Il pensiero positivo

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aston villa
00giovedì 4 marzo 2010 19:31
Oggi,mentre dal parrucchiere aspettavo il mio turno,mi e' capitato fra le mani un numero di Panorama.

C'era il culo di Belen in primo piano e l'argomento principale del numero era che il 2010 sara' l'anno del "pensiero positivo".

Avevo tempo,il mio barbiere che conosco da 20 anni nel frattempo e' diventato un coaffeur alla moda,ha assunto 2 froci e ti riceve solo se prenoti 15 giorni prima,e mi sono letto l'articolo.

E' di moda questo pensiero positivo sopratutto in questa dura contingenza attuale.

Personalemtne non credo che un libro possa cambiare la vita di una persona,li' ne citavano 2 uno di un certo Robbins e un altro di un italiano che si chiama Re,

Se ho capito bene sono entrambi personal trainer o qualcosa di simile.

Non e' casuale che questo modo di vedere le cose,tipicamente americano,sia esploso ora,la gente ha bisogno in qualcosa in cui credere ed essendo venuti meno i miti politici e religiosi si torna a mettere la persona al centro del l'universo.

Un idea molto umanista della societa'.

Mi fa piacere che si sia giunti a cio',credere in se stessi e in cio' che si fa e' da' sempre il motore della vita,mi ha aiutato quando mi sono trovato a terra e mi aiuta a mantenere il giusto equilibrio quando le cose vanno bene.

Tutti passiamo dei momenti difficili e non tutti ne sanno uscire,il mio dubbio riguarda la possibilita' di un uomo di 40/50 anni di abbracciare di punto in bianco questo modo di vedere la vita.

E' un modo di vivere che richiede intanto un assunzione di rischi,perche' senza quelli in campo professionale non vai da nessuna parte,ma non tutti geneticamente sono portati a questo.

Chi da sempre e' abituato al suo bravo e piu' o meno sudato,stipendio,alla sua vita tranquilla non puo' di punto in bianco mettere in discussione tutto per ricominciare da capo.

Vivere secondo i propri ritmi e le proprie leggi e' un privilegio di pochi,che si conquista negli anni,anni fatti di vittorie e di sconfitte entrambe importantissime.

Non tutti sanno ogni volta ripetere a se stessi che "ce la possono fare" c'e' anche tanta gente a cui basta molto meno ma ora che quel meno e' affievolito non sanno svoltare e ripartire.

Una certa filosofia di vita non si improvvisa a 40/50 anni.

La rivista citava alcuni personaggi che affermavano che quel tale libro aveva cambiato loro la vita...mah...io non ho mai creduto ai guru,credo che in ognuno di noi ci siano le capacita' di emergere,bisogna solo aver la forza e la voglia di farlo oppure occorrono semplicemente gli stimoli e questi te li da' la vita reale e non certo un libro che migliora la vita soltanto a chi lo scrive.
aston villa
00venerdì 5 marzo 2010 08:21
Quando nove anni fa le diagnosticarono il tumore al seno, la celebre sociologa americana Barbara Ehrenreich si trovò per la prima volta faccia a faccia con il fantastico mondo del pensiero positivo, quello secondo cui per sconfiggere malattie o avversità è indispensabile inforcare gli occhiali rosa dell'armonia universale. E non la garbò affatto. Così, lungi dal prendere con filosofia new age le terapie prescritte dai medici, si mise a lavorare sulla nuova religione dell'ottimismo dilagata negli Stati Uniti all'inizio degli anni Novanta e culminata nell'irrefrenabile euforia finanziaria che avrebbe condotto alla crisi economica.

