Gardini

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aston villa
00venerdì 19 settembre 2008 08:40
Fausto Gardini, uno dei più grandi tennisti italiani, è morto in seguito a un infarto, intorno alle 17 a Forte dei Marmi (Lucca) nella sua casa di villeggiatura. Gardini aveva 78 anni: era nato l'8 marzo 1930 a Milano dove abitava. Lascia la moglie Liliana e i figli Stefania e Mario. Il campione, secondo quanto spiegato dai familiari, non soffriva di cuore: il malore ha colto di sorpresa tutti.

Negli anni '50 e '60, Gardini diede a vita con Nicola Pietrangeli a un duello continuo che per il tennis italiano fu simile a quello tra Coppi e Bartali nel ciclismo. Una rivalità resa ancora più accesa dal fatto che il primo era milanese e il secondo romano. Messi insieme nella squadra di Coppa Davis, i due contribuirono però a una delle stagioni più brillanti del tennis italiano.

Con Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, Gardini fu protagonista infatti di un decennio d'oro, culminato in due finali consecutive nel 1960 e 1961. La prima raggiunta dopo aver rimontato uno svantaggio di 2-0 nei confronti degli Stati Uniti nella finale interzone di Perth, la seconda conquistata a Roma con un secco 4-1 sempre ai danni degli americani. In entrambe le occasioni fu la fortissima Australia di Rod Laver, Roy Emerson e Neale Fraser a fermare la corsa degli azzurri in finale.

La vittoria individuale più importante di Fausto Gardini è stata nel singolare degli Internazionali d'Italia, nel 1955, dove battè in finale Giuseppe Merlo. Il tennista milanese è stato anche finalista al Torneo d'Amburgo del 1953. Ha conquistato sette volte il titolo italiano di singolare: ininterrottamente dal 1951 al 1955 e poi nel 1961 e 1962.

Tra i primi a voler ricordare Gardini, c'è stato proprio Nicola Pietrangeli: "Era un amico, a me sembra un po' presto per morire a 78 anni: come è strana la vita, lui che era un lottatore a quanto mi risulta se ne è andato via senza lottare". Una morte, ha aggiunto, che "dispiace a tutti e soprattutto arriva inaspettata". "Fausto - ha ricordato ancora Pietrangeli - era sicuramente un esempio per come giocava, bisogna ricordare che non ha mai perso un incontro di Coppa Davis a Milano pur giocando con giocatori molto forti. Lottava sempre, lui si stancava sempre perché anche le partite facili per lui erano delle lotte. Mi dispiace molto e poi è quasi un coetaneo; comincio a spaventarmi anche io...".
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