canottiera alla maglietta, dal pallone a spicchi a quello con tasselli superleggeri. L'avvento di Sulaiman Al-Fahim alla guida del Manchester City potrebbe squassare la geografia del calcio mondiale. Perché se Barack Obama ha un sogno, Sulaiman ne ha ben 6. E un cassetto nel quale sistemare non solo i desideri, ma anche i soldi per esaudirseli. Da solo. Il 'Sun', infatti, ha stimato in 500 milioni di sterline (oltre 600 milioni di vecchie lire, più di tutto il pacchetto di movimenti estivi della nostra serie A) il 'modesto' budget del filantropo arabo.
Nel fotomontaggio del tabloid si vedono gli obiettivi, i nomi che in fila indiana il nuovo proprietario del City ha scritto sulla sua lista della spesa. Ecco, nel dettaglio, quanto Al-Fahim sarebbe disposto a offrire per ciascuno: 164 milioni di euro per Cristiano Ronaldo, 100 per Kakà e altrettanti per Messi, 85 per Torres, 73 per Fabregas, gli stessi per tornare all'assalto di Berbatov. "Se possiamo permetterci i migliori giocatori, perché non prenderli?" - ha detto il numero uno dei Citizens. Ama i cavalli (possiede 300 purosangue) ed è presidente dell'associazione degli Emirati Arabi Uniti di scacchi. Sport - o divertimenti - lontani dal calcio. Eppure, Al-Fahim è lontano anche da un altro signore per quanto riguarda il budget complessivo: Abramovich vanta un fondo da 12 bilioni di sterline, l'omino con la tunica 460. Chi credete che sia il Freud pallonaro?

Perchè costui non s'è comprato la Roma!?!?!??! AZZZZZZZZZZZZ






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