"La prima cosa che capisci è quanto il pensiero positivo sia diventato parte della cultura, indistinguibile dai rumori di fondo" racconta la Ehrenreich alla platea della School of Life di Londra, dove è venuta a presentare il saggio frutto delle sue ricerche "Smile or Die: How Positive Thinking Fooled America and the World", "Sorridi o muori: come il pensiero positivo si è preso gioco dell'America e del mondo". La seconda è che tornare indietro non sarà affatto semplice: "Siamo ormai a un livello tale che la gente crede di ammalarsi perchè ha un atteggiamento sbagliato verso la vita". Guru come Bernie Siegel, l'autore di "Love, Medicine and Miracle", hanno guadagnato milioni spiegando che sono i sentimenti negativi a generare il cancro. Lei, razionalista di ferro con un solido Phd in biologia, non ci sta: "Gli studi mostrano che una certa dose di ottimismo è sinonimo di salute mentale, ma si tratta solo di coraggio esistenziale". Nulla a che vedere con il pink power dei connazionali che consumano due terzi degli antidepressivi mondiali e ogni mattina ripetono davanti allo specchio le formule d'un manuale d'auto-aiuto per convicersi d'essere i migliori. Negli Stati Uniti i prodotti "motivazionali" rappresentano un business da 21 miliardi di dollari l'anno.

L'ottimismo è contagioso. Tanto che una faccia lugubre può costare il licenziamento. La Ehrenreich, che alle dinamiche del lavoro aveva dedicato il saggio "Una paga da fame. Come (non) si arriva a fine mese nel paese più ricco del mondo", ha raccolto decine di storie d'impiegati congedati anzitempo perchè pessimisti. Gente come Armando Falcon, il funzionario del governo americano che nel 2003 avvertì la Casa Bianca del rischio insito nei mutui spericolati concessi da Freddie Mac e Fannie Mae e invece d'essere promosso fu allontano, elemento "negativo" per la squadra che aveva bisogno invece di leader energetici alla Joe Gregory, l'ex presidente di Lehman Brothers che amava definirsi un "sensitivo".

Il problema è che quando la televangestista Joyce Mayer ripete il mantra "Dio ti vuole ricco", le anime candide finiscono per crederci. Anche perché, nel frattempo, lei lo è diventata davvero e con buona pace degli adepti predica la gioia della vita quotidiana viaggiando con un jet privato da 10 milioni di dollari.

"Il messaggio della Ehrenreich non è per niente pessimista, mette in guardia dalla crudeltà della speranza" osserva lo scrittore Alain de Botton che sta per pubblicare in Italia "Una settimana all’aeroporto" (Guanda). Il segreto è ridimensionare le aspettative: "La società americana ha spesso spiegato al popolo che poteva costruire il paradiso in terra. Ma sappiamo dai greci, dai romani, dai cristiani che non è così. L'uomo è imperfetto ed è meglio imparare a sentirci tristi per ciò che non possiamo sviluppare anziché ambiziosi". Una lezione di realismo, spiegata da un'irriducibile idealista come la Ehrenreich: "Barbara è una militante di sinistra convinta della possibilità di cambiare il mondo, ma sa che illudere le persone con il mito della perfezione serve solo a sentimentalizzare la complessità della politica".

Chi non vorrebbe un'esistenza serena e armoniosa, magari garantita dallo stato come in Bhutan, il regno dell'Himalaya in cui si calcola l´indice nazionale lordo di felicità? "La Ehrenreich non se la prende con la felicità ma con l'ideologia della felicità, questa nuova corrente chiamata biomorality secondo cui per essere considerato buono devi essere felice" osserva Manu Bazzano, psicoterapeuta e monaco zen. Nel suo libro "Buddha è morto" spiega che è necessario attraversare il dubbio per sorridere davvero: "La sofferenza è parte della nostra condizione anche se non vogliamo vedere mai il lato difficile, l'incertezza del futuro, la certezza della morte. Il tentativo della psicologia cognitiva di riprogrammare la persona mutando i suoi pensieri negativi in positivi è comprensibile ma impedisce di oltrepassare il buio, il tunnel". Invece, sostiene padre Manu, l'unica serenità reale è quella di chi conosce il dolore: "Sembra un paradosso ma, checché sostenga la spiritualità a buon mercato degli americani, il vero ottimista è colui che guarda la vita senza occhiali rosa, magari con un po' di pessimismo". Penso negativo perché son vivo.
daiquiri
00venerdì 5 marzo 2010 11:50
Nè Tony Robbins, nè Roberto Re sono dei guru. Entrambi si definiscono personal trainers e quello fanno, tra l'altro a livello altissimo.

Tutti gli sportivi hanno un allenatore, la cui capacità è quella di saper tirare fuori il meglio delle loro capacità, la loro migliore prestazione. E loro tirano fuori la migliore prestazione da sportivi famosi, quattro presidenti, tra cui Clinton e Gorbaciov, uomini comuni.

