I carmelitani con le scarpe

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stuwhima
00martedì 20 aprile 2010 20:39
Occhi attenti, timpani specializzati a captare il rumore sfuggente della sottrazione di risorse e uniformi di un color marrone, simile alla terra. Sono i “carmelitani”, un vero e proprio esercito di ispettori che sorvegliano i centri di produzione affinché il furto non sottragga il poco che ci resta. Funzionano come un corpo di protezione non subordinato all’amministrazione del centro di lavoro dove sono demandati e rispondono - come soldati - a una struttura superiore di ordine e comando. Ricevono in cambio un salario migliore, alcuni chili di pollo ogni mese e un’appetitosa merenda che rivendono sul mercato nero. Compongono la nuova truppa dei revisori, in un paese dove la gente lavora non per quel che guadagna ma in funzione di quante cose può sottrarre per rivenderle sul mercato nero.

Questi revisori restano poco tempo in ogni industria, per evitare che entrino in relazione con gli impiegati e possano finire nei meccanismi della corruzione. Nelle fabbriche di tabacco, devono perquisire gli operai perché non portino via - nascosti tra i vestiti - le foglie o i sigari completi; nella Planta de Suchel del municipio Cerro si occupano di cercare tra le borse dei lavoratori gli estratti di sciampo o di profumo; per strada controllano che ogni passeggero di un autobus abbia il suo regolare biglietto e nel Río Zaza dovevano impedire che uscissero fuori le borse di latte o il concentrato di pomodoro. Pure se sono allenati a verificare timbri, chiudere lucchetti e prendere nota dei prodotti esistenti in un magazzino, non sono riusciti a fermare le continue appropriazioni indebite. Sembra un compito impossibile quello di creare sfere di efficienza e controllo in un’Isola dove rubare allo Stato è una pratica di sopravvivenza. Il problema è che il governo sa che la gente ruba in tutti i centri di lavoro, ma comprende pure che chiudere ogni possibilità di saccheggio produrrebbe un clima di grande tensione sociale. Fino a questo momento, far finta di non vedere le ruberie era un modo per tenere tranquilli i trasgressori perché non andassero a dimostrare pubblicamente la loro non conformità. La maggioranza dei cittadini è consapevole che applaudire o stare zitti impedisce il controllo sul loro modo di vivere e contribuisce a nascondere il sostegno illegale di cui si nutrono le loro famiglie. Accettare l’esistenza dei furti è stato per lunghi anni il modo migliore per ricompensare la docilità. Per questo è difficile modificare la situazione senza far saltare in aria il sistema. I “carmelitani” non potranno evitare che vengano ancora sottratte risorse, perché la corruzione è la linfa che nutre - fondamentalmente - coloro che oggi spediscono un gran numero di revisori per le strade.

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