L'Havana rifiuta l'appello per Yoani Sanchez

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stuwhima
00sabato 24 aprile 2010 23:09
Da Il Fatto Quotidiano
L'ambasciata cubana a Roma restituisce al "Fatto" le ottomila firme raccolte per la libertà d'espressione della blogger, e accusa Rumsfeld di orchestrare una "cyberguerra contro Cuba"

Ottomila firme e una lettera. Il rappresentante diplomatico dell’Avana a Roma ha restituito il documento inviato da il Fatto Quotidiano con tutti i nomi di chi aveva risposto all’appello per la libertà di espressione di Yoani Sánchez, la blogger più volte minacciata per aver raccontato e denunciato le condizioni di vita e le limitazioni della libertà a Cuba. L’appello lanciato a novembre aveva ottenuto da subito molte adesioni, anche a seguito della denuncia da parte della Sánchez di una aggressione subita dalle forze di sicurezza dell’Avana. Alla fine di marzo il Fatto aveva deciso di chiudere la raccolta e di inviare le firme all’ambasciata, come segno dell’impegno preso. Il plico, con la lista stampata dei nomi, era stato mandato e ci è stato rispedito intatto. Pochi giorni prima della restituzione è arrivata anche una lunga lettera dell’ambasciatore Rodney Lopez Clemente, nella quale il rappresentate diplomatico enumera i molti successi sociali del regime, elencando in forma di domanda retorica il buon livello di condizioni sanitarie, di istruzione ed economiche della popolazione cubana.

Oltre a questo la missiva riporta l’elenco dei continui attacchi che "la maggiore potenza del mondo" (gli Stati Uniti, ndr) sferra contro l’Avana e dei quali poco si parlerebbe rispetto alla situazione dei dissidenti al regime e di Yoani Sánchez. Che si può avvalere di mezzi elettronici all’avanguardia messi a disposizione dalla Germania per poter trasmettere le sue notizie. Che secondo la lettera sono "una cyberguerra di disinformazione, che da anni è stata orchestrata contro Cuba dall’ex ministro della Difesa Donald Rumsfeld: una ulteriore arma per rafforzare il criminale e genocida blocco contro Cuba". Poi, al mittente (noi) sono state rispedite anche le firme.

Nel rispetto delle ottomila persone che hanno aderito all’appello e hanno espresso la loro vicinanza e solidarietà alla situazione di Yoani Sánchez, ci è parso giusto inviare la lista dei nomi ai rappresentanti cubani in Italia. Lo abbiamo fatto per dare valore all’impegno e all’attenzione dei lettori e delle persone sensibili al diritto di libertà d’informazione nell’isola. E lo abbiamo fatto consapevoli che, sempre, ciò che riguarda Cuba smuove idee, interesse, opinioni contrapposte, mobilitazione e posizioni forti. Al di là di questo, resta il diritto (per i giornali il dovere) di informare e di informarsi, di conoscere la situazione, di farsi opinioni ed esprimere idee in piena e completa autonomia. Questo è un valore essenziale come quello alla salute, all’istruzione e alle condizioni di vita materiali accettabili.

Ringraziamo l’ambasciatore Clemente per averci ricordato ciò che funziona a Cuba e i successi della politica castrista. Questi successi sono uno dei motivi per cui il governo e la realtà dell'Avana hanno tanto seguito e favore nel mondo. Proprio per questo, però, non si può ignorare anche ciò che succede ad alcuni cittadini cubani che, una volta soddisfatti i bisogni e diritti materiali, sono impegnati per quelli ideali. Senza tradire, appunto, gli ideali universali proclamati dalla rivoluzione e impegnandosi in prima persona per questo. Sapere come sta e cosa dice anche chi è più critico nei confronti di un regime fa parte del diritto di cronaca e del doveroso impegno di un giornale che deve dare notizia di quel che accade ai suoi lettori, che proprio per questo impegno hanno mostrato riconoscimento e attenzione.

La situazione a Cuba (e i rapporti con la potenza vicina) richiede una continua attenzione. Le idee e, addirittura, i sentimenti suscitati sono segno dell’interesse che, ancora oggi, l’isola della rivoluzione del 1959 è capace di sollevare. Tutto questo, da parte nostra, è degno di essere raccontato e rilevato. Perché il Fatto Quotidiano è pienamente disponibile a discutere e accettare contributi che possano rendere più chiare e complete l’informazione e l’analisi.
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