Robbins anni fa ha preso due barboni con sussidio e li ha fatti diventare milionari (in dollari) in un anno. Alla fine dei suoi corsi tutti i partecipanti dovevano attraversare gli Usa senza soldi, carte di credito ecc contando solo sulle loro capacità di comunicazione con se stessi e gli altri. Che io sappia ce l'hanno fatta tutti.

Certo, il campo è composto da migliaia di pagliacci, ci sono personal trainers che in palestra si limitano a contare UNO DUE TRE ecc ed altri che prendono persone con incidenti o traumi e li riportano a camminare.

El Tr3n
00venerdì 5 marzo 2010 13:08
Ciao Daiqui.

Visto che sei molto ferrato in materia, potresti consigliare in particolare qualche libro di Robbins?

Ad ogni maniera i corsi sono ben altra cosa e non è un caso che costino più di un libro.

Un saluto.

aston villa
00venerdì 5 marzo 2010 13:28
Infatti volevo sentire l'opinione di Daiquiri in quanto questo e' un modno che conosco poco.

Pero' il fatto di pensare di poter guarire da una malattia con una visione ottimistica della vita 'e un po' inquietante....

Daiqui'...che ne dici?
El Tr3n
00venerdì 5 marzo 2010 13:38
Re:
aston villa, 05/03/2010 13.28:

Infatti volevo sentire l'opinione di Daiquiri in quanto questo e' un modno che conosco poco.

Pero' il fatto di pensare di poter guarire da una malattia con una visione ottimistica della vita 'e un po' inquietante....

Daiqui'...che ne dici?



Direi che è inquietante esserne certi.

Ci sono molti casi in cui gente molto malata è riuscita, se non a guarire, ad allungare la sua vita oltre le più rosee aspettative dei medici.

Chi aiuta un malato ad avere un atteggiamento positivo e combattivo fa solo un ottimo lavoro.

Chi prende per il culo le persone dovrebbe come minimo meritarsi le stesse disgrazie di chi sta cercando o ha cercato di illudere dietro compenso.



aston villa
00venerdì 5 marzo 2010 13:48
Re: Re:
El Tr3n, 05/03/2010 13.38:



Direi che è inquietante esserne certi.

Ci sono molti casi in cui gente molto malata è riuscita, se non a guarire, ad allungare la sua vita oltre le più rosee aspettative dei medici.

Chi aiuta un malato ad avere un atteggiamento positivo e combattivo fa solo un ottimo lavoro.

Chi prende per il culo le persone dovrebbe come minimo meritarsi le stesse disgrazie di chi sta cercando o ha cercato di illudere dietro compenso.






Tutto vero e Striscia ogni tanto smnaschera qualche mago bastardo che promette guarigioni a malati di cancro.... [SM=x1495893]

Ma bisogna stare attenti a non creare false illusioni,ricordi il metodo Di Bella?

Essere positivi e' il sale della vita ma ci sono situazioni in cui i piedi vanno tenuti sempre saldamente a terra.


daiquiri
00venerdì 5 marzo 2010 14:12
Re:
El Tr3n, 05/03/2010 13.08:

Ciao Daiqui.

Visto che sei molto ferrato in materia, potresti consigliare in particolare qualche libro di Robbins?

Ad ogni maniera i corsi sono ben altra cosa e non è un caso che costino più di un libro.

Un saluto.






Anche se qualcuno contesta, questa gente la conosco perchè facciamo all'inicrca le stesse cose e con Robbins ho condiviso l'insegnante, anche se tra me e Robbins c'è la stessa differenza che tra un giocatore del Toro attuale e Maradona.

Spendo due parole in più. Robbins nel suo campo è stato il massimo ha doti innate assolutamente uniche e quello che scrive di sè è assolutamente vero. Oggi non andrei a pagare Robbins per un corso. Viceversa se fosse il Robbins di 15 anni fa pagherei qualunque cifra.

Dei due oggi preferisco Roberto Re, che non vale Robbins, ma è un grande professionista e si migliora di giorno in giorno.

Libri: "Come ottenere il meglio da sè e dagli altri", mi pare 10 euro circa o giù di li. Oppure "Appunti da un amico" più o meno gli stessi concetti ma un sunto del primo. Non c'è su Emule in italiano e spero che così rimanga perchè parte della vendita va alla Fondazione Robbins che si occupa veramente di fare del bene e se non sbaglio Robbins ha rinunciato ad ogni diritto. Traduzione un po' una schifezza, volendo l'ediz inglese è su Emule e si chiama "Notes from a friend"

Roberto Re: La copia italiana di Robbins, molto bravo, molto professionale anche se molto costruito in laboratorio. Corsi molto validi, sopratutto applicabili su cose concrete, ottimo motivatore, mediocre NLPer, ma correttamente evita di farla. I suoi video si trovano su Emule gratis, sono fatti molto bene e ti risparmi il costo di un corso. Scarica tutto quello che trovi su di lui, quello che fa lo sa fare bene, quello che non sa fare più che bene evita di farlo. Evita tutto il resto che trovi su Emule o dal vivo. Sono sotto il livello di Wanna Marchi
aston villa
00venerdì 5 marzo 2010 14:23
Intervista a Anthony Robbins


CHI ERA ANTHONY ROBBINS 20 ANNI FA?

“Ero un giovane infelice, pieno di dubbi e di paure. Non avevo un dollaro. Vivevo in un monolocale senza cucina: lavavo i piatti nella vasca da bagno. Avevo 15 chili di troppo. Con mille problemi. Anzi, ero io il problema….”

COS’E’ SUCCESSO POI?

“Ho toccato il fondo. Lì ho trovato la spinta per ribaltare la mia condizione. Ricordo ancora che scrissi una lista di tutte le cose negative. Di quelle che non avevo più intenzione di accettare nella mia vita. E di tutto ciò che invece volevo realizzare. Ho cominciato a frequentare corsi e seminari di Programmazione Neuro-Linguistica… Sono passato all’azione.”

CHI E’ ANTHONY ROBBINS OGGI?

“Non sono un guru, sono un coach. I media mi definiscono “allenatore dello stato di massimo rendimento”. Aiuto le persone a raggiungere gli obiettivi, a scoprirsi talenti e risorse innate. Non sono io a cambiare la loro vita, sono loro a cambiarsela.”

CHI SARA’ ANTHONY ROBBINS FRA 20 ANNI?

“Uno che non si accontenterà. Che ricercherà sempre il meglio, per sé e per i suoi amici. Si, avrò ancora una “fame” profonda di diventare qualcosa di più. Sarò ancora profondamente affamato di diventare sempre qualcosa di più!”

E’ VERO CHE IL TUO OBIETTIVO E’ QUELLO DI DIVENTARE PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI?

“Il mio obiettivo è aggiungere valore alla vita degli altri. Ho iniziato rivolgendomi alle singole persone. Poi sono passato a gruppi, aziende, squadre. Il passo successivo sarà quello di concentrarmi su istituzioni e governi. Non so ancora in che modo… ma credo che resterò esterno. Mi vedo come un imprenditore che sostiene il processo politico in senso lato. Ma, prima di tutto, voglio continuare a dimostrarmi che sono una persona di cui gli altri si possono fidare.”

COS’E’ LA MOTIVAZIONE?

“E’ quel potere infinito che tutti noi possediamo e che fa la differenza tra chi cresce chi resta fermo; é quella forza che io chiamo drive: una passione interiore che ci trasforma in meglio, fornendoci una spinta continua che moltiplica le nostre energie e il nostro entusiasmo. La drive ci fa cambiare, è una forza duratura, da non confondere con la motivazione temporanea.”

PERCHE’?

“La motivazione temporanea è una spinta limitata nel tempo. Esempio: una ragazza che voglia indossare un certo abito è motivata per un periodo di tempo a dimagrire starà attenta alla dieta e aumenterà l’attività fisica: di sicuro entrerà in quel vestito. Raggiunto l’obiettivo, perderà la motivazione e, con ogni probabilità, tornerà al peso di prima. La drive invece è un motore ben più potente, cui attacchiamo la nostra identità e la percezione di quello che vogliamo diventare nella vita.”

C’E’ UNA STORIA DI VITA CHE PUO’ ESSERE ESEMPIO PER TUTTI?

“Conosco una donna italiana, oggi brillante avvocato, che aveva “perso se stessa”. Non riusciva a superare l’esame di abilitazione professionale, si era inaridita, si sentiva senz’anima. Una volta professionista si era sposata e aveva aperto uno studio. Ma un tumore all’utero interrompeva la sua prima gravidanza. Qualche anno dopo riusciva a diventare madre. Però non aveva più cura di sé, trascurava persino il lavoro, il suo matrimonio andava a rotoli. E, quando ebbe altre complicazioni con la seconda gravidanza, la sua vita degenerò. Fu a quel punto che partecipò al mio seminario e cominciò a guardarsi dentro. Oggi è dimagrita, ha ripreso in mano la sua attività, si è reinventata il rapporto con il marito. È una donna soddisfatta.”

NON SEMPRE IL SUCCESSO E’ SINONIMO DI FELICITA’. PERCHE’?

“C’è una gran differenza tra riuscire in un compito ed essere davvero realizzati. Il successo senza la realizzazione personale rappresenta comunque un fallimento e la condanna all’infelicità. Il senso della vita non sta in quello che capita (ricchezza e successo), ma nel significato che gli attribuiamo e al modo in cui reagiamo.”

TRE PERSONE CHE CONOSCO HANNO FREQUENTATO UN SUO CORSO, MA SOLTANTO UNA E’ SODDISFATTA…

“Tre giorni di seminario non ti rivoluzionano la vita. Se dicessi che basta frequentare un mio corso per cambiare, soffrirei di delirio di onnipotenza. È però vero che, in tre giorni, acquisiscono strategie con cui iniziare un cambiamento. Che vanno poi applicate tutti i giorni. Questo processo non è semplice. Io ho dovuto frequentare numerosi seminari, anche gli stessi corsi più volte, prima di constatare dei veri cambiamenti nella mia vita. Per riuscire ci vuole disciplina, ma soprattutto allenamento. La frustrazione è parte integrante di questo cammino. E il successo non è garantito. Ottenere e (soprattutto) mantenere i risultati, dipende da quanto si è predisposti al cambiamento. Dalla capacità di mettersi in gioco e aprirsi alle novità. E ancora: non c’è felicità che duri se non definiamo obiettivi e mete da raggiungere.”

UN SEGRETO PER AVERE PIU’ FIDUCIA IN SE STESSI, DA SUBITO?

“Immaginate le situazioni del passato in cui avete avuto successo. Che cosa facevate? Quali erano i vostri pensieri? Concentratevi, provate a rivivere quelle emozioni, a sentirle dentro di voi. Invierete al cervello degli stimoli tali da condizionarci all’ottimismo.”

aston villa
00venerdì 5 marzo 2010 14:27
In Australia ho trovato un libro
di un reverendo cattolico,
pubblicato negli anni '30,
che spiegava come allevare in noi
il Pensiero Positivo.

Egli affermava che quest'energia positiva
viene ispirata in noi dallo Spirito Santo
che ci avrebbe guidati nel terzo millennio
ad accogliere nei nostri cuori
il principio dell'Amore Universale.

Mi ha mutato molto meditare
positivamente sulle cose,
non solo mie
ma anche del mondo che mi circonda.

Mi fa molto male incontrare persone
inaridite dall'energia negativa.

Vedo in loro,
nel loro interiore Giardino,
l'Albero della Vita rinsecchito
e cerco di alimentarlo col mio cuore.

Il Pensiero Positivo ci aiuta
ad amarci e ad amare
e ci apre alla Fede
non in un Dio punitore
ma gratificatore.

Il Pensiero Positivo
ci riporta a quella mensa
dove per noi
sarà imbandito il vitello grasso.

Infilo la camicina e vado a sognare.
Almeno nei sogni non vi sono porte e catenacci,
limiti sociali e obblighi morali.
Vi è solo vita e amore.
Puri!
daiquiri
00venerdì 5 marzo 2010 14:27
Re:
aston villa, 05/03/2010 13.28:

Infatti volevo sentire l'opinione di Daiquiri in quanto questo e' un modno che conosco poco.

Pero' il fatto di pensare di poter guarire da una malattia con una visione ottimistica della vita 'e un po' inquietante....

Daiqui'...che ne dici?




Il campo è vastissimo, ma farò solo un esempio. Cinquemila anni fa i cinesi scopersero l'agopuntura e che il sangue circolava nel corpo umano. In Occidente vennero sempre trattati con scetticismo, ma che il sangue scorra qui fu scoperto nel 1600 e che i meridiani esistano nel 1960 iniettando isotopi in un agopunto. Oggi l'agopuntura i medici la imparano in un week end a Rapallo e poi dicono "si, funziona, ma ha dei limiti". Sarà mica per quello che in Cina il corso dura 6 anni?

E=MC2 Questo concetto espresso da Einstein formula il principio che tutto in natura sia energia. Nessuno oserebbe contestarlo, tranne la medicina e la psicologia che infatti sono indietro di qualche secolo.

Il pensiero è energia, la materia è energia, se mi incazzo produco adrenalina, cortisolo e via così. Le difese immunitarie scendono, i globuli bianchi pure. Se il mio corpo è stanco e mi manda segnali perchè mi fermi e io con gli antidolorifici uccido quei segnali me ne manderà di più forti, fino a farmi fermare in qualche modo.

Il problema è che le medicine rendono come e più della droga e delle armi, quindi meglio venderle.
daiquiri
00venerdì 5 marzo 2010 14:34
Una sola cosa. Robbins, Bandler, Grinder, Ericksson, Chopra e potrei continuare per ore sono stati sicuramente dei grandissimi. Il fatto cè che tutte queste cose vanno applicate. Come direbbe Robbins e come Aston confermerà "potete avere il miglior coach, anche Ronnie Coleman, ed il migliore programma di allenamento, ma se invece che andare in palestra state al bar, non migliorerete mai"
El Tr3n
00venerdì 5 marzo 2010 16:41
Secondo me sti corsi qua schematizzano un po' troppo le persone rischiando di snaturarle.

Forse vanno bene per prendere qualche spunto ma a parte quello credo che uno la propria strada debba trovarla da solo.



daiquiri
00sabato 6 marzo 2010 01:36
Assolutamente no!
E' l'esatto contrario, non c'è nessuna affermazione, nessun concetto da imparare, niente da assimilare. Come in una terapia psicologica non c'è nessuna risposta, ci sono solo domande che uno fa a se stesso. E la risposta di ognuno è unica, visto che ognuno di noi è un essere assolutamente unico. Quello che immagini c'è forse nei corsi di quarta serie, ma non hanno nulla in comune.

D'altronde per verificare basta scaricarli da emule. Non si paga nulla e non si fa neppure la fatica di uscire di casa per andarli a prendere.
aston villa
00sabato 6 marzo 2010 19:44
Non e' casuale che entrambi i personaggi citati da Daiquiri abbiano una formazione sportiva.

Lo sport ti insegna,fra le altre cose,anche la cultura della sconfitta,che non vuol dire abituarsi a perdere ma bensi a imparare piu' quando le cose vanno male rispetto a quando vanno bene.

Un uomo che ha successo nella vita e' uno che ha perso tante volte ma che ogni volta ha saputo rialzarsi piu' forte di prima facendo tesoro dei propri errorri.

La visione positiva dalla vita,cosa diversa dall'untuoso ottimismo che ci propinano alcuni politici.....,fa si che cio' che per qualcuno e' una battuta d'arresto per altri e' un opportunita' per crescere.

Personalmente la crisi la vedo in questo modo; una straordinaria opportunita' di rinnovarmi e di crescere sia dal punto di vista personale che da quello professionale.
El Tr3n
00sabato 6 marzo 2010 20:30
x Daiquiri

Un amico dice che era andato in uno di sti corsi, probabilmente quelli di quarta serie come dici tu, ed ha lasciato dopo poche lezioni motivando il suo abbandono con il sentirsi molto più confuso di prima.

A sto punto quali libri consigli Daiqui?

Un saluto.



daiquiri
00sabato 6 marzo 2010 20:30
Esatto. Il succo di tutto questo è esattamente quello che ha espresso Aston, certo molto più articolato, elaborato, ma direi che questo è il nocciolo di tutto.